Meeting del 10 e lode di “fiorentina” croccante. No, se è cruda non è cottura

11 Nov

Firenze, tuo amour? Meglio la mora da “mirar”…

Domani, spero che un Giuda non contesti il mio Cristo

10 Novembre 2012, i Maya “avean” profetizzato la fine del Mondo. Sì, mangiavan l’avena nelle ciotola di “riso” a prefigurar che saremmo tutti “sfigurati” nell’apocalisse con tanto d’eclissi e angeli demoniaci a piantarci il forcon’ nei pantaloni, ribaltati d’aspirazioni perite nel perduto Dio canuto dai canini “mandibolari” del nostro patibolo dopo tante fatiche e oboli. Fidatevi, ai Maya preferisco i miei pettorali, ché a Maometto non s’inchinerà né si scalfirà la mia roccia ancor da “nessuna” sgretolata. Sono uno schiacciasassi che non ama il casino dei mondani, meglio il mulino “bruciato” nelle altissime montagne, ove puoi riscaldarti, abbrustolendo di “seme d’arachidi” una Donna che, come me, non soffre d’aracnofobia.
Sì, mi estraniai “molteplici” secoli fa eh, son secolar di quercia, moltiplicandomi in molte (con)versioni. Tanti, infatti, perlopiù gli infanti, ma anche le loro madri streghissime quanto decrepite, mi diedero per morto. Ah, non son ancor crepate? E dir che gravitaron nelle “VIP”-ere loro “materne” come il grembo delle “sacre” unzioni di così “dotta” presunzione, tanto “attorniata” da un marito “soffritto”, un bisonte bisuntissimo che sarà traghettato da Caronte nelle “corna” dell’Inferno, ove gli “amputeran” le cornee, e ove potrà morder, “mordacissimo”, dei “cremosi” cornetti, tali e qua(g)li(a) alle sue “taglie” di “pizza” in faccia “al taglio(ne)”, farcita come la torta con “ciliegina”, un po’ “soffice” come la sua “panna” da montato, letteralmente in tutti i sen(s)i, che poi si (ri)poserà nell’eterna “brillantezza” focosissima… Ardente come i suoi dentini “feroci”.
Ah, mogli ribellatevi e sbudellatelo, non servitegli più dei budini, ma solo del “burro” piazzato di “tanga” a uno meno smanioso di “percosse”. Gettate in aria le vettovaglie, svestitevi e lavatelo “detersivamente”, a voltaggio “90 gradi” nella lavatrice, depurandolo poi in lavastoviglia se ancor presenta qualche “macchia” da traditor nei sudori “bianchi” fraudolenti. Anche se foste fedifraghe, “fregatelo” e strofinatelo “all’asciutto” coi panni in mutande, impacchettandolo come un panino arrotolato sotto il ponte del Tevere, ove “pontificherà” da impostore ben “impattato” nell’aderenza suicida, “meritevole” di tal “impantanato” d’”acquolina in bocca”.
Plof, che “tuffo”. Se invece voleste offrirgli una seconda possibilità, impegnatevi a cercargli un lavoro “minerario”, parimenti “lucido” come la sua anima “adamantina”, nelle cave dei tufi.

Ora, in tal Domenica ove appunto il Papa farà i “punti” della situazione, predicando dal balcone, si disputerà anche il derby Lazio-Roma, con tutta la Capitale a sperperar i propri capitali d’ultimo biglietto nella “fossa” da bagarini.
Tifan da “leoni” e poi vivon da pecoron’.

In mezzo a tutti, con Totti al sorriso “ricotta”, spunterò io leprotto a gustar l’erbetta dell’Olimpico su formato Russell Crowe, sfoggiando un “doppiaggio” dribblante alla “tenore” Luca Ward, da tenuta fra questi calciatori “mantenuti”.

A Luca, essendo un Santo, preferisco anche per omonimia “martire” De Sando Stefano. Voce ufficiale del Bob De Niro, dopo che Amendola Ferruccio, roco di  fettuccine, prima d’espirare dopo tanto desinar’, eh sì, non potè più mantenere Claudio, “l’erede” e pretendente al “trono” di raccomandazione a cui avrei sparato a vista, dunque a testa.
Sì, un pestaggio al “bravo ragazzo”.

De Sando non è un tipo da salmi, ogni Inverno si reca assieme agli orsi per procacciar il salmone. Dà la mano ai suoi “colleghi” irsuti d’egual voce “melodica” e poi, nello scambio di “pesci” cristologici, tira fuori il suo “pezzo forte” dal cilindro: Ma con piassscccerè.

Sì, ogni volta che De Niro s’ingrazia qualcuno, Stefano pronuncia tal battuta di dizione “spiccata” da Pizzo Calabro, località vernacolare nonostante gli allenamenti ad affinar il cavernicolo inguaribile dalla cadenza che fa cascar le palle. Dunque da latte alle ginocchia, anche quando De Niro recita solo con lo Sguardo, scotendo il capo malinconico e muto. Non ha bisogno delle intonazioni del De Sando, delle flessioni del suo diaframma, che ammutinerebbero anche lo spettatore più “partenopeo” che s’accontenta di due frasi “in Croce” molto “alla buona”.

