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ALITO – ANGELO DEL BAVAGLIO, presto nei migliori cinema, un film sponsorizzato anche da Marco Travaglio


17 Feb

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Sì, ci fu un tempo in cui me le andai a cercare. Con ostinatezza, anche ostinazione si può dire, incommensurabile.

Più subivo smodate, inaudite, vergognose prese per il culo sfacciate, più facevo finta di niente, abbozzando. Ah, le bozze!

Sì, un vero editing che resettava questo continuo lor mettermi i puntini sulle i. E dire che dovevo prendere ripetizioni. Io, che posso dare scuola a professori sgrammaticati e a letterati improvvisati. Dispensatori di banalità a buon mercato. Ah ah.

Più, considerata la mia immacolatezza, gli adulti facinorosi e maliziosi volevano annerirmi nella loro visione sporca della vita, adulterata, contraffatta, iper-corrotta (e vai di sinonimi), più io rimanevo intatto, ostentando una purezza misericordiosa tale da smacchiare ogni loro pensar male da traviati codardi.

Sì, non fidatevi degli adulti. Come sa Bob De Niro di Cape Fear, conoscono troppe trappole. E cercano di farti cadere. Loro fanno e disfano ma ti colpevolizzano anche se te fai solo una…

Una sega? Una canna? O entrambe? La domanda è retorica e non si pone, avete compreso il moralismo e il bigottismo di fondo. Ed è questo l’importante.

Ah, questi vogliono lordarti nei loro buchi. E lodarti soltanto se ti laurei con lode, una laurea comprata dietro leccate di culo cattedratiche. Ah ah!

E ti scavano la fossa se, come dicono in meridione, hai l’aria del fesso che non pensa, a differenza di loro, laidi, unti e bisunti, malandrini e dotati di una sempre vogliosa ocarina, continuamente, maniacalmente, anche maial-mente alla fessa.

Fessa, al sud, significa passera, vulva, in una parola povera figa. Detta anche sgnacchera, patonza, pezzo di lonza. Figa che può esser stronza e talvolta, scassando il cazzo a dismisura, troppo ti gira attorno perché ne vuole, sì, ronza. E a questo ronzio preferisco mio zio. Che se ne fotte.

L’uomo medio n’è ossessionato. Da cosa? Ma dalla coscia. Tutto ciò che fa nella vita sottende soltanto il volerlo tendere per ottenere godimenti animaleschi. Dietro o davanti le tende, quel che importa è averlo sempre teso. Un vero e proprio ottundimento non certo dell’uccello ma del cervello. E poi avemmo anche quegli altri ipocriti, i Neri per Caso, quando c’è sentimento, non c’è mai pentimento.

Ah no? Ad esempio, il mio vicino ha una nera per casa. È la badante del Ruanda che, in assenza della moglie, donna buona come il Panda, scopa il pavimento e anche sul divano col vicino stes(s)o. Vicinissimo.

Non c’è sentimento, è solo una scopata da traditore della fede coniugale, e non c’è neanche il pentimento.

Se ci fosse, la moglie, scoperte le corna, chiederebbe il divorzio con tanto di assegni di mantenimento, alimenti e possibili aumenti.

Ah ah.

Sì, non sono misogino. Le donne vogliono solo i soldi, gli uomini solo quella… tutti e due i sessi fanno schifo al cazzo, diciamocelo.

In Italia son tutti santi e poi scopri che, di nascosto, scrivono commenti alle modelle tope del tipo:

Che bella foto, Tatiana, vorrei scattartela io la prossima volta. Io so quando scattare. Tu, dolcezza, sai quando arrossire come questo bel tramonto che vedo alle tue spalle? Guarda che mare! Facciamo il bagno? Ti offro da bere.

Sono uomini integerrimi, tesissimi, chiamano anche le loro concubine tesori!

Sì, l’uomo medio non studia e fa carriera per migliorare la sua posizione sociale e per potersi emancipare dal degrado e dal sottosviluppo, per arricchire le sue conoscenze al fine di un maggior grado, non solamente istituzionalmente istruttivo, ma cognitivo, bensì per avere una posizione gerarchica tale da poter farsene tante in tutte le posizioni. D’imposizioni, soprattutto.

