Sharon Stone from Cannes, goddess

22 May

 Bionda gola che mi godette!

La giovinezza dello Sguardo si perpetua a Cannes di suprema, divina Sharon Stone, adamantina in blu vestirsi d’aura ancora istintiva e primordiale erotismo rosso della torreggiantissima, basica biondezza

Aforisma sacrosanto: qualsivoglia giovane che, al di sotto dei trent’anni, non s’è mai recato a un Festival, senz’ombra di dubbio è un idiota e non gustò mai la femmina!

Posso sottoscriverlo previo querele da chi non s’è fottuto il panorama delle emozioni cinefile ma, di solforici pettegolezzi, esonda iroso nello squallore quotidiano, afflitto com’è dal caso “umano” della sua miserabilità a inseguir corna, gelosie, ripicche, ricatti manichei e un sen(s)o inoppugnabile di tremenda amarezza, schiantata dal mio Cuor aperto ma fragoroso nel rimpiangere che costui è la bassezza personificata, adorator solo della “figa” e di qualche raggranellar il suo grumo di fameliche, quotidiane irritazioni da parassita non costruttivo e nemmeno “erettivo”

Ieri, Sharon Stone, Donna eternamente “trapezista” nell’irretirla-ah dentro… il  “cunicolo” ardente d’ormoni miei combacianti di assoluta venerazione, sfilò in “passerella”, nel “Monte” elevato a mio adorarla.

Il suo seno, liscio, ancora sodo come quando, “esecrabile”, lo divorai “fantasioso”, spellandomi nell’assaggiar i tocchi dei suoi tacchi. Nera cupidigia, affilata di magrezza maturissima, un turbinio (sotto)marino di calore emanato a carnagione eburnea del peccaminoso in Lei incarnato.

Salirei su quelle scale per adocchiarla… più da vicino sotto la gonna, sugli “strascichi” per invitarla a un chiosco della Costa Azzurra, e goderle la “granita” refrigerante a mio eccitato nel tramonto “calante” e di nostro sbavare d’avidamente soffiarci come la brezza “sobria” nell’alzar la sfrontata impudicizia, già (s)velata, e “gelidamente” m’avvolgerà in una cannuccia delle sue “serpentine”, succhiando Lei il ghiaccio del punteruolo-basic instinct e io scrutando fra le invisibili mutandine quand’accavalla e ammicca nello sbuffare i voyeur indiscreti all’ indomito “ferirla” ancor prima di “permearci”.

Pioggia di liquori, piccante e allusiva ti siedi sulle mie gambe. Poi, leccandomi le orecchie, t’allontani scattante, già in me toro scatenato per pugilistiche e “sanguigne” botte… da Casino, nell’attesa plateale di quando il gong assesterà l’ultimo colpo alla tua femme fatale. Perderò ai punti, di sutura e di sudore, ché mi macellerai, schienandomi al tappeto sulla mia disossata patta… Veniamo a un patto. Scopami ancora! E vincerai. Sì, voglio perdermi in te, Sharon.
Sì, cowgirl  sussultante e spronata dal mio salivar di sliver.

In quest’albergo, albergò il Peccato, e tu ne sei gloriosa all’insinuarmi, mia libidinosa.

Ah, poi riprendo posto sulla poltroncina e, da micia, mi lanci un “Ciao”.

Io e te sappiamo la verità. La verità fu una Notte d’intime cavità.

Adesso, ritornata fra le star, mi disdegni e mi urli un “Cavati dalle palle con classe!”.
Perché sei una Donna mascolina a letto, anche se il tuo “muscolo” lo sai e infatti salì…

Non ci sto, e stronza mi rifai da capo a piedi.

Firmato Stefano Falotico

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