Non è vero che De Niro, da un ventennio a questa parte non ha più interpretato dei capolavori. Siamo noi a vederlo così attraverso la “gola” di De Sando. Ora, obietterete. Ronin fu forse il primo film “del”… Sando.
Sì, recitò alla grande, ma era “alle armi”. Poi, non lo congedammo, “concedendogli” il “superbo lavoro” (s)fatto col resto “di mestiere”. Più che il solito De Niro con la sordina, meglio un sordo che non ascolterà Stefano.

Scusate la digressione, l’ho presa molto alla larga. Di solito, con le donne, bado più al sodo.
Molte mi prendon per stolto, quel che conta è come “glielo” racconti.
Il contorno è già infornato di “patate”. Il loro giudizio a come miscelai gli ingredienti è già tutto “entrato”. Che “preparazioni”.
Quindi, non importa se è andata male, ma come il “senno” delle donne fu “dissennato”. Il “poi” non interessa a “nessuna”. Se raschi il fondo del barile, è perché hai incontrato una “costei” solo balenottera.
Prima annusò la tua canottiera, quindi (pre)tese (non tanto…) solo un “amaro” da caffettiera.
Ecco, la mia brioche amerà solo le albicocche. Che ciocca di capelli…
Che “cioccolato”. Spellami tutto nella colazione “nutriente”.

Ora, a Roma ci saranno tanti amici. Non fate però i mici. Ammiccate senza “fusa”. Eh no, ho stima di voi. Non confondetemi le idee, addentandovi d’ammiccamenti alla signora dell’alt-ro, così “facendo!, miei faceti, v’inimicherete solo di “fusibili” come lo sballato, fuso Diego, e addio il fuoco amicale.
No, mi raccomando, nessuna rissa. Se proprio “dovete”, meglio presentarvi con un “testa-coda” di Ferrari rossa. Isabella con la Boccoli? No, “quelle” meritan solo la mia bocciatura e non saran “imboccate”.

Ah, come? Come dite?
L’incontro non è a Roma, ma a Firenze?
Ho già tracciato un lungo pezzo di strada, non ho più benzina.
Non posso tornare indietro di uturn.  Meglio rimanere Sean Penn con Jennifer Lopez.

A parte gli scherzi, non potrò gustar la (s)cena con voi.
Impegni improrogabili stan “allarmando” un equilibrio che, pianissimo, speriam s’appianerà. Speravo anche di pranzare nel tutti assieme, ma planerò per un’altra (circo)stanza.

Anche se, all’ultimo minuto, potrei catapultare dietro il cameriere a rubargli il dessert.
Sì, non sono mai alla frutta. Salto i pasti arrivando per il cacao che stupisce col suo inaspettato “Ciao”.

Ci sarà ROTOTOM? Non sa, ma glielo dico io. Anni fa, correva l’anno 2006, quella volta fu davvero Roma, monsieur Dying Theatre lo paragonò a Javier Bardem. Volete la verità? ROTO è molto più sexy, d’altra parte la sua compagna è cento volte superiore alla sopravvalutata Cruz. Tal Penélope ti rompe solo il pene, una cozza da indigestione di “spaghetti”.
Poi fa pena come attrice.

Maso, l’organizzatore è strenuo “sostenitore” di Catherine Bell. Ecco, qui ci siamo.
Catherine è meglio della Deneuve. Catherine fu la controfigura, fighissima, della Rossellini ne La morte ti fa bella. Basta “osservarglielo” quando esce dalla piscina, e chi non si bagnerebbe?

Solo Bagni, il commentatore “sportivo” dei cazzi altrui.

Invero, l’incontro non “era” domani, non fu, si “tenne” d’antenna ieri, forse prima, il 10? Quand’è il dieci?
Non so, tu credi al decalogo?
Sì, quando mi tira però mai.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. SPRINT: Ritorno a Firenze (1966)
  3. Il bagnino d’inverno (1976)
Da Firenze, giungon voci d'”alacre” divertimento (s)alatissimo dei conti da oste(lli) con principesse che s’accasarono, accasciandosi nei “cuscini”, in un castello di tal “massima”…

