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Amy Adams, amala in maniera american hustle, inganna e tracanni


02 Jan

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Cazzate del San Silvestro oramai andato e del primo Gennaio già di uno dei capolavori dell’anno, American Hustle: alla larga i detrattori inutili e ostinati e la tristezza sostituente la Bellezza, anche di Amy Adams

Prefazione “irriverente”, se volete passarla, basta “cliccare” al secondo grassetto, concernente il grande film di David O. Russell ma vi consiglio innanzitutto questa prima lettura rilassante, da godervela… e poi il film godibilissimo, basta con la “bile” e gli sfigati da circolo del biliardo. Perché, quando gioco da “baro”, metto in buca tutti, mettendolo nelle bocche delle donne come Jennifer Lawrence e quindi optando per il buchino di Adams Amy, donna dal pomo d’Adamo in Eva in scollature da “pomici di scopa”. Ah ah!

Resoconto di un ultimo dell’anno col “botto”: di come, pervaso da dubbi universali, “scoppiai” allo scoccar della Mezzanotte fatal’ e falotica, mentre gli altri avrebbero poi scopato e io scappai inchiappettandoli

Ieri, è stata una delle peggiori notti della mia vita, dunque della Storia.
Come ogni anno, nonostante agguerriti rivali, sono stato insignito a Central Park, durante il celebre rito del “New Year’s Eve”, del premio da ogni uomo “ambito”: La volpe dei 365 giorni, a eccezione del bisestile ché la gara si fa più dura di 24h, intese anche come “portaborse” sotto gli occhi e rompiballe dell’ultimo minuto nel romper le uova nel paniere del vincitore indiscutibile.
Prima della diretta mondiale da New York, il mio faccione è comparso sul grande schermo, con la banda di Little Italy a intonare assieme ai negri di Harlem un “Anche nel 2013, l’hai ficcato nel culo a tutti!”. Leitmotiv che ha fatto da countdown…
Poi, la festa partì scoppiettante in attesa delle ben auguranti nuove an(nu)ali scopate, petardi in mano a bambini storpi col rischio di perdere qualche altro arto, petomani “adulti” con la moglie adultera a sussurrar loro un “Potrebbero sentire” e i rispettivi cornuti a replicare “Tanto ti sentono scopare sempre di botte, bottana, ogni notte tranne quando ti bombo io”, Obama a far l’apparizione ecumenista da Casa Bianca lampeggiante intrecciata ai panorami del Cremlino con matriosche a luci rosse, una yakuza che succhiava di “saliva” la crema lavica alla liscia vodka di uno spazzino cazzuto della ex Jugoslavia, spazzolandosi i denti “bianchi” come il latte di “parzialmente scremata”, una sicula ad ammazzare un giornalista francese-sovietico giunto nell’Apple perché ricercato da Cosa Nostra, D’Alema in combutta con Christian De Sica a pigliar per il popò l’Italia, offrendo il ritratto cinepanettone della nostra “cultura”, la wrecking ball e le solite nevose balle delle riprese cartolinesche.
Al che, chiamai un’“interregionale” in mondovisione unificata della mia aerostatica stronzata cosmica da John Belushi, collegato di sola andata a fottervi ancora.
E, tramite il globalizzato, da ogni dove di “pollici opponibili” cliccabile Facebook, schiaffeggiai mezza umanità dietro profilo nascosto dell’attore dei Blues Brothers al motto “Evviva le botte, ti fotto da lontano, e non puoi rintracciarmi!”.
John è morto da più di 7 anni, non è perseguibile di nessun reato.
Alla gente, di questo mio scherzo storico fregò un cazzo, e iniziarono a “pavimentare” le strade di orgasmi alla stracciatella su stellette “dorate” e chiasso spaventoso da tromb(at)e multiple.
Rimasi così. Come una merda. Ma almeno non indosserò mai le mutande rosse.
Porterò sfiga. E così voglio.
Se quest’ultima non l’avete capita, sarete fra quelli che scopavano.
Insomma, il mio non interessa manco per il “calzino”. Ne ho due paia ma potrebbero essere anche a manca di “strappo” nella slogatura.
Ciao monco.
Ciao Mondo.
Hello, World, altra puttanata “moderna” e buonista.

American Hustle: verrà presto la mia recensione, calibrata e più “accademica”, per ora accontentavi di questo mio (non) poco exploit di gran verve…

… perché il cinefilo alla Falotico ama le inquadrature di classe e le cosce che il mio “incassano”. Sì, di secondo nome faccio “Donnaiolo”. Termine che troverete all’anagrafe al reparto “Questo qui ha un ano della Madonna, anche di Amy, una oltre tutte le possibili bone”…
… infatti sono un abbonato del Cinema di qualità e, se in un ottimo film compare un’Adams così, aggiungo al piacere della “visione”, il regalarle la “pelliccia” su collare “sadomaso” del mio “visone” nel suo culetto sodo, ammirante il cameo di De Niro e il “mio” in poltroncina non tanto calmo… eccitato.
Da st(r)appar applausi a scena aperta e “cerniera” sull’orlo del “Cazzo, veramente un film da pollice su e godimento assicurato”.
Il primo film da osannare, servito di 1 Gennaio cinematograficamente ben augurante tutto l’anno, per prossime, si spera, visioni d’altri film notevoli, è American Hustle.
Film che in America è andato fortissimo, tanto da totalizzare una conturbante media di 94% su “Rotten Tomatoes” e contendente number one, appunto, degli Oscar alle porte.
Qui in Italia, come al solito, s’è già scatenata la faida del contenzioso nel dilemma David O. Russell. Fra detrattori schierati, indefessamente, a spezzargli le gambe e chi comincia ad apprezzarlo sempre di più, fra cui il sottoscritto, sostenitore di già due capolavori alle spalle, The Fighter e Il lato positivo.
Oggi, in tempi confusi, si scambia il riscatto con buonismo. Insomma, se nel 1976 Rocky vinceva come miglior pellicola, adesso pare che bisogna essere sempre testardamente cinici anche quando non è il caso. E sparare a zero per il gusto di “stroncare”. Argomentando in tal difesa, a mio avviso indifendibile, su qualsiasi opera che non sia sarcastica, bastarda e “vera” secondo i canoni alquanto sgradevoli del nuovo barbarismo “Distruggo per il piacere di farmi del male”. Un masochismo sciocco e controproducente, che non porta da nessuna parte, se non a peggiorare il Cinema e prendere Don Jon per un film da 8 in pagella quando io invece gli assegno un calcio nel deretano. Secco. Senza revisionismi ma gargarismi.
Sapete che, ultimamente, io e il Mereghetti siamo in disaccordo su molti film recenti.
Le sue due stellette a Cosmopolis, ripeto, può prendersele e mettersele a brodo.
Tanto, farà come per Crash. Nel dizionario del 1995, gli assegnò lo stesso voto da deficiente. Poi, si “rivide”, e lo revisionò in 3 stellette. Crash ne merita quattro pienissime, ma è meglio di nulla, Paolo. Ti perdono.
In tal circostanza, invece, ti sei dimostrato obiettivo e davvero serio.
Per la tua videorecensione sul “Corriere…”, ti sei sperticato in lodi, definendo il film di O. Russell un’opera imperdibile, tanto da dire testualmente… “Se O. Russell, in passato, mi destò non poche perplessità, stavolta mi ha convinto”.
Concluderei così.
Oggi, ogni imbecille, che avrà visto al massimo il wertmulleriamo “film” Tre studentesse al liceo James Deen, pornostar del cazzo ma fortunata tanto da lavorare con Paul Schrader, sono andate a vedere il metacinema di Renato Pozzetto, cacciando delle puzzette fra una pizzetta, un popcorn, un pompino al fidanzatino seduto loro vicino vicino di paperissime qual sono, e un panzone puzzolente con una moglie troiona, prende le palle al balzo dell’improvvisarsi critico e stronca a iosa e partito… preso, come da tal mio teorema:
Secondo il Mereghetti, invece, stavolta O. Russell sarebbe da tre stellette e io condivido appieno perché è un grande film. Questo “detrattorismo”, neologismo falotichesco di oggi, accanente contro il signor David, mi pare un tantino impertinente. Ora, che non sia un mezzo genio, come la Critica americana vorrebbe farci credere, è assodato. Ma che, di contro, lo si attacchi anche quando gira indubbiamente molto bene, è una moda altrettanto erronea e alla base minata da pregiudizi inutili. La stessa cosa che succede con la Politica. Quando si prende di mira un politico, appunto, che semmai in passato ha sbagliato ed è stato lodato da un pubblico di elettori ingenui, e si continua a bersagliarlo perfino quando azzecca le mosse.
Con questa mia, vi lascio a non capire un cazzo né del Cinema né della vita.
“Amico”, vuoi andare a puttane? “Bravo”. Io non ti pago nulla, neanche il p(r)ezzo del biglietto.
Ciao, salutami a s(b)orrata!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il lato positivo (2012)
  2. The Fighter (2010)
  3. American Hustle – L’apparenza inganna (2013)

 

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