Posts Tagged ‘Warren Beatty’

Amici, state sereni: se Spike Lee commise una gaffe micidiale al Festival di Cannes, lui, regista di Fa’ la cosa giusta, nella vita potete sbagliare quanto volete


18 Jul

spike lee

Eh sì, abbiamo assistito, anzi assistemmo (ormai è già passato remoto eppur questa cosa qui sarà eterna, ah ah, sempre nei cinefili presente) a una delle più clamorose papere di tutti i tempi.

In diretta mondiale, Spike Lee, mica il mio meccanico Leonardo di un’autofficina collocata nel quartiere Santa Viola di Bologna, dunque mica uno da cui ce lo si sarebbe potuto aspettare, a cui nessuno chiese, chiede e chiederà mai di presenziare a Cannes in veste di Presidente di Giuria, mica la mia vicina di casa Angela, la cui maggiore preoccupazione attuale nella vita è cucinare un pranzo domenicale non troppo salato, eh già, Spike Lee, primo nero, per dirla da suo attore ex feticcio Samuel L. Jackson, primo nigger nella storia della Settima Arte ad essere a capo del festival dei festival. Insomma, parliamo del regista di tanti capolavori. Ed è inutile che ve li elenchi. Presidente quest’anno, in quel della Costa Azzurra, del festival cinematografico più importante del mondo. Lui che inserì, in Inside Man, la lesbica Jodie Foster, Palma d’oro alla carriera, neanche a farlo apposta, donandole una minigonna che non poco attizzò Denzel Washington. Un Nerone che tutte brucia a mo’ di Ricky Johnson, Prince Yahshua, Isiah Maxwell e tanti bei neretti molto dotati. Uomini che s’incarnano bene nella parte, ah ah, dalla “classe” però lontana anni luce da Sidney Poitier. Comunque interprete storico, quest’ultimo, del primo amore interraziale, che ne so, non con Kagney Linn Karter, bensì con Katharine Houghton/Joanna Drayton di Indovina chi viene a cena?

Be’, pare anche con John Cena abbia cenato con molte attrici di Los Angeles. Quelle delle zone basse, non certamente Julianne Moore di Lontano dal paradiso. Ah ah.

Posso dirvi una cosa, Dennis Quaid è un playboy a tutt’oggi, nonostante sia più rifatto delle donne rifatte che si fa.

Eh già, il nostro Nanni Moretti lo prese in quel posto come Kendra Lust da John Cena. Ah ah.

Sì, io sono un cinefilo toutcourt, cioè a tutto tonto, no, a tutto tondo e non mi faccio… mancare mai nulla. Son uomo mai messo a novanta, bensì son uomo che la guarda a 360°.

Sì, non solo nel Cinema normale vanno ora di monta, no, di moda le panoramiche in 3D.

Ci mancano solo gli odori alla John Waters e abbiamo completato l’opera.

Ebbene, dopo la gaffe colossale di Warren Beatty & Faye Dunaway (rispettivamente l’ex uomo più sciupafemmine di un pornoattore americano e la donna più strafatta del suo personaggio di debosciata-bagascia di gran cuore di Barfly, ah ah) agli Oscar di qualche anno fa quando annunciarono, erroneamente, come vincitore La La Land al posto di Moonlight, edizione degli Academy Awards molto nera, Spike Lee annunciò il film winner a pochi minuti dall’inizio della cerimonia. Capisco, anche per lui è arrivata la sua La 25ª ora. Comunque, rimanga fra noi, Spike utilizza quegli occhiali da mezzo cieco dopo una notte trascorsa con Rosario Dawson. Sì, fu fuso da Rosario. Da cui la canzone The Fuse di Springsteen. Le so tutte, ah ah. Che posso dirvi? Nella mia vita, mi dissero tutti Fa’ la cosa giusta. Ma io feci sempre scelte sbagliate alla pari di De Niro che rifiutò questo film di Spike Lee. Comunque, stasera non so che film guardare. Potreste consigliarmene uno? No, scusate. Ho visto più film di voi. Ah ah. E, su questa freddura, scivolo nella notte, tenendo al guinzaglio il pipistrello. Sì, odio Batman, io sono Joker. Sì, sono uguale a Matt Damon di Rounders – Il giocatore. Se un vostro amico come Edward Norton ha dei problemi, non chiamate Mr. Wolf di Pulp Fiction.

