Posts Tagged ‘Alessia Marcuzzi’

Basta con questo femminismo, basta anche col maschilismo, evviva colui che dances with wolves


22 May

Balla coi lupi

THE HATEFUL EIGHT

THE HATEFUL EIGHT

Ora, io parlo con cognizione di causa e non voglio essere contraddetto né voglio che si dia troppo adito alle mie parole, che in quanto parole volteggiano soffici nel manto prelibato della volatilità. Sì, verba volantscripta manent, come disse un antico tribuzio. Sì, forse lo disse un tributo romano, o forse Caio Tito al senato romano. Sì, Tito era uomo che mai s’innamorò di qualche canarina come Titti, per sacramentare ciò. E il tribuzio chi è? Col termine tribuzio, nel dialetto calabro-lucano, si fa riferimento a una persona non certo aquilotta che si fa crescere il panzone. Come dire: ma tu dai retta a quel tribuzio? Ah ah.

Ecco, da tempo, posso confidarvelo, intrattengo un rapporto epistolare con una ragazza di nome Aurora. Aurora come lo è quella boreale, purpurea e pura come il mio bramarla in maniera dorata. Ma io l’adorai e lei invece mi odiò.

Perché son avvezzo a far discorsi di massima e lei non ha minimizzato il significato, anzi, il significante a sua detta reconditamente misogino, di un mio post che ha considerato “criminoso” nei confronti del gentil sesso. Quello in cui mi dichiaro persona non grata. Che potrete trovare nel mio geniuspop.com/blog o scorrendo i miei archivi.

Sì, son uomo flamboyant, e mi lascio prender la mano da onanismi… forse parossisticamente realistici e troppo schietti nel mio beatificare donne che ammanto di angelicità e invece si rivelano, al chiaror dei “falli”, no fatti, diabolicamente infingarde, malevole, sospettose, e son capaci di accusarti immondamente solo per aver calcato troppo…

Ah, quanto “calcai” in passato, ma ancor le donne considero care, sebbene tutto questo calcare mi faccia sol scalciare.

La mia autoironia spesso non vien capita e si creano casi laddove io vi dico vi è solo l’esuberanza sincera di un uomo che non ha bisogno di nascondersi per sostenere… che ama le donne anche quando fisicamente non le ama, non le tange, insomma non strappa lor il tanga. Perché non sono un ruffiano che, pur di averle, prende lezioni di Tango e per questa mia rudezza abrasiva, troppo discorsiva, vengo ricoperto di pusillanimi insulti. Ah ah. Non è ancor nata la donna che, a forza di suonarmele, possa impedir alla mia banana di gioir dei frutti dell’amore e dunque ridurmi come un Orango. Sì, mie scimmie, il primate che non detiene nessun primato se non menarselo dalla mattina alla sera, battendosele sul petto.

Io non sono sessista. E non sono maschilista. Le donne facili sono tali perché gli uomini laidi desiderano solo avere vi(t)a facile. E allora le irretiscono coi soldi, garantendo loro mari e monti, ma soprattutto ville in località esotiche. Oh sì, mie zotiche, molti uomini son ricchi fuori ma nell’anima son poco evoluti e possiamo sbatterli nel Mesozoico.

Sì, esotiche, che sono la categoria di opzioni effettuati su mancanza di standard negli elementi contrattuali. E dunque io sono esotico. Perché non firmo con le donne nessun contratto sulla base di quanto posso scoparle in proporzione al mio reddito.

Ah ah.

Odiatemi pure, ma io la dico tutta, sempre.

Donne, dove lo trovate uno che spara stronzate di classe sopraffina come le mie? Volete sposarvi al Presidente del Consiglio? Ma se non sa neanche far di conto.

E io non sono solo principe ma anche conte. Anche se forse andrò a far la caccia ai bisonti come Costner di Balla coi lupi. Uh, le lupe, infatti questa era romana. Terribile. Irriducibile!

 

 

Uomini. Siete uomini o non lo siete? Ah, siete indiani. Meglio. Altrimenti passerete tutta la vostra vita del cazzo a farvi sangue amaro.

Rimarrò scapolo ma nessuna mi farà lo scalpo.

Fidatevi. Adesso vado a cucinare lo stufato, perché codesta mi stufò e non la stantuffai.

Sì, son uomo tosto, e se mi va mi faccio pure un toast.

 

Lo so, in questo western che è la vita sembro il più coglione di tutti ma invece sono il più dritto, miei pazzi.

 

Dico, continuiamo così. Io aspetto la fine.

