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Billy Bob Thornton, il cattivo di Fargo, a fartelo!


21 Apr

 

Ora, non so se avete già visto il pilot della nuova inne(r)vata serie Fargo, “tratta” dall’omonimo capolavoro dei Coen. Una serie che si preannuncia stratosferica, nel senso anche meteorologico delle nostre emozioni, inaridite da tanta freddezza contemporanea, nuovamente, vigorosamente “ustionate” da tal freddo polar camuffato da “franchise” tiepidamente cinico e “umorista”. In realtà, già un altro capodopera attoriale di Billy Bob Thornton, perché è lui che “firma” l’emozionalità “agghiacciante” di tal serie col suo personaggio glaciale, un lupo notturno dalla spietatezza da farti rabbrividire in tua pelle che si stava “accapponando” perché tua moglie, quella brutta grassona, ti rinfaccia che sei un perdente e non sai nemmeno scoparla come “caldo” vorrebbe dell’uomo che non deve chiedere mai…

La “vittima” di Billy è Martin Freeman, modesto, sfigatissimo impiegatino fantozziano su movenze da Rick Moranis che fu di Mel Brooks e Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi. Con l’aggravante che, a differenza di Rick, non ha nemmeno il dono dell’autoironia su cui far leva per risultar almeno simpatico. No, una “merdina” immane e oltre le più pessimistiche immaginazioni, un pessimo topo che se la fa sotto terribilmente e s’è accontentato d’un lavoretto in un’agenzia di scartoffie perché non vuole proprio ammettere di essere loffio, lento, patetico, un bugiardo cronico, buono a nulla se non a raccontarsi frottole di alibi per fuggire da una realtà ove viene e verrà, per il suo modo immutabile d’essere un irrimediabile loser a 360 gradi, nel sedere preso in giro a “raffiche di vento” degli equilibri psico-emotivi che tenterà goffamente di rinsaldare sempre, con risultati ancor più controproducenti, semmai acquistando in libreria il classico manuale per i coglioni in cerca della rivincita “esistenziale”. Che ne so, roba scritta da una “strega” dell’Antartide, quindi una che, come lui, si fa passare per “veggente”, “dotata” di eremitica “saggezza” trascendentale delle vette della coscienza, abitando i monti alti del farsela fra le mutande “intoccabili”, abbrustolite solo vicino al camino-fuochin-fuochello e dalla sua gattina ammuffita a coccolar un cagnolino tutto l’an(n)o, per non guardarsi allo specchio e spararsi in bocca una volta (per tutte) che constaterà di essere solo una racchia mondiale, una babbiona ripudiata anche dallo Yeti, il mostro che vorrebbe, di ne(r)vi dinanzi alla sua faccia orrenda, “vergarla” di botte “a valanga” . Sì, un libro “aiutante” la sua autostima “raggelante” per l’uomo infreddolito a causa delle troppe “freddure” che è costretto a ricevere ogni giorno. Sapete? Quelle battute secche, davvero abbattenti, ah ah, che fan più male di un pugno in faccia schietto. Quelle spiritosaggini a doppio taglio a cui sarà giocoforza obbligato a reagire soltanto con un altro fottuto… sorrisino di circo(stanza). Non può fare altro? Non ha speranze uno così. Sa lui stesso che ribellarsi significherebbe soltanto perdere ancora di più.

Ma in città arriva Billy a spronarlo. Il classico uomo “nero” che lo fa nerissimo a tutti. Se qualcuno lo provoca, lui semplicemente lo ammazza. Se la polizia lo ferma per chiedergli patente e libretto, lui consiglia al tutore dell’ordine di tornare a casa per aiutar la figlia a finire i compiti. E gli “tira” su il finestrino senza batter ciglio, con l’implicito messaggio “Prova a deviarmi dalla mia non retta strada, e ti entrerò nel retto di gal(l)er(i)a”.

Come dire… non me ne può fregar e “frenar” di meno, altrimenti riceverai “botte” di neve a rinfrescarti le idee, pretaccio, e mani a tuo p(up)azzo che arrischiò così tanto per volermi sbarrar la via. Meglio le mie catene da atarassico emotivo che finire incatenato negli ingranaggi ammortizzanti della società ricattatoria con le sue ipocrite reprimende da “Vai piano e vai sano”. No, andando lenti, si diventa solo tonti.

Questo è Billy Bob.

E in tutti questi film qui sotto, in un modo o nell’altro, è sempre uno stronzo. Nessun tempo gli sarà “variabile”. Non cambia, solo il cambio della quinta ingrana e ti “asfalta”.

 

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