Archive for April, 2012

Tony Stark


30 Apr

 

 

Questa Scarlett è “migliorata parecchio”. Da “bimba” era carina, adesso ha un seno da morirci dentro. Le cosiddette bombe esplosive!

(Parola di Tony Stark)

 

Le follie della gente media “impazzita” d’odio, ma son sempre più “tosto”

 

Lo so, talvolta, devo sincerarmi delle condizioni psicologiche di gente manesca che ha trascorso l’intera adolescenza a sbevacchiar, fumar paglie e “imputtanir” l’anima di più gozzovigliante “perbenismo” cattolico, tipicamente italiano, cuori di ghiaccio stritolati da morti già “tenerissime” ad asfissiarli con pacata “morigeratezza”.

 

In molti pregarono che non tornassi alla ribalta, anzi, ribaltaron le verità fra una battutina ancor sarcastica e altro “sbattersele” di goliardie lardose.

 

In tutta fede, in nuce puledra e unicorna Luce, a tali Lucignoli sarò l’usignolo che pende dal ramoscello fuori dalla loro finestra, incutendo paura con “sculettamento” d’ali a me “appollaiato” di “polleggiato” grattarmi e scrutarli in ogni lor sospetto che mi spettinò.

 

Ehi, sono qui fuori, voi spaccate il vetro e, io, moi, “vi specchio” già dentro con occhi al vetriolo.

 

Sì, con (in)dubbio mio “lacerato” ambir a esser genio maudit, oh, quanto me “lo” maledicono, “lo” divenni sempre più abbellito di visibile avvenenza.

 

So che questo turba e infastidirà le “proboscidi” dell’elefantismo piccolo borghese, e soffierà un incubo ben “infornato” alle loro “fondate” verità che sfondai con “perquisizioni” non assolutorie al loro “spion marpioneggiar” d’”ilarità” sempre arida e dunque adirata d’invidie piccine.

 

Sorvolo, con olimpico liquore, il glabro mio petto erettissimo da “rettor” del mio “arrugarli”, ché dritti s’alzin in volo e “cantino” piccanti, carezzandoli con spalmate subdole di mia ugola.

Si sgolino d’offese e sarò sempre più fortificato e tagliente per “unghiarli” da gatto irritato, forse di pelo buffo su “ciuffetton” che, candidin non è, ma cagnaccio ti “smutanda”.

 

Con futile mia circospezione assorbo un cocktail, “frammentandolo” nelle mie papille gustative, e incenerisco così il gusto iniettandoci dentro un semifreddo con un barboncino appena appena spelacchiato.

 

Me ne frego, altamente, e, “attraentemente”, svago incapricciato di mio cappuccio sinaptico a recettivi iniziati come me, ché danzero con loro di mie dorate conquiste anche d’onanistici approdi a un immensissimo culo che sia leccornia di tanto inseminarlo d’un detonante pop-corn.

Sì, ripudio le carnalità però “goderecce” e “alla buona”, quel baccalà che accalappierà sempre tristezze da pioppo, le feste baccanali e soprattutto son misogino con tendenze umorali a misantropie isotropiche, slanciatisime di dinamismo “inaffogabile” da tropici calienti di Henry Miller su deniriano Max Cady enciclopedico e russo di bicipite spaccatutto.

 

Sì, una famiglia mi perseguitò perché bruciassi all’Inferno, e li “angelicai” di mia “bontà” tanto placida che adesso soffron nel “miele” dei loro barattoli asfittici d’una cucina di “forni”…

… crematori, quasi al mascarpone. Si son barricati, “nascosti” dietro paraventi fragilissimi. Tanto “alti” millantaron d’essere, che son scomparsi nei più “ascesi” promontori della paura.

“A soqquadro” l’inquadrai da architetto “regolatore” delle loro menti, anzi demenze, e or soffocano.

Di foga, con tanto “figacciar”, “focosissimi” a “scaldarli” nel colabrodo.

Ah, lagrime amare, che spugne.

Sì, li espugnai.

 

Adesso “truccherò” me stesso e, sbruffon-Robert Downey Jr., con bacino alla Elvis Presley, succhierò qualche collo di Donna, conservando la mia indole provocatoria da cantore e da Uomo intatto.

