Il ritorno di Machete, che uccise, “uccide”… e “uccide(rà) ancora”

07 Feb

 

Sia Robert Rodriguez sia Danny Trejo, l’avevano promesso.
Sarebbero tornati “tronfi” e trionfanti, con il seguito del loro immenso Machete.
Alla fine dei credit, infatti, del primo film, compariva la scritta che le avventure di questo “Cappitan Fracassa”, delle lame e del “tamarrismo” cavalleresco d’implacabil invincibilità, sarebbero continuate in ben due sequel: Machete Kills & Machete Kills Again… in Space!
Dopo aver fatto a polpette, letteralmente e “affilatamente”, i suoi nemici con gli “sbudelli” del “primo episodio”, oggi riceviamo la conferma ufficiale, che le riprese del numero 2 son già alle porte.

È “Deadline” a riportarne l’esclusiva:

 

Robert Rodriguez Wielding ‘Machete Kills’ With AR Films’ Alexander Rodnyansky

 

By MIKE FLEMING | Monday February 6, 2012 @ 8:52pm EST

 

EXCLUSIVE:Robert Rodriguez is teaming with producer Alexander Rodnyansky to hatch a sequel to the 2010 action film Machete. Titled Machete Kills, the film is the second in a planned trilogy with what, for my money, is the best ever trailer tag line: “This time, they fucked with the wrong Mexican!” The film will be produced and financed by Alexander Rodnyansky, whose Hollywood expansion plans include a $120 million film fund with Media Talent Group’s Geyer Kosinski. AR Films U.S. is a new partnership between AR Films and Aldamisa Entertainment, whose Sergei Bespalov will manage worldwide sales of Machete Kills in Berlin.

 

“The fan response to the Machete character has been fanatical since his first appearance,” Rodriguez said. “Machete is truly a super hero and Machete Killswill be bigger and more ambitious than the first time.”

An April production start is being eyed. Talks are underway for Danny Trejo to reprise the title role. Rodriguez expects many of the original cast to return, at least those who didn’t end up sliced and diced in the first film by Trejo. The film is a Quick Draw Production, produced by Rodriguez, Rodnyansky, and Quick Draw’s Aaron Kaufman and Iliana Nikolic, and Sergei Bespalov and Rick Schwartz. A script has been written by Kyle Ward, and developed by Rodriguez and Marcel Rodriguez. The aim is to get Trejo back into a signature role that began with a parody movie trailer that was featured between features in Grindhouse, the B-movie feature homage made by Rodriguez and Quentin Tarantino in 2007. Machete, the feature, came out in 2009, and starred Trejo, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Jeff Fahey and Robert De Niro. It grossed $44 million worldwide on a $10.5 million budget and showed, among other things, that a bad guy’s intestines can be employed as a rope ladder if you work it just right.

The new film finds Machete recruited by the U.S. Government for a mission which would be impossible for any mortal man. Machete must battle his way through Mexico to take down a madman cartel leader and an eccentric billionaire arms dealer who has hatched a plan to spread war across the planet with a weapon in space. Machete takes on an army in an effort to dismantle a plan for global anarchy.

“Alexander has a tremendous background in moviemaking and huge enthusiasm for continuing the Machete legend onscreen,” Rodriguez said. “I’m really looking forward to working with Alexander and Sergei Bespalov.” Here is a reminder of some of the mayhem Rodriguez and Trejo brought to the screen last time.

 

Si dovrebbe quindi girare ad Aprile, sebben del cast, ancora, oltre a possibili “rientri”, aleggia come sempre un allettante misterone.
Questa volta, il nostro eroe, sarà addirittura ingaggiato dal Governo degli Stati Uniti (be’, come nel primo…, che si trami di “doppigiochismi” a eliminarlo?), che gli affiderà una missione impossibile: combattere un pericoloso cartello messicano e uno spietato bilionario, entrambi “in combutta” per distruggere la Terra con un missile spaziale. Eh!!!