"Rat mal, wer zum Essen kommt". Im Bild: Joey (Katharine Houghton) und John (Sidney Poitier) wollen heiraten - doch beider Eltern laufen gegen diese Verbindung Sturm. SENDUNG: ORF2, SA, 06.05.2006, 11:10 UHR. - Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

“Rat mal, wer zum Essen kommt”. Im Bild: Joey (Katharine Houghton) und John (Sidney Poitier) wollen heiraten – doch beider Eltern laufen gegen diese Verbindung Sturm. SENDUNG: ORF2, SA, 06.05.2006, 11:10 UHR. – Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

Vi piace, inoltre, Birdman?

Purtroppo, non sono alto come Ed Norton. Ma la mia faccia che vi dice?norton il giocatorestefano falotico

rosario dawson 25 ora

di Stefano Falotico

Quella poveraccia di Eleonora Giorgi la dovrebbe finire di starnazzare, però potrebbe venire… bene per il brodo


02 Dec

eleonora giorgi (1)-2

Ecco un termine che io ho sempre amato: starnazzare.

Verbo bellissimo che si addice, parimenti alle galline che si azzuffano di Battiato, a donnette come Eleonora Giorgi.

Sì, è stridula costei, sembra una megera di qualche favola di Hansel e Gretel. Infatti, già quando era molto giovane interpretò il film Mia moglie è una strega. Fiore all’occhiello, come no, della cinematografia “par excellence” del nostro Cinema più mediocre.

Sì, questa romana di origine controllata, adesso lascia interviste in radio e in talkshow ove, incartapecorita, partecipa appunto a trasmissioni come Un giorno da pecora. Titolo che esemplifica la storia della sua vita, anzi, del suo girovita in una certa condizione…

Eh sì, è oramai una donna poco Borotalco, ma è rimasta con un Cuore di cane.

Eh sì, la sua vita sessuale dev’essere stata un Inferno da vero, artistico, come no, Nudo di donna.

E adesso, invecchiata che è come una bacucca, rimembra i membri dei suoi Compagni di scuola. Anzi, di culo.

Addirittura tira…, ah, adesso poco, in ballo quell’altro super puttanone di Warren Beatty, rivelando in maniera scabrosa, si fa per dire, che lui e Il volpone Warren avrebbero avuto una relazione nascosta tanti an(n)i or sono.

Ciò è anche possibile, visto che Warren non andava per il sottile. Una zoccola di qua e una di là, non badava molto alla qualità. Basta che infilava, Warren, anche se non tutte le ciambelle venivano… col buco.

Uomo zuccheroso, il Warren, uomo al pandoro che a Eleonora lo dava da duro di razza, smaltato d’oro e, prendendola appunto per il didietro, può darsi che le abbia detto che l’adorava. Ah sì, uomo brillante, Warren, come le smerigliava, meraviglioso, lui col suo birillo neanche Mastro Lindo. Sciacquava tale lavandaia e la lustrava, rendendola luccicante nel regalarle, fra un pompino e l’altro, il ben servito dopo il contentino di un paio di diamanti e gioiellini. Sì, Eleonora s’incazzò e, distruggendo tutta la sua collezione di piatti di porcellana, gli urlò con voce poco piatta: – Sei solo un porcello, pensavo con te di vivere una vita argentata e invece sei soltanto una buona forchetta. Ora ti accoltello! Ti sbudello, Warren, tu non sei nessuno, vai a fare il bidet e anche il bidello!

Eppur Eleonora, poco linda, amò quell’amore segreto molto intimo ma soprattutto assai variopinto… d’altronde, l’amore non è bello se non è litigarello.

Tempo fa, Eleonora ha attaccato Benicio Del Toro. Definendolo un mostro con occhiaie da malato di calcoli renali. Eh sì, forse non è del tutto sbagliato, Benicio non beve acqua Uliveto e neppure la Ferrarelle ma, al giorno d’oggi, mia Giorgi, uno come Benicio te lo sogni soltanto quando, con la testa oramai tra le stelle, nella sala d’attesa del tuo psichiatra, scarti le morbide caramelle. Senti come si scioglie in bocca tutta questa dolcezza…

Sì, Eleonora continua a rilasciare confessioni spinte ma assomiglia sempre di più al suo merdoso luogo preferito della menopausa cavalcante, ovvero il cesso.