 

Dopo tante infamie li “infiammai”.

 

Sì, fra gli ebetucci, gli epilettici e tutti i lavoratori che prendo, platealmente, “per quel posto”, me la rido alla grande, e, stamane, dop’opportuna colazione, è prevista una serie di addominali per non “addormentarlo”, già, l’osso sacro basculando va “rinvigorendolo” quel che, di “blasfemia”, s’ossequia diabolicamente rossissimo, e una “capatina” a un sito porno ove ordinerò gli ultimi, migliori film di Mischa Brooks.

 

Questo sono io, e ho il coraggio di “sbatterlo” in faccia.

 

Un moralista m’apostrofa, così: — Ma non ti vergogni?

— No, mi tira. Sì, il “mio”… “clowneggia“.

 

 

Notare lo Sguardo della Johansson, “reverenziale” a Robert.

Perché Lei sa che, dietro il cravattino, c’è qualcosa, sotto la scrivania, che “la infiocchetterà”.

Applauso!

 

(Stefano Falotico)

Il miglior incubo gigantesco


29 Apr

 

In una Notte tempestosa, di “mostrifognari, la barchetta scivolò, “cadenzata” dalla Luna, nel tombino, e il “morto”, di savia rinascenza poderosa e giocosamente “impertinente”, nelle allibite prurigini della mental, sedimentata, cronica caligine borghese e “chiesaiola”, dalla tomba, con occhi deniriani d’incipriato neostardust d’anima lindissima, riemerse a galla tra le bugie omertose d’una città terrificata dalla vergogna agghiacciante della nuda, cruda, “insopportabile” nudità. In ogni sua divelta “fierezza” abominevole.

 

Donne, ai bordi della strada, che si “smaltan” le suole delle scarpe per attizzar, di tacchi “svelti, il maschio arrapatissimo su occhio di “trucido-sdrucito” jeansettino strappatino per “stapparlo” nello strappo di Lei, sempre “dolce” di “ferite”.

 

Tra osceni e cene di cretini, di prima mattina, con cresta da gallo, esco di casa già “incappucciato” per un cappuccin “scremabile” nel mio odor cremosissimo come gelato al caffè.

D’occhio alla Clint Eastwood contro le teppistiche violenze dei soliti malviventi, “nascosti” dietro abiti “patrizi” di vaga “plebaglia” cagna d’un recidivo canagliume.

 

Uh-uh, ululo. Mi “adulo”. I miei pantaloni, attillati ma “dimagriti” nelle mie gambe solitarie, pretendono che, con lestezza, mi svesta.

 

Sì, tra “fragorosi” disabili e invalidi della mutua, mi “calo” le mutande, in un “bacio alla francese” al Mondo, in tutto la mia potenza erotica di Natura déshabillé, italianamente Uomo e stalloniano d’istinto…, non siam stinchi di Santo, suvvia, “aizziamolo” e “attizziamolo”, in mezzo alle bili dei “bulli” e alle trombate dei tromboni.

 

Sì, anni fa incappai in una famiglia di dementi.

Il padre, a tutt’oggi, flatulente di boriosa cretineria, si sposò con una cretina.

Una mentecatta sicula di conclamata frigidità che, per compensazione alla “lacuna”, inculcò ai “pargolini”, già quando eran “avvolti”, stronzetti nel pannolino, il “culto” dei “culi”.

 

Prima li “sedò” in licei fetidi ove, più che insegnar Catone, l’”istruirono” a ostruire chi non la pensava come loro.

Sì, questa gente, dal “podio” dei loro insanabili, xenofobi, omofobi odi, “affratellati” in congreghe “vanagloriose” di già “indotti” giochi di potere, “picchiavano” di ricatti subdoli i neri, gli omosessuali, le ragazze vergini, “sodomizzandole”, e tutte le persone libere.

 

In mezzo a questo schifo, un Uomo che si “ritirò” a “vita privata”, dopo esser stato infamato di calunnie e pregiudizi vomitevoli, “calmissimamente” ritornò sulle scene.

 

Sì, il celeberrimo colpo di scena.

