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Non avrei mai creduto di essere quasi identico a Nanni Moretti e odio le patetiche auto-agiografie di Carlo Verdone, la solita retorica dell’imbrodarsi e poi piangersi addosso del Cinema italiano…


09 Jun

Nanni Moretti Bianca Nutella

No, non è questione di piaggeria oppure paradossalmente di stantia e deleteria retorica autodistruttiva il voler, ancora una volta, polemizzare di sana pianta sulla situazione italiana, non soltanto cinematografica.

È veramente penosa.

Detesto, d’altronde, i moralisti in maniera decisa, inderogabile e irreversibile. No, mi spiace, non voglio tornare indietro. Sano, no, sono un savio portavoce di tutti i miei errori esistenziali. Proprio in virtù di questi, non desidero compiere dietro-front e ricominciare. Ah ah.

E ci tengo, fermamente, a ogni mia passata e presunta malasanità, per modo di dire, e mentale infermità.

Mi fate ridere… anzi, piangere. Mi lasciate costernato, atterrito, mortificato. Insomma, se siete nati tonti, non potete morire illuminati.

Qui da noi, se scrivi un coraggioso, molto sincero libro erotico, la gente perbenista e biecamente ipocrita, da dietro, ti scarica immane derisione immonda. Così, d’altra parte, qui da noi va il vostro, sì, il vostro piccolo e antico mondo ingiusto. Oserei dire vetusto e retrogrado. Vige, difatti, un’arretratezza culturale da far spavento a Freddy Krueger di Nightmare. No, non sto scherzando e non sono schizzato.

Sì, la gente ridacchia, ben fiera e appagata di essere giudeo-cristiana nata e non rinnegata, ignorante e capra, malamente stipendiata però sanamente, ah ah, orgogliosa altresì di credere solamente alla facciata. Apparentemente più immacolata. Una facciata che, secondo me, andrebbe completamente restaurata in modo risoluto e davvero cazzuto.

Sì, l’Italia è da tempo immemorabile assai marcia, andrebbe svecchiata, ringiovanita e basta, per piacere, col passato. E quell’altro? Ultimo, il cantante. Mamma mia che lagne/a!

Ebbe ragione, al solito, Pier Paolo Pasolini quando sacramentò che l’Italia è, tutto sommato, un Belpaese immutabile a livello prettamente ideologico, ancorato a una visione perennemente, fintamente progressista, capziosamente ecumenica e assolutamente non comunista.

Sì, è bello, fa figo spacciarsi per gente di Sinistra ma in verità vi dico che la gente è falsa.

Predica bene ma, come si suol dire, razzola male.

Se qui non appartieni a certe lobby, ti dicono, mi spiace… trovati un hobby, sei un hobbit.

Se invece osi, non solo di osé, un po’ troppo… ecco che incontri, a livello metaforico, Lorena Bobbitt.

Vieni cioè evirato, deprivato dei tuoi sogni. E i castratori sono perfino i maschi che si fingono aperti di mentalità. Ma quale sessantotto! La rivoluzione, non solo sessuale, da noi non è mai iniziata.

Provo pietà, pena ed enorme compassione per gli italiani. Gira che ti rigira, la gente parla, si riempie la bocca di paroloni ma, alla fin fine, è priva di fantasia e sprovvista di leggiadra poesia.

Sono tutti dei sofisti, dei sofisticati di frasi, invero, fatte e più sfatte di loro che le emettono con boria e squallida fanfaronaggine ripugnante.

No, mi spiace contraddire i proverbi e i luoghi comuni, per l’appunto, ma non significa affatto essere dei furfanti se si ama una donna come Marilyn Monroe. E, come il Moretti di Bianca, le si vorrebbe istituire una scuola in suo onore e nome. Ecco, se fossi un professore d’italiano, e dire che potrei esserlo, dato che ho scritto più libri rispetto a persone iper-laureate nel loro inutile filosofeggiare con boria, vorrei un istituto superiore, sì, un liceo classico chiamato Robert De Niro. Perché Bob è l’unica persona al mondo capace di recitare in Nonno, questa volta è guerra… e poi girare Killers of the Flower Moon del suo amico Scorsese.

