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Italietta


08 Jul

In quest’Italietta ipocrita e crassa, ex craxiana, erigo il Falotico “dirigente” su “tagliatelle” di miei neuroni “strapazzati”, vividamente offendo tra “puttanesche”. Ecco la fettuccina, che femminuccia!

Ecco la fettuccina, che femminuccia! Ripetenti!
Paragrafo 1, da imparare a memoria su “pappardelle” di prosciutto e panna nella “boscaiola”, il mio “Credo”, di piselli, cari scoreggioni da fagioli:
credo alla credenza contro le panze d’apparenza e vettovaglie, in quanto Io vaglio e son vaglia postale nel posteriore tuo sacralmente a me discinto. D’apparecchiata tavola. Sul banco degli imputati, impuntato, li addito, condendoli al peperoncino! Punto “al dente” avvelenato!
Credo nell’estrazione “mineraria” di una caffettiera nella prima mattina “grigia”, da mescolare nei balli “lenti” sulle tazzine aizzate a suo “pipistrello” erotico e piastrelle che fan l’amore con l’imbianchino “pallido”.
Ecco, credo che i branchi vadano abbrancati, questi sono stupri partoriti, dunque d’aborrire, per colpa imperdonabile, blasfema della società di Massa(ia) Carrara. Si finge incolpevole nel levigato d’asciutto “trasparente”. Crimini vedo-non vedo da tacere nei sottaceti.
Tante coscienze uccise a “valor” patriottico che, se non trombi le mignotte da “pienotto”, sei uno sfigato inchinato al Chinò.
Coi miei pantaloni Carrera, scardino queste ce(rnit)e a mio pulpito in fiero e camaleontico, mutante “prepuzio” scarnito dai carnai. Credo nei cartoni animati e nel mio “fragile” cartone, sensibile se “toccato” da donne che “mirano” solo a farsi strappar da un “ricc(i)o” la gonna. Basta con le zie, con tal ignobile prosapia! Basta con Celentano Rosalinda, con quelle battistiane, da lavar nel Giordano di panni sporchi, che non ballano linde…
Meglio l’omonimo Bruno, centravanti laziale di “sfondamento”…, cannoniere davvero “romano” alla Pruzzo! Da non confondere, sebbene invertito di squadra “derbistica”, con appunto Giordano Bruno. Basta capovolgere il nome previo cognome per “bruciare” di “stregoneria” un Uomo libero. Un Tempo i liberi erano terzini che venivano stimati anche se avevano soltanto la Terza Media. Da cui il detto nomen omen della locuzione latina verace, mischiata al gergale, oramai globalizzato “Salutam’ a sorrata, fregna del porcile esperanto”. Espressione schietta meridionale, a miscela mondiale nella Torre di Babele, esportata anche all’estero a mo’ di Sabrina Ferilli “nazionale” della popolana “goliardia” in suo seno “scoppiante” ma non a te congiunto quale di Messina… (ri)stretto. Se ti va “stretta” la vita, Sabrina l’alla(r)ga nell’imprenditore in “lei” volpone di “uvona”. Un po’ ancora pass(er)a e quindi da verdure nei tanti passerotti “vogliosi” alla Giorgio Pasotti. Acerbi per la Milf che fa il suo “effetto rinculo”. Questa è grande “bellezza”. Ma quale Sorrent(in)o! Sopravvalutato! Servillo vale De Niro quanto tua cugina è valida con gli invalidi.
Il riso scotta, evviva Gerry, leprotto grassoccio coi suoi quiz da manuali delle marmotte…
Italietta di marmittoni, di bamboccioni e mammoni! Ecco a voi chi il culone ha sfondato!
Sono un carro armato, il “nazista” a tal “Unità” invero fascista!
Una ragazza ha bisogno d’affetto e garanzie. Le porgo una carezza, una garza, il mio cazzo arzillo e poi pugni in faccia quando, anziché darmela “seduta stante”, fa la difficile “inchiappettante”.
