Oggi pomeriggio, domani o al massimo venerdì sarà ufficialmente diffuso il trailer del nuovo Eastwood

13 Dec

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Eh sì, questo è ciò che abbiamo appreso, noi, cultori degli scoop. E il trailer durerà due minuti e 12 secondi. Insomma, oggi dovremmo rifarci gli occhi, noi, amanti della classicità, di cui l’esimio, incommensurabile Eastwood è maestro. Speriamo bene. Anche se tutto potrebbe slittare alla settimana prossima. Ma non disperiamo, noi, che di Eastwood siamo “prodighi” e ammiratori, e il cui fanatismo sconfina in urla alla Eli Wallach “cattivo”, amiamo il “monco” e ogni sua opera, da almeno quasi trent’anni a questa parte, è degna della nostra più scrupolosa attenzione. Issiamoci dunque nell’attesa più trepidante e “fervida” di spasmi perché questo film del “biondo” oggi canuto e scheletrico si preannuncia epocale. Eastwood, fregandosene delle regole, ha utilizzato qui, non nomi altisonanti di Hollywood, bensì proprio i tre eroi viventi della storia da lui raccontata, coloro i quali tal avventura sulla propria pelle vissero per davvero, per essere ancora più realista e mescolare la finzione ai macabri quanto spettacolari avvenimenti successi. Sarà un successo? Certo. Da tempo oramai i film di Eastwood, oltre a ottenere Oscar e riconoscimenti immensi dalla Critica, piacciono anche al grande pubblico perché il nostro signor venerando ed egregio sa mescere poesia e intrattenimento, è uno storyteller di scuola raffinatissima, uno sguardo impareggiabile che ama cambiar genere e traiettorie visive, rimanendo fedelissimo al suo inappuntabile stile. Molte scene son state girate nella nostra Venezia, fiore all’occhiello perché metropoli lagunare che sulle onde placide e poi burrascose nel vento dei sognatori veleggia, come Clint, uomo che oramai si avvicina alla novantina e prodigiosamente sa essere più energico, vitale e fresco di tanti giovani precocemente rimbambiti. Eastwood, un nome, una garanzia. Il film uscirà e Febbraio e non potrà rientrare nella corsa agli Oscar, ma Eastwood è già pieno di statuette e a lui importa solo aver firmato un’altra opera, ci auguriamo tutti, indimenticabile.

Adesso, vado a pranzare, e buoni maccheroni al sugo di olive verdi mi aspettano nel masticar la mia anima appetitosa, in questa giornata che si prospetta falotica come il mio cognome insegna al pari degli insegnamenti morali di Eastwood, uomo anche amorale, “fascista” comunista dalle ideologie ambigue eppur splendente in sue rughe suadenti.

 

di Stefano Falotico

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