Decalogo Ronin

27 Jan

Domani, in data Sunday, salirò anch’io sul palco. Vestirò di cravatta arzigogolata nel mio collo “seduta stante” per la platea applaudente. Alcune vecchie “indosseranno” l’apparecchio per i denti, e Jack Nicholson, sguaiato nel doppio mento da porcellone, mi sosterrà nell’attacco “letale”, spronando la mia “giovin” chioma nel richiamo di foresta a gran voce. Quindi, assieme, inciteremo le tribune a scaldarsi per Jennifer Lawrence, tifando di “grosso” per un Silver Linings d’annuvolarla in baci al trofeo “eretto”.

A parte gli scherzi, queste le mie conclusioni in merito alla manifestazione di domani. Non la trasmetteranno in Italia, ma sarò presente eppur giustificato d’assenza su “paraboliche” a raccontarvi questa parabola, intitolata La parola del prodigo che ruppe la diga e ora ficca le fighe, salvo spartiacque d’ingravidarle nel mio Vinavil.

Trama “scarn(it)a” all’osso mascellare del macello a me combinato. Non vi furono combine, molte concubine mi concupirono e non capii un cazzo del loro “svolgimento” nell’avvolgerle di “sviluppato”:
ero affacciato al davanzale del mio “loculo”, quando Edgar Allan Poe scherzò sulle sue “misure” al motto di “Sono mostruose ma non lo mostri”.
Compresi l’antifona, grazie anche all’Amplifon del mio apparato genitale che, dalle orecchiette con cime di rapa, passò lestamente-grufolando alle sventole. Sì, ne colsi una “fragrante” e Lei assaporò l’arnese, oscillando basculantissima nel brodino di saliva e togliendomi il basco per “incappucciarmelo” nella “cappella” del matto più piselleggiante senza più alici acide ma con rosso sanguigno al peperone.
Dopo molte avventure, finii ricoverato per mancanza d’ossigeno, soprattutto svenato di vasi dilatatori non più “comunicanti” dato-non dato reciso pene stanco che abbisognò d’una pennichella.
Mi misero in penitenza, rischiai anche il penitenziario poiché una ragazzotta di nome Ermellina mi denunciò solo per averle rubato la pelliccia. Invero, la salvai dalle sue ferite d’amore, con la Penicillina. Insomma, in fin dei “conti”, da “piccolo” s’ingigantì. Come la favola di Pollicino. La strada mi sfinì, sfidai l’orco porchissimo che m’ingiuriò immemorabilmente, soffrii un momentaneo indementimento “frutto” delle offese, ma m’indurii alla diaccio. Sì, il Diavolo, che adesso fa festa ed educa ogni pargoletto a giocare nei parcheggi. M’apparto e lì pattino, dopo tanto appartarmi di culo poco parato senza carte laureate ma parate stagn(ol)e con appartamenti spartiti con una di cattivo partito. Secondo me, già partita. Si droga, temo che ne voglia. Di dose…
Le spagnole mi piacciono e ho incontrato il mio Wolf. Ha arredato la mia stanza da letto con del rude Rovere. Il mio caffè è ottimo, quando vado a far la spesa, io soppeso il portafogli e, se incontro una che ama le sfogliatelle, la delizio di “Nutella”, infarcendola di fragolina sulla montata.
Dicesi prepuzio dello zietto che accende il “candito-candelotto” e soffia, a lume di candela, sulle belle.

Per la categoria “Best Actor” io appoggio la linea di Bradley Cooper. Cooper sfornò l’interpretazione della carriera e ora non è più corrivo nella trucida Jennifer Esposito. Prima era malato di mente e anche delle sue tette. Ora ha un culo della Madonna!

Per la “Best Actress” tutta la mia stima per Marion Cotillard. Avanti, uomini della ciurma, uscite dalle stive, acciuffate questa qui, è “Rust-ica” e soprattutto “Bone!”.

Per la miglior attrice non protagonista, il mio John Cusack in mutande si scalmana per Nicole Kidman.

Ma il migliore rimane Bob De Niro.

Ieri, vari tizi su Facebook, dopo ch’è comparso il suo nuovo trailer di The Big Wedding, hanno scritto che, se continuerà su questa scia di filmettini, allestiremo presto una lista delle maggiori cazzate della Storia del Cinema, e tutte le pellicole del suo ultimo ventennio entreranno in competizione per i primissimi posti.

