Backstage Hollywood

11 Apr

Tutti i retroscena “bollenti” di Hollywood: ove va la Mecca, ci son tante puttane che van a “messa”
Prefazione “incazzato pacinesco!”

Pacino don’t forgives, egli ti rende forbidden, con delle forbici (“doppio-paragrafata su mia calligrafia digitata in tastiera “analista”, nel senso di anale a te che te la fai con la cubista, fra l’altro da s-montare alla Picasso)

Monito apocalittico ai criminali!

Rimarcherò, a vita, il mio non avvitarmi ma rigirarmi i pollici di coperte “in bocca” a chi abboccherà, quindi marco a zona mista con pipa da bato Bearzot(ico), “distinti saluti”

La società è come un piatto di penne con panna e pancetta. Se, deduttivi, intuirete il malessere di “cagate” che induce, non vi ridurrete e “indurirete” come il Duce, altrimento alzerò l’alluce per “indicativo” al “Pollice giù” delle vostre carcasse… da morti!

La signora vuole le morti dentro, ammonendo, mangia la mostarda e la mortadella.
A me costei, “letterata” di “buon” gusto, disgusta. Preferisco il “grissino” che bacia il salmone nelle sere estive e un filetto d’agnello a queste “cervella”.
Ah sì, van sbudellati e, ivi, narrerò voi la “fav(ol)a” del prete “cazzone”…

Il prete alzò le sottane delle donne del puttaniere, “brindando” del “benedirle”. Nel din don dan sudato di chi dà la “moltiplicazione” dei “pesci”


Il prete se ne stava “indifeso” nella sua parrocchia. Ma un parrocchiano, per colpa della sua parruca troppo “stinta” nelle “verruche”, volle rubargli perfino le verdure della mensa.

Al che, cominciò a insospettirsi riguardo alla sua vocazione.

– Lei perché fa il prete? Perché non le tira? Non è “in campana?”.
– No -, rispose gentilmente il prete – Perché ne avevo le palle piene”.

Ma il disturbatore perseverò per fargli il sedere.

– Lei perché fa il prete? Perché non vuole “ammansir” le donne a “pecorelle?”.
– No -, replicò educatamente il prete – Perché amo contemplare mentre a te piace “sorvolarvi”.

Il parrocchiano, “non soddisfatto”, abusò d’impertinenza.

– Lei perché fa il prete? Perché adora crocifiggersi?
– No, amo impalare gli idioti. E tu appartieni a questo giro(ne).

Tre minuti dopo, accorse tutta la comunità.

Il prete stava celebrando l’Alleluja, indemoniato coi “cherubini”, fra bicchierini di brindisi e Marlon Brando di Apocalypse Now offerto in sacrificio per voi.

Il “disturbo” della personalità nell’animal ferale! La scossa elettrica all’erotismo spaventoso delle “balbuzienti” nevrosi d’una putrida società (s)tirata!

Squilla il telefono, un “disturbatore” rompe le palle e anche le “uova nel paniere” alle combriccole b-riccone che vivono nella carnascialesca idