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Ho sempre avuto l’impressione che molti critici italiani odino Sorrentino perché sono berlusconiani


06 May
SET DEL FILM "LA GIOVINEZZA" DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

SET DEL FILM “LA GIOVINEZZA” DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

Odiatori. Odino, da non confondere col dio della guerra di Thor perché l’accento è diverso, sì, da odiare, cari uomini ricchi che fate sempre tuffi in piscine piene di iodio. E poi collezionate le bamboline di Yoda, quando da imperatori galattici delle vostre super fighe imperiali vi annoiate un po’ e volete recuperare la forza perduta…

Odino, non odano, da udire e uditemi, miei uditori. Odo cori di persone che si accaniscono contro Loro. Chi sono costoro? Essi non voglion tradire il padrone e allora s’intonano al cattivo coro di chi lo stronca di tutto Arcore, no, core.

Sì, sulla rivista Spietati, Sorrentino è odiato e gli gridano, tramite stilettate più logorroiche delle facili battute di Youth, che deve morire.

Scrivono che Sorrentino vive di banalità epigrammatiche, ed è la stessa gente che scrive folklore con la k per dare un tocco estetizzante al loro accanimento verso l’estetismo di Paolo. Lasciate che Paolo gozzovigli di CGI sulla pallina da tennis di Maradona, vi sia mancino di colpi “bassi” e ci mostri le cosce di Rachel Weisz in tutto bianco, ceruleo splendore statuario. Perché io sono il suo scalatore e la cingo sulla montagna rocciosa del mio montarla come Philip Seymour Hoffman fa con Marisa Tomei in Onora il padre e la madre. Una scena che apre il film e t’invoglia alla sodomia. Mai seppi che la Tomei fosse così gnocca sebbene abbia da sempre sostenuto che il suo viso da castorina sia di un sexy micidiale. Sì, quell’obeso Hoffman grufola e si compiace di quel sesso anale godereccio da vero porcellino con la panza piena. Eh sì, uomini da Mike Bongiorno, allegria e ogni valletta sarà la ruota della fortuna di altro sesso vostro maialesco.

Eh sì, come possiamo prendere seriamente recensioni così…

La Grande Bellezza è la sintomatica conferma, e cristallizzazione, di una “tendenza” incapace oramai di occultare un’assenza di sguardo, di prospettive, non solo di risposte ma di domande. Potremmo chiamare questa tendenza “barocchesco”: un profluvio di movimenti di macchina e di effetti senza affetti, un bozzettismo avvilente, un grottesco che ottunde le asperità invece di potenziarle.

Avete capito, uomini anaffettivi e troppo affettati, forse solo di eiaculazione precoce affrettati? Affetti senza effetti? C’è della vita vissuta davvero per scrivere una puttanata di questo livello. Questi sono “piani alti”.

Comunque Loro non m’interessa, so già tutto su Silvio, me lo confidò dopo avermi raccontato una barzelletta che vi ha reso critici tonti. Mi offrì la possibilità di scopare una di Canale 5 ma optai per La 7ima e scelsi un’ottava di lei in DO maggiore sul bemolle di un letto da uomo in più.

E su questa stronzata vado a mangiare il gelato all’amarena. Perché è da leccare come una donna che a te si dà calda come la troppa carne al fuoco di questi critici fritti e mai io vi dico veramente ritti.

Sono un dritto? No, qualche volta piscio storto. Ma faccio delle cagate migliori di queste merde.

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU'RE DEAD 07-26-2006 Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato Shoot Day 13 Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY) "Charles uncontrolably upset about Nanette shooting" "Andy & Gina listen" Philip Seymour Hoffman (Andy) Albert Finney (Charles) Marisa Tomei (Gina) Photo Credit - Will Hart

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU’RE DEAD 07-26-2006
Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato
Shoot Day 13
Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY)
“Charles uncontrolably upset about Nanette shooting”
“Andy & Gina listen”
Philip Seymour Hoffman (Andy)
Albert Finney (Charles)
Marisa Tomei (Gina)
Photo Credit – Will Hart

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di Stefano Falotico

Loro 1 di Sorrentino scontenta i critici, anzi, li fa inorridire


23 Apr

Set del film "Loro" di Paolo Sorrentino. Nella foto Roberto de Francesco. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

Ancora troppo presto per poter fare la rassegna(ta) stampa. Ancora pochissime recensioni ufficiali dal web da parte di coloro che, dopo mesi di segretezze inspiegabili, quasi nessuna immagine, trailer ermetici e depistanti, o soltanto insignificanti, dopo che è stato escluso dal Festival di Cannes, hanno stroncato lapidariamente, sì, Loro. Sono i soliti detrattori di Sorrentino, che non amano la sua iperbolica italianità dilatata a dismisura, quella sua (s)mania estetizzante studiata a tavolino, riverberata di film in film, il suo manierismo tanto eccessivo da diventare “stile”, questi suoi vizi sfacciatamente “sputati” ad libitum? Allibiti stavolta oltremodo da quella che classificano come immonda bruttezza, come sconcezza, e che non lasciano a Sorrentino l’alibi che possa aver girato volgarmente per essersi adattato proprio allo spregevole immaginario berlusconiano con cui siamo, siete stati rincoglioniti per anni, dimenticando la grande bellezza…

Sì, era inevitabile che dopo il film premio Oscar, dopo il papa fumatore e forse tutt’altro che santo (perché quel Jude Law “ingroppò” la Sagnier, altro che miracolo piovute dal cielo…), Sorrentino si disfacesse laddove proprio dove esemplificativamente, titanicamente, politicamente di grande bellezza non v’è nulla e vi è tutto all’apparenza luccicante. E quest’orrore è stato incarnato, “eletto” a furor di popolo da Silvio, LUI… Cribbio!

Sì, Sorrentino vs Moretti, il folclore e il tripudio orgiastico delle sue suadenti immagini patinate contro la sinistra intellettualmente sobria, il Cinema che nasce dal minus habens (L’amico di famiglia docet) contro il regista di Habemus Papam. Il creatore di The Young Pope contro l’uomo da Caro diario. Jep Gambardella fattosi Paolo contro Michele Apicella, e Apicella con cui canta LUI.

Loro, quelli potenti, meschini, arrivisti che gli leccavano “amabilissimamente” il culo, per avere agi, e come LUI donne a volontà. La Smutniak, invero solo un po’ smunta, non è mai stata con Silvio, stava col “re” del Grande Fratello, era “agiata” col Taricone, e pace all’anima sua… ma Pietro era un “fenomeno da baraccone” generato da Mediaset. Qui Kasia è praticamente Sabina Began, nata Beganović, che Wikipedia dice di essere un’attrice tedesca di origine bosniaca, ma invero fu una Escort da Bagaglino, come la Yespica, e non aveva pretese “parlamentari” da Mara Carfagna. A LUI piacevano soprattutto brune, ma la moglie era bionda e meno bona di queste bonazze. Al che Bentivoglio recita la parte di colui che gli volle un “bene dell’anima” e mangia i pasticcini della crème de la crème. Della cremosità ruffiana più dolcemente ributtante. Ah, le buttane! E Scamarcio ha la faccia giusta perché, dopo essersi sciupato, prosciugato, imbolsito con Golino Valeria, ha ora assunto i tratti carnali dell’uomo di panza “ingenuo” che farebbe di tutto per fargliele fare… Pippo Franco, Emilio Fede mi dicono…

Mereghetti lo distrugge con cautela, su Facebook paragonano questo LORO 1 addirittura a Lynch e a Scorsese. Ma sono complimenti che sanno di pernacchie. E Taxidrivers.it lo annienta, massacra anche Toni Servillo.

Paolo, stavolta hai girato merda “pura?”.

Me lo aspettavo? Sì, io mi aspettavo proprio questo…

 

di Stefano Falotico

Set del film "Loro" di Paolo Sorrentino. Nella foto Toni Servillo e Giovanni Esposito. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

Set del film “Loro” di Paolo Sorrentino.
Nella foto Toni Servillo e Giovanni Esposito.
Foto di Gianni Fiorito

