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Mia madre è laureata ma ama le fiction, il pizzaiolo invece è analfabeta ma ama Kubrick, ve lo dice Jack Burton


02 Jun

Russell Grosso guaio

Sì, il grande Cinema ha spesso poco a che vedere con una laurea specialistica. Conosco un sacco di esimi medici, esimi dopo tanti esami, per carità, bravissimi e puntuali nel loro lavoro, di una impeccabilità da lasciar senza parole, prodighi e sempre indaffarati. Pensate ai chirurghi. Con le loro mani sopraffine, delicatissime, che riuscirebbero a estrarti un ago nello stomaco senza neanche forse bisogno di anestesia, talmente sono placidi e già anestetizzanti di finissima morbidezza palmare, di dita medie che, a differenza dei tamarri che le porgono in segno di strafottenza, entrano nelle cavità meandriche del nostro corpo e non ce n’accorgiamo nemmeno. Insomma, non sempre. C’è gente, e lo sapete meglio di me, che si è risvegliata il mattino dopo con le forbici e il bisturi nel pancreas. Come ha fatto questa gente, appunto, ad accorgersene? Perché quando è andata a cagare ha espulso dall’ano del titanio “sabbiato”, ben affusolato nella stronzata modellata e digerita. Sì, cazzo, anch’io non ho digerito Iron Man, ma non ho mai evacuato dell’acciaio Inox.

Ecco, chirurghi così sbadati, prima di operare devono aver visto un film merdoso con Ezio Greggio. Sì, potranno avere tutte le lodi che vogliono, ma amano farsi du’ risate pecorecce, alla buona, e poi succedono queste disgrazie. Io l’ho sempre detto: la cultura settoriale non rende l’uomo né più intelligente e neppure più di buon gusto. Né di maggior tatto.

Conosco tanti psichiatri che non capiscono il Cinema di Bergman, e m’immagino come avrebbero lobotomizzato il povero Ingmar se avessero visto Il settimo sigillo. Sì, davanti alla scena della sfida con la Morte, avrebbero pensato: oh, questo Ingmar è uno schizofrenico con pensieri suicidari, è una persona negativa, troppo ombrosa, cupa e malinconica. No, no, va curato nel plagiarlo al finto benessere di massa, facciamogli vedere un film di culi e tette. Così “amerà” la vita. Sì, è malato questo Ingmar, va educato all’edonismo porcellesco. Ah, ora sì, è posto. Filma dei porno, se la gode di più e fa godere tanti onanisti.

Woody Allen non ha mai avuto una grande opinione degli psichiatri. Aveva ragione ma gli servivano come materiale d’ispirazione per i suoi film. Allora ogni tanto, quasi sempre invero, ci va.

Ecco allora che gli psichiatri, nell’ottica creativa alleniana, assursero davvero a curatori… del Cinema. Perché, se non avessimo avuto Allen, ci saremmo persi tanti capolavori. Soprattutto la magnifica scena di Manhattan in cui pensa di suicidarsi ma poi, sul divano, fa l’elenco delle cose per cui vale la pena di vivere.

E fra queste c’era Marlon Brando, che non mi ha mai dato l’idea di essere uno che conosceva la differenza fra la micosi e la mitosi. Diciamocela.

Di mio, soprattutto d’inverno, ho la mucosi.

Sì, il pizzaiolo de La Pantera Rosa, vicino a casa mia, proprio dietro l’angolo, mentre ficcava le olive nell’impasto, in maniera capricciosa ha urlato evviva Arancia meccanica! E poi ha messo sopra la pummarola anche dei limoni. Così, per rendere più sfiziosa la cena deliziosa della signora che aveva ordinato la Pizza alla macedonia. Esiste la pizza alla macedonia? Sì, i macedoni ne vanno matti.

L’altra sera ho incontrato un macedone che, dopo la diaspora, è venuto a vivere nel palazzo accanto al mio. Se ne fotte oramai del suo Paese!

Poi ho incontrato uno che mi ha riferito di una sua tresca.

– Ciao, sei una bella donna, ci stai?

– Ci stai de che? Guarda, bello, sono sposata e ho tre figli.

– Grazie per il bello. Quindi, se mi hai detto che sono bello sarà tutto più piacevole.

– Piacevole de che? Ti ho detto, bello mio, che son sposata e ho tre figli.

– Bello mio è ancora meglio. Ed è ancora meglio che tu sia sposata e abbia tre figli. Nessuna complicazione affettiva.

– No, poi m’innamoro lo stesso.

– Ma io no.

– Ok. Abbiamo mezz’ora. Poi devo tornare da mio marito.

– Anche io.

– Cioè?

– Tuo marito è il mio amante.

– Ah sì? E come mai sei il suo amante?

– Non solo il suo, fra poco sarò anche il tuo.

– E con mio marito poi come la metterai?

– Nessun problema. È lui che me lo mette.

– Capisco.

 

Questo per dirvi che non esistono regole al mondo.

 

di Stefano Falotico

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