Io spero che questa mia lettera ti trovi in buona salute e in servizio. Io sto molto bene, anche se in realtà vorrei che ci fossero più ore in un giorno. Ci sono così tante cose da fare. I tempi cambiano con lentezza, ma con certezza, e sono le persone come te che cambieranno le cose. Le tue imprese militari sono un onore, non soltanto per te, ma parimenti per la tua razza. Sono molto fiero ogni volta che mi danno notizie di te. Abbiamo ancora di certo molta strada da fare, ma, mano nella mano, io so che arriveremo in fondo. Volevo solo che tu sapessi che sei nei miei pensieri, e spero che le nostre strade si ritroveranno, in futuro. Fino ad allora, io rimango tuo amico. La mia cara vecchia Mary mi chiama, quindi immagino che sia tempo di andare a dormire. I miei rispetti, Abramo Lincoln…

 

di Stefano Falotico

“Il mio West” non è la doccia di “Alessia” né i goal di Osvaldo della “Nazionale” oriunda, ma la mia onda anomala da “Snake Eyes” con lo snack su “Mars”


13 Oct
  1. Fottiti.

    2. Ama.

        3. Vaffanculo!

Sono il cacciatore di “taglie” nella mia midnight run “ruspante”

Italiani, alle prossime elezioni votate il Genius.
Essere “specialissimo” d’andatura “magniloquente” su umori traballanti, con risvegli roboanti e “colpi di fulmine” per le donne “durevoli” come l’igienica Tenderly, con un “sesso” che (pro)tese verso la castrazione fin ad “affilarlo” nello “sparo”, “cogliendole” ove “capitava”, “decapitato” del suo “capitan” da molti sparvieri e adesso “spaurito” perfino dalla sua faccia, irriconoscibile in mezzo alle cosce di “morbidezza” per le pelli sensibili di “assorbenza“.

Egli circumnaviga il globo, anche delle sue palle, “fucilando” di pallottole i “bimbetti”, infilando colpi secchi da “attaccante” nelle “terzine” della “schedina” vincente.
Infatti, fuori da ogni schema, non è etichettabile e potete acquistarlo al banco dei “pugni” accanto ai mosci “pelati”.

Volto guascone, scopatore impunibile, anche dei suoi “pavimenti”, leggiadro che (mai) lecca, “aspirapolvere” che se “lo” tirerà sempre fra le stiratrici, “ferro battente” che scalpita fra le vostre zoccole, naso che annusa e sputa in viso, cavallo purissimo che fa op(là) alla stangona dietro le “staccionate” da “tornito” stallone, rimesta e mai mesto nel torbido, mangiandosi la minestra delle vostre “riscaldate” che, in assenza del “padrone”, son puledre nel cowgirl.
Cari tonti, io mi gusto le vostre “rotondità”.
“Saltellando” dalla padella, della vostra scoreggia ai fagioli, alla brace del suo bacio col succhiotto nel “sughino”.
Sudando vado “inondando”.

Non sopporta il rumore delle stoviglie e “vettovaglierà” sempre contro gli asini che ragliano, aizzando e a(r)mando il loro “grilletto” nelle notti del sentiero selvaggio.

Pirlo è un pretendente allo Scudetto e pure al Pallone d'”oretto”, e il “romanista” Osvaldo insacca di “testa” da zotico.

Io, come Nic Cage di De Palma, prendo anche mia “Gugino” e l’arrostisco nel sacco “a pelo”.

A Pieraccioni porgo il mio culo, migliore della “bombastica” Marcuzza, e poi mi sciacquo col bagnoschiuma profumato nella noce di “cocco”.

Sono il Bounty, “killer” di tutte le “cioccolatesche”.

Amo John Ford, ma anche la F(i)esta alla Kinder, “merendina” dal retrogusto (ribaltabile nel “posteriore”) liquoroso ed invitante.
Non ho la Ferrari, e neppure l’omonima Isabella, e me ne “fotto”.

Una delle colazioni più amabili.

Qui non si rispettano i patti, gli incontri son truccati. Il mio amico non mantiene gli accordi, lo redarguisco d’ammonizione, alla prossima lo “espellerò” vivo.

Vado a vivere su Marte, perché Jessica Biel è una cavallona.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Omicidio in diretta (1998)
  2. Snack Bar Budapest (1988)
  3. Gangster, amore e… una Ferrari (1959)
  4. Atto di forza (1990)
  5. Il mio West (1998)
  6. Colazione da Tiffany (1961)
  7. Tender Mercies – Un tenero ringraziamento (1982)

Genius-Pop

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