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Presa per il culo plateale all’erotismo plastificato di massa: il video del mio spogliarello da vero “figo bestiale”


12 Sep

Rourke nove settimane

La dovreste smettere di fotografarvi come i divi di Hollywood ché di Brad Pitt ce né uno e, detta sinceramente, è più bravo che bello. Sì, Brad è un ottimo attore, checché se ne dica. E secondo me vale più come uomo che come sex symbol.

Sessualmente parlando, non so cosa le donne ci trovino di bello in questo bambolotto. Eh sì, le donne vanno matte anche per Hugh Jackman, man Wolverine che sa perfino cantare e ballare. Sì, per far felice una donna, iscrivila a un corso di ballo. E con lei danza il tango. Ti amerà anche se non leggi mai un libro. Basta che le compri pure i gioielli. Amerà la delicatezza con la quale intrecci le tue gambe alle sue, dentro i pantaloni già deformati dall’eccitante protuberanza da matador, nel sudore bollente, appiccicaticcio di una passione crescente. Rovente! Sì, prima te lo tira e poi va a stirare i panni imbrattati e sporchi col ferro Rowenta, per la donna che non si accontenta… altro slogan deficiente. Sì, che caldo… Per amori latini nelle notti infuocate di due idioti che per un po’ si dimenticano che sono impiegati comunali.

Adrian Lyne ha girato anche dei bei film ma 9 settimane e ½ sarebbe da studiare attentamente, fotogramma per fotogramma, per addivenire, anzi, discernere alle emozionalità del pubblico degli anni ottanta. Telecomandato, guidato dalla pubblicità più becera, e infatti non stupisce che in America c’era Reagan e da noi stava già facendo passi da gigante Berlusconi. Pura lobotomia catodica e cinematografica, a base di una sessualità mercantile, promozionale, falsa e mentecatta.

Cosa ci sia di sensuale 9 settimane e ½ adesso dovete dirmelo. La storia di due decerebrati, afflitti da quotidiane frustrazioni mai viste, la storia disperata e stupida tra una super figa come la Basinger, derisa addirittura perché troppo bona, amante della bellezza da Vittorio Sgarbi nelle gallerie d’arte, e un Mickey Rourke arbitraggista, che fa le smorfie, ammicca di sottecchi e, in fondo in fondo, vuole solo strapparle la sottana. Dopo Angel Heart, Barfly e L’anno del dragone da grande attore, un ruolo da puttanone ed enorme coglione.

Una delle più grandi boiate di sempre, che all’epoca incassò cifre da capogiro. E i fidanzatini, a lume di candela, dopo aver mangiato come dei ludri, mettevano su Joe Cocker, cantante divenuto famoso per aver cantato solo questa, detta come va detta, il cui cognome significa uccello più grosso.

COCK-er.

La “mitica”, intramontabile You Can Leave Your Hat On, che significa puoi tenere su il cappello. Secondo me, in un sano rapporto sessuale, è sempre meglio tenerlo su con tutta l’esposta cappella.

E ora io mi “spoglio”, da Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti. Con l’unica differenza che, di solito, sono gli altri a spellarmi. Eh, mi riducono pelle e ossa, per le feste. Eppur sono duro…

Che presa per il culo all’idiozia.

Ma, soprattutto, com’è che se un uomo dice a una donna qualcosa di simile, senza conoscerla, viene considerato un depravato e invece le donne citano sempre questa frase?

Elizabeth, ogni giorno verso le dodici, guardando l’orologio e pensando a me, ti toccheresti?

 

Capito, Mickey/John, che poeta immenso? Diciamo che è un uomo di “sostanza”. Uguale a Leopardi, spiccicato…

 

 

di Stefano Falotico


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Presa per il culo all’erotismo di massa

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