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Epifania di Falotico Stefano in 6 Gennaio di (n)ano 2014


06 Jan

La Befana sono io e “vengo” di Notte con le scarpe tutte rotte a carbonizzarvi nel demonio come Lucignolo a “luci rosse”, perché ai buonismi preferisco “calzare” la mia “cattiveria”… (s)gonfia

Sì, questo 6 Gennaio 2014, sarà bisestile o forse è sempre quella “svolta” dell’Autostrada del Sole con uscita a Campi Bisenzio, ove ogni toscano lo prende, “alla bisogna”, in “biscotto” del ciuco Pinocchio, ove Firenze, ex patria del Rinascimento, è ora assenzio di sempre maggior demenza in quanto, illusi di vivere nel “Belpaese” dei Balocchi, son già insaccati nella lor scrotale (bi)sacca.
In quest’Italia da Storia X, io vado a cenare alla trattoria col Gatto e la Volpe, ché sono in “società” asociale comeBennato, impennandolo per un primo di puttanesca e un caffè di monologo alla Eduardo… canto nelle vostremargherite di Cocciante e raccolgo il residuo coccio dal pavimento, in cui giacete atterriti eppur di chimere “turchine”, per ancor scocciarvi nello strapparvi lo Scotch di mio whisky d’angoscia su darvelo, oh miei mielosi, laidi sudati mai evoluti-involtini previo teoria di Darwin, come un’arrabbiata Heidi. Così, alcolista “anonimo”, entro nelle ubriacanti cosce delle cameriere “scolanti”, servendole da colazione a lunch della mia Lancia… Delta di venere in possibile scolo di botta ammal(i)ante post… al market del mio macellare d’uccello “quagliante”.
Sì, me ne sbatto il cazzo del galateo, non sono galante, vivo nella mia galassia e rubo anche il granuloso Granarolo al “cioccolato bianco” delle tette più “al latte”. E, più allattandomene, vado allettandomene portandomene non “tante” a letto ma ce l’ho sempre “finissimo” e tirante, da “sgranocchiare” col rischio di rompermi le (g)nocche.
Lo gratto gracchiante anche per le racchie come le befane.
Sì, sono l’insopportabilità fatta bile e uso la biro per ammantare di “p(r)osa” la bionda sborra “imbevente” una birra triste al tramonto permaloso vicino alla ser(r)a dell’ozono, nel buco mio “annacquante” e odioso di seghe. Roseo è il prepuzio della mia zizzania in zazzera contro ogni moralismo da zie. Che zittisco nel “di striscio-strusciante” rizzarmelo in spumeggiante p(i)uma di (s)pompare da gambe(ro). Prendo talvolta dei granchi, e li spolpo ammirando una che d’amore va rimpolpata senza alcuna soffice pomata. Ecco, pienotta è la moglie (s)posata e di buona forchetta, io la voglio “in pene” anche se vi farò pena.
Dopo la montata, esigo la panna. Dopo la “boscaiola”, il mio prosciutto crudo nel secondo prima del mascarpone, dolce a cui faccio “scarpetta”, digerendo il lauto pranzo con una scarpinata “pesante” in montagna, perfino in minigonna. Tanto ch’evacuo di scalinate alle rocce mie friabili con peti terremotanti da provocar disgusto ma soprattutto un effetto… valanga.
Sì, l’odio insistente della gente, le lor offese perniciose, non “toccano” la mia verga che prosciugo, ah che sughetto, nel fisico a pera, mai drogandomi nell’erba eppure si solidifica di nerbo su fisico (non) asciutto. Meglio dei mangiaspaghetti “ac-cul-turati”, invero liofilizzati di anal anabolizzante su bollicine “(f)rizzanti”, e delle basta che se magna da pastasciutta.
E, innervandolo alla diaccio, i vasi dilatatori emettono un gran “sapore”. Ah ah, cari diavolacci!
Ecco il mio ristorante contro le vostre false osterie. Io non pago mai il conto dei vostri ost(ell)i e me la tiro anche sul letto a castello.
Sì, sono Dracula che gioca al “solitario” e “tirapiedi” feticista da capo a “venir” presto alle “mani”.
Oscillando basculante, va il colante che gode su un altro virtuale collant.
Meglio di questa società “reale” da finti “regali”.
Sono uno zoccolo “duro”, care zoccoline.
E cari troioni.

Sono sapido contro di voi, insipienti ma soprattutto insipidi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Pinocchio (1940)
  2. Totò, Peppino e la… malafemmina (1956)
  3. The Blair Witch Project (1999)

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