Mezzanotte della vigilia

23 Dec

Da “vigilante” non conciliato nel Morandini 2013! Letizia! Attizziamoli!

Serenità uguale piattezza e piatti da divorzi coniugali del congiuntivo bestemmiato di stoviglie che “vaglieranno” il vaglia del notaio per apparecchiare altre “amorevoli” tovaglie!!! 
Io “raglio!”. Imbavagliamoli!

Tale è la borghesia “emancipata”, al che m’affilio a “Radicali” estremità, “intollerabili” e sgradevoli, più altisonanti del dollaro sonante, “filigranato” e più intonato al mio rombo di tuono dei frastuoni “silenziati” dalle sporche coscienze. Intima, inviolabile calamità del mio non esser “calamita” ma “eremita” di mio non remar nelle fogne di massa, violente e perniciose, pestilenziale e d’obbrobrio come il debito dei loro “brii”, ammanicati a intavolar discorsi retorici per dirigere poi anche le “veniali” questioni nelle “vene erettive”.
Eruzione! Ruggito! Ruggine da smaltare! Ammattisco io i vostri mattoni! Smaltito, ecco lo smacco dello smalto su miei malti di birra! Ne verserò a fiumi! All’impazzata!

Sì, meglio un rettile che non è ipocrita ed esige, urlando senza vergogna, le sue minate pelli “scuoiate” da chi sculacciò il suo fondoschiena perché s’incamminasse te(r)so ai piedi d’un camino inculato con tanto di posacenere già bruciato del suo Cuore venduto a qualche “ardente” abbrustolirlo e non aderente nel brusio d’una che, lasciva, glielo sfilò, con tanto di portafogli per una vita signorotta da “quadrifoglio”.

Ecco che la voce, dal profondo seppellito per Tempo immemorabile, “spaventosa” si duole di quest’umanità “assolata” da non assolvere e condannare d’imperdonabilissimo monito in battaglia contro le moine e schierato vigoroso verso e “ritorto” a questi “monaci”.
Un clero furfante e farfugliante, che ingarbugliò di bugie, ingannò scannando il tuo “canarino” e, quando poteva alleviare, allevò solo le sue leve omicide per “sparare” su una micina.
Ah, con me tal miccia non funziona. Son io ad appiccare e ad appiccicarvi al muro, nell’impeto poderoso che nessuno frenerà. Me ne freg(i)o! Franerete delle vostre stesse colonne imbastite su donnicciole a pilastro vostro “orgoglio” manicheo su(olo) “manico” maschio.
Ah, pastrocchi e impiastri, avete fidanzate che “pasticciano” e vi ficcan in bocca le pasticche.

Io scelgo, d’acume ingegnoso, le parole a me più congenite al genio elevato, in quanto genetica “deviata” dai mortali comuni. Abbindolati d’ebete abitar “civili”. Sono l’abate e abito ove cazzo mi pare e piace!
Che austerità menzognera! Innalzate la pulsione a diritto vitale spaziale, sì, spaziate e spazzolate anche di pazzesco spezzar il pane senz’evangelico fingervi (?) angelici. Lo siete? Fate le finte?

La saturazione ora pretende le sudorazioni di chi, freddo “suinando” ma smutandato, fu scortese e irrispettoso, e barricò i “topi” d’altra fraudolente scappatoia, ove si rintanan scopando!

Ecco lo scoppio!

Leoni, su le criniere! Incrinateli! Se giungla è, allora ci vuole una scimmia migliore! Che di liane non sia giammai pecora da lana!

Ecco, io vi scovo, e ora voglio che nessuno implori ma, servile, scopi a terra il mio principio principesco. Da riverire anche se non converrete. Vi converrà, invece, se ancor vorrete “venire”, altrimenti “andrete”.
Arretrati, correte in ritirata! Io (r)innovo, disgelando la mia neve a vessillifera nave! Arredo!
Retrogrado moralismo, sarai iniettato del nettare “velenoso” al tuo sudicio altare.
No, non è immacolato ma già malconcio, perché da me otterrai solo una predica che t’indicherà la vi(t)a dell’inchino. Bevi il vino? Avvinazzati e sgozzati! Vano sarai in quanto mai divenir addiverrai! Io ti vanifico!

Aridi sarete asini ancor di più se di bu(gi)e volevate sbudellare.
Avete incontrato il “buio!”. Evviva la carovana!

Disgraziati, non vi saran grazie.

Ma solo il mio “amore!”

Recrimino, eccome, sui criminali, gente balorda dagli scempi inconcepibili di bile malsana e invidiosa. Accaniti in cagne che “caldeggian” le loro malvagie “fattezze” per cui provo inestirpabile “stupro” di me a osservarne l’orrido riflesso che non ha pena neppure della confessione a cui li forzeremo, agitando un po’, giusto un pochetto, di “ticchettio” appena udibile il lor mai attenuar le tenaglie. Cafoni e sguaiati nella stolta, stolidissima frivolezza che si fa beffe del prossimo, inchinati anzi di fronte ai bifronti frontali che infliggono in alcun sprezzo del pericoloso, essi stessi cagionevoli d’infelicità “soffusa” in palmo di mano a “lievitar” d’altre violenze che squadrano e incaselleranno per biologici esperimenti di carne da macellare.