Bob gira commedie familiari e alimentari per soldi? E allora? Deve pur portare avanti il suo Tribeca…

Voi dovete invece mantenere i vostri figli? Mica sono i miei, eh eh.

E poi Bob è versatile, appunto, a differenza di chi non cambia mai idea ed è un rammollito inaudito. Sia fisicamente che psicologicamente.

Carlo Verdone? Oramai passa il tempo a fare della retorica sul suo Cinema del passato.

Dubito, inoltre, che il tanto decantato “cantante” Lucio Dalla abbia partecipato, non solo in veste di elargitore di sue canzoni, al film Borotalco, dando il suo nullaosta senza aver ancora finito di vedere il film.

Sì, è vero, così come sostenne Laura Morante, Michele Apicella/Nanni era arido. Ma lo era perché voleva un mondo migliore.

Un mondo ove non bisogna mai pensare di aver capito tutto, dove non si ricatta il prossimo se quest’ultimo non la pensa come noi.

In Italia, provate a contraddire un pezzo grosso e costui vi augurerà buon compleanno di otto anni anche se avete quarant’anni. Perché, col suo potere, vuole suggestionarvi e intimidirvi, nanizzarvi e semmai dirvi che siete solo degli onanisti sfigati.

A un certo punto, invece qualcuno capisce che non può permettere che gli idioti vincano.

Spacca completamente le regole. Ribalta tutte le certezze, urla che bisogna finirla di mitizzare Moana, Moana Pozzi, che bisognerebbe finirla coi retro-pensieri, con le dietrologie in senso lato e non, figurato o meno.

Altrimenti, ci lasciamo sfigurare.

Ci vuole qualcuno che vada da uno che semmai gli chiede… non capisco, eri depresso e uscivi poco di casa, che ti è successo, non capisco… e gli dica… a te che frega?

Vengo per caso io a chiedere come amare, come lavorare, come vivere? Zappatori! Lavoratori untori, fenomeni da baracconi, millantatori, predicatori!

Ecco perché Nanni Moretti è un grande.

Perché, in Caro diario, a costo di venire distrutto e umiliato da tutti, ha le palle per dire che a lui piaceva da morire Jennifer Beals! Flashdance!

Sì, sono matto come un cavallo. Come no. Voi lo siete!

Da tempo sogno di concretizzare un mio sogno, cioè questo…

Girare per Bologna, in piena estate, recarmi da tutte le persone di ogni quartiere e chiedere loro se amano la loro vita. Poi, inserire come colonna sonora, la grande Whitney Houston.

Signore e signori, questo è Stefano Falotico.

Autore di Bologna HARD BOILED… 292 pagine. Mica, come direbbero qui da me, bruscolini e gelatini, miei parrucconi coi parrucchini. E le donne vogliono solo un nuovo taglio dalla parrucchiera.

Meglio il barbiere, mie Barbie e sbarbine! Ah ah.

Avanti, inetti, dementi e psicopatici, guitti d’avanspettacolo, pagliacci che sapete solo fare della stanca satira da David Parenzo, che seguite le tribune elettorali perché non sapete mai con chi schierarvi, avanti, lenti, polentoni, esseri palindromi, pelandroni, contemplatori, depressi cronici, piagnoni, mammoni e donne isteriche da Marco Mengoni, avanti, buffoni, sapientoni, sapete che vi dico?

C’era una volta in America, malgrado Bob, non è per niente un capolavoro. Ha ragione Mereghetti! È un film compiaciuto, un’elegia malinconica tristissima, adatta per chi è sul viale del tramonto.

Sì, ho quasi 42 anni ma sono più giovane, più forte e deduttivo di uno di quindici.

Come dice, non Bob, bensì Al Pacino di Heat… scattante, reattivo… come devo essere.

Se non vi piaccio, chiamate la neuro. Busseranno gli infermieri a casa mia e dirò loro:

– Capisco, il Papa vuole scomunicarmi. Non potendo, essendo nel 2021, vuole sbattermi in manicomio.

Peccato… che io vi sono già stato, mentre lui, eh eh, no.

