La febbre di un attore

24 Jan

Siamo tutti attori da Oscar nel nostro palcoscenico: c’è chi preferisce un suo film a luci rosse, chi interpretare un ipocondriaco alla Woody Allen, io invece consegno i premi


Sì, io mi (ri)tiro di “cameo” che dà all’altro il designarlo e desino lontano dalla mondanità, in quanto festeggio con dei biscotti fatti in casa, ammirando le cosce delle attrici più “in gamba”.
Ieri sera, ad esempio, mi son connesso a Internet per “modularmelo” su una di reggicalze ma appena stetti per estrarre… dai calzoni… svenni. Mi risvegliai accalorato, stranamente di febbre da “cavallo”. Sì, son corso in bagno e ho vomitato, in quanto il Mercurio del termometro era sui 39 e mezzo di temperatura. Ancora questo maledetto virusinfluenzale che non ho debellato. Due settimane fa, mi colpì dall’oggi al domani. Pensavo a un normale raffreddore, invece mi schienò tremolante a letto con la borsa del ghiaccio e pelle sudata così come effetto sgelante della Tachipirina su Bisolvon al bisogno, vero mucolitico che talvolta sana anche le coliti. Sì, forse sarà una bronchite e m’è successa la ricaduta.
Ecco, credo che il mio set sia una malattia perenne, devastante, in cui sono obbligato a essere sempre sedato in mezzo a colpi nervosi altrui di tosse secca. Cioè gli stronzi mai tristi che felicemente si stordiscono e si credon chissà chi. Mai turbati dalla loro “estetica” repellente eppur per loro da insignirsi di onorificenze.
Ora, che senso ha tutto ciò? Non lo so, ma è un Teatro.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Bag Man (2013)
  2. Fuori orario (1985)
  3. Febbre da cavallo (1976)

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