 

 

E dopo tanti ingiusti, sleali, balbuzienti, infondate, gratuite cattiverie, in un carisma “spensierato” alla Bud Spencer più Braccio di ferro di “spinaci”, oggi, con impagabili, vittoriose botte da orbi a questi ipocriti ciechi e “cecchini” delle anime, è diventato il loro IT peggiore.

 

Sì, questo “fantasma” roccioso di muscoli e forza, è un clown danzante, molto inchiappettante.

 

Sogniamo tutti, spacchiamo la faccia a quel presuntuoso “tuttologo” delle vite degli altri!

 

Davvero bella questa mia frase, me ne compiaccio, d’altronde son piacente, e m’enuncio di tal implacabile annuncio!

 

Anni fa, sognavo, sognavo e sognavo.

E nessuno mi dava credito, anzi, azzannando il mio amor proprio, smontava ogni slancio, ogni iniziativa, ogni anelito.

 

Poi compresi che, tali vili materialisti falsi, s’eran già prostituiti al “puttanaio” più corrotto, e ruppi loro le ossa, perché, concretizzatisi i miei ardori, “mi balzò” che avevo avuto sempre ragione io, e, assieme ad altri affini, finissimi, roventi cuori, rovinammo la loro festa, anzi, li “turbammo” nei loro “festini”.

Ah, ve “le” sbattete, circuendole e promettendo loro oro e felicità? Le “baiocchinizzate”, immondi?

Vi conosciamo. Siete solo dei laidi approfittatori delle loro “clementin-clemenze”, prima ve “le” godete, “spassandovele” un po’, poi le “svergognate” denunciandole appena segnalano i vostri abusi.

Maiali!

 

E noi vi sbattiamo dei pugni in faccia.

Sì, credo che niente m’abbia dato più soddisfazione, in questa mia vita, d’aver steso un imbecille e la sua famiglia di viscidi.

 

Cos’altro andran a raccontare? Quali altre fandonie “inventeranno?”.

Inveiranno d’altri “assalti?”.

 

Il mio ditino, su “nocche” durissime, “motteggia” un “flebilino”… “No!”.

 

 

 

 

“Homuncoli” o Faust, il capolavoro di Sokurov e un corto “contorto”


28 Apr

Faust, l’opinione più votata.   Sono molto orgoglioso d’essere l’opinionista più utile per il capolavoro Leone d’Oro alla scorsa edizione del Festival di Venezia.

Faustianamente suo, rigenerato d’incantatorio lirismo.

Uno squarcio, un bianco nitore ch’è permeato dentro “meandriche” bolge “mascherate”, o le intime verità che s’illuminano pallidamente infernali, o, palpitantemente inquisitorie, lungo i corridoi d’una stanza “asettica”, “inchiocciolata” nel contorto, forse lucidissimo viaggio mentale di un creatore.

Nuovo Prometeo, alchimista dell’impalpabile mistero dell’umanità.

Un “funereo” corteo, lentamente, “indaga”, scruta, s’infila di “scrutini” incalzanti per una confessione laconica, forse “lagrimosa” d’una profanazione alla mortalità.

Un inquietante Dr. Frankenstein nel suo laboratorio, nell’incognito “notturno” ma cromaticamente caleidoscopico, verde vividissimo, “robotico”, navigazione interna, inland sea delle onde onnipotenti dell’ideazione, della sfida, dell’alabastro”, puro duello fra l’Uomo e Dio, fra l’imperfezione e la Scienza astrale d’ogni Big Bang, d’ogni scroscio nei flutti imperscrutabili dell’“anfibia”, marina ambiguità del Creato, dell’Homunculus, “piccola divinità”“ sovrannaturale, impenetrabilità “visibile” ma arcana.

Un chiaroscural bianco quasi “oscuro”, filtrato in calda glacialità trasparente ed esoterica.

Mefistofele, in un non luogo, identificabile solo dal suo enigma, diafanamente “nero” d’immacolati lampi vitrei.

Suggestioni, neve avvolgente d’ieratico Tempo eterno.

Profeti, Salomè e lo sguardo di Faust, sorgente di nuova estasi, di rinascita, di “verginità” superomistica.