Siete degli irrispettosi! Pettinatevi!

Prima di sindacare sul Robert, ne avete da mangiar di pagnotte, voi sempre andate a mignotte!
Prima di raggiungere una Naomi Campbell, dovrete “sudarvelo” ancora di molte seghe, perché siete da campetti e belanti.

Io e Naomi c’incontrammo un decennio or sono.
Mi lasciò perché ero più nero di Lei.

Ora, in giornata credo che qualcuno abbia ricevuto una telefonata di giusti chiarimenti. E, se non è avvenuta oggi, Lunedì mattina la “segreteria” squillerà d’un drin drin “allarmante”.
Ancora ricevo spropositate segnalazioni in merito alla mia emerita persona, e qualcuno si rivolge a estranei psichiatri per accertarsi delle mie condizioni “psicologiche”.
Tutto previsto secondo il pianificato disegno, ancora una volta inascoltato o equivocato per fraintendimenti da spiegare secondo una strategia giudiziaria. Mi par doveroso quindi, di tutto punto, evidenziare bene l’andamento dei fatti, assai clamoroso per una famiglia che dovrà rimborsare al più presto dei quattrini sonanti, più di quelli già emessi in aule di tribunale col loro avvocato affranto e “indifendibile” dopo che prese coscienza d’aver appoggiato un balordo a raggiro di bugie dietro falsarie cauzioni onerose d’un pagamento “saporino” tangente.

Visto che, anzi, sentito che le voci “disturbanti” continuano a esser “richiamate all’ordine”, non si sa ancora per quale scellerata, malsana ragione, “a comando” forse del solito nucleo di borghesacci che dispiega istruzioni “educative” anche ai propri “amici” da manovrare con richieste di “sottolineature”, la persona che si è recata, personalmente, a riferire d’una normalissima, ribadiamolo, telefonata innocua, pacifica e però assetata di pareggiamento legale dei conti, a dimostrazione prossima della “lucina rossa” sventolata a tal proprio, e impropriamente di me appropriatasi, famiglia spurgata assai presto e nuovamente di debiti a seppellirli su spellata pellaccia e lor “carnascialesca vivacità” scoperta da tutte le oscurantiste diffamazioni, è corretto già spiegare ciò che accadrà.

Tale persona verrà, appunto, chiamata per un confronto. A sua scelta d’accettare o rifiutare. Consigliabile la prima opportunità, dato che, se si negherà al colloquio, poi il mio avvocato dovrà obbligarlo a render conto del motivo per il quale continua a “rivolgersi” alla“salute mentale”.

Se accetterà, opzione ripetiamo quasi d’obbligo, prenderà nota di tutte le atrocità che una persona, per “puro” scherzo campato per aria d’una famiglia calunniatrice, s’è dovuta sorbire.

La questione è questa, inequivocabile: è stato chiamato, per fiducia e rispetto ad antichi codici morali della seria professionalità, a confessare quel che successe per filo e per segno e ad ammettere se è vero che una persona era stata presa di mira da un infame orripilante soltanto perché, all’epoca degli eventi, “non lavorava”. E non potrà mentire.

Sul taccuino suo di mio sottoscritto, spunteranno quattro romanzi all’attivo, balzeranno presentazioni letterarie, una Bellezza mia impareggiabile e un’alta coltezza da Principe di cui, appurato il torto allucinante del quale è stato vittima per “carneficine” omicide salvate proprio dalle istituzioni che han svelato il misfatto del colpevole mostro, non più se ne può toccare né minare la grandezza.

Sì, che il porco brindi e scherzi con le sue puttane finché la sala d’attesa dell’appello lo “scappellerà” in modo sputtanante totalmente.

Bellino caruccio scemotto, si dice sorpresina col “tappo” dello spumantino.

Ecco cosa succede ai pazzi come te, non lo sapevi?

E dire che gli consegnai anche una copia omaggio di The Score affinché potesse subito identificarsi con Edward Norton e non sfidare, di sotterfugi, il Maestro.
Ma agì di testa sua da “fottuto” e il palmo di naso fa rima adesso con la sua idiozia.

Scattategli una foto, cis, facci un sorrisino. Ah, ma è carino, chissà dietro le sbarre.

Complimenti.

Ricordate: neanche Dio può fermarmi.

Dio è mio figlio:


Clint Eastwood, , , , , , , , ,

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