Eh sì, Eleonora è stata per molto tempo la compagna storica di Massimo Ciavarro.

Ma ora, andata completamente, ama Laura Pausini e Il coraggio di andare. E, su uno scoglio, mentre mangia la pasta alla carbonara, ascolta il rumore del vento e il sapore di mare.

Che attrice straordinaria!

Poi, la gente si chiede: ma come mai Meryl Streep non è mai stata bella come Eleonora Giorgi a trent’anni ma è considerata la migliore sul mercato?

Fatevi una domanda, mi raccomando non una Giorgi, e datevi una risposta.

Se non riuscirete a spiegarvi l’arcano, ficcatevi non la Giorgi ma una supposta.

Dunque, supposto che siate riusciti a risolvere l’enigma, facile più di Eleonora, capirete anche che significa essere donne supponenti: sì, quelle che credono che con un bel faccino vinceranno l’Oscar e invece son finite da Ficarra e Picone.

 

E io sono sempre più grande! Ah ah!

E, tornato che sono in forma bestiale, sì, sputtano ancora! Sostanzialmente, me ne fotto!

 

di Stefano Falotico

 

 

Analisi spietata sugli Oscar, abbasso i vincenti, evviva i perdenti, cioè Willem Dafoe


03 Mar

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Domani notte, in concomitanza con gli exit poll delle Elezioni italiane, da me ribattezzate “erezioni italiote”, perché ogni partito sicuramente si ecciterà se vincerà, assisteremo, anzi, assisterete a questo spettacolo pacchiano chiamato Oscar, una manifestazione che aveva un senso, che ne so, cinquant’anni fa, quando la gente era molto ingenua e si faceva emotivamente turlupinare da lustrini, paillettes e sguardi mondani sul red carpet, sognando di trasfigurarsi nel suo attore preferito. Eh sì, quante casalinghe del Texas, ove ci son le mucche, andavan in brodo di giuggiole per quegli occhi viola di Liz Taylor, mentre il marito, alla consacrazione di Elizabeth (sì, il premio alla miglior attrice vien consegnato in tarda notte, da noi quasi all’alba, negli Stati Uniti al canto del gufo), era già bello sveglio per andar a cavalcar nel Rio Bravo al primo fiorir del crepuscolo sottilmente rugoso come la sua pelle da Grand Canyon. Sì, il Rio Bravo è in Texas e non in montana, miei montanari, mentre il Grand Canyon è in Colorado, ove Wile, detto Willy, il Coyote non riusciva mai ad acchiappare Beep Beep, e ove Michael J. Fox di Ritorno al futuro parte terza precipitava in un incubo da trenino della Lego. Sì, quel povero sciancato di John Wayne vinse la statuetta per Il Grinta, ennesima interpretazione uguale e monocorde come tutte le sue, e glielo diedero per anzianità. Infatti, di lì a poco schiattò. Da cui Jack Palance di Scappo dalla città – La vita, l’amore, le vacche. Eh sì, sempre le vacche, queste bovine domestiche da carne Manzotin come dimostra quel bel pezzo di manzo e patonza che è Kelly Reilly. E Kevin Costner di Yellowstone sa come (m)ungerla… Mah, ancora non è uscito, ma sicuramente il re di Balla coi lupi  pelerà la sua agnellina, da cui Il silenzio degli innocenti. Silence of the lambs.

Sì, è arcinoto che a vincere gli Oscar non siano necessariamente gli attori dell’anno più bravi, ma quelli più “mostruosi”. Non sempre mostri sacri, a volte semplicemente interpreti che fanno la parte degli handicappati, dei minorati, dei malati di qualche cosa, AIDS o Alzheimer, che si trasformano fisicamente, s’imbruttiscono, vengono truccati “a (d’)uopo” per commuovere. In poche parole, spesso si premiano le interpretazioni “patetiche”. Basta scorrere la lista dei vincitori di tutte le edizioni, in particolar modo degli ultimi trent’anni, per accorgersi che l’Academy preferisce usare questo metro di giudizio assai discutibile, prevedibile e scontatissimo.

Io sono un fanatico delle interpretazioni interiori, quelle che partono dall’anima e poi si trasmettono negli sguardi, sguardi dell’attore che aderisce a questo metodo attoriale, ben più complicato, sofferto e intenso, e sguardi nostri, da spettatori empatici che ci emozioniamo per come un attore riesce a effondersi, oserei dire, nel character, e dà vita a gioia, letizia, dolore anche solo attraverso un’occhiataccia, un’alzata sopraccigliare, un’espressione impercettibile.