Ah no, scusate, prima che debba “redimermi”, posso chiedervi una sigaretta?

Voglio quella che fuma Jude Law in The Young Pope.

– Ci stai prendendo per il culo?

– No, per quello vi pensa vostra moglie.

Ed è per questo che siete infermieri. Vostra moglie vi tradisce ma dovete fare i buoni samaritani perché non credete nel divorzio.

Almeno, i vicini di casa potranno dire che fate del bene.

– Figlio di puttana!

– Non sapevo di essere tuo fratello…

 

di Stefano Falotico

I miei primi quarant’anni da Joker-Lebowski con l’immancabile White Russian


14 Sep

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Sì, 13 Settembre 2019. Giornata estremamente felice, gaudente, tendente allo sfavillante.

Nella quale il mio amico Massimiliano di Civitavecchia giunse nella mia città natia, quasi in pellegrinaggio, per onorare la nostra amicizia.

Pernottò all’hotel Conte Luna, ameno albergo incastonato in una viuzza raggiungibile dall’uscita n. 5 della tangenziale bolognese. Albergo molto ospitale con una receptionist niente male. Con la quale prenotarei, subito, una camera matrimoniale.

Al che, lo andai a prendere alla Stazione. La Stazione di Bologna, da qualche anno a questa parte, è diventata labirintica più del dedalo ove Arianna si salvò dal Minotauro grazie al suo celeberrimo filo.

Infatti, la Stazione Centrale di Bologna, al fine di divenire più moderna e avveniristica, diciamo, s’è soltanto tramutata in una sorta di metropolitana da Un lupo mannaro americano a Londra.

Massimiliano, comunque, non incontrò negli scuri, tetrissimi sottopassaggi mal illuminati, angusti e iper-claustrofobici della stazione suddetta, da lui sudata poiché non si raccapezzò, nessun cannibale licantropo. E, anziché approdare a Piccadilly Circus, piuttosto che uscire dall’atrio principale, si ritrovò in via de’ Carracci.

Pranzammo al ristorante-trattoria-pizzeria Il Vaporino. Gustando il cibo fra chiacchiere più fragranti d’una calda pizza Margherita e del mio primo di garganelli con asparagi e funghi porcini.

Ritornando in tale luogo, vicinissimo a casa mia, eppur da tempo immemorabile lontano dai miei ricordi, nel frattempo sepolti dalla cinerea, talvolta funerea, celebre mia amnesia sto(r)ica, rimembrai i tempi in cui, nei campetti calcistici lì limitrofi, sfoderai la mia classe da incontrastabile ala destra fluidificante dal tiro micidiale e ficcante, dal piede magicamente vellutato come quello di Del Piero Alex, essendo io un Pinturicchio ambidestro e soprattutto polivalente non solamente nell’ambito delle polisportive e delle cinematografiche, magnifiche retrospettive.

La nostalgia, per qualche indistinguibile attimo triste eppur suadente, s’impossessò del mio animo cangevole, delicato e decadente. Ah, tempi nei quali, sguinzagliato e coi polmoni ardenti non ancor intossicati dai due pacchetti di sigarette che fumo oggigiorno, fui più veloce di una lepre.

Vi racconto, ivi, un goal straordinario che segnai. Qualcosa di disumano ed extraterrestre, roba che le palombelle di Pelé, la sua sforbiciata carpiata in Fuga per la vittoria e la serpentina di Maradona ai mondiali dell’86 contro l’Inghilterra v’apparirebbero roba da pulcini.

Ebbene, mi fu lanciata la palla a fortissima velocità. Al volo, la stoppai, la rialzai. Mi trovai da solo davanti al portiere.

Ma, si sa, io non amo le cose semplici. Adoro complicarmi il trionfo, correndo non solo nei prati, bensì allungandomi soprattutto nel rischio di rimediare soltanto un tonfo.

Eh sì, sarebbe stato troppo facile a quel punto calciare. Con enorme nonchalance, invece, aspettai l’arrivo del difensore. Al che, giunto a un metro da me, con un repentino scatto del tacco elevai la sfera con un cucchiaio da Francesco Totti.

