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Nel giorno delle votazioni, abbiate memoria dei vostri sogni


04 Mar

Born to Win

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«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.

Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale»

(Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari del 1975)

Ecco, non so se avete visto il film Il mio uomo è una canaglia del cecoslovacco Ivan Passer, con un ottimo George Segal e un Robert De Niro alle prime armi, già grande.

No, io non l’ho visto interamente ma ne ho recuperato stralci sul Tubo, e sicuramente è Cinema-vérité di grande dolenza e notevole impatto suburbano, degradato e incisivo, fotografia perfetta di un’epoca fortemente scossa da cambiamenti sociali, un ritratto sincero di un’America forse scomparsa, annientata da Trump e dai suoi fieri, stupidi sostenitori.

Ecco, guardatevi negli occhi e fatevi una domanda. Davvero, oggi voterete per la Destra? Darete ancora manforte a questo pazzo di nome Berlusconi, appoggerete le ideologie fasciste di Salvini, oppure, in preda alla vostra disoccupazione lamentosa, frignante, assillati dai circoli viziosi di vostre esistenze lagnose che non vedono scappatoie né vie d’uscita, vi affiderete a Di Maio, altro populista ignorantissimo che inizia i suoi discorsi con l’inascoltabile Io, personalmente…?

Al signor Di Maio, che ha plagiato un’intera fascia di popolazione poverella, illudendola con promesse a mo’ di zuccherini per addolcire la pillola, andrebbe spiegato che un uomo che vuole governare deve innanzitutto saper parlare. O dice solo Io o dice personalmente. E sull’uso abbastanza suo soggettivo dei congiuntivi mi asterrei dall’esprimere un giudizio. Non stimo Vittorio Sgarbi, è un isterico megalomane che si rifugia sempre nelle citazioni falsamente saccenti quando non ha argomenti, quando viene colto dall’ira, e non condivido i suoi insulti, che diventano volgari, oscenamente denigratori e irrispettosi. Ma, sicuramente, quando dice che votare 5 Stelle è decisamente “comico”, quando sostiene che il cambiamento, il vero cambiamento non può avvenire con la retorica e la demagogia spicciola, ha indubbiamente ragione. Perché i 5 Stelle, siamo seri, sono impresentabili.

Poi, votateli pure, e beati siano gli scemi…

Ecco, lo so. C’è molto di cui essere scontenti. Ai giovani d’oggi non vengono offerte molte prospettive, al che ecco che scattano le irrazionali paure e la gente si fa sopraffare dalla superstizione, e i moti oscurantisti attecchiscono su persone che son state circuite con le chiacchiere e le false garanzie di sussidi e tutele.

Ma quali complotti e cospirazioni! Dobbiamo ribadire le ovvietà e non farci travolgere da atteggiamenti folli. C’è gente che sta bene, lo è sempre stata, e protrae, reitera i suoi privilegi a scapito di chi dalla vita ha poco o niente. Lo cantava anche Bruce Springsteen…

Everybody needs a place to rest

Everybody wants to have a home

Don’t make no difference what nobody says

Ain’t nobody like to be alone

 

D’altronde, chi non vorrebbe una vita appagante, soddisfacente e senza preoccupazioni economiche? Sì, qualcuno c’è, e infatti è chiuso in un manicomio. Ah ah.

Bando alle ciance, alle ipocrisie, e alle verità contraffatte.

 

Il signor Renzi non è l’uomo dei miracoli, a lui sono imputabili molteplici colpe, ma errare è umano. Certamente, non è il massimo che si possa esigere e pretendere, ma dobbiamo essere schietti, obiettivi, non bere dalle fiaschette e poi delirare sulla realtà. Il PD perlomeno promette equità e combatte le ingiustizie con la moderazione giusta, con la lucida neutralità, si pone in una posizione che, com’è sano e naturale che sia, trova nei savi dubbi la condizione veritiera per non dissennare.

Il problema dell’Italia non è nella politica. È nella gente. Meschina, egoista, che appena vede un giovane con ambizioni artistiche lo castra e gli sbatte le porte in faccia, perché le sue “velleità” vengono considerate azzardate, puerili, perché non vuole arrischiarsi nel dare voce concreta a un punto di vista, vivaddio, vitale, fresco, innovativo. Perché i cambiamenti, appunto, spaventano. Allorché preferisce che le cose vadano avanti come sempre sono state. Ah, lo Stato… delle cose.

Non mi stancherò mai di dirlo e di puntare il dito contro l’ottusità, contro i pregiudizi, contro la chiusura mentale.

Siamo un Paese afflitto da una concezione distorta della bellezza. Bellezza per molti, a cui son state inculcate sin dalla più tenerissima età, delle ideologie bislacche, equivale a credersi critici di Arte e di Cinema con in mano la rivista per Giovani Marmotte, giustezza per molti significa essere come Don Abbondio, cioè a stare sempre nel mezzo per non porsi incognite nella coscienza, a zittire omertosamente le verità per patetico, insulso, orrendo quieto vivere menzognero e canzonatorio chi non si adatta a regole, ahinoi, ancora ancorate al fascismo, a impostazioni e modi di ragionare schematici, classisti, anche narcisistici ove ognuno coltiva il proprio orticello e pensa di aver capito tutto.