Di tecnica “calcistica” piazzata lì, di forcing asfissiante saran cinti d’assedio perché i conti a noi, onesti, non tornan dirimpetto ai loro “tornanti scaltri” di “clitoride” e “c(l)oro”. Orgasmici noi siamo, natanti!
Di scatto furbo e malizia oscena innata, ancor attaccano e non si colpevolizzan d’ogni porcata.
A tambur battente, scalpitano “giocondi” del loro sorriso ameno, ché mai vien alle mani per “rispetto signoril” dell’ipocrisia più sottil e tagliente di “diplomazia”. Poiché non solo diplomati ma laureati con l’“aure(ol)a” squagliata di lode comprata con altre vigliaccherie, complotti e dunque codardo “dardeggiar” di “brillantina”.

Gente che assale il ragioniere, “fantozzizzandolo” per rincoglionirlo senza aver previsto la sua “calcolatrice” che potrebbe digitar loro in testa un cranio frantumato di studiati “calcoli… renali” a romper le reni.

Ah, mio padre che offrì generosamente la sua cortesia per regalar gioie ai poi vili delinquenti bravi a nasconder le refurtive d’altri balletti oratori e puttane orali al lor “orto”. Che orchi.

Allora, evviva il clown che t’ha sorpreso… con le mani nel sacco, “indossa” una pettinatura “cotonata” fuori moda e “fiera” d’anacronismo senza i Chrono deprimenti di tal vostro “cerebral” diagnosticare, masticando “illesi” e soprattutto illusi che il lupo, ammutolito, non sarebbe riscoccato in totale, possente forza distruttrice a chi sconfinò da cacciatore selvatico e, di barbarie, ne spel(l)ò l’anima, con colpi secchi e s-t-ud-iate “arti della guerra”. Dei “vincenti” già strangolati nel morto, brindando ad anni che sian augurio d’altra amarezza da ledere e scalfire con più “scafato fottuto genio stratega” che ficca nell’ano. Che schifo(si)!

Attenti, attenti!

Il comandante Che Guevara non tollera altri soprusi e lesto busserà alla porta degli impostori “condendoli” della detonazione “impuntata” nel loro bianco nerissimo.

Orsù, warriors, non permettiamo più a tali stronzi le frodi e affondiamoli!
Vendichiamo il sangue di stesso Taglione! Fuori i fucili dell’aguzza ripicca. Oh sì, impicchiamoli!
Ed eleviamo questi film paciniani a bandiera che non s’arrende.

1) Quel pomeriggio di un giorno da cani: Pacino da affissione in ottima compagnia. Voto 3,5.

Troppo poco, 6 stellette e una nel petto dello stronzo!

2) … E giustizia per tutti: Arthur Kirkland è un onesto avvocato di Baltimora. Giovane e intraprendente, tenta invano di fare pulizia tra giudici corrotti del Maryland. È un film di attori. Al Pacino recita con il piede sull’acceleratore senza mai perdere il controllo del personaggio. Voto 2,5.

Che cazzo di voto di merda è mai questo?

5 stelle e una tolta allo stupratore da lavare di torta in faccia!

3) People I Know: un dramma urbano sugli intrighi criminali che s’intrecciano a quelli politici, entrambi basati sulle relazioni pubbliche, le conoscenze, il denaro. Film desolato e disperato, incentrato sul personaggio di un fallito, raccontato con il ritmo e le cadenze degli effetti di una pastiglia di ecstasy, è illuminato dalla presenza, breve ma che lascia il segno, di una K. Basinger crepuscolare, intensa, bellissima, unico personaggio della storia fuori dalle brutture di un mondo cinico e corrotto. Voto 3.

Sì, bello ma non giusto.

4) Scent of a Woman: due pezzi di bravura: la folle corsa su una Ferrari rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande A. Pacino (efficacemente doppiato da G. Giannini) danza con una giovane sconosciuta. Ebbe l’Oscar. Voto 2,5.

Sì, zuccheroso ma la sparata finale vale 10 stellone!

5) Donnie Brasco: l’epilogo è di una malinconia struggente, ma anche uno dei più lucidi dell’ultimo Cinema americano: entrambi i personaggi sono strumenti e vittime delle istituzioni cui appartengono. Straordinario Pacino, ottimamente doppiato ancora una volta da Giancarlo Giannini; Depp (con la voce di Riccardo Rossi) si conferma a 33 anni come l’attore più duttile ed espressivo della sua generazione. Voto 4.

Sì, un capolavoro. Chi non ha apprezzato la sceneggiatura, più che Attanasio sarà attanagliato! Pollo è, meglio Paul!

6) Pacino sono io: un tizio anonimo, scambiato per Dustin Hoffman, s’incazza e tira fuori gli artigli. Sconvolti, i calunniatori finiscono sbattuti in tutti i manicomi! Voto inclassificabile per bomba!

Masterpiece!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Voglia di vincere (1985)

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