Colin Farrell, il ferro da (s)tiro

08 Nov

Winter’s Tale con Colin Farrell, trailer stupendo, manca però la filosofia di Frankenstein Junior, cioè Peter “Mago” Boyle, il wizard of lies a Travis…

 

Bombardamento di trailer, la stagione “invernale” è arrivata: da Winter’s Tale con un Farrell “stupendo” al reboot di Robocop, buona Coop di addobbi per tutti…

Copriti col cappotto, lascia stare i gobbi, vai al CUP e sempre evviva Francis Ford Coppola, uno che magna e non gira più un cazzo di nulla!

Sono Colin Farrell di Winter’s Tale, buon mantello da lupo non mente, io impersono il miracolo vivente, salvo Martin Scorsese e anche Henry Hill diGoodfellas

Guardo il trailer di Winter’s Tale, sto male, soffro di colite per Colin. Quest’uomo buffo, beffardo, “capriccioso” di sopracciglia ispide, dai capelli corvini in bianca, lattiginosa pelle d’un visino stronzone come pochi, che sfida Russell Crowe cicatrizzandolo, ma è (in)deciso fra la rossa e Jennifer Connelly e preferisce scoparsi il Passato di nostalgia, questo Farrell fanatico, alla Falotico, che gigioneggia di carisma, che è vanità “incorporata”, che in alcuni momenti ibridi fra l’ira e il nervosismo…emula Al Pacino, che “scoreggia” d’una recitazione tutta sua, non sai se è bravo o fa lo scemo apposta per guadagnare nei minuti del finale in cui va da Dio su espressione commovente, sorseggiante iridi magnetiche e statua maestosa dei pettorali “forestali”, ché conosce il potere “nascosto” del “colpo” maestro su cavallo di jeansstrappa(n)ti.
Colin è il figlio di puttana per antonomasia. Ieri, fu il suo onomastico, sì, “San” Culone del suo ferro. Non è mai arrugginito, ruggisce, Colin sbraca, di sperma macchia eppur la sua filmografia accresce d’anno in “ani”, fra una nerona modella spompinante di nome Nicole Narain, Jolie Angelina nell’intermezzo prima del Pitt Brad, altre bottarelle di qua e di là, compresa Britney Spears, tanto per “spassarselo” nel pop da zoccolaina però di discreto “appiopparglielo” nel di lei “microfonino”. Stallone di zoccolo da razza cagna. Già, Britney ce l’ha piccola, è invece Farrell profumato al phon e amplificatore fra concerti per mandriani come in Crazy Heart, lo spettatore sconcertato d’alcune sue smorfie sul deficiente andato appunto a puttane nel rodeo, stronzate varie, film d’autore, apparizioni che lasciano il “segno”, un portamento degno d’un principe quando non gl’inquadrano il naso bugiardo, quindi di (fondo)schiena a più (ri)prese per il culo, poltroncine adoranti il Colin, grande amante e Don Giovanni cascamorto di fascino alla mortadella e un’indubbia presenza scenica da (im)battibile. Lui domina i giochi, sta sopra e voi lo dovete prendere.
Che c’entra Scorsese? C’entra. Gli sto dedicando un saggio. Io e Colin “assaggiamo” fra una che massaggia e tu che c’urli “Mannaggia, v’ammazzo!”. Invece, non ammazzerai proprio un cazzo. Noi li moltiplichiamo. Non c’è due senza tre, quanti sono? Impara prima a stare a posto… poi estrai quello che ti sodomizza.

Siamo bravi ragazzi!

Da quando mi trasformai in Rococop, la mia “sfiga” fu un “rifacimento”, insomma: volevo solo una vita normale ma gli asini mi resero un Isaac Asimov, un “insaccato” più che altro…? No, grazie, mi basta il “salame”

Nella mia vita, ne ho viste di tutti i colori, alcune di primo pelo, altre bagasce e basta.
Più passa il Tempo e più accuso acciacchi e non esco di casa se non a fasi alterne, dicasi anche stadi umorali del cattivo temporale. Eh già, quando “piove”, bisogna proteggersi dalle intemperie, dette anche le ragazze che succhiano il frutto “stagionato” dell’amore.
Ragazze umide, sempre in calore.
Donne di enorme carrozzeria ma non meritano il mio Principe. Devo ancora trovare una Cenerentola a cui regalare un calcio in culo. Per ora, m’accontento dei culi. A volte va, altre non “entra” e mi ci vuole il sessuologo. Egli studia con “cura” la proboscide ed aspira quel che, fra le cosce, fa male anche alla mia anca.  Un veterinario di vertebre. Eh sì, sono invecchiato. Un Tempo ero uno che lo faceva… camminare dritto in tutti i buchi, un lupo da fruttine di bosco, adesso inciampo in tante buche, da cui il detto non tutte le ciambelle riescono col bello. Sì, alcune sono troppo zuccherose, provocano il diabete, la gastrite, il basso ventre vomitante e mi devo recar in bagno a (non) cagarle di “sciacquone”. Nei cessi, la sveltina è una merda come te. Sei arrivato a quaranta d’anagrafe e neanche un ano da giraffa. Nessun bidet ma molto tè, piglialo nell’autoerotismo con aplomb inglese. Dai, mio plof, ti offro qualche caraffa e Raffaella Carrà. Vedrai poi come più del tutto non t’andrà.
Se vuoi l’idraulica pompa, al “pompelmo” tua moglie fa il meccanico nella tua Arancia kubrickiana da chi non ha capito un cazzo, e neanche quella, in tal Mondo di prese per il cubo di Rubik. Apri il rubinetto e pulisciti le mani onanistiche da sporchi fazzoletti.
Sono questo.
Vado accettato così.
Insomma, sono “grande e grosso”. Un robot di “botte”.
Non è Estate, non è Tempo di grandinate, ma di granita a un’altra “pepita”.
Che c’entra Peter Boyle? Il tassista non è un docente di niente, ma docet. Si doccia? Sì, è pulito seppur si sporca nelle strade, è docile nonostante un aspetto da omone. Non è omofobo, è tranquillo.
Travis è dubbioso, disperato, angosciato e si affida alle “mani” robuste di Peter. Consiglio “utilissimo” il suo, da utilitaria. Prendere la vita per il lavoro che si è. C’è chi fa l’avvocato, chi muore, chi nasce, chi non cresce, c’è Peter Pan, c’è Iris (sul digitale terrestre di Berlusconi), c’è Sport ché bisogna farlo altrimenti s’ingrassa, c’è Facebook per lo sfogo quotidiano dei lamentosi con brufoli a 50 anni, c’è la culona del canale “Colin, curami dalla cellulite, ingollandomelo di magro e crudo”, c’è chi si butta dal ponte e chi si ripara quello gengivale, buttando soldi per una dentiera che non serve ormai che non si limona più, c’è chi puzza d’alito e a chi gli puzza sotto il naso, chi guarda un porno con la moglie che applaude contenta, beati loro e felici tutti, c’è chi scommette sulle partite di Calcio ma riceve solo calci nelle palle con libretto di “giustificazioni” e il direttore che lo libera a un’allibratrice libellula, chi se la beve e chi se la gode, chi tromba e chi è Rambo, due più due quanto fa se quattro assi non sempre vincono?

Sì, Colin. Fidati. La vita è così. Come te. Una faccia da culo.
Ci sta, non sempre. Anche tu le devi prendere.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Paradiso perduto (1997)
  3. Storia d’inverno (2014)

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