Impettita, esige che io la corteggi d’altrettanti diari intimi, mi costringe alle invasioni barbariche della sua sessualità “complicata”, tale e quale a Daria Bignardi!
Al che, credo nel bignè “cremoso”, dunque acrimonioso dinanzi a “costei” sbavata di “cioccolata”.  Da crisantemi. Va sepolta alacremente! Ecco le “amare” lagrime! Frequenta solo ragazzi della crème de la crème, si copre il viso di cremine e, come dico io, legge Paolo Crepet mentre di figa le mangian la “crepe”.
Deve crepare quest’Italietta di “(mas)calzoni”. Ove ancor propagano presentatori ignoranti per rivalità da “Miss Italia”. Una che deve solo praticar la “stiratura” al turco napoletano. Ecco il mascarpone! Meglio una volgare scarpetta a tali rossette scarpette! Delle o a? Ah ah!
Perché la serva serve! La “bella” gode degli sguardi “mascolini” su “maschiaccia” per stimolare il “muscolo” catodico di chi ne “loda” il décolleté, sinonimo “al bacio” della scollatura per l’uomo che vuole incollar, “erculeo”, in “lei”.
E io ti servo il mio falò per incendiarti come il “vecchione” a San Silvestro!
Sono nichilista, meglio di questi carnevaleschi stivaletti! Non sono un travestimento!
Investite sul Falotico e otterrete una vita vera!
Milly Carlucci ancor danza con gli ebetucci, Frizzi e lazzi… ammazza quanto sei “bona”.
E il maestro Mazza è morto?
E io, fascista, t’ammazzo!
Se non conoscete De Niro, non sapete “delirar”. Non ardite mai a giudicare di monografie sulla sua filmografia (sor)passata, presente (im)perfetto e back to the future irriverente. Per cortesia!
Oggi, cioè ieri nel flusso canalizzatore di “YouTube”, il nostro Federico Frusciantone “postò” il trailer d’una perla rara, che l’abitudine alacre odierna ha bruciato nel dimenticatoio.
Parlo ivi di Mad Dog and Glory, estrosa commedia dolceamara, altro che pesci innamorati alla Pieraccioni.
Qua, in questo McNaughton plumbeo, scandito nelle gambe di Uma Thurman a terza “incomoda” per amplessi hard e denti fra capezzoli vicino al comodino,  un De Niro svezzato,“allattato” da un seno maestoso, florido, giocoso nella bionda pimpante, “in carriera” ma cameriera, una che si scoperebbe l’intera camerata dei marines più frustrati, sciogliendoli nel “feticismo” tarantiniano da amante-mantide-madissima versione fighissima del Kill Bill…, qui io vi dico che fa (s)venire. Piglia il tuo “timido” toro per le corna al Bill, appunto, Murray e da mula fotte Red Bull un De Niro non tanto raging in senso suzione prima che Bob di famoso ne(r)o (s)fumasse con altre negre, come l’attuale Grace Hightower. Donna che gli praticò un pompino “in volo” quand’era hostess e, da allora, salvo dispute d’un divorzio riconciliato nel doppio letto (ri)matrimoniale, è la “concubina” di De Niro per carriera sputtanarlo.
Presenza fissa ad accompagnarlo alle prime dei “suoi” film, Grace ha tette “carismatiche” ma indubbiamente è “sformata” per troppa carne arrosto… (cfr: vedi il culo chiatto nonostante l’abito “mascherante” su cerone a sbiancarla da Samuel L. Jackson “femmina”).
Ah, Bob spompa ogni Notte, un Bob “melodico” che si strugge per il suo “latte”… inginocchiato dentro il colore “bianco” della donna di mogano su picchi “caloriferi” del termosifone “senile”.
