Ove va lo scugnizzo, l’Uomo di “razza” fa razzia delle zie

11 Nov

Al reparto di geriatria, scambiarono Superman per un fesso.
Dopo trent’anni, mi ribellai e passai oltre, a Batman

Un mio amico su Facebook (va di moda così) inserisce il trailer “youtubico” della Domenica in famiglia (eh sì, ci siam “evoluti”, dopo il catodico, adesso la “condivisione” anche dei “culi” coi migliori fondoschiena d’America, fra una Jada Stevens e lo Reeves Steve di turno che se la fotte “riscaldando” il “bicipite” di “pitone” preistorico).

Il film scelto per l’attesa dei “Mi piace” è Una pura formalità del Tornatore.
Un film che vale quanto il cacio sui maccheroni. Non tutti lo “spruzzan” sopra, ma guardan la moglie che non ha più le forme d’una volta. Sì, da “purissima” s'”indurì” nella dura, appunto, realtà quotidiana da supplente con la borsetta (e “annessi” assorbenti in caso di “pisciata fuori dal vaso”), fra una spesa e un “soppesarglielo” per “spronar” il maschio ch’era e ora, invece, fu(ma) e basta di “arrabbiata” bollente.
Sì, il marito, dopo aver ingoiato tutto ingozzato, insudiciando il tovagliolin’, scaraventa per aria la sua “carne al sangue”, “menandoselo” di “dolce” nella “macedonia” da “ellenico” davvero fine di “coltello” spartano.
E “la” spacca come una mela, fra una “banana” e il lampadario che osserva dall’alto il suo “sgusciar” la sua “pera”, “sbucciandola” di “rasatura” ortofrutticola e bucolica nei tre buche che rendon ogni sesso femminile appetitoso: la bocca che, aprendosi, accoglie il “maturo”, “quella” che dovrebbe star in mezzo alle gambe, anche se a volte si sposta nelle due protuberanze fra il collo e l’addome basso, eh sì, ogni donna che “stimola” è “ombelicale” di mossa “tettonica” a “smuovertelo”, e infine il “sacro” a cui è consentito il “pertugio” solo dopo molte confidenze.
Questo marito è “ruvido”, si strafoga della sua “figaccia” fra il vino, il caffè e il “promiscuo” d’una del Chianti, la sua amante “toscana” da “panna” in Arno.
E non accetta nessun preliminare. Passa il Mercoledì di “Coppa” a tifar per l’eliminazione del Milan, ma ha un Diavolo per capello (Fabio or non allena più, c’è Allegri, stiamo freschi), e pensa sempre al “pelo” d'”erba”, drogandosi coi suoi colleghi appuntiti dell’ufficetto ove, dietro maschere da “signori”, cocion’ a puntin’, del loro “temperamatita” di “pennarello”, la segretaria più “fotocopiabile” di “temperature”, scommettendo su chi la “marcherà” prima.
Forse, “ce la farà” Daniele, “brillante” di gel, appena assunto quindi più “motivato”. Oppure il veterano direttore, perché più “facilitato”, soprattutto quando la “contes(s)a” è una “facilissima”.
S’accontenta dello stipendiello, e “glielo” serve allo “sportello”, dicesi “bagnuccio” con tanto di “sciacquone” da vomito.
Ma si sa, bisogna “sudarsela”.
La pagnotta è un compromesso anche con un pessimo “pen'”.
Ragioniera o perita tecnica, a “lei” non importa.
Basta che “incassi”. Il “geometra” è uno che “la” sa, di “salatino”, e misura la sua “architettura” barocca, tirandosele tutte per le ciocche, fra un “nero” gotico e le belle gotine.

Per quanto mi riguardò, mi guardaron a vista. E io continuerò a fottermene.

Se non vi piaccio, chiamate la mutua.
Renderò quest’istituzione a delinquere come il 90 per gente della gente, che sta muta e lavora.

Io invece nuoto e non faccio un cazzo.
Anche perché il “mio” è il più a(m)bito.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chi è più matto… ha ragione (1973)
  2. Una pura formalità (1994)
  3. Si può fare (2008)
  4. Angelo tra la folla (1950)

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