Rocche “sagge” e “filosofe”, danze con la Luna, un fantasma, un miraggio, una visione?

E i personaggi riappaiono, con nomi e abiti diversi, in un Mondo “contemporaneo”, o solo ancora illusorio. Altri autunnali spettri nel parco, la ghiotta ricerca della conoscenza, dello scibile biblico, dell’arabesca “follia” umana, nella sua origine.

Nelle sue ombre…

Non c’è esegesi all’ignoto, alla domanda perenne.

Forse, la soluzione è una violinista “rosata” nelle intonate corde, “sovraimpressa” in un mare trascendentale, liquore melodioso dei sogni.

        (Stefano Falotico)

Reazioni rambistiche


28 Apr

 

Eh sì, giusto ribadirlo, giusto incazzarsi, “finimondiar” quel che senti contro certa gente.

Sì!

 

Spero che la lezione sia servita.

25 Aprile, la “Liberazione”, mah… per me è solo il compleanno di Pacino


25 Apr

 

La “Liberazione”, mah… per me è solo il compleanno di Pacino!

 

Sì, diciamocela, queste ricorrenze son come i compleanni. Un “escamotage” per un giorno di ferie in più.

 

Meglio, dunque, la fier fierezza d’un Uomo che (non) è sempre un “fiore”: Alfredo.

 

Omaggiamolo, così:

 

 

 

 

 

Un Uomo incazzato?

Ma no, per niente.

 

Un Uomo giusto.

 

(Stefano Falotico)

 

Siamo tutti i matti di qualcuno, che ci (po)mata


24 Apr

 

Dottori del “tene(b)ro-orso” lindo su “paure & deliria Las Vegas

 

Ah, le “anomalie” mentali son mio fiero diletto, me ne “uncino”, seviziandole e saziando il plasma neuronale di “convulsioni” glabre, soffici, quasi di fusa, e diffuse, nella gattesca beffa “corrosa” d’”ustioni” su lacera pelle nelle macerie e macerazioni comuni, e m’intono, “schizzo” serpentello nei miei attriti (sì, qualche volta, non tira, “ondulato” si scombina in snodato onanismo) con la realtà sociale, tra una ragazza che mi ripudia, uno che mi sputa, e un “capo” che mi “spidocchia” con “autorevole creanza” di pancia, nel “curativo” sorrisin che, “tintillandomi” e blandendomi, ingarbuglia il bandolo delle mie matasse, da tasso… nel suo taxi driver, anche Torquato, liberate Gerusalemme, infidi infedeli, ripristinate l’aroma della credenza popolare, del sagrestano, orsù, miscredenti, non inscenate follie altrui solo perché li tacciate di “creduloneria”, i puri saran, “smodatamente crudeletti”, non nudi e crudi. Son rudi e combattivi e non sventolano bandiera bianca, ostinati issan in gloria l’aroma degli amori, liberi nel vento, fra una penisola iberica, nuove “ibernazioni” e piacevoli “scostumatezze” di mutante azione. In uno scatto sorprendente, da bocca aperta, ah, eh, adesso abboccate voi, il “giogo” non durò poco, e ora è “duro” più incendiario di quando non “piselleggiò” ma, appisolandosi, s’isolò.

 

Rido, rido quando un critico della mutua, introduce il capolavoro di Von Trier, con sesquipedale ignoranza che, a “ragion” sofistica e citazionista della sua “coltezza”, cita, “a pappardella”, una nota introduttiva sulla cosiddetta “schizofrenia”.

 

Costui, tal impostore di “forbite” parole ben acco(r)date, dai modi perfettini, ha solo letto questi “opuscoli” a mo’ di manualetti?

 

Schizofrenia con “risvolti” irrefrenabili con “riporto” d’alopecia e gastriti intestinali per il digestivo Giuliani…

Segnalibro” per ogni falso, superficiale “libraio” delle anime altrui.

Tenetelo, appunto, a mente, quando qualcuno vorrà “disilludervi” e smontarvi, ficcandovi dentro questi “reparti”.