Con una rapidissima giravolta, scavalcato il terzino che fu grazie alla mia inaspettata mossa spiazzante e devastante, io stessi mi riavvolsi contortamente di semi-giravolta, impattando la palla di pieno collo.

Roba che non vedrete neanche nelle repliche di Holly e Benji e ne La battaglia dei tre regni di John Woo. Sì, secondo Woo, il giuoco del Calcio non fu inventato dagli inglesi, bensì dai cinesi-giapponesi spesso anche coreani e pechinesi.

Che volete farci? Sono un uomo Face/Off.

Non sono un criminale come Nic Cage ma nemmeno un falso come John Travolta. E qui lo dico e giammai lo nego, eh sì, quella Lolita di Dominique Swain andava tatuata come io so sul p… o biondo-nero.

Fallo sta, no, fatto stette che, nella giornata di ieri, scrissi pure la recensione degli episodi finali di Mindhunter 2, recensione che presto sarà online, e assieme a Massimiliano gironzolai, appunto, non come Cesare Cremonini per i colli bolognesi, bensì fra piazza Santo Stefano, ovvero il sottoscritto, eh già, più martire di me neppure lo è il film Martyrs, Piazza Maggiore e Corte Isolani.

Da queste parti, abitava, non so se abiti ancora Mike Patton, (ex) frontman dei Faith No More.

Sì, quando mi guardo allo specchio e prendo coscienza di essere un po’ matto, mi viene in mente Mike Patton e mi tranquillizzo. E non abbisogno di artificiali calmanti.

Mike, in fatto di follia, mi batte infatti alla grande. Di mio, comunque, darei una botta all’attrice Laura Patton.

Da cui il detto, eh sì, patti chiari e amicizia lunga e anche il proverbio falotico da me coniato, vale a dire, patta slacciata e alla donna è tutto più chiaro.

Ah ah.

Infatti, uno dei misteri più irrisolvibili di quelli di Fatima è, a mio avviso, questo. Perché si usa l’espressione passare la notte in bianco?

Guardate che più bianco è più le lenzuola sono poco da Immacolata. Ah ah.

Dunque, cenammo all’ottima, rustica Trattoria del ragno, ubicata in via Murri.

All’inizio, mi sentii leggermente imbarazzato. Tale splendida trattoria è difatti frequentata da tipi in gamba. Tutti molto altolocati e vestiti in maniera molto elegante.

Mi sentii come un pesce fuor d’acqua. Al che, il mio amico mi tranquillizzò, dicendomi:

– Guarda, Stefano, che sono gli altri che dovrebbero sentirsi a disagio al tuo cospetto. Tu ti sottovaluti parecchio. Per esempio, osserva quel trombone che fa il figo con quelle tre damigelle. Cita I miserabili di Victor Hugo e Dostoevskij per fare colpo. Ma io dubito che abbia veramente letto una sola riga anche solo del suo portare sfiga.

 

Finimmo la serata, recandoci al pub Black Bay, vicino alla mia casa. Bevvi un White Russian come il mitico Jeff Bridges, alias Big Lebowski.

Nessun bulletto-pedofilo come Jesus/John Turturro può mettermi in buca. Io sono il Genius-Pop, essere inestimabile che supera anche il concetto di rarità, in quanto esemplare dalle molteplici qualità. Soventemente clown in gran quantità, involontario comico invincibile come Arthur Fleck, Joker di fascino e immane soavità.

Poiché volli una vita spericolata come Steve McQueenc’incontreremo come le star a bere del whisky Roxy Bar, sì, io sono ancora qua.

 

di Stefano Falotico

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Sono uno splendido quarantenne, se Nanni Moretti adorò Jennifer Beals di Flashdance, io vado matto per Kygo & Whitney Houston – Higher Love


12 Sep

Jennifer+Beals+2008+Creative+Arts+Awards+Arrivals+jiM70cKVepnl

Sì, vi ricordate?

Già questa scena citai mille volte. Il Nanni che, in Vespa, gironzolò per le estive strade deserte di Spinaceto.

Un quartiere romano dell’estrema periferia del quale sentì sempre parlare male. Invece, scoprì che non è male, non è affatto male.