La causa delle sue scelte poco “ritte” come attore, sì, derivano dalla maniaca sessuale ch’è Grace. Ho appurato, numero di orgasmi alla mano, constatando anche l’inseminazione artificiale del figlio lor novello prodotto in vitro, che Grace ha “rovinato” De Niro.
Ha preso le palle “al balzo”, durante quell’aeroplano “piccante”, e gliel’ha tagliate da ex “duro”. Oggi, De Niro s’è “intenerito”. Recita in Stanno tutti bene, versione Mastroianni del mai realizzato, felliniano Il viaggio di G. Mastorna. Meglio Federico che tu sia morto. Ci hai risparmiato un altro Amarcord patetico!
Un otto-volante e mezzo di tutto dentro le sue gambe, dipartita per un De Niro che non tornerà. Di troppo uccello ringalluzzito, Bob svolazza nella vaccazz’ dei suoi film non più “cazzuti”, “assorbito” da un sentimentalismo coniuge di filmografia “untissima”.
Quanti “nei” nella sua carriera recente!
Da allora, Bob è incerto. Già celebre per la sua camminata “a gambe storte”, come da locandina e corrispettiva scena “solitaria” di Taxi Driver, Bob ha dolori all’anca, troppo spinge nei fianchi dell’Hightower e anche talvolta “la” man(i)ca… lercia d’una macchiolina “scostumata” quando vien intervistato per il Tribeca, toponimo di “Becco la topa pigmentata che rassodo ma bieco le son barbabietola e trinco, meglio se sposavo Jasmine Trinca, una schizofrenica morettiana…”.
Già, Nanni ce l’ha col Bob De Niro. Non è colpa di Henry ma a proposito di come lo critica versione Harrison Ford, un film però contro ogni plagio “accusatorio”, a vendicarsi elegantemente dalle precoci diagnosi assai erronee, da far felice l’analista d’una certa famiglia… molto “mafiosa”.
Vi lascio con questa stronzata!
Se, per colpa del mal di testa, ingolli troppe aspirine, nella reazione contraria all’effervescenza tua “brillante”, scoppierai a mo’ di Sprite. Poi, non sbraitar’ se di “spray” in “lei” non sventrerai!
Ma non abbiamo ancora finito contro una famiglia di “tori scatenati”, perché saranno scotennati in tribunale, stavolta in presenza del Principe per eccellenza, nel “sacro”, inscindibile “vicolo” della loro cecità!
“Gagliardo” è il sadismo dell’animale coperto da “rigidi” attestati alla sua promiscua, muschiosa mente “baldanzosa”. Come si balocca il teppista, che smascherai in tempi non sospetti ma, tacciato di giusto marchiarlo, scappò illuso che altro “ferir” dalle feritoie “risanasse” il torto impagabile.
Potremmo chiedere un lecito, lautissimo risarcimento per le cagioni che tale “impiccatore” perpetrò con “notevole destrezza” e ribaldo scem(pi)o.
Ma, nella pazienza meticolosa, d’ingegno sopraffino, affinata mente erudita e indurita dal patimento inenarrabile che le sue violenze “letali” perpetuarono di Male in Male amplificato e di sue risate “umilianti” a schernir con più “dovizia”, la vendetta calerà nerissima, di egual metodo “leguleio” e strategici colpi inferti nella secca, crudele e pari spietatezza. Ne spezzerò e amputerò ogni altro suo scellerato, mostruoso “scherzaccio”, e sarà lui, “egregio” e “colto”, a ripararsi nella paralisi totale.
Barricato, udirà mortale paura a lievitare con “aderenza” a pelle sua sbriciolata, inghiottita dalla malizia speculare del suo gioco d’animale.
Con quale deliberato arbitrio s’eresse a giudice, “chiaroveggente” di prosopopea pomposissima, forse aborto “benigno” d’una madre avida nell’arp(i)a. “Ella” che, con “carezzevole pedagogia”, strizzò i figli nei singhiozzi del frigido monologo a una vagina frivola, logorroica, putrefatta e gelosa. E “ammantò” di buio i giovani che, a sua tristezza, non ne “combaciava” l’ilare scioltezza, il “primato” ambiguo da costei inviso degli spensierati voli fantasiosi.
