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Elogio della follia, siamo troppo vecchi per morire giovani!


25 Jun

erasmo lentigginoso miles teller

Uomini, diciamoci la verità!

Allora, state guardando o no la serie di Nicolas Winding Refn, Too Old to Die Young?

Macché! Voi bevete sempre il mojito in queste triviali movide.

Ebbene, pischelli, se Erasmo da Rotterdam scrisse L’elogio della follia, io dico che vi sarà sempre uno dell’Erasmus, forse Bill Mumy di un famoso film con James Stewart, che a Brigitte Bardot preferirà una mora di Bordeaux. E Bill Murray poteva sposarsi con Scarlett Johansson di Lost in Translation ma le disse solo qualcosa nell’orecchio, miei ricchioni, con estrema signorilità. Sparendo nel traffico della sua melanconia da volpone.

Ah ah!

Sì, Miles Teller in questa serie è un gigante. L’episodio 5 si apre con un’altra scena sconvolgente. Un ragazzo timido in minigonna, dalla sessualità discutibile o forse non ancora del tutto svelatasi, infatti costui si dichiara vergine, timido eppur svergognato, dichiara a un pornografo maniaco sessuale che vuole essere violentato “in diretta”.

E il pornografo, dopo averlo psicanalizzato, ordina a omaccioni con giubbotti da Village People di stuprarlo.

Agghiacciante.

Quindi, Martin/Miles s’intrufola nel sottobosco di questi uomini sporcaccioni ove forse, di cammeo invisibile, vi è anche Manuel Ferrara con qualche bagascia di Brazzers, oppure Marc Dorcel.

E qui ci starebbe una famosa battuta del mitico Paolo Villaggio.

La conoscete, no?

Credo, se non vado errato, come si suol dire, che al Festival di Sanremo del 1972, Paolo Villaggio disse al direttore d’orchestra Franck Pourcel:

– Sa, Frank, se fosse nato a Bologna, cosa le avrebbero detto? Che lei è il più grande pursel’ della città!

Cosicché, Miles si fa amici questi motherfucker viscidissimi, poi il produttore pornografico gli chiede se vuole girare una scena a luci rosse senza neppure la biancheria degli Intimissimi.

Miles pare che ci stia. Non oppone molta resistenza, lascivo, abbandona la sala da biliardo con le palline e, assieme a una stangona coi boccoloni e al pervertito producer cazzone, entra a passo felpato, di soppiatto, nella cameretta ove vengono filmati gli accoppiamenti dei bestioni.

Al che, il produttore è tutto eccitato, in quanto voyeurista irrecuperabile, la stangona già scombussolata poiché pregusta di accoppiarsi con Miles il palestrato ma Miles spiazza tutti e ammazza sia lui che lei in modo inaspettato.

Grande!

Sì, un folle mai visto questo Miles. Uno che sa cosa vuole dalla vita. Nell’episodio 1, ad esempio, una bella patatona gli dice che vorrebbe farselo subito e lui, dinanzi a quest’offerta a cui pochi uomini avrebbero detto no, appunto dice NO.

Lei, sconvolta, ci rimane malissimo. Non le era mai successo di essere rifiutata in questo modo. D’altronde è una bellissima donna, sebbene drogata marcia.

Miles però, senza battere ciglio, malgrado lei continui a insistere, la saluta e, sottovoce, la manda a farsi fottere in maniera spinta. Senza risparmiarsi in sottili prese per il culo.

Tanto che gli fotte? Sta con una diciassettenne che s’è fatto quando lei ne aveva 16.

E suo padre, un grandissimo William Baldwin, il messia liberale par excellence, anziché denunciarlo, gli fa pure i complimenti.

Come dirgli… ah, non so che fare con mia figlia. È matta, mezza schizofrenica, per fortuna sei arrivato tu a sbloccarla.

 

Sì, ragazzi perduti nelle vostre ipocondrie, non fatevi fottere il cervello da gente neo-romantica falsissima come Tiziano Ferro. Uno che, cazzo, lo guardi e ti sembra un tuo coetaneo, quindi apre bocca, cantando come un maiale scannato, e la sua voce pare quella di un vecchio di novant’anni col vinello.

