Richard Gere vs Robert De Niro, la sfida titanica fra due attori agli antipodi, anzi, antichi

15 Sep

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Partirò con una lunga premessa, sapendo che domenica non andrò a messa ma guarderò il Barcelona di Messi, che forse gioca Sabato. Ecco, in tempi quando il mio “arbusto”, veloce e dinamico, viaggiava alla velocità della luce, “sguaiato” e “iracondo”, molte donne, attratte dal mio “uomo” (in)consapevole di tale potenza erotica, che emanavo con vocativi del tipo Ehi tu, donna, vieni a me, fregandomene di essere preistorico nel corteggiamento, per circuirmi, sognando una futura trombata, a casa mia recapitavano fiori, nell’illusione che avessi potuto appunto, “a punta”, entrar furente nei lor for(n)i. Vennero disilluse e rimasero esterrefatte dinanzi al mio ascetico esser buddista della “miglior” specie, cioè quella di uno che non vuole né reincarnarsi né “incanalarsi” nella carne. Si consolarono con un guitto che promise loro mari e monti e le lasciò poi dallo psicanalista a rielaborare il lutto di un’amara scopata. Sì, io non credo né all’amore, né alle more, né tantomeno alle coppie. Oggi pomeriggio, dopo essermi sorbito un caffè davvero buono, “ammirai” una coppia di fidanzatini che passeggiava tranquilla poco distante dal bar. Sembravano contenti e, mano nella mano, si scambiavano effusioni con lui che sembrava uscito da un film degli anni cinquanta e lei “felice” che la prendesse per il culo. Penso che poi l’avrebbe anche presa in figa. Una coppia giovane che probabilmente si sposerà e divorzierà dopo essersi spossata coi pannolini. Meglio i tortellini alla panna, fidatevi, uomini di “fede”. Ah ah.

Io scherzo, sappiatelo, donne, quando non scherzerò più e schizzerò. I miei non sono discorsi di uno “schizzato” ma di uno che di voi si è scazzato. Ah ah.

Ma passiamo al Gere. Gere, dopo una carriera da “simbolo del sesso”, si sta riciclando in film pacati, amarognoli, dolciastri, in cui inappuntabile sfodera sempre il suo carisma caldo, recitando in sordina, non dando troppo nell’occhio e, senza far rumore, accumulando anche elogi per la sua attorialità adesso matura, da brizzolato con qualche ruga di troppo e la pancetta sempre in “self control” da chi, nonostante l’età, si mantiene bene. Insomma, un uomo che ancora “spinge” per le settantenni oramai in menopausa devastante ma anche per le racchie trentenni che, non riuscendo più a illudersi che potranno un giorno concupire Brad Pitt, immaginano d’incontrare l’attempato Richard a Manhattan per un ultimo bacio alla Muccino con un uomo che possa “capirle”, essendo Richard un lupo navigato che ne ha viste di cotte e di crude…

Nonostante tutto, nonostante io sia asessuato, Gere mi piace. Ha un non so che di uomo che usa il dopobarba in modo “liftato”. Non lo so, anche se spesso, ultimamente, ha fatto ruoli da barbone.

 

De Niro, invece, che lunedì inizierà le riprese di The Irishman, ha concesso un’intervista in cui spiega perché aiuterà Barbuda.

 

Che voglio dire? Non lo so. Ma Gere che fa lo psichiatra che cura tre poveri Cristi è qualcosa che mi lascia imbarazzato…

Perché essere normali quando si può essere Norman?

Avete notato che Gere coi capelli bianchi sembra un topo mentre De Niro, coi capelli tinti, sembra al top?

 

Insomma, Gere può parer bravo quando vi pare, ma De Niro è più scorsesiano. Diciamocela!

In buona sostanza, non sono Cindy Crawford, una che stette per an(n)i con Richard ma pare non abbia disprezzato che De Niro, negli anni novanta, le abbia dato una spintarella. Ah ah.

 

Una vera pretty woman. Come no!

 

Comunque, non dovete credere a tutte le stronzate che dico. Non fate le stronze.

 

di Stefano Falotico

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