Prodiga alla scolastica “cultura”, sposa di cotanto marito da “lei” dissanguato in aberrante evirarlo. Di stessa castrazione però invertì il figlio, acuminandone la carne ché si “slanciasse” ove lei non la godette.
In gola al “divertimento” di membra sconce e giullaresco tutti irridere dal “podio” dei porcili, come da nomea “nobiliare” di questa megera “altera”. “Religiosa” nel baciamano cortese, ateissima nelle spicciole piccinerie e stupide ipocrisie.
Non v’è perdono che si può accordare a ladri di tal “titanismo” osceno.
Neppure la “bontà” dei puri che, ricattati quando “deboli” apparvero, furon indotti in “criminosa” tentazione a forma santa di ribellione angelica. Ecco come vi sano!
Universale, il loro lapidario, stigmatizzante “suffragio” s’è da sé strangolato. A calvario d’un cavallo apocalittico, imbizzarrito come Cristo punito per aver donato ai maiali la sua unica grandezza!
Il Demonio è ora l’orrore della loro “innocenza”. Piangessero! Prima dell’eclissi!
Sono celebre per la mia “galanteria”: infatti, “ordino” il sex tape di Claudia Galanti e, anziché darle la mia glassa “colante”, a differenza di quel magrino che la… rimpingua dopo un bel pompin’, offro a codesta una macedonia “lesta” perché, come dico io, se nel porno casalingo si vede la foresta, devi arrestare il guardone che sei mentre mangi i “frutti di bosco” con la cerbiatta senza ceretta. Da cui la dà e da me sol che pugni avreta… che è “femminile”, come la lettera “malafemmina” di Totò

A tal supermodella di popò, preferisco il Barbapapà, “congiunzione anale” di “rosa”… creato nel francesismo “coniugato” e “congiunto” che significa “zucchero filato”.
Sì, incontrai Claudia in Costa Azzurra, mentre pensava “contemplativa” ad altri “asciutti” di Miami. Eh sì, miagola Claudia e mi fa “maramao” con la manina… Ma morta(della) sarà Claudia ché il mio “flauto” se ne frega e le recita “Resta di stucco, è un barbatrucco”.
Il mio cazzo è distrutto, meglio che dar di stucco a una zoccola di tali “coccole”. A gatte così abbaio di cane. Ma quale candito!
Sì, Claudia e il suo amante fan l’amore nel sottofondo “melodico” del rock “alternativo” su “saliscendi” un po’ frenetico di tal “uccellino” birbantello… Una cosc(ia) che non ho mai capito è perché gli uomini entrano nelle gambe di pianoforte” con la “colonna sonora” che “carica”.
Sarà che lavorando tutto il giorno, si rendon tristi figuri e il mattino ha l’oro in “bocchino?”. Ah, anche per una scopata han bisogno d’esser spronati su “giradischi” a palle ammosciate in cellulite smaltita di vertebrale semi-anoressia “Vanity Fair” per farsi, tra sniffate e stantuffate.
A me queste troie han stufato.
E mi tuffo nel cesso ché mi par meglio di queste “annacquate”.
Sì, la gente “comune” ama gli “strozzapreti”, io mi ritengo Al Pacino di tutto petto e, ai bacini, offro un “urlo” shakesperiano e poco sospirato nelle smancerie.
Sono un teatrante sofisticato e quindi posso “tirarmela”.
Mammata tua abbotta come le mie “botte”. E io la boicotto. Sì, si magna i bucatini mentre Falò non s’è mai “bucato”.
Andate a farvelo dare! Danarosi, ecco il mio “daino”. Nessun danno, non condannate i dannati!