Io, nella mia vita, mi son preso le patenti più aberranti e sfiguranti il mio vero io. Ho sempre saputo quale era la strada giusta ma non l’ho mai imboccata. Perché sono un cocciuto, perché adattarsi all’andazzo stolto non mi va, perché sono una testa calda e faccio sempre quel cazzo che mi pare a modo mio. E sono stato ingiuriato, “nanizzato”, mi hanno detto che per la mia visione ascetica sono impotente, omosessuale, maniaco, anche pervertito. Perché non concepisco una vita in cui debba alzarmi la mattina per svolgere un lavoro che non possa darmi niente umanamente, non sono uno che timbrerà il cartellino metodicamente per coprirsi dietro la maschera della brava personcina. Le “brave personcine” sono quelle con più scheletri nell’armadio, sono pettegole, invidiose, ciniche, fraudolente, stronze e badano solo ai cazzi propri. E ammutoliscono chi non si allinea alle loro piccinerie, alla loro visione fetida e menefreghista.

Sì, io voto PD. Perché so che è un partito di merda ma è l’unico partito al momento equilibrato in quest’Italia di paranoici, di esaltati, di cretini, d’inquisitori, di medioevali puttanazzoni.

Questa è la mia nave, questo è il mio destino, e voglio visitare la vita.

Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROW) and his Warrant Officer, Physician Stephen Maturin (PAUL BETTANY).

Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROW) and his Warrant Officer, Physician Stephen Maturin (PAUL BETTANY).

 

di Stefano Falotico

I lib(e)ri di Stefano Falotico


07 May

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Medito sulla putrescenza di molta gente che le mie genialità vorrebbe ostracizzare per catalogarmi in qualche compartimento, o “dipartimento”, “mentale”, e si danna in diagnosticanti etichette d’appiopparmi per svilire la mia creatività “veemente”, insistente, generatrice di una marea oceanica di libri che potrete in vendita trovare online se una ricerca effettuerete nell’indagare…

Spunta un fake su Facebook che mi “addebita” la malattia di allucinare sulle sue plateali, eppur criminosamente celate prese in quel posto. Avanzando l’ipotesi che m’immagini tutto e sia lui… “venuto” senza d(i)ritto nella mia privacy solo per “vivacizzare” un po’ la “discussione”. Io pacatamente, moderato, misuratissimo, poi con brio e giovialità euforica, gli anticipo i miei progetti letterario-cinematografici e lui, quando “scocco” la mia nuova freccia all’arco del mio esser vulcanico, presentandogli la mia prossima opera, Il cavaliere di San Pietroburgo, attualmente in fase di editing, m’apostrofa con un clamoroso, proocatorissimo: “Falotico, scriva il cavaliere di Roma nord”. Sbertucciando quindi la mia “precarietà” economica e dandomi, sempre nascostamente di chat pusillanime, irriguardosa, mentecatta, “rissaiola” e offensiva al massimo, la patente di “accattone” che si “prostituirebbe” pur di far valere il suo “millantato” talento. Insulto facile. Che sia appunto lui quello “facilone?”.

Io non ho da svendere il mio genio, da costui (pres)unto, e non biasimatemi se ancor i miei libri, di mente libera qual possiedo, desidero vendere. Perché mi par lecito voler che vengan letti. Cosicché possa scardinare (de)menti invece imprigionate/i da vetusti schemi (il)logici, che si nascondon “bene” dietro Laure(e) e altri pezzi di carta che, come Totò insegnava, se son solo il “baluardo” per definirsi “superiori”, posson servire solo per spazzarsi il culo. Meglio una serva che serve/a a questi “severi inservienti” delle banalità scolastiche… che piglian per il sedere.

Di offese come queste, più s’accresce la mia biblioteca di nuovi titoli, più dai detrattori, molto ratti invero, non a tratti ricevo. Sì, da costoro, impostori della verità, persone profondamente disturbate e in verità frustrate, le ricevo spessissimo. E son “pesissime”, enormi “prese” appunto. Un “gran” pressing alla mia dignità da questi saccheggiata, ripudiata e “apertamente” derisa.

Ma tali infimi “personaggi” poco meritano le mie attenzioni. Io mi rivolgo a coloro che possano apprezzarmi. Perché i miei lib(e)ri non han prezzo.

E questo è un gran pezzo.

Alla faccia dei mer(da) di pezz(ent)i.

 

00407202

Combattere!


09 May

I libri si scrivono così, col furore dell’anima che altri han prostituito per ingraziarsi i ruffiani a pari leccarsi il culo. “Protetti” da maschere istituzionali della falsità menzognera e dai ricatti più abominevoli per poi abusare di presunto “potere”, derivato forse da un riconoscersi “uguali” alle stesse cere che li “riveriscono”. Ex liceali a mendicar quattro peletti di figa dietro visi tanto buonini (bovini!) e rassicuranti quanto la carta vetrata di un’oscenità che sempre combatterò, fulgido e risonante a mio concepirla, quando già mi sganciai da coetanei bavosi, adoranti nel pender dalle “labbra” delle cretinette, “rafforzandosi” a vicenda allo sfoggiare, “sfogandosi”, “teorie guerriere” da “vincenti” sol patetici dinanzi a me, elevato per scelta. Non comprenderanno e insisteranno con l'”autorevolezza” coesa e “consona” alle loro “vocali” d’orgasmetti frivolucci, di festicciole, un’altra scaramuccia e altri “ciucci”, per scaccolarsi “coccolati” e cessi non disincrostati, soprattutto di merda mai sciacquata a lor(da) coscienza sporca e orrendissima quanto le presunzioni di mentalità da me vinte in totale, “onnipotente” perseguire le mie strade e non asfaltarle di “morbidezze” dell’addolcirmi al “bravo” e appunto “bava”. Che a me disgusta!
Perché nessuno viene in casa mia, (de)ride con spocchia e strafottenza da “fottitore”, per “cambiarmi”.

Sono io a cambiarli!

E a spaccargli pure la fica tanto suo “suonata” in faccia!

Genius-Pop

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