Francesco Alò, al volo, video-recensendo True Detective 3, ha beccato in “flagranza di reato” Ali che, dinanzi all’Ejogo, ha capito di essere un duro nero molto dotato

16 Jan

Alo true detective

 

Già, colpo di scena di Alò. Adesso pure le serie televisive che poi televisive non lo sono mica tanto. Visto che coinvolgono attori di risma hollywoodiani, della Hollywood più cool e hanno un grande impianto cinematografico. E poi, sfruttare l’onda della ritornata True Detective mania, non fa mai male, eh eh, per qualche visualizzazione in più. Mi piace Alò quando coglie al volo le sfumature espressive. Sì, la scena in cui il grande Ali, da non confondere con the greatest pugile di tutti i tempi, guarda con istantaneo desiderio quella passerona di Carmen Ejogo, va detto senza peli sulla lingua, Alò l’ha carpita al volo. Anzi, al volto. Anche io ho notato subito un’immedesimazione nel personaggio da parte di Mahershala, da me ribattezzato il maresciallo, molto, molto sentita. Un’incarnazione veramente carnale. Ho avvertito scattare la chimica vulcanica fra Ali e una Ejogo indubbiamente eccitata, già arrostita e presto rosolata, negli ormoni scombussolata dinanzi a questo pezzo di marcantonio nero come il carbone per ricevere “lezioni” scolastiche fuori dall’aula eppur nella dolce “aiuola” di tenera e romantica alcova, fatte, eccome se Ali se la farà, di ripetizioni sensualmente, diciamo così, eroticamente non tanto poetiche. Eh sì, la maestrina, dirimpetto al colosso Ali, fregandosene del dislivello culturale, anzi, forse affascinata proprio dalla discrepanza formativa tra la sua intellettuale colta e il poliziotto fascinosamente taciturno giammai riformato, è arrossita e Ali anche. Solo che è talmente nero che il suo imbarazzo paonazzo è stato impossibile notarlo. True Detective 3 è partita col botto, in tutti i sensi. Sì, ti dà una bella botta. Ah ah. Ali strepitoso, non fa rimpiangere McConaughey. Dorff? Lasciamo stare. Al solito, ha ottenuto la parte perché ben inserito nel sistema e ammanicato so io dove. Perché Stephen, fra una Pamela Anderson oramai alla frutta eppur dal voluttuoso seno di pesca oramai tanto ammuffito che non lo svendono neanche al mercato delle pere marce, quando lei e Stephen stavano assieme, fu capace di far affogare questo bel biondino nell’apnea della sua “Baywatch” molto bagnata, più che bagnina, mentre la pornostar Lela Star, altra “attrice da Oscar” con cui Stephen si rilassava nel suo “Somewhere”, dava “manforte” a imboccare questa specie d’attore con una faccia, appunto, da culo. Da primati, anzi, da primate.

Ma, sì, non è poi malvagio, Stephen. È uno sciupafemmine, tutto qui. Non sono mica invidioso. Tanto sciupafemmine che, secondo me, il suo viso fra qualche anno sarà talmente sciupato che dovrà tenerlo su con l’Attack. Ma starà su, comunque, qualcos’altro col Viagra. Fidatevi.

Sì, insomma, dopo la mezza ciofeca moscissima della seconda stagione, questa terza spinge, eccome se spinge. Sì, è la terza la taglia migliore. La giusta misura.

È ancora presto per dire se funzionerà fino alla fine o crollerà precoce. So solo che fra Alò, no scusate, Ali e la Ejogo ha funzionato di colpo di fulmine.

 

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