Batman non è Giorgio Pasotti

08 Feb

Ecco la mia intervista a “seScrivendo”, in merito alla presentazione della mia ultima opera letteraria. Munendomi di videocamera Sony, “sonnecchiandola” nel montaggio frusciante, “videodromizzando” nell’“etere” della televisione sintonizzata ai sogni, incubi e “incubatrice” al Babau Freddy Krueger, mito inossidabile dallo “sfregiato” Cuor angelico, cari sfigati, il sottoscritto vi narra di tal avventura, arcuato nell’arder chi non è poeta ed elevando la sua mistica a modello inarrivabile di sublime vetta e vita

Prefaction del “factotum”, odio le fiction, meglio l’azione in Lei per le “levitazioni” 

Fratelli della congrega, uniti in sacro raccoglimento, so che pregate, avviliti da vite avvitate e che, purtroppo, non si schiodano. Scordatevi delle vetuste “adultità”, stracolme di falsi valori ma solo argille di terracottissima che io plasmo, levigandola nella mia visione sensibile al tatto e alla giovialità, disinvolta mentre la massa s’involve e d’involtini s’ingozza. Con occhi strabuzzati, si “(de)concentrano” sulle rotonde forme “concentriche”, accerchian il gentil sesso per concupirne, ma sol di “Grazie, no prego” vengon freddamente serviti, sebben sian stati servili affinché, sfruttata, ne “usufruisse” per frutti rancidi dell’amor prostituito!

Applauso!

Io vi dico che il peggio è passato e il Futur è ancor da sgomitare se vorrete non più volare nelle “viole”. Rose offrite alle rosse di capelli ma spelacchiati non siete più lupi-volpini ma ora patetici che regalate diamanti e rubini per “rubarvela” in barba ai barboni, e altresì assetati col miraggio poco raggiante, solamente senza Sole assiderati.
“Asinate” fra ripicche e “sgattaiolate”, picconate il debole, anelando che s’impicchi in quanto non allineato a chi, spo(s)sato, d’a(g)nello prima si fidanzerà e poi non danza i balli d’una volta. Forse, fu un bullo, almeno c’era del burro(ne) da bovino fra le vigne.

Di mio, indosso pantaloni vellutati di lino non sintetico, in quanto “prolisso” nel cavallo senza “stress”. Sono un boxerche non “lo” strozza ma, frizzante, è rizzo nell’effervescenza senza diagnosi scientifiche però a “sentirla” per di più con sentimento e mente, poiché non mento a nessuna ed ella è “centomila” nelle mie mille miglia-mitragliatore-gladiatorio, torello ancor prima del mio verginello. Sì, ancelle, son l’arrotino per lo “sfilatino” e poi mi defilo pur “seg-n-ando”.

Eh già, son secante e croccante come la pizzetta nei pizzetti, intesi sia come barbina “tessile” e anche come calze per le quali, assiduo, le “assillo” negli amplessi come agli asili nel suo nido “infantile” eppur fantina per me “furfantone”. No, un fatto come voi, io le faccio.
E combino per le feste.

Ella si snoda, “non fa una piega” e io, di grinze, grintosissimo, arrossisco per alt(e)re “paonazze” amanti puma nel piumone di limoni e “noce di cocco” scimmiesca ché tanto piace alle donne quando abbina il petto glabro all’orgasmo “villoso”.

Coitus interruptus con tanto di mio rutto non “pubblicitario” alle puberali che adorano il “pupine”, anche i pompini


La questione “Giorgio Pasotti” della nostra “bella” society italiota

Prefazione con tanto di sberleffo e anche “sberle” alle belline. Si sa, la “bona” cerca il bue, meglio se pettinato su “espressività” da cotone idrofilo al finissimo d’ovattare per i suoi ovuli in ebollizione, da ragazzetta in calore in cerca di cazzetti formato “(ro)manzetto” della romanticheria “Harmony” nel Cremonini