… ove cova un “cavo elettrico”, non caverai i ragni dal “buco”…

… ma l’osso ti spolperà di costoletta con l’insalata delle acide anoressiche, per una dieta ipocalorica di carnali “sughetti prelibati”, cani di paglia pronti al furore di tutta la rabbia che non fuoriuscì ma di fucile uccise chi lo stuprò, “paglietta” nella stalla ove anche un asino può tramutar in Sylvester Stallon‘, migliorando dalle sue recitazioni “(anti)scolastiche” da “muscolo cresciuto” solo d’anabolizzante fin ad arrivar dove è arrivato d’immedesimazione alle sue origini meno “ambiziose” dunque più vere, cioè a Cop Land, film in cui esibì un trasformismo-“pancetta” alla Bob De Niro autodistruttivo-torello scatenato che poteva (t)esser se un incidente “acustico” non avesse acuito la miopia dei corrotti poliziotti, stimolando il “sordo che non vuol sentire” a far piazza pulita di tutti gli sporchi “giochi d’adulti”, soprattutto “quelli” delle lenzuola di Cathy Moriarty, il cui marito è il “cattivo tenente” Keitel Harvey che, quando si (dis)occupò nel “manico” affil(i)ato ai complotti mafiosetti, “venne” cornificato da Peter Berg, il qual’, “guaglione” di “prosciutton'”, “inserì” piacevolmente in sua assenza, assumendo le “veci” e la voce di Cathy “ripassata” anche se meno passera di “allora”, mentre Annabella Sciorra fece (eh sì, che merda di donna) la gatta morta con lo “sceriffo”, “glielo” illuse accarezzandolo ma poi lo lasciò (in balia del “cervo” più deerhunter e meno tirato, un po’ “tardo, oramai è tardi per far con te Notte tarda”), assieme all’allegra band del Bruce Springsteen a “bersela” tutta… A soppesar i rimpianti e poi optare per Vasco Rossi, negli spari sopra sono per voi.

Sì, la polizia, di quel postaccio d’animaloni, fu sconvolta dal suo tornar alla ribatala alla (re)azione che li ribaltò e, prima che potesse rivelare tutto lo scandalo dei “ribaltoni”, tentarono di storpiarlo del tutto, “stropicciandogli” la faccia nel selciato all’urlo “duro” da “ligi” dittatori della “quiete” da non turb(in)are: – Che cazzo ti sei messo in testa, testone? Hai capito come si sta al Mondo? Devi stare zitto e levarti dalle palle! Non scateniamo guerre a catena. Pigliati quest’altro orecchio “messo male”. Ah, sei già un finto tonto, e ora ti torchiamo, torturiamo, strigliamo, stritoliamo, “striamo” e “stiriamo”, non strillare, non piangere. Ecco il fazzoletto, asciugati le ferite e il naso che cola. Chiara l’antifona nell’Eustachio? La prossima volta, te “lo” stacchiamo… Vuoi fare il tosto e invece devi tornar a casa e spalmare del burro solo sulle fette biscottate, sciocco! Questo è il messaggio, sveltisci il “comprendonio” e tampona la bocca se non vuoi che ti rompiano del tutto i timpani, così non potrai più “campa(na)re”.

Invece, lo Stallone è ‘na capa davvero tosta, ostinatissimo, sì, un testardo. A costo d’esser violentato da tutta la comunità, umiliato, deriso, emarginato, fottuto “a sangue”, spappolato e spacciato-spiaccicato, va avanti con le sue ragioni per far venir fuori tutti i vigliacchi e poter sputtanarli da marcissime merdacce! Come si meritano!

Così, “bucherellato” e nient’affatto “imburrato” da quei burini, non s’arrende e marcia verso casa loro. Mettendo a soqquadro chi non lo inquadrò per “il verso giusto”, con la “messa a fuoco” bugiarda come i chiesaioli ipocriti.

E li ammazza senza batter ciglio, spalleggiato dall’amico Ray Liotta che ebbe una crisi di coscienza, capì tutta la storia di ricatti e “mutismo” indotto, trivellando “doviziosamente” il figlio di puttanazza.

Al che, Sly… anziché esser sbattuto al trattamento psichiatrico per “ingiustificato veder reati e ratti inesistenti” da “schizofrenico-disturbato”, dopo appurate diagnosi alle malsane menti di quei piccoli borghesi “tranquilli” quanto turpi e turlupinanti, riceve il premio Nobel per il coraggio valoroso da lupo.
Invitato come messaggero di pace a redarguire quel “venduto” stramiliardario e maialone che si spaccia da “prete”, Paul David Hewson degli U2, più “artisticamente” noto come “Bono”. Sì, “figo” quanto una grassona che lo “osanna”. Bono piace agli autistici, questo si sa. Solo loro posson “apprezzare” la sua musica che canta nel “coro” di massa.
Sly l’afferra per il bavero da “bravo” e glielo ficca in culo, cantando la melodia del suo peggior beautiful day…
Ad ogni “colpo”, mentre su botte sempre più potenti e “prominenti” spinge…, obbliga il Bono a “intonar” lo sweetest thing.
Poi, sempre con furia detonante, dopo il “suo cavallo del West“, lo consegna alla moral guidance di Clint Eastwood.

Grazie a Ottavio, ho saputo che a Firenze ve “la” siete (s)passata “a bestia”.

Che significa? Non è che vi siete a-r-mati a vicenda?

Scherzo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cop Land (1997)
  2. The Son of No One (2011)
  3. Rambo III (1988)

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