Custodi della bellezza, prima che si smarrisca nel putiferio, LORO


06 Apr

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Ieri sera, ero sdraiato a letto, e meditavo, poi i pensieri più tristi mi assalirono, e venni pervaso da un’atroce malinconia, sentimento dell’animo tanto demonizzato perché non si confà alla frenesia vivandiera della frivolezza di massa, e mi rabbuiai, tanto che ebbi dei dolori acutissimi al basso ventre, non riuscivo a respirare, ma paradossalmente andai in cucina ed estrassi tre sigarette dal pacchetto, e le fumai all’unisono come il grande Sailor di Cuore selvaggio. E più aspiravo con voracità più inspiravo, riprendendo fiato, e mi affacciai alla finestra, illuminata da luci fioche come il mio cuore impalliditosi. Emaciato, finito che ebbi di fumare, andai in bagno e mi guardai allo specchio, rabbrividendo dinanzi al vuoto abissale del mio sentire spesso così poco condiviso e incompreso. Oh no, non pensate che sia vittimismo, è reale, tangibile constatazione della vacuità della vita quando essa a noi si mostra nella sua scarna follia. E nuovamente presi coscienza che agli occhi superficiali altrui sei solo un pezzo di carne, un numero che si perde nel marasma, un uomo senza perfetta ubicazione, che svagato alle volte si concede euforie gioviali e poi, nell’intimità della sua solitudine, ancor s’annebbia, opacizzato e lontano dal chiasso isterico si rintana nei meandri dei suoi viaggi mentali.

Cerco la mia “collocazione”, con abnegazione enorme, e disperato cammino nel mondo, e i giorni paiono identici col loro scandirsi apparentemente inutile. E provo a far valere le mie idee, spesso taciute, sedate da chi non vuol sentir ragioni e si barrica nel pregiudizio più abietto e falso, perché il mondo è ipocrita e il carrozzone va avanti nella sua lenta, progressiva marcia proprio marcia.

E guardai indietro e quel che vidi tanto mi allarmò, ancora inquietò, tanto schiettamente mi forgiò in slanci impensabili. Oh, rimembrai quei due/tre anni in cui ero preda di rituali da lasciar chiunque mi capitasse a tiro perplesso. In cui mi mortificavo nella reiterazioni di ripetizioni mnemoniche, perché in cuor mio ho sempre temuto che il mio cervello potesse caracollare, che potessi andar incontro al collasso neurologico, ed ero terrorizzato all’idea d’impazzire, tanto che pazzo già lo ero e ancor più dissennai dopo in maniera invereconda e scioccante, afflitto da intemperie emozionali troppo vive perfino per essere non solo capite ma compatite.

Oh, che orrore spettrale quel vuoto interiore, eppur ieri sera vi scorsi qualcosa di miracoloso, perfino illuminante, credetemi. No, io non mi sganciai da molte logiche del mondo perché non ero capace di farle mie, ma perché la mia alterità congenita le respingeva, inconsciamente le rifuggiva. E allora preferivo la stramberia, l’eccentricità della desueta e anomala peculiarità del mio animo.

Che s’incantava per attimi volatili e anche volubili, gustando ogni istante nella sua pienezza. Ora, la contemplazione non si addice al nostro mondo e, se troppo contempli, ti rinfacciano perfino che puoi permettertelo perché gli altri sono impegnati in cose più “sostanziose”. Forse squallide ambizioni.

Sì, alla fine presi sonno. E stamattina, non so perché, avevo la curiosità di rivedere tutte le gaffe di Berlusconi su YouTube e ho guardato e ascoltato tutte le sue barzellette. Da quella del cinese e del cane, che ha fatto ridere solo lui, a quella di Mohammed Esposito, sin ad arrivare a quella di Carletto caricata da Repubblica.

E, assistendo a quest’ultima, ho capito che avevo ragione io. Ho visto uno spaventoso IT attorniato da dei leccaculo impresentabili, con Mentana che rideva per asservire questo clown grottesco, e che mi è parso la versione italica di Ray Liotta in Quei bravi ragazzi che ride sforzandosi ai racconti di Joe Pesci, e ride platealmente finto perché sa che quell’uomo tracagnotto e “buffo” ha potere e potrebbe sparargli nel caso si sentisse deriso.

E allora ho compreso che Loro di Sorrentino è il film che aspettavo da una vita intera.

Ora, capitemi bene. Io non sono un santo. Per molto tempo ho cercato, lo ammetto, di esserlo. Sebbene onanisticamente avessi le mie colpe vergognose che devo confidarvi. Ma d’altronde conoscete un ragazzo che non ami esplorare il suo corpo? Io lo ritengo estremamente giusto. Sì, è giusto prima di approcciarsi al prossimo, sapere quanto puoi “(t)ergerti”. Solo se ami te stesso, puoi amare una donna. Se non riesci ad amarla, significa che forse non vuoi…

E ho anche compreso che sono questo, un custode della bellezza…

 

 

di Stefano Falotico

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