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Vote Obama, votate “moi”, l’Uomo che usa il dopobarba solo quando va a pescar nel laghetto


06 Nov

Nel mio appartamento “confortevole”, m’appartai per anni, poi “(ri)partii in quinta”, nello stupor generale di chi mi fu “caporale”

Quest’inversione di rotta, dopo le mie “interruzioni”, fu ritenuta ancora interdetta da un tifoso della squadra nerazzurra, nel Moratti sullo “Stramaccioni” che spera oggi di militare ancora in zona “Champions” con tanto di Freddie Mercury nella “Coppa” e Milito a spronar la carica di nuovo “capocannoniere” per stramazzar tutti gli avversari al suolo.
Una vita ch’è, “senza dubbio”, una “cannonata”, da chi ha “cannato” tutto pur possedendo un’indole canina. Sì, i denti aguzzi marcirono nel tartaro cariato del “cattivo regime” delle “reti” nazionali. Fidatevi, meglio i cannelloni con la “besciamella”.
Eh sì.

Son ubicato in Via della Ca’Bianca n.3/3, tradotto il numero “civico” e poco civile della Trinità “candida”. “Incassato” e incasinato in una periferia “malsana” di “spifferi” e di “Me l’ha detto l’usignolo”.
La mia vicina di casa, Angela, è sposata con Cecchini. Pare che, da giovane, il marito fosse un cecchino “impiegato” in Cecoslovacchia a combattere i serbi col suo ormone “sebaceo”.
Poi, rincasato, coltivò l'”or(t)o”, prodigandosi per l’educazione (s)corretta della figlia. Adolescente che ascoltò Baglioni Claudio di camicia “fina“. Cristina, tal il suo(nato) nome “altisonante”, appunto di musichette “leggere” alla Cecchetto (eh eh…), s’impiegò come “commessa”-ragioniere ammaritando il “maritozzo” d’un saldatore a me omonimo, Stefano. Stefano adorava Cuccarini Lorella e, ogni Domenica, mangiava a sbafo dalla suocera nella cucina Scavolini. Esorcizzando le scalogne lavorative con delle scaloppine “al limone”, dopo primi piatti abbondanti “all’arrabbiata”. Infatti, si lasciò turlupinare dalle promesse-“gatto con lo Stivale” di Berlusconi Silvio, abbindolato dal suo “nuovo miracolo italiano“.
Al grido “Forza Italia!”, la sua mente, un po’ minorata, rimase in zona Mino Reitano. Ma il “tanga” di Cristina “lo” attizzava di balli col “liscio” alla Antonacci Biagio.

Di mio, sono umido, tendente alle previsioni sospette del “Meteo”, apatico e abulico come le nubi che si schiariranno, forse, nel sereno “precipitevolissimevol…(n)ubile”.
Di Sguardo “celibe”, già, mi sverginai con Roberta.
Ma scoprii che s’accoppiò col sottoscritto solo perché m’aveva scambiato per una “proiezione” olografica di Depp Johnny, il “figo”. Scoperto l'(auto)inganno, mi rispedì nel poster-iore.
Quindi, approdai su un’altra “gallina” ma, anch’ella, mi spennò dopo avermi “spillato” tutti i soldi “grazie” al movimento dei suoi fianchi. “Infilai” la mano, ma il danno fu immane.
Malfermo, mi ricoverarono per troppi calci nelle “palle”, così rischiai di ricascare nello stato “statuario” da catatonia-“daltonica”.
All’Ottonello di Bologna, “ramo” del Maggiore (sì, il lago più grande del nostro Paese non è questo, ma il Garda-land), la dottoressa Martelli “martellò” per aggiustar le “cervella”.
Mi ficcò in bocca varie pillole alla “Mary Poppins“, a cui ovviai rintanandomi nello “stanzino” condiviso con un flatulentissimo essere molto demente. Prima di prender “sonnifero”, leggevo molti libri, come “Kitchen” di Banana Yoshimoto. Sì, fra quegli scimmiotti e scemotti, l’unico sano ero io che pensava a come arredare la sua “casa” del Futuro.
Quindi, mio padre, durante una visita pomeridiana, mi riconsegnò (a) Umberto Eco, e mi confuse le idee perché restai indeciso se ingollarmi “Il nome della rosa” oppure “L’isola del giorno prima”. Nel dubbio, optai per “Il pendolo di Foucault”.
Dopo innumerevoli passaggi “ostici”, impazzii davvero nel “Vaffanculo!” molto “focoso”. Tanto che la Martelli spense il “brucior di stomaco”, “porgendomi” altri sedativi per ammortizzar il fegato.
Non morii, e sono di nuovo qua.
Eccoci qui.

Ho, al momento, vari romanzi all’attivo e un uccello spesso “disattivato”.

Ora, chi salirà al “potere” in quel degli USA?
Secondo me, Charlie Sheen sarebbe la scelta più “ponderata” nel “democratico-repubblicano” Chris Walken de La zona morta.

Ho detto tutto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La mosca (1986)
    Metamorfosi kafkiana da processo alla Orson Welles.
  2. Red Lights (2012)
    Sigourney Weaver mi s’avvicina “felpata”:- Signor Falotico, Lei come fa a vedere oltre? Ha vissuto da semieremita per un’eternità? Ma, certamente, è un sensitivo.
    Se tocco “qui”, che succede?
    – Qualcosa di “paranormale”…
  3. Il nome della rosa (1986)
    Il fraterello infilò l'”alberello” nella “monachicchia”.
    Umberto e tal regista, di “bacio alla francese”, c’ammorbarono con “riassunti”-soliloqui un po’ “perversi” d’amplesso nell””iperbole”.
    Ecco, caro il mio Eco, dinanzi a Valentina Vargas, te “lo” dice senza bisogno d’ulteriori spiegazioni “descrittive” da “voce narrante”.
    Valentina è una “arrapante”. Punto e basta.

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