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Aforismi falotici di un Sabato da “abate”, forse da monachicchio


18 Nov

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La conoscete la leggenda paesana e meridionale del “monachicchio?”.

Il monachicchio è uno spirito guascone, allegro-fantasmatico che, quando meno te l’aspetti, pervasivo s’insinua con far brioso e pungente, rendendo la vita più strana di già com’è e insinuando dispettosi dubbi nella mente paciosa delle persone. Egli va di notte con le scarpe tutte rotte, è bassino e fa il solletico al tuo cane bassotto, giocando di sberleffi fra gente altolocata e piccolo borghesi qualunquisti, mette il dito fra moglie e marito e non so se abbia buon gusto, di certo i suoi scherzetti “abbaia” e in questo burlarsi di tutto fa simpatiche bue al buio, non è un asino ma ce l’ha coi buo(n)i a nulla, e irriverente striscia grottescamente fra le piccole menti della bigotta gente.

In realtà il monachicchio è un personaggio inventato, quasi favolistico, forse favoloso della cultura della Basilicata, e mio nonno, essendo un materano, me ne parlava, riempiendo di incubi la mia vita di bimbo innocente che, ascoltando queste storie, si scoteva nel raccapriccio del suo cuor turbato che poi se le ripeteva a memoria, ben attento a non incappare in questo “celeberrimo” monachicchio, incrocio burlesco fra il Krueger di Nightmare e Casper.

Come dice Wikipedia… di Carlo Levi del Cristo si è fermato a Eboli…

I monachicchi sono esseri piccolissimi, allegri, aerei, corrono veloci qua e là, e il loro maggior piacere è di fare ai cristiani ogni sorta di dispetti. Fanno il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, tirano via le lenzuola dei letti, buttano sabbia negli occhi, rovesciano bicchieri pieni di vino, si nascondono nelle correnti d’aria e fanno volare le carte e cadere i panni stesi in modo che si insudicino, tolgono la sedia di sotto alla donne sedute, nascondono gli oggetti nei luoghi più impensati, fanno cagliare il latte, danno pizzicotti, tirano i capelli, pungono e fischiano come zanzare. Ma sono innocenti: i loro malanni non sono mai seri, hanno sempre l’aspetto di un gioco, e, per quanto fastidiosi, non ne nasce mai nulla di grave. Il loro carattere è una saltellante e giocosa bizzarria, e sono quasi inafferrabili. Portano in capo un cappuccio rosso più grande di loro: e guai se lo perdono. Tutta la loro allegria sparisce ed essi non cessano di piangere e di desolarsi finché non l’abbiano ritrovato. Il solo modo di difendersi dai loro scherzi è appunto di cercarli di afferrarli per il cappuccio: se tu riesci a prenderglielo, il povero monachicchio scappucciato ti si butterà ai piedi, in lacrime, scongiurando di restituirglielo. Ora i monachicchi, sotto i loro estri e la loro giocondità infantile, nascondono una grande sapienza: essi conoscono tutto quello che c’è sottoterra, sanno i luoghi nascosti dei tesori. Per riavere il suo cappuccio rosso, senza cui non può vivere, il monachicchio ti prometterà di svelarti il nascondiglio di un tesoro. Ma tu non devi accontentarlo fino a che non ti abbia accontentato; finché il cappuccio è nelle tue mani, il monachicchio ti servirà. Ma appena riavrà il suo prezioso copricapo, fuggirà con un gran balzo, facendo sberleffi e salti di gioia, e non manterrà la sua promessa.
Così, in questo Sabato moscio, in cui ancora nella mia stanza avvisto dei mosconi, in questa società ipocrita che grida di star zitti e mosca, in cui nel mio quartiere si vedono molte Vespe, con far vispo io scrivo massime che massimizzano il mondo, i drammi quotidiani minimizzando e il mio umore di buon tono aizzando.

 

1) Molte persone bollite giocano le bollette, dette anche scommesse, per pagarsi le bollette. E spesso di rabbie e frustrazioni ribollono, cuocendo la sera il bollito.

2) Se non hai pagato il bollo della macchina, sei dai carabinieri francobollato.

3) Credo che gli alieni esistano. Come dubitarne? Solo un pazzo potrebbe credere che siamo i soli nell’universo, retti da qualche Dio al di sopra di noi. Che idiozia antropocentrica. Sì, gli alieni ci sono, e penso che siano organismi pluricellulari. Ma ho il dubbio che posseggano più di un cellulare a testa.

4) Quando la vita va male, fatti un giro per le strade. E vedrai tanti barboni ai semafori a far l’elemosina. Sì, l’umanità si divide in due categorie: quelli che diventano barboni e quelli che hanno in casa un barboncino. Se non si appartiene a queste categorie, forse si ha una moglie come Barbie oppure si è uomini barbosi. Certamente, se non sono donne, tutti hanno la barba. Che poi se la taglino dipende dal taglio barbonesco che si vuol dare alla faccia da schiaffi.

5) Vado sempre al bar a prendere un caffè e il barista alle volte sul resto bara. È un baretto. A proposito, a Bari ci sono i baristi? Ah no, scusate, i baresi. Insomma, io baro, tu barasti, e c’è chi di cognome fa Barale.

6) Per vivere bene, non bisogna farsi troppe domande. Ma viverla come viene. Se però la tua amante viene male, devi farti una domanda da uomo vero.

7) Uno che ce l’aveva con me mi gridava che ero uno sfigato mentre la gente con le palle scopa, si diverte, va alle feste. Di mio, so che c’è anche chi sgobba, non si diverte e a cui fanno la festa. Mangiamoci una Fiesta, dai.

8) Molti uomini soffrono del complesso di Edipo. E hanno mogli castranti. Poi, vanno al cinema a vedere un film della Disney. Contenti loro…

9) Sebbene molti pensano, pensino, che la mia vita sia andata a puttane, non sono mai stato con una puttana. Però spesso dico delle puttanate.

10) Sono un uomo dal carattere difficile. Alle volte son anche bugiardo. Ma in fondo, siamo onesti, chi mi conosce sa che sono onesto. Io sì, lui mente.

11) Manson è in fin di vita. Pare però che in prigione, nonostante sia stato uno dei più grandi malati di mente della storia, sia diventato anche malato di mentine. Sì, gli piacevano un sacco.

12) La vita va presa con filosofia. Bisogna filosofeggiare. E di stronzate festeggiare.

13) Comunque la metti, non avrai la donna dei tuoi sogni. Lei è lesbica e preferisce darti un pugno.

14) La gente è ossessionata dal sesso. Eppur molte persone son dei cessi ma lo fanno anche in bagno. Pure coi bagnini. Adesso vado a farmi un bagnetto.

15) Dopo il Sabato, c’è la Domenica. A meno che non si crepi di Sabato. Di mio, ho tanti mercoledì.

 

di Stefano Falotico

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