 

Definizione

 

Con il termine Schizofrenia (una parola d’ascendenza oscurantista di caccia alle streghe, che incute timore già a udirla, per pelle accapponata e non “insaponata”) vengono indicati una serie di quadri clinici caratterizzati, tra l’altro, dalla presenza di disturbi formali e del contenuto del pensiero (deliri ed allucinazioni), evoluzione cronica e progressivo deterioramento della personalità.

 

Epidemiologia

 

In letteratura vengono riportati valori di prevalenza (numero di casi in un determinato intervallo di tempo) compresi fra 0.1 e 1%; il rapporto maschi/femmine è di 1:1 mentre l’età all’esordio sarebbe più tardiva nelle femmine (tra i 25 e i 35 anni) rispetto ai maschi (tra i 15 ed i 24 anni).

 

Studi effettuati su famiglie di soggetti schizofrenici hanno rilevato che fra i loro parenti di 1° grado c’è un rischio 18 volte superiore rispetto alla popolazione generale di sviluppare il disturbo. La presenza di complicazioni ostetriche alla nascita rappresenta un fattore di rischio in soggetti con familiarità positiva per Schizofrenia.

 

Psicopatologia

 

Le manifestazioni cliniche della Schizofrenia sono alquanto numerose e mutevoli nel tempo; di seguito vengono sintetizzati gli elementi psicopatologici che, combinandosi tra loro, caratterizzano il quadro clinico della malattia.

1. Dissociazione mentale. Indica la perdita dei legami associativi tra le singole idee; la conseguenza è che la condotta e le modalità di comunicazione del paziente diventano bizzarre ed incomprensibili.

2. Autismo. Si caratterizza per un distacco profondo dalla realtà, talora associato ad una ricca produzione fantastica sostenuta da deliri ed allucinazioni.

3. Turbe della coscienza dell’Io. Il soggetto avverte i contenuti psichici non più come propri, ma estranei a se stesso, imposti dall’esterno.

4. Disturbi percettivi. Comprendono i fenomeni allucinatori che possono essere uditivi, visivi, gustativi, tattili etc. Tipiche sono le voci dialoganti, imperative, offensive, i fenomeni di eco del pensiero, di possessione del proprio corpo o di violenza sessuale.

5. Disturbi del contenuto del pensiero. Le tematiche deliranti più frequenti sono quelle persecutorie, ma possono essere presenti anche deliri d’influenzamento, di controllo, di grandezza, nichilistici, erotici, somatici, mistici, di trasformazione corporea etc.

6. Disturbi del linguaggio. Nel soggetto schizofrenico possono essere presenti diversi disturbi del linguaggio, ad esempio: paralogismi (sostituzione di una parola con un’altra che ha un significato diverso), neologismi (creazione di termini nuovi), schizofasia (il linguaggio perde di coerenza e di comprensibilità), ecolalia (ripetizione automatica delle frasi udite), palilalia (ripetizione di un discorso, ma con formulazioni verbali differenti), stereotipie verbali (ripetizione regolare di una parola o di un gruppo di parole), mutacismo etc.

7. Disturbi dell’affettività. Possono manifestarsi, ad esempio, sotto forma di atimia (indifferenza affettiva rispetto a qualsiasi stimolo), paratimia (discordanza tra reazione emotiva e stimolazione: un sentimento piacevole determina tristezza o rabbia e viceversa), stati di umore euforico etc..

8. Disturbi dell’istintualità e della volontà. Nei soggetti schizofrenici sono frequenti alterazioni qualitative e quantitative degli istinti vitali (lavarsi, produrre etc.) e sessuali; si possono osservare inoltre disturbi psicomotori catatonici quali lo stupore catatonico (il soggetto può rimanere immobile per settimane o mesi, indifferente alla realtà esterna), l’eccitamento catatonico (stato d’iperattività con manifestazioni improvvise di violenza auto o etero diretta), le stereotipie (ripetizione continua di schemi di movimento, di gesti o di parole), i manierismi (modalità d’espressione motoria che rappresenta un caricatura di atteggiamenti normali), il negativismo (il soggetto compie azioni contrarie a quelle richieste).

 

Forme cliniche

 

Kraepelin riconobbe tre varianti cliniche di Schizofrenia:

1. Forma ebefrenica, caratterizzata prevalentemente da apatia, disinteresse, disadattamento ed incapacità a svolgere le normali attività quotidiane; è presente inoltre un certo grado di disorganizzazione dei processi ideativi.