Dunque, capite bene che, sebbene lodi l’egregio Oldman de L’ora più buia, tumefatto dal makeup, che comunque ha dovuto cambiare voce per fare Churchill, non poco sarei felice se a vincere fosse Chalamet.

Ma è altissimamente improbabile che ciò possa avvenire. Poi è ancora un “guaglione”, deve farsi le ossa…

Come certa è la vittoria della solita pazza strillona McDormand, a cui preferisco la solita Streep estremamente contenuta, che vive internamente i suoi dubbi e con la carica della sua magnetica espressività li comunica senza troppe grida o scene effettistiche.

Ma, si sa, gli Academy amano variare, anche se per la McDormand sarebbe comunque una “doppietta” dopo l’Oscar per Fargo, e allora anche la signorina Saoirse Ronan dovrà accontentarsi di essere ricordata come “semplice” candidata e nulla di più. È una figa bruttina ma comunque farà la sua porca figura.

Eh sì, per dare una seconda possibilità a quelle cariatidi della Dunaway e di Beatty, hanno deciso che non era giusto farli uscire di scena con la più grande gaffe della storia degli Oscar, e allora sono stati richiamati, acciacchi permettendo, per “sbagliare” di nuovo. Ah ah.

A proposito, rimanga fra noi: sebbene sia stato eccellente per Toro scatenato, De Niro ha vinto l’Oscar per questo film per via del fatto che è ingrassato trenta chili, ma l’avrebbe meritato molto di più per Taxi Driver.

Ho detto tutto…

E Willem Dafoe che c’entra? Anche quest’anno la sua sete di vittoria sarà solo un’ultima tentazione da povero Cristo. Perché l’Oscar se lo intasca Rockwell.

 

E, naturalmente, essendo io uno spietato, che dice la verità senza cazzeggiare in stronzate, vi mostro la foto di uno degli Oscar, secondo me, unforgiven…

Ah ah! E qui sono Pacino di Scent of a Woman!

Anche se, nella notte delle elezioni, l’avrebbe meritato Washington di Malcolm X.

E Denise Negri, in studio per la diretta su Sky, assieme al Canova e Castelnuovo, tiferà per i neri. Eh sì, evviva Get Out! Negro ti faccio nero, e su questa stronzata Scappa, no, scappo!

UNFORGIVEN, from left: Gene Hackman, Clint Eastwood, 1992. ©Warner Bros.

UNFORGIVEN, from left: Gene Hackman, Clint Eastwood, 1992. ©Warner Bros.

 

di Stefano Falotico

Un paio di occhiali per guardare meglio i cu(cu)li


12 Jun

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Ebbene, dopo la visita a Villa Erbosa dall’esimio e bravissimo dottor Cantagalli, ho scoperto, anche se già lo sapevo, di soffrire di astigmatismo, e all’occhio destro mi mancano tre gradi. Sì, sono parecchi e abbisogni di lenti. Così, oggi andrò dall’ottico a ordinare la montatura, proprio io che non monto le donne seppur in molti credano sia montato. Non sono omosessuale, nessuno mi cavalca, sia ben (in)teso! Gli occhi sfarfallano, la vista scricchiola, il tempo si fa “incipiente” ma i capelli stanno ricrescendo grazie, di grazia, a una lozione miracolosa che l’altro dottore, l’egregio Miserandino, mi “consegnò” appunto per il rinfoltimento del bulbo. Sì, adesso la peluria si sta riappropriando del cranio, e lo ricopre piacevolmente di capelli alla Al Pacino dei giorni nostri, sì, ancora ispidi, tendenti al riccio, un groviglio indistricabile pari agli arruffati miei pensieri. Un’altra giornata trascorrerà, mentre pochi giorni fa quell’esaltata di Diane Keaton fu omaggiata alla carriera all’AFI, e fu cosparsa di lodi da parte di chi, oltre a lavorarvi, se la scopò, vale a dire Allen, Beatty, sempre Pacino. A chi interessa dei miei occhi? I miei occhi neri, invero castano scuri, segni particolari di un mio “bellissimo” alla Celentano. I miei occhi servono, non voglio ridurmi come Al di Scent of a Woman, sebbene, ripeto, delle donne me ne frego. Anche dei maschi. Sono ascetico, forse scemo, sicuramente quando mi cresce la barba assomiglio a De Niro di vero Style.