Perché non si può essere schietti? Dovrei forse infiacchirmi e sfacchinare, “assottigliando” le mie sottili provocazioni per aderire a una “socialità” che ripudio di pu(e)r(il) stile con tanto di postille lilla e pastiglie a sedare i “sederoni?”. Son “fiacco”, batto la mia fiaschetta e, ubriaco, son fradicio solo di fischiettare. No, con (ig)nobile “Me ne fotto”, porto avanti la mia guerra, che sembrerà sfigata alle fighelle e a coloro i quali, di pompini, “la” spomperanno, recandosi assieme a codesta trattoria, “Troie nel marpione come il Trota”, situata nei (ci)pressi di un’altra tavola “calda” ancor più da me infamata, ma per costoro, invece, circolo “famosissimo” quanto di “fame sessuale” ubicato in via Prosciutto n. 6 sei una formaggina.

Vengo “zuccherato” da una bischera, come direbbero in Toscana. Sì, un’aspirante attrice (credo, a “vederla” miscredente anche così “brillantona”, che aspiri “altri” da i-n-spirare…), di nome Marianna, mi lancia segnali di “sete” alquanto ambigui, facilmente (eh sì, è una “facilona”) ascrivibili alla teoria “femminista” da me ribattezzata (già, son quasi tutte delle battone “benedette”) “Mangia come parli ma, data che la tua bocca è sempre piena di datteri, sputa e basta, puttana”.

Costei tiene a precisare nella sua “Descrizione” che è “Donna” con la D di Domossola. Infatti, la sua “ruota della fortuna” saluta il Bongiorno ogni dì, poiché, notturni, lì tutti le “entrano” in men che non si dica.

Mi “sbertuccia” e io sto al “giogo”, scimmiottando il figlio di Adriano Celentano, nel Bingo Bongo su segni particolaribellissimo”. Sì, son un Uomo che mugugna peloso con lei, l’Ornella Muti di turno (e di torchio) che prova a zittirmi, nel tentativo “castigante” della sua “castità” urlatrice da “leonessa” fra le “barre” di cioccolatino. Una gattina con gli “artigli” che divora “uomini “alla Kit Kat, famosa marca del suo “marchio” di fabbrica. Qui, Wily Wonka non c’“entra”.
Be’, dinanzi a queste mentecatte che “belano”, divento Gene Wilder, versione non guardarmi: non ti sento.
E anche Johnny Depp di Blow.
Più che esserle potente, privilegio la mia onnipotenza e, più che farmela, preferisco il mio percorso di “disfatta”. Voglio garantirmi la privacy della mia anima e non “condividerlo” nello sgranchirla-sgranocchiarla. Tal “gnocchetta” solo me lo taglierebbe fra porcini sulle tagliatelle e il suo intimo privé a “privarmelo” subito. Sì, una così prima ti sprona poi ti rende un “provato”.

Meglio la mia proprietà privata. Nel mio giardino, coltivato di rose fresche, spingo sulle mie spine e queste qui le respingerò all’interno dell’erbaccia. Col mio pesticida su pestaggi alla Bob De Niro goodfella. A queste femminucce, appaio come un insetto-lombrico. Sì, penetro solo nei buchi del bucolico mentre i suoi ragazzi, da tanti cazzotti, si “bucano” appassionatamente di siringhe, mai “stringate” ma a “strangolarle” da golosoni eroinomani sulla ninfomane “erotica”, con tanto di meringa “esplosiva” del motto “Fica con la vaniglia”.

Marianna è una fan (se ne “affannerebbe”) di Giorgio Pasotti. Pasotti, l’ideale “dolce” d’ogni donnettta “coccolante” e “seducente” di collants per “ingollarselo”.