2. Forme catatoniche, nelle quali prevalgono fenomeni come lo stupore catatonico (soppressione di ogni movimento), il negativismo (manifestazioni oppositive), le stereotipie, atti di obbedienza “automatica” etc..

3. Forme paranoidi, nelle quali prevalgono, su tutte, le manifestazioni deliranti.

 

Alle tre varianti proposte da Karepelin, Bleuler aggiunse una quarta variante clinica da lui definita Schizofrenia semplice, caratterizzata da esordio precoce, evoluzione lenta e da continuità con tratti caratteriali preesistenti improntati all’isolamento dall’ambiente (schizoidia). I più recenti sistemi classificativi delle malattie mentali (ad esempio il Manuale Diagnostico-Statistico dei Disturbi Mentali — Edizione IV-R) hanno sostanzialmente accolto la suddivisione orginaria effettuata da Kraepelin.

 

Sulla base di considerazioni psicopatologiche e cliniche è stata proposta un’ulteriore suddivisione nelle seguenti due forme cliniche:

1. Tipo1, con sintomi “positivi” (deliri, allucinazioni), “disorganizzazione “produttiva” del pensiero (incoerenza, illogicità, deragliamenti, tangenzialità) e comportamenti bizzarri. Il decorso di tale forma è acuto, la risposta al trattamento favorevole e la prognosi relativamente buona.

2. Tipo 2, con sintomi “negativi” (impoverimento delle capacità verbali, alogia etc.), appiattimento affettivo, apatia, asocialità, anedonia, anergia. In questo caso il deterioramento comportamentale è grave, la risposta ai trattamenti è scarsa, il decorso è peggiorativo, la prognosi particolarmente sfavorevole.

 

Decorso

 

Fase prodromica

Si caratterizza per un cambiamento netto, rapido, ma a volte subdolo, del soggetto; esso può essere scambiato per una crisi adolescenziale, per una reazione eccessiva ad eventi di vita stressanti tuttavia, la persistenza e la tendenza peggiorativa, sono caratteri distintivi della fase prodromica della Schizofrenia.

 

La manifestazioni più significative sono l’isolamento dall’ambiente con ritiro sociale, lo scadimento del funzionamento nelle diverse aree d’interesse, (scuola, lavoro, famiglia etc.), talora sono già presenti comportamenti strani o francamente bizzarri. La durata di questa fase è estremamente variabile, da giorni a settimane, da mesi talora ad anni.

 

Fase attiva

 

Si manifesta dopo un intervallo di tempo varabile, anche di anni, con la presenza dei sintomi tipici del disturbo.

La malattia può avere un’unica fase attiva seguita dalla fase residua oppure possono aversi più fasi attive differentemente intervallate fra loro.

 

Fase residua

 

Si caratterizza per il marcato deterioramento nelle diverse aree del funzionamento (familiare, sociale, lavorativo).

L’eventuale presenza di più fasi attive precedenti peggiora ulteriormente la sintomatologia della fase residua.

 

Trattamento

 

Il trattamento della Schizofrenia è complesso è deve tener conto di diverse variabili quali il quadro clinico, la fase del decorso, l’aderenza del paziente al trattamento, la disponibilità di presidi terapeutici territoriali, la disponibilità (o la capacità) dei familiari a collaborare al trattamento etc.

 

La terapia farmacologica verte essenzialmente sull’impiego di farmaci neurolettici mentre quella elettroconvulsivante è talora riservata ad alcune forme gravi (ad esempio catatoniche) e resistenti ai farmaci; la messa in atto di trattamenti di tipo socio-riabilitativo è utile nella gestione delle fasi residue della malattia.

 

Ah, qui c’è da ridere, un luogo comune dietro l’altro e generazioni per lo psichiatra “generico” o degenerato che “accavalla” sempre più “diagnosi avallanti”, a valor della sua “posizione”, forse “rabbuiante”, di tanto suo “umor(istico) brillante-ina” su ciuffettin “mosciarellissimo”, e segretarie, non tanto “bianche”, ma “mozzarelle, di cosce d’Inverno, e di caldi ogni dì nello sgabuzzino, per “rallegrarla” d’Estate abbronzante in una vacanzina di “creme solari” di “piluccandoli”.