Io abito in zona Pescarola, a Bologna, vicino al Mulino Bruciato. Nei pressi dei laghetti del Rosario ove potrete pescare una trota e lei abboccherà. Sì, una donna chiatta affogata nella bulimia del suo sgranchirsi le gambe con le vene varicose del suo fascino da donna Sconsolata. Sì, Anna Maria Barbera, subito dopo l’angolo… vi aspetta per accogliervi con un piatto di fritt(ur)a mista.

Nanni poi fu ossessionato da Jennifer Beals. Eh be’. Grazie al cazzo.

Ne fu conscio e fra le cosce pure Nicolas Cage di Stress da vampiro. Una volta che Jennifer succhia, eh già, diventi Klaus Kinski di Nosferatu dell’Herzog. Insonne, cammini per casa e divori uno scarafaggio, raccattato vicino ai fornelli. Sì, una volta che a Jennifer lo metti in forno, una volta che fornichi con la Beals, più che Flashdance… diciamocela, se prima fosti Batman, uomo dalla doppia personalità un po’ oscura, diventi nientepopodimeno che Flash Gordon e basta.

Il teenage boy di Roger Dodger lo sa…

Be’, Roma, il litorale di Ostia, Pier Paolo Pasolini e quella burina di Sabrina Ferilli. Adesso abbiamo pure Stefano Calvagna e i suoi ragazzi fuori da Marco Risi. La grande bellezza e Jep Gambardella. Uno che, zitto zitto, s’inchiappetta Isabella Ferrari dopo un’elegante passeggiata da commendatore Berlusconi, già simile a Loro, in Piazza Navona. Con l’incipit di Raffaella Carrà che canta la sua hit per eccellenza. Eh sì, oggi compio quarant’anni ma ne sento venti di meno, forse trenta di più quando vedo un porno con Karka Kush. Posseggo il fascino di Kevin Costner, uomo che Balla coi lupi e sa essere al contempo La guardia del corpo di ogni Whitney Houston che fu.

Kevin, uomo principe dei ladri. Sì, Mary Elizabeth Mastrantonio lo vide nudo di schiena sotto le cascate e pensò…questo è bono, chissà se è anche dotato come Morgan Freeman. Be’, qui ho detto una stronzata da parodia di Mel Brooks, ovvero Robin Hood – Un uomo in calzamaglia. Ma io sono un gigione. Si sa, è conclamato, volteggio non acchiappabile. Tutti vorrebbero inchiappettarmi ma Leonardo DiCaprio di Prova a prendermi mi fa un baffo.

Buon Joker a tutti.

Oh, guardate che mancano pochi giorni alla presentazione ufficiale al New York Film Festival di uno dei film più importanti di tutti i tempi. Qual è? Col passare degli anni, divento sempre più scemo. Voi diventate solo più vecchi. Ah ah. E non basterà la CGI, nemmeno la CGIL, per ringiovanirvi. È insindacabile, siete fottuti.  Datevi alle retrospettive. Sì, non dei film di Scorsese, bensì delle vostre vite senza più scorze, senza forze, senza f… e. Ci siamo capiti. Ah ah. Sì, state sempre a sindacare, siete dei sindacalisti come Jimmy Hoffa, siete un po’ mafiosi. Comunque, se uno vi rompe le palle, mi fate una telefonata e gli sfondiamo il culo subito. In The Irishman, d’altronde, c’è anche Harvey Keitel/Mr. Wolf. L’uomo che risolve i problemi.

Morale: voi gridavate cose orrende e violentissime e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne!

 

di Stefano Falotico

dav

irishmanbeals stress da vampiro

flashdance

Whitney Houston muore a 48 anni!


12 Feb

La notizia sconvolgente di stamattina è la morte di Whitney Houston.

 

Già impazza sul Net, e si pensa subito a uno scherzo di qualche burlone dell’ultim’ora.

Invece, le maggiori testate giornalistiche stanno aprendo i battenti con i primi epitaffi, allestiti nel clamore e nella costernazione generale.

 

Deadline“, una delle più eminenti “strisce” cinematografiche, già dà il suo breve R.I.P.