– Davvero ti piace Giorgio? Come fa a piacerti un idiota del genere?
– Ah ah (risatina “retorica” che sta a significare “Sei un coglionazzo”).
– Perché ridacchi?
– Ah ah (doppia “dose” di presa per il culo dall’implicito messaggino “Ci sei e non mi farai”).
– Guarda che Giorgio è il peggio della recitazione. Fra l’altro, potresti trovarlo e in-troie-ttartelo, quando s’assenta dal “lavoro” alla bettola più “ciabattaia” di Bolzano, “Il bergamasco è gran maschio che allude per la lupacchiotta”.
– Ah sai, eh eh. Giorgio è volgare, si presenta male, ha la panza, è grasso, e aggiungerei anche nano e calvo. Ah ah, Stefano mio!
– D’uno come Giorgio, non so come tu (s)possa “fartene”.
– Vaffanculo, pirla.

Silenzio “imbarazzante” di 3 secondi, pugno avventatissimo contro la sua faccia “a ventosa” e vetrata “sfondata”.

Il suo traumatologico è frattura(to). Affranta.

Ora, la questione è questa:

ciao, con me è impossibile andare d’accordo. Son un bellone che tende all’astrazione e disprezza i “bellissimi”, anche se sono accostabile a Keanu-Steve Reeves, in quanto similarmente “mascella muscolosa” solo di occhi per ancelle a cui poi lancio l’occhiata del “Guarda che non sono Donnie Brasco, bensì Lefty RuggieroPacino avvocatesco e diavolissimo nell’arrabbiata, sono insomma una mano senza la morta da cascamorto, ché incorruttibile, poiché Lucifero senza luccioline”.
Oggi, va di moda Pasotti. Possiede un sorrisetto, un ciuffino, forse un uccell’ che mi pare sul diminutivo, da effeminare di vezzeggiativi “Bonazzo, ecco, ti sbatto la Lavazza”.
Sì, di mio sono fuori dalle competizioni. Guido un treno che de-raglia, asciuga i binari nella tormenta, succhiando le rotaie mentre canto “Aria era donna d’oro, adesso è matronissima, evviva il mio maccherone!”.

Di s-contro, sono insopportabile. Uso calzini arancioni a mo’ di faccia camuffata nella Pippi lunghe” e non le “pilucco”. Son ragazze discole che ascoltano i dischi di Massimo Giletti. Ah, non lo sai? Massimuccio, prima di fare il marpione, era romantico cantante che partorìva “hit” celebrissime come il suo “must” da “mastino”: “Ove la cicogna va, lasciala mettere il becchino”, canzone di “DO””minore a quelle che ingravidava col suo volto da cadavere ambulante.

Ora, Marianna fa rima con panna. E i capelli tuoi neri si sposerebbero col colore dell’acme d’ogni virilità congiunta e untissima? No, guarda che gli imbianchini son uomini di grande pennello.

In poche parole, l’Italia è un “paese” di “artisti, poeti e navigatori”. Sì, tali e quali a Marco Polo in canottiera che guida una Wolkswagen. Insomma, scattano delle Polaroid ma son di polistirolo.

– Dai Marianna, non pensi che Depp Johnny sia un tantino più spiccato come attore? Si può esser belli conservando un talento straordinario.
– Johnny Depp, diciamo, è indubbiamente un mostro sacro ma ha una psicologia troppo femminile per i miei gusti.
– Diciamo soprattutto che è meno “manipolabile”.
– Che vorresti dire?
– Ho detto tutto. Scaricati le canzoncine e scalpita scalza, accaldati anche se vuoi, da me riceverai solo un “calzone” Mexico, ripieno di piccante senza salame affumicato.
Ora, togliti dalle palle, se no ti (s)monto.