 

Sì, altre patologie, altre cazzate.

 

Fobie sociali, depressioni bipolari, panici e ragazzi nella “tana”.

 

Quando tutto ciò mi “rompe”, bisogna arginar l’ipocrisia, e godercela in questi film, con una Donna che non ha paura delle sue scollature, dei suoi collant, e di bere “a collo”.

 

Fidatevi, non suggestionatevi, amate la suggestione.

Se “vien” anche (nel)la suzione, è meglio, piacevolissimi si suda davvero.

“Freddi”, praticamente in mutande.

 

 

Sì, con queste facili definizioni da “prontuario” soprattutto del conto in banca del borgheson che tifa “Basket” per “cestinar” le “palle” altrui, certa gente se le “fa” nelle ville al mare.

 

Se devo scegliere fra il “male” minore, scelgo il bene “delirante”.

Evviva Robert De Niro!

 

 

Nella mia vita incontrai un dottorino ino ino che voleva “lobotomizzarmi” così.

 

Il suo cervello è ben “accaldato”.

 


Firmato il Genius

 

Della serie: “Volete fare fesso me, fessacchiotti?Dai su, guarda che fondoschiena che c’è lì…”.

Il mio “Cosmopolio” universale, nei podi di De Niro, in “poltrona”


24 Apr

 

Gustatevelo, idioti.

E sappiatemi poi dire se vostra madre, quando si cuccava solo l’uccellin piccolin del suo “maritello”, non desiderava questo martellone.

Qui, il Bob, “allungato” nella “brezza” del capello “lisciosetto”, s’incapriccia di smorfie, come suo ultimo, nel suo “recentemente”, illustrandoci cos’è il Tribeca, cos’è forse il triangolo delle femmine, e aggiornandoci sui suoi progetti futuri:

Quindi, vedete di “masturbarvi” bene, “c(i)occoliamocene”.

 

 

 

Omaggio al geniale, “distrutto”, vivissimo Mickey Rourke


24 Apr

 

Al suo nome “tremavano” ma non l’hanno mai trattato, a Hollywood, col dovuto rispetto, se non quando era il “pollodalle uova d’oro.

 

Sempre “ribelle”, invidiato, quindi “infamato” dalle piccinerie e dalle tante fattucchiere, a partire da Kim Basinger, che, dopo averlo sbaciucchiato dappertutto, “lo” disprezzò paragonandolo a un posacenere.

Sì, Mickey ha sempre sofferto di troppa Bellezza. Nei suoi occhi, diabolici o d’angelo, c’è il mistero erotico della virilità, e delle ambigue “perversioni” ripudiate dal borghesismo sempre falso, imperante e “babbeotto”.

Ma è la gente che va per la “maggiore”.

 

Il termine “tamarro” mi ha sempre “insospettito” e irritato.

Un Uomo, nella sua autenticità, un po’, senza troppi fiocchettini da “bombonierella”, “lo” deve essere.

Nasce col diritto alla mascolina forza, se ne “a modo-ammorderna-modera” di civile educazione.

A mio avviso, spesso, se ne (in)castra…

“Cioccolatinizzando” la vera voce del Cuore, della pelle, delle sigarette “stronze” quel tanto che lo rendono amabile e carismatico.

 

No, che c’entrano gli omosessuali? Parlo dell’etero che non teme di “dircelo” tutto. E non si nasconde. Non gioca “coperto”, si scopre. È “nudo”.

 

Il “medio”, invece, sì, si rammollisce nel “tè”. Manca solo che “molli” tutto con una moglie “scassa..”, e l’opera “ambiziosa”, d’involontaria distruzione di se stesso, è bella che avvenuta.

Personalmente, poco avvenente.

 

Guardatelo Mickey, un testa di c… o che ha “scazzato” tutto.

Un mito e non un “idolo”, uno che lasciò il Cinema per “darle” e farsi massacrare il visino di pugni, per morire e poi rinascere.

 

Un Uomo sempre “al limite”.

