Anche misantropo va bene

09 Feb

03514503Salve,

non ho alcuna pretesa di piacere, quindi, in modo (s)gradito e medie dita mie, gradirei che non “digradaste” tal mio giustamente strampalato post coi soliti fastidiosi, (in)utili “Mi piace”.

Sarebbe la solita vostra ruffianeria, sintomatica delle buffonate frivole per le quali tanto vivete ad “affanno” del sentirvi vivi, quando invero, e lo sapete benissimo, dalla nascita, per erronea concezione del vostro fet(id)o, siete morti. Assomigliate a quei bebè d’elefantesca mamma partoriti da essa, che spuntano dall’utero, sputati a gran velocità di “cagata” e vengon innaffiati da una “pozza-puzza” di sangue lercio, al che, per “svegliarvi”, dovete essere presi a calci e viv(r)ete di “bott(an)e” di culo per anima(lizza)rvi.

Questa tanta animosità mi rende onesto e cinico, obietto io, “abietto”, definendomi invece di g(i)usto, nel far la disamina e farvelo senza troppi complimenti di “sorca”, ché tanto sempre alle pizze, ai pizzicotti-buffet(ti), alle (ri)cotte, alle fighine, alle o(r)che e alle figone andate a (s)par(l)are, con pessima “pece” della mia anima ché il vostro così volervi apparire paciosi e “goduti” mi rende po(r)co in pace con tal società infame, affamata sempre di “pene” e (di)vino quando serve ubriacarsi di retorica a “bona” del mercato, perché svendete i pann(olin)i (s)porc(h)i in p(i)azze dai sen(s)i per il “grosso” e, di tal vivandare puttanesco, vivacchiate, (dis)illusi di non essere scoperchiati da me, colui che sta a capotavola e non intavolerà mai discussioni sterili e da “riempitivi” (f)aceti da cene dei cretini.

Il mio nome è Mis Antropo, ove “Mis” sta per M. Butterfly, essere ambiguo fra il mister, il misero, fare la miss(ionaria) e a sfottò delle vostre vite appar(isc)enti. Grande film è Mission!

“Antropo” invece sta per topo(s) da Tropico del vostro Cancro (a)sociale.

Topolin’ topolino evviva la “topa”, voi vi reggete, “caro” (reggi)mento di dementi guerrafondai, le “palle” in (at)tributi votati dalla vostra testicolare mentalità nazistoida da Full Metal Jacket.

Io sono il Colonnello di Per qualche dollaro in più e anche Totò alla Sean Penn di This Must be the Place ché, dirimpetto ai vostri pett(oral)i in f(u)ori da carta bianca, vi dovete, è un ordine imperativo, cari (impera)tori di Capri e del “cavolo” a vostre “merendine”, pulirvi il cul’, da cui appunto il popò ed è meglio la mia vita “pachidermica” da ippopotamo misantropo. Da topi, si vive come i ratti, “cari” da g(r)att(atin)e”, e da cani si ulula da lupi solitari ché fa eremitaggio di stile veemente, rabbioso come l’ira mia “fetente” davanti alle vostre squallide mir(r)e da deficienti.

Non son un re mago e dunque non v’incenso, come Zucchero Fornaciari, preferisco il mio acido sugar di stizzosa birra, ché siete sol dei bidoni da bile e “gioghi” al biliardo, sognate sempre le vite da milionari e ostentate l’oste dei vostri “(s)conti” in “b(r)anco”. Osteria da “numeri uno” ed evviva la “Formula” delle (automo)bili. “Ostrica”, che (g)nocca! Meglio il povero Cristo! Ordino due gnocchi di patate, un granchio, me le sgranchisco a scrocc(hi)are vostro.

Nessuno scontro, sono un pacifista a cui non d(ov)evi romper’ i coglioni, testa di cazzo.

Anche libero va bene, film sottovalutato del nostro Kim Rossi Stuart, un Vallanzasca “in erba” che non può esserlo perché, in fondo, non delinque pur avendone ben donde per far le “sparate”, dopo che gli rubaste l’anima con la vostra società di “rubacuori” tanto “gentiluomini” nelle leccatine, palpando nel “papparvelo” da pol(l)o delle finte libertà.

Sì, un libertino “cagone”, che non si caga nessuno, lo sfigato che a me fa fig(li)o di nessuno e tanto MI PIACE…

social inducono alla depressione, era istantaneo che le gelosie si scatenassero dopo le foto di qualche “perfettina” su Instagram. È magra di “vita”, sta bene con pochi 21 Grams…

Tutti esternano le loro (in)felicità da “Postalmarket”, per farsi le seghe nel “dir-dare” al prossimo che sono “felici”. Quelli che li guardano non sono felici, infatti, più infelici diventano, invidiando i felici che almeno appaiono così, oggi “fe(l)ci” azzurre perché di San Valentino (s)vengon… “appaiati-appagati” con uno che le paga e, in questo plagio generale, evviva il “caporale” ché son io, accusato di “stalking” poiché, dopo aver subito molti danni da gente di “ano”, ancor an(nu)almente ho inondato il loro “sito”, il loro “stato”, di commenti sproloquianti, di scarabocchi “indicibili” in cui, si fottessero in cul’ a mammata loro, non lesinai in “minacce” di mor(t)e”, inzaccherando poco da “zuccherino” le lor (s)fighe “dolci”.

Di mio, preferirò sempre bere un cappuccino, frate francescano con le stigmate poco stimate/o dalla società di “felici” trombatori, tutto d’un mozzafiato da lasciar di “sesso”, care facce da lessi-fessa di tua “sorella”, una che non fa… sì che la schiuma del fondo essicchi ma, orripilantemente, la “mescola” anche dopo che se l’è scol(at)o.

Ora, bambini, andate a scuola, voi, “felici”, continuate ad andar a (fan)culo, io vado ove vada come vuole e (non) volete che io voli, perché la mia libertà vi sta in quel posteriore.

Aff(l)iggetemi come posterino. “Posterino” sta per piccolo post(o) da (se)viziato Paperino.

Ora, oziate e viziatevi, di mio, odio Paperone, lo zio.

Meglio mangiare la pasta di zi(t)i.

Tutti zitti.

 

di Stefano Falotico

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