Son Uomo d’annata.
Mentre tu, suonato nell’ocarina, hai proprio una faccia da cretino, mio criceto a “creta” caratteriale di ’st’Italia che fa venir due palle.
Beccati la sciocca, da me solo che “scottature”.
E ricordate: se la madre degli imbecilli è sempre incinta, la tua da me solo che cinghiate!
Sono un cinghialone! Da cui la frase celeberrima “Tagliati le unghie e dammi il rasoio”.  Non fa rima, non fa un cazzo!
Meglio di farsela crescere, adulti bimbetti!
Ogni sera, al bar, incontro una testa calda ma c’è scritto “Paninoteca fredda”

Per anni, ho inseguito Michelangelo Buonarroti ma sto ruotando come “La Gioconda” di Leonardo senza bone ma molto “Buonanotte”.
Sì, mi dedicai al mio Napoleone “isolato” e nell’inverno del mio scontento. Quando mi ribellai, fui accusato d’essere “scontato”. Ma scontai anche l’ammenda dei “commendatori”, i quali non mi perdonarono l’eremitaggio, poco “adatto” a tal società di allampanati paninari.
Sì, ogni sera bevo il caffè amaro, senza “canna”, e nel bar incontro sempre il fiscale “scontrino” non della cassiera “Gradisca” ma del tabaccaio dirimpettaio che “smonta” dalla “bottega”.
Egli è “uomo” di enorme… “levatura”. Per dieci ore se la suda… al fine che il suo “garzone” entri finalmente, come spera, nell’appunto corteggiata vanamente “cameriera”. Donna d’altrettanto “alto” lignaggio, non sa leggere ma sa parlare durante l’“atto” che, “in ginocchio”, ne implora “altro”.
“Vergine” che sanguina… a miracolare i provetti poveracci con tanto di carta straccia. “Igienica” come Paris Hilton, viene dai suoi amatori, polli Amadori, “appesa” al muro e tanti ne “prende” dietro il “certificato”.
Solo costui non riesce ad averla e dire che vorrebbe tanto “fuoriuscirlo” per arderlo da arido e cattivo alito! Al che, s’accanisce contro di me che sto sulle mie… “posizioni” tiepide. Scaldabagno!
Mi prende a testate, gridandomi che non ho “attestati”.
Mi blandisce con un “Ognuno vuole dalla vita quel che cerca. Trovatene una, trovatello”.
Rispondo senza battere ciglio: “Quanto le devo?”.
Lui: “Come, prego?”.
Io: “Prega prega che la figa non s’avvera, intanto spendi ma non e-spandi”.
Lui m’assal di mali parole e mi tratta da “pargolo”. Io fuggo nel parapiglia, così non pago mai il caffè perché la cassiera non vuol far i conti col “casino”.
Questo scambio di “battute” av-viene ogni sera ma il “nostro” è tanto tardo che non si ricorda mai niente, neppure il nome della cameriera.
Ed è per questo che lei non gliela dà. Lui la butta a ridere ogni qualvolta vien colto in “fallo”. Si chiama “gaffe” del maschio poco “graffiante”.
Quindi, bevo e voi ve la bevete tutta.
Morale della fav(ol)a: se non ce l’hai, ci sarà un motivo. Il motivo sta tutto qui… nel mentre che ti sta per “venire” il nome, lei sta parlando con un “dritto”. Che st(r)appa…
E su tale capolavoro, sono fra i capi. Me la rido sotto i baffi, non sono una mafietta come voi d’Italietta!
Applauso!
Ricordate: la mia Cappella… Sistina non si scappellerà mai per queste “copp(i)e”.
Potete odiarmi, anzi dovete.
Altrimenti, succede che vi brucio!
E il paragrafo due?
Che si fotta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. All’ultimo pugno (2013)
  2. Rocky (1976)
  3. Pacific Rim (2013)

 

Genius-Pop

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