di Stefano Falotico

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Clamoroso al Cibali, no agli Oscar: ha vinto La La Land come Miglior Film, no scusate, Moonlight: una figuraccia epica da annali degli orrori


27 Feb

Gaffe Beatty

Ebbene, non era mai successo qualcosa di lontanamente simile. Il rimbambito Warren Beatty che, ottantenne suonato, con fatica non si pronuncia ad annunciare il Best Picture e, in preda al tremolio più sconcertante, “abbandona” la busta all’incolpevole Dunaway che in tutta gloria proclama La La Land come Winner. Shocker! Perché dopo i “benedetti” discorsi di ringraziamento, “ischemia” cerebrale alla moglie del produttore, commossa, e previo infarto per l’orrore-errore storico commesso, le statuette vengono consegnate “giustamente” a quelli di Moonlight, increduli. Un episodio ai confini della realtà. Della serie: anche gli americani si fan ridere dietro peggio di noi ciarlatani italiani.

Inutile aggiungere altro. Chi ha visto, sa!

 

Warren Beatty

Categoria Miglior Attore, Oscar previsioni


17 Oct

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O meglio predictions.

Ancora presto per poter definire la lista dei cinque candidati “Best Actor” per i prossimi Oscar, ma la lista si sta definendo e, a quanto pare, avremo molte sorprese dell’ultima ora.

Scontata appariva la nomination a Tom Hanks per il Sully di Eastwood, ma è uscito a Settembre, troppo presto per il rush finale, per la zampata “vincente”. I membri dell’Academy infatti, si sa, son pigri e si scorderanno, quando arriverà Febbraio, tempo appunto delle candidature, della prova, se non superba di Hanks, almeno da menzionare, da contemplare diciamo così. Una prova solida, robusta, come si dice in gergo, sostenuta da una regia efficace e classica nel miglior stile Eastwood, forse un po’ troppo agiografica e dal minutaggio abbastanza ridotto. Solo novanta minuti di film son probabilmente pochi per poterla chiamare una prova proprio da Oscar. All’Academy piacciono i film lunghi e dunque le recitazioni “prolungate”. Da incorniciare di “durevolezza”.

Molte sorprese, dicevamo.

Se il Denzel Washington di Fences appare quasi cosa fatta anche se, paradossalmente, nessuno ha ancora visionato il film, sicura e certissima sembra anche la nomination per Casey Affleck di Manchester by the Sea, che sta mietendo consensi ovunque. Una prova con la sordina, tutta giocata sulle corde dell’anima, una prova sofferta, intensa, sfumata, prettamente drammatica con punte d’insospettabile leggerezza.

In pole position anche Andrew Garfield per Silence (anche questo un’incognita, visto, scusate il gioco di parole, che nessuno l’ha anche in questo caso visto, speriamo non in una svista) e per Hacksaw Ridge di Gibson.

Ma i colpi di scena non mancheranno, fonti ben informate infatti, a detta dei rumors, danno il redivivo, anzianottone Warren Beatty “a giro di boa” per il suo film, e il grandissimo, il più grande, Robert De Niro per The Comedian. E sarebbe un vero touch down a venticinque (!) anni di distanza da Cape Fear, ultima sua candidatura come Miglior Attore, a prescindere da quella come non protagonista per Il lato positivo.

Staremo a vedere.

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Le eccezioni che (non) confermano la regola, grande Warren Beatty


01 Oct

Personaggio assurdo Warren, amante, come da sue dichiarazioni, testimonianze e biografie, di migliaia di donne. Accasatosi da anni con Bening Annette. Che, a distanza di un quindicennio, se ne salta fuori con questo film. Il primo trailer non mi aveva entusiasmato, anzi. Ma questo invece mi ha convinto. Ottima ricostruzione e un senso di pura nostalgia che emana Cinema color Hollywood che fu.

Da vedere. E inoltre la storia di Howard Hughes è sempre fascinosa.

UWBP_02509FD - Lily Collins stars in RULES DON’T APPLY, from legendary Academy-Award winning director Warren Beatty. Photo Credit: Francois Duhamel.

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