A chi diverrà davvero mio amico stringerò la mano perché sarà riuscito in un’impresa impossibile

07 Jul

Monica+Bellucci+Dolce+Gabbana+Runway+Milan+LHRGlOJOZ_pl

L’amicizia vera, così come l’amore vero, sono due cose pressoché irraggiungibili.

Io ho sempre sognato, adesso posso confidarvelo, di essere Sailor di Cuore selvaggio e, in barba a ogni regola e a ogni bon ton, prender la mia bella e spupazzarla per le lande statunitensi, sulla musica on the road di Chris Isaak e il romanticismo di Elvis Presley.

Ma mi son accorto che questo rimarrà soltanto un bellissimo sogno, per quanto ipnotico e ammaliante.

Perché le donne, ahimè, non me ne vogliate, possiedono un’indole ben diversa dalla mia, ché sono irruento, veritiero, sensibilmente poetico nella sua accezione realistica. Non un raccontatore di panzane mielose che sbaciucchia ruffiano i culi muliebri per contentarsi di miseri amplessi zuccherosi. La mia anima è ardimentosa, vive indemoniata di conflitti spaventosi e superbamente poderosi, e non può accodarsi al gentil sesso che, per di più in questa società sempre più edonista, falsa e materialistica, privilegia gli amori plastificati, a me così odiosi. Ché alle donne di oggi interessa avere qualcuno a fianco a sé coi soldi, che rida tronfiamente, beandosi di chiunque, e sappia imporre la sua orrenda valenza dietro la maschera dell’altolocato stronzissimo.

Sì, sono sfiduciato da voi donne. Devo esservi sincero e non ho intenzione di cambiare atteggiamento fino a quando non crederete davvero alla parola amore senza osannarla in frivole chiacchiere da donnette che vogliono solo la cioccolata, la morigeratezza bugiardamente confortevole e altre amenità di sorta.

Che orrore risvegliarsi al mattino e farsi le coccoline, aspettando un’altra giornata di menzogne per tirare a campare, fra una canzonetta alla radio, lo smalto alle unghie, la palestra tonificante e semmai uno psicologo rassicurante che vi consola dalle inutili preoccupazioni quotidiane, dicendovi di prenderla a ridere e non dolervi, incitandovi al più vanesio divertimento vacuo e borghesemente idiota, puttanesco.

I maschi sono ancora più deludenti e, al tonare di questa mia affermazione, per par condicio ripristinata, voi donne potete esultare.

Sì, tutti si spacciano per amici. Ma non sono amici, sono opportunisti, ti sfruttano finché, in qualche maniera, gli torni comodo per qualcosa. Che sia anche far loro da tassista.

E poi scopri che sei sempre stato amante ermetico delle tue emozioni pudiche e riservate, discrete e non vivandate con allegrezza laida, per prenderti la patente di Cochise de I guerrieri della notte.

Ho detto tutto…

Oppure, peggio, per beccarti la patente di Chris Walken de Il cacciatore. Eh sì, quel ragazzo è tanto in gamba, ma è molto asociale, e alla prima ondata di vento cadrà come una pera cotta e impazzirà.

Bella roba, bella opinione che questi “amici” hanno sul tuo conto.

Questi falsi amici ti vogliono sorridente ma non perché si augurano la tua pura felicità, perché così si sentono a loro agio nell’invero aridissima lor anaffettiva concezione dell’amicizia, intesa come “star bene assieme”. Ma che significa? L’amico vero si vede nel momento del bisogno, non è un fantoccio da finte compagnie che ti dà sempre ragione e ti lecca il culo.

Ci sono poi quelli che ti devi abbassare al loro livello affinché ti possano elargire la loro “amicizia”. Allora, visto che vanno di moda i tamarri tatuaggi a sigillo carnale della propria sessualità volgarmente esposta, se tu non te ne fai uno, non sei più amico di questi qua. Che topi di fogna, ma piacciono alle tope.

E infine ci sono quelli “elettivi”. Sì, se siamo tutti nella stessa barca, siamo amici, se tu domani puoi permetterti la barca migliore, ti lascio affogare nella solitudine.

Perché si è amici che ne so, vi faccio un esempio, se il tuo amico è nella merda e anche tu lo sei, se si condividono i confidati, reciproci solipsismi imbecilli, se uno invece comincia a pensare con la sua testa e si dissocia dalla scemenze del mal comune mezzo gaudio, ecco che partono le invidie, inizia la bassezza del pettegolezzo più sfrenato, il gioco al massacro.

Dunque, sulla base di queste mie esternazioni molto lucide e dirette più dell’inevitabile culo marmoreo, insindacabilmente attizzante di Monica Bellucci, sul quale anche il Dalai Lama, idiot savant imbattibile, finalmente la finirebbe di contemplare gli uccelli plananti sui monti tibetani ma passerebbe subito alla pompante azione dell’uccello nell’ano, posso affermare con orgoglio che, non essendomi ancora venduto, chi vorrà essere mio amico leale dovrà farsi il culo. Tanto il suo culo non lo voglio, mi piace quello della Bellucci.

 

– Guarda che la Bellucci non è più quella di una volta.

– Meglio. Prima era una zoccola.

– Ma no, è stata sempre una donna di classe. Solo che adesso ha pure le occhiaie.

– E che ce frega delle occhiaie? Scusi, a lei interessano le occhiaie?

– No, non m’interessano neanche le oche.

– Bene, allora le stringo la mano. L’oca è mia.

 

Ah ah.

 

 

 

di Stefano Falotico

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