Per non parlare di Ligabue. Leccaculo delle donne da competizione.

Uno di Correggio a cui io offro sempre e solo le mie scoregge. Un troione da bettole.

Ed evviva Laura Betti!

Tutto ciò, ragazzi, mi ricorda le parole sagge di quella buon’anima di mio nonno:

– Nonno, ma quell’uomo è disoccupato, non fa un cazzo da mattina a sera, sta sempre assieme alle donne mentre gli altri della sua età sono medici, avvocati e si fanno il mazzo, provando a educare i figli e a mantenere moralmente saldo il loro matrimonio.

Quell’uomo è una merda.

– No, affatto. Mi pare giusto che gli altri si fottano la vita dietro onori e gloria e lui invece se ne fotta.

È un uomo vero, non un ipocrita del cazzo.

– Nonno, ma che dici?

– Stefano, è così. Gli altri sono dei coglioni. Quell’uomo va elevato in santità. Va beatificato. Sì, sì, sì.

Anzi, sai che faccio adesso, nipote? Vado dal parroco del paese e gli chiedo se domenica può dedicare a quest’uomo una predica.

Se la merita.

 

 

di Stefano Falotico

Nonno scatenato (Dirty Grandpa) è stato stroncato a man bassa, essendo bassissimo eppur durissimo, ah ah ah!


22 Jan

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De Niro, pork…Misery”… “non deve morire, allor che sia “insozzato” da “Nonno scatenato

Ebbene, oggi, 22 Gennaio, cioè 22nd January di tal 2016 infreddolito, quasi “in Febbraio”, De Niro e il “suo” Dirty Grandpa è/son stato/i massacrato/i.

Critiche “piovigginose”, scese a catene(lle) per imprigionarlo a ch’inneggia che si ritiri. Invece, lui, barbuto e pronto per The Comedian, da girarsi fra poche settimane, persevera “intelligentemente” a “smantellare” la sua carriera, offrendosi “full frontal” in tutto il suo nudo “splendore” con tanto di pene… esposto/e (ma fa pena!) in questo da noi, appunto, ribattezzato Nonno scatenato. “In memoria” dell’Oscar che fu scorsesiano e adesso Dan-mazeriano. Ché, inizialmente, tal film(accio) doveva, in modus più “filologico”, intitolarsi proprio Nonno zozzone, sì, guardone, gigione, cagone, “schifoso”, impudico, oramai in vacca, voglioso, capriccioso, “rizzo” e brizzolato”, volente o nolente laPlaza delle sue (mal)sane perversioni da old man sui “viali” della monta…

Di questo film, ancor prima che uscisse, De Niro s’è stra-vergognato, tanto che è stata annullata laPremiere americana, non si è sottoposto a nessuna intervista ufficiale e sbarcherà forse solo a Londra, lontano dal puritanesimo degli USA, stato/i così puttaneschi da poi moralizzare con tanta ipocrisia, perché definiscono il film una mostruosità che non ha il coraggio di esserlo “fino in fondo”. Insomma, un film senza capo ma di “cazzo(ne)” né coda di Aubrey, che gli fa “codino”, un film di pisello, montato “a culo”, oltraggioso, raunch, dove De Niro parla come uno sboccato cowboy e sogna una cowgirl di horse cock, bestiale, che non fa ridere nessuno ma fa (rim)piangere il De Niro che fu. Cari cocchi alla Efron! Zac, e De Niro “tira” fuori “quello” che non ti aspetti.

De Niro, infatti, “in fallo” di un film (in)guardabile, se ne fotte e ha già pronto il seriosissimo The Wizard of Lies, egli “la” tocca perché sarà Ray Arcel in Hands of Stone, mani di pietra, e lo vedremo inThe Irishman?

De Niro accetta tutto, “la prende” così come “lei viene”, ci dà, si dà, son dollari, son “affari (s)porc(h)i”.

Ma a me De Niro piace anche rincoglionito, con l’accenno robusto d’una pancia pasciuta eppur non grassa/o che cola, a picco, a tacchi a spillo, en travesti.

 

Dite quel che volete, basta che la diate.

De Niro, per riprendersi dalla botta(na), deve “sudarsela”. Adesso!

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di Stefano Falotico

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