 

Be’, a questo punto, mi par doveroso far un passettino indietro, e rinfrescar, o spolverare, la memoria a chi non è stato “impolverato” da questo messicano “sbagliato“.

 

 

Lo chiamavano Machete…

Film d’apertura di “Venezia 2010”, Fuori Concorso, sezione Mezzanotte, lo vidi il Giorno seguente in un assolato orario “improponibile”, un brillante Mezzogiorno di fuoco.
In compagnia delle solite “baraonde” e della mia tequila bum bum nel cervello. Film assaporato in fretta, nel mio gran spolvero, quasi mi soffiò “pifferaio” magico dei suoi eccessi, con furtive occhiatine ai miei “ormoni” tra il serio e il faceto, quasi sempre coniugi di totali passioni per il Cinema tutto, per le sue discole, “burrose” immagini intrepide da “fumetto” scacciapensieri che impicchino e trucidino la noia.
Io amai Machete, e, dopo averlo visto in “italiano”, doppiato per intenderci, lo amo ancor di più sotto un'”altra veste”, forse per via, anche, della guascona voce di Stefano De Sando/Bob De Niro o per i facili “cazzo” sparati a raffica che non chiedono “troppo”.

Un film può essere, va da sé, tante cose, un burlesco sberleffo alle regole o le imputridite rigidità di stilemi e codici vetusti. Rodriguez qui shakera se stesso, s’innaffia d’allegrezza, abdica senziente al “darcela a bere”, imbevendo il suo “Cinema” di una “pensata” ma non pen(s)osa goliardia, il barocchismo sfrenato che diviene “balocchismo”.

È quella timidezza in cui screpoli te stesso, immaginando di baciarla “appeso” a paure già uccise.
Il tremore che è ora briosa “sciocchezza” dell’annusartene, della vita, e sfamarti o “sfumarti”dei suoi tanti diletti.

Rodriguez è come un infante col “cannone” che ci sospira le sue poco “dolci” immagini, per nulla “al cannolo”, quando le iterate “blasfemie” assumono le labili squisitezze del giuocarla, dell’estro esuberante da giostraio che si “camuffa” cowboy, libera “vacuità” che è memore di tanto Cinema deglutito, buttato giù e ricre(t)ato.

Capricci dell’enigmatiche mie tante vite e il mio carezzevole giacerne flessuoso, tortuoso e giocondo, dinamico restauro della virginale mia anima “vagabonda”, l’illibarla perpetuamente o fonderla nei più purpurei crepuscoli, rinsavirli d’aurore soavi, tergerne le ombre o miracolarli di alcolici dardi lucenti, fra buie grotte e venti tiepidi d’Oriente, la mia danza del ventre, lo “spoglio” pudore o sfide al mio stralunato Joker nottambulo, arriso dall’Ego serioso. M’accendo in vividi lampi di ribalda cavalleria e, poi, quest’armonioso impeto per un po’ si ritrae e si rabbuia, colorato solo d’ispido mero nero, anima che si nascose, elettasi moribonda si tatua orgogliosa di contagiosa felicità che, “intimorita”, svanì e, poi, vittoriosa, riemerse. Gioisco giuocando!
Apparenza che inganni me stesso , lo svii e, talora mi (e)viri, mi capto nell’altrove, forse eremita in tanti dove.

I film… li abbelliamo, noi li lambiamo o ce n’immergiamo, vi sfochiamo i contorni o l’infiammiamo, circuiti o solo sedotti nei loro laghi “sedati”.