Annotazione a piè di pagina

Ora, son un po’ incazzato ma non troppo. Quelli di Albatros m’avevan lasciato il promemoria, come da mio “proclama” dell’“evento”, con su scritto “Ore 19, in punto”. Avevo selezionato l’orario della REC sul decoder una decina di minuti prima che “partisse/i”, della serie “Non si sa mai, non è che la trasmetteranno domani?”. Infatti, uh uh, fumacchio una sigaretta scacciapensieri e, come un “napulitano” da “Che Dio me l’abbia fatta venir bona”, accendo la tele e il programma era già ampiamente iniziato. Floris, il presentatore, sta dando “i consigli per gli acquisti” alla Costanzo, io temo che la mia intervista sia già (oltre)passata. Come accade per i programmi locali, appare solo uno stacchetto con musichetta, quindi immediato, istantaneo primo piano su Floris e, “in basso con sovrana.espressione”, la mia opera che “campeggia” di copertina-miniatura. Mi lancio sul divano, afferro il telecomando, “pastrocchio” col pollice imbranato su anulare.mignolo, poi spingo precipitosamente su “Ok, cazzo alla svelta, registra, spingi”. Ho perso una decina di secondi. Superflui, anche perché non ero stato ancora inquadrato. Il resto è (s)venuto. Ora, per ragioni “contrattuali”, non posso diffondere la registrazione della messa in onda. Ma il Falotico ne sa una più del Diavolo. Munito di videocamera Sony, filmai proprio “videodrome”  conzoomate sul catodico e modifiche (tras)colorate “all’interno a penetrarla docilmente”, caricherò/ai il video oculatamente (mal) “trattato e lo inserirò/ii nel mio canale su (inter)zona “Nascosto”. Dando poi il link, “hide & seek” solo ai miei amici, di cui naturalmente tu fai parte in primissima linea. Ecco, è stata la prima volta, dopo molti “autoesili” nonostante i miei “castelli”, ammettiamolo, che mi son cimentato dinanzi a delle videocamere, dirimpetto a “navigati” e a una perturbante “tavola rotonda” zeppa e condita, reconditissima, dei colleghi smaniosi a “perquisirmi” dentro l’anima affinché inceppassi. Trascurando qualche incertezza e un finale ove, sinceramente, ho un po” “arrangiato”, direi che posso promuovermi.

Riflessione conciliata sebben non concederà tregua a chi non concesse, essendo lor dei cessi, il mio dono a “donarglielo” con tanto che ragliassero pure

Penso mentre altra gente è in pena, non solo per me. Ah, dipendono dal cavo e non ne cavano neanche un “cavarsela”. Ma par che “scopano” (di scopino?) anche si son già scavati la fossa.

Medito sulle mie dita, mi stiro, infatti sono l’acciaio Inox Iron Man, vado in cucina, le vostre uova son cotte come le uve che volete ma sol violenti vi violentate di fritte patatin patonzone stronze.

Penso a me preso nel mezzo, alla necessità e agli inganni, anche ai cannelloni fumanti, e son un fiume in piena d’acqua Ferrarelle nel mio ferr(e)o non transigere poiché esigo.
Esigo il Ferrero e la Ferrari, inveisco contro chi, ottuso, lese e oppresse le coscienze senz’ancor prima che esse assaporassero (chi insaponate voi?) esperienza a gustar le proprie anime, e ordino che vengan espropriati d’ogni “mal” di Dio, rabboniti e deportati al porto “Scaricati”, che si trova nelle vicinanze di viale “Vai via in modo fluvial-dementon”.

Ora, io, non perdono e giammai mi perdonaste.
Sono clementissimo e gioco col Clementoni.

Oggi sono Schindler, salvo gli ebrei dal nazismo del capitalismo e decapiterò chi di me finse di non voler capire, perseverando nella sua linea dura quanto da me ammorbidita.

Rassegnate le dimissioni, sono uno springsteeniano a cui una donnaccia strafottente diede del fetente di “patenti”, e invece è oggi (s)fottuta d’allegria come la mia rinnovata, e come volevasi dimostrare, vigoria.

Sì, me la tirerò, posso permettermele. Io (le) s-premo.

– Prego, entri.
– Dove?
– Dove vuoi.
– Posso?
– Sei un vorrei?
– No, ti voglio, volli, volli, fortissimamente fu in me un volo.

La volontà fa miracoli, per carità, la crudeltà io trasformo in bontà.

Fine, alla prossima.

Salutatemi.

Spare parts and broken hearts!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Strade di fuoco (1984)
  2. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  3. Taxi Driver (1976)

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