 

Ho scelto alcune immagini “controverse” di Lui, del Lui adesso.

In forma smagliante anche con un po’ di pancia con le “ma(ni)glie”, con la sua bionda di grandi “appetiti”, con la sua “indiana” faccia da sberle.

Texano, forse il pistolero che “spara” anche solo nel suo leggendario “poteva”, invero “fu”, dunque, Egli “è”.

Nel “vuoto” della grandezza assoluta, dell’oltre.

 

Frammenti di due perle, che lo ritraggono per come Mickey s’incarna, senza maschere, in ruvidissimo, arrugginito “Rourkissimo”.

 

Un clown, uno sciupafemmine, un “fallito”, un genio, un puro perché sincero, “irrecuperabile”, già tramandato ai posteri, il pianto, la disperazione, quel gridarci in faccia “Certo, parlocchiate pure, me la rido, e ho ragione io”.

 

 

Cosa puoi dire a uno così?

Bravo…

 

(Stefano Falotico)

Chi non ama De Niro è solo un “dolcino”…


23 Apr

 

… ché la sua “zazzera” non è degna del suo ne(r)o-grigio brezzolato, melodiosamente trasformista nell’amorfa smorfiettina sociale, “gioviale” coi “deformi”

Sì, in auge al mio Cuore c’è il Bob, perché, beffardo, accavalla le gambe di perspicacia.

 

 

 

 

 

 

Da oggi, spero di poter imbastire “agiografie” ai miei miti, e “monumentarli” di grazia, stile ed eleganza.

 

In questo Mondo superfluo, ove anche i pulcini apron il becco, la carnagione del Bob, ironica di “malocchio” benevolo nella sua Altezza, a me, di suo “palcoscenico” magnetico, si (s)posa, letiziando il Tempo in un andirivieni di scale fra gli scalzi dell’anima, e chi la “scalpella” nel cesellar le “imperfezioni” in una “correzione” ch’era, invece, vivacità assoluta, come la Notte di San Lorenzo, Stardust dei puri, dei sognatori e degli innamorati, quando le stelle trionfarono con me, in Cielo, nell‘hip,hip, urrà!

 

Amici di questo gentil Captain Shakespeare, la Luna ci sprona a “veleggiarci” nel rum, nelle onde, mutevoli, della sua ambiguità. Indagatori delle zone buie…

 

 

 

Sì, come Lui…, e in suo onore, al fianco d’una damigella un po’ sbronza di troppe damigiane di vino, “spingo” a voi questo canto onirico, sì, surrealmente alla de Chirico, di mia “chiacchiera” vacua onirica nel calice d’alleanza gemellata al “denirismo”.

 

Il principe degli oceani, tra piovre sottomarine e la caccia a Ottobre Rosso, sguazza “atmosferico”, rilucente perla fra prede, squali e squamati, nello stream of consciuosness delle emozionanti maree

 

Sì, illusi, io aprirò in voi le porte della conoscenza perché, dopo il malessere, c’è sempre il “benesserle” dentro, dentro questa Donna mia amante, nel mio “amianto” ammaliante che “la” consola dai suoi isterici pianti.

 

Uh, che barba, in questa cucina, ci son sol le stoviglie, le frattaglie, le vettovaglie e i “tovaglioli”.

E tu, nonostante l’insalata, sei inconsolabile..

 

Diamo zucchero al “cioccolato” nel frigo, “smielamo”, senza “velo”, i nostri ormoni nella “frutta”.

 

Sì, Donna, guarda questo, e poi dimmi se non vuoi essere mia, come Liza Minnelli provocante ma timida per il toro scatenato…

 

Senti che “fuochi”, come scoppiamo…, ah, che Gershwin!

In confrono, Gina Gershon, anche Lei con tanti “nei”, è un’educanda.

 

(Stefano Falotico)

 

De Niro & il suo Tribeca Film Festival


21 Apr

 

Anche quest’anno i riflettori son puntati nella “piccola” Mecca di New York, per l’oramai consueto appuntamento col festival “di” De Niro.

In gran forma, accompagnato sempre “in neo”, di sua nera…

Qui, al partyvanity-faireggiante“:

 

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