Sono un Genius, forse, anch’io son avvezzo a non prendermi, come Robert, sul serio, e quindi questo è il mio inappellabile e quanto vorrete “discutibile” Ipse Dixit…

Innanzitutto chi è Machete?
Machete è, ca va sans dire, Machete, virile anima orsuta di un corpo che “languì”, s'”accecò” ombroso imbrunendo, già esperì la durezza macha nelle grinze della pelle, turbolenza di patiti dolori, di uno schiumoso tormento d’ermetiche rabbie o loro naufragio in giubilo, festa viscerale che s’issa in pompa magna trionfante, guerriero d’aura nostalgica della prode leggenda, profumo di selvaggio West che si desta da, pacioso “dormiente”, a incarnate albe, deflagra nella catarsi liberatoria del suo possente respiro in vulcaniche, sanguinarie, zampillanti eruzioni, osceno, goliardico furore di membra squarciate e divelte, forse nell’ira da stoico vagabondo, rifulgendo, rimembra chi era, mastodontico si erge a chi sarà… raffrenati istinti esplosi nell’irriducibile, parsimoniosa bramosia di nuove eroiche imprese, sgualcita anima, baluardo di una remota epoca di sussurri arcaici, lupo scarnificato nel suo torbido amplesso che (s’)ammalia, carezza peccaminose, turgide donne, le gusta affamato palpitandole, svelandole muliebri qual spesso, pudiche o troppo vanitose, si celano, ne bacia il loro “buio” in floreali unioni “perverse”. Perentorio e gaudente agli orgasmi della vita, scardina le efebiche regole d’attrazione di bugiardi lustrati nella “raffinatezza”. In un Mondo plastificato d’idioti gentili, Machete emana il felino fascino sensuale della “(s)gradevole”, combattiva irruenza, della maschia buffoneria della sua tersa autenticità, rottame o ultimo dei mentecatti, Dracula “creaturale” che offusca, negli ardimenti volgari, nelle focose passioni, le vanesie, futili ambizioni dei “leggiadri”. “Bestiale fanciullo” dalla portentosa grinta adultera ai taciti sguardi di chi, ipocrita, ubbidisce mortifero a false regole di bon ton. Colossale Totem, come simpaticamente lo blandiranno, inimitabile freak che, glorioso, espolia la sua disinibita nudità. Noi, avvinti dal monumento vincente di sé che imbastì, non possiamo che adorarlo, intoccabile idolo, forse inattaccabile.
Machete è il rancore assopito, le evanescenti bellezze delle malinconiche urla o sua rabbiosa m’anche gioiosa euforia. Amandolo, lo ribadiamo nel suo trono, assurto ad Angelo truculento, a divoratore invincibile dei cattivi. Ex federale che s’intorpidì e si foderò, inghiottito nella “decadenza” del suo sé romantico all’oscuro di tutti, ora, nei suoi lunari fibrillii, rifulge a noi per brillarci ancora.
Nella furba, corrotta demagogia di politici dalle bocche impastate e dalla grottesca “baldanza”, fra loschi squali “pornografi” dell’anima, è quasi un candido, fiero maledetto ed eburneo, ferale omicida.

Dopo i tetri viaggi nella Notte delle ambigue maschere di Sin City, metropoli scalfita dalle sue cupidigie, dopo i lugubri fasti e i pasti zombi dell’apocalittico fumettismo horror di Planet Terror, Robert Rodriguez firma e plasma un altro “gioco” meraviglioso, con budella, sangue e uova al tegamino, salsa chili di carni macellate, con pazzo, indomabile divertimento, splatter-luna park per il puro gusto “morboso” di chi lo gusterà. Forse le nostre coagulate ansie che lo bramarono e, nel giovamento di questa visione, si fomentano ardite, e, in questa sua follia, ardenti.

Capolavoro.

Io, senza pensarci due volte, inviterei Michelle Rodriguez, Jessica Alba e Lindsay Lohan per una “bagorda” grigliata al pepe. Perché la vita è meglio se in quattro “moschettieri”, uno, come l’ha definito “FilmTv”, Capitan Fracassa, e il terzetto femminile per il suo bollente Spirito.

(Stefano Falotico)

 

Questa, invece, la recensione di Simone Emiliani per “Sentieri Selvaggi”.

 

E, qui sotto, il trailer:

 

 

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