È un essere infimamente, infinitamente subdolo e maligno. La nostra società n’è colma e io ne ho piene le palle.

Adesso che, giunto all’approssimarmi lontano da una vita approssimativa, conosco di quest’esistenza ogni falsa informativa, ho bisogno, parafrasando Edgar Allan Poe, di sgravarmi l’anima. E di svuotarmele.

Tanto, mi sono aggravato. E oramai non posso più dar retta, giustamente, alle vostre infamie gravose. Da gente che mi vuol raddrizzare ma ce l’ha sempre rizzato a cazzi suoi.

Non sto (d)ritto, vi sarò diretto, anzi sol nel retto. Andate a fanculo!

Sì, nella vita v’è sempre un gravame infame. E io di questo vostro sesso puttanesco non ho nemmeno sete.

Andate a parare lì. Puntualmente, con una ripetitività allucinante. E dovrebbero veramente curarvi dai deliri schizoidi del desiderare ossessivo vostro di schizzare, spaccandovi le ossa.

Siete psicotici, psicopatici, paranoici, soprattutto noiosi. Libidinosi, velenosi, in una parola ignominiosi.

No, non sono il giovane Holden, io non mi tranquillizzo nel finale consolatorio.

Il finale di ogni mia opera letteraria è impeccabilmente un pugno allo stomaco.

Se, dopo averlo letto, vi fate schifo, il gastroenterologo vi curerà.

Se non riuscirà lui, non affidatevi agli psichiatri. Vi sederanno e basta. Reprimendo le vostre incazzature contro il sottoscritto.

Avete una sola possibilità di cura. Con tanto di mia fattura.

Vi faccio un esempio:

– Dottor Falotico, ho letto il suo libro. Finito che ho avuto di leggerlo, ho compreso che io della vita non ho capito nulla.

– Perché? Prima d’iniziare a leggerlo aveva qualche dubbio?

– Che vorrebbe dire? Che sono scema dalla nascita?

– No, ci mancherebbe. Dalla nascita no, assolutamente. Dall’età di venticinque anni in su, abbastanza.

Prima credeva all’amore, a sentimenti nobili. Poi si è sposata un miliardario e ha fatto la bella vita.

Bella vita per modo di dire. Perché, appunto, lei è una frustrata.

– E quindi?

– Ora si piglierà pure una frustata!

– Senta, dottor Falotico. Lei non me la racconta giusta. Mi farebbe vedere, per cortesia, che c’è lassù, sulle mensole?

– Certamente.

– Cazzo! Ma sono dei Blu-ray porno!

– Sì. E dunque? Mi fa scomunicare dal papa? Forza, zoccola, via dai coglioni!

– Lei è un peccatore, un mostro!

– Eh, come no. Al massimo sono uno che, se continua così, mi sa che dovrà trovarsi un lavoro da Earl Stone per tirare… a campare.

– Che vorrebbe dire?

– Eh sa, bisogna arrangiarsi. Coi libri, nonostante il mio impegno profuso e la mia anima disossata, non posso sicuramente pagarmi le bollette. È urgente che mi trovi qualcosa di più stabilmente economico.

– Eh, ma l’arresteranno!

– Tanto mi hanno arrestato pure prima.

– Che vuole dire?

– Vede, signora, ero talmente puro che m’hanno fatto passare per pazzo e volevano internarmi.

– Davvero? Ma è uno scandalo!

– Lo so!

– E questi qua che l’hanno accusata… lo sanno che lei lo sa?

– Sì, lo sanno. Ma vanno ogni domenica a messa a cantare Osanna!

Senta, signora. Se mi vuole bene, mi prepari un buon piatto di lasagne.

Ora mi scusi, però. Ho ricevuto una chiamata da Los Angeles.

– Grande! L’hanno presa per un film di Hollywood?

– No, sono quelli degli effetti speciali di The Irishman. Pare che le scene in CGI di Bob De Niro da giovane non siano convincenti. Vogliono che “doppi” io De Niro.

 

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

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