 

R.I.P. Whitney Houston

By Mike Fleming – Saturday February 11, 2012 @ 8:37pm EST

UPDATE: I’ve confirmed that a rough cut of Sparkle was turned in though I’m not sure whether or not Whitney Houston saw it before she died. Sony publicist Steve Elzer said the studio was mourning her death. The film has been scheduled for release late summer. “Like all those who knew and loved her, we are shocked and saddened and the world has lost an incomparable talent. Right now our thoughts are with her daughter, her family and her friends.”

In a most shocking development, Whitney Houston has died at the Beverly Hilton Hotel. She was 48. I confirmed this news with her publicist who made the announcement today. The cause of death has not been determined yet. Houston was that rarity: a true crossover artist with tremendous success in both music and movies. Houston burst on the scene with a gospel-trained voice of an angel and the beauty to match. She seemed to have the world at her feet when she was recording platinum-selling albums. She sold 55 million records in the U.S. alone and then branched seamlessly into films, and seemed the successor to Aretha Franklin and Gladys Knight in that when she sang her soaring vocals, they made the hair stand up on your neck. She made her feature starring debut in the Mick Jackson-directed The Bodyguard with Kevin Costner. The film grossed $411 million worldwide, a giant number for 1992. She also starred in the motion pictures Waiting To Exhale and The Preacher’s Wife. For The Bodyguard, she sang a rendition of Dolly Parton’s “I Will Always Love You” which sat atop the charts for weeks and won Grammy’s Record Of The Year and Best Female Pop Vocal awards on a soundtrack named Album Of The Year. Both Waiting To Exhale and The Preacher’s Wife spawned soundtrack albums. Most recently Houston played a role in a remake of Sparkle. She’d been touted as a possible judge on Simon Cowell’s The X Factor for Fox, and reports claimed she was on the brink of bankruptcy. She’d been photographed (above left) at a Hollywood nightclub with scratches on her wrist and blood dripping down her leg. She’d been expected as a guest at her mentor and music industry legend Clive Davis’ Grammy party tonight.

Houston won two Emmys, six Grammys, and over 20 American Music Awards. She sold 200 million record worldwide throughout her career. But by the time Houston co-starred in a TV reality show about her then husband Bobby Brown, she was the subject of many rumors about her personal life. She finally confessed to the media that she’d been abusing cocaine, marijuana, and pills for years. “The biggest devil is me. I’m either my best friend or my worst enemy,” Houston told ABC’s Diane Sawyer in an infamous 2002 interview with Brown by her side. She went into rehab several times and in 2009 appeared to make a comeback. Writes The AP: “But by the end of her career, Houston became a stunning cautionary tale of the toll of drug use. Her album sales plummeted and the hits stopped coming; her once serene image was shattered by a wild demeanor and bizarre public appearances. and her once pristine voice became raspy and hoarse, unable to hit the high notes as she had during her prime. It was a tragic fall for a superstar who was one of the top-selling artists in pop music history alone.”

 

Mentre, negli ultimi giorni, circolavano proprio molte voci su di Lei, prima con toni entusiastici, facendo riferimento a una ritrovata serenità dopo gravi problemi di salute, grazie alla conversione all’Islam, di contraltare, i maligni, invece, parevan già che le augurassero quest’ipotesi sciagurata, accusandola di essersi rovinata dilapidando un patrimonio di circa 100 milioni di dollari.

 

 

È stata trovata morta ieri Notte, in una camera d’albergo, per cause ignote, ancora d’accertare, e sulle quali, al momento, vige una riserbatezza assoluta.

 

Una magnifica voce, “prestata” più volte al Cinema, e, qui, ci piace omaggiarla con una delle sue hit più celebri, per la quale assurse a divina incontrastata del Pop:

 

 

Per tutti gli ammiratori di Whitney, collegatevi al suo sito ufficiale, per il vostro ultimo omaggio.

 

Contempliamola in una delle sue ultime apparizioni, il 12 Febbraio al party prima dei GRAMMY. Ancora, stupenda, meravigliosamente pantera.

 

 

 

 

(Stefano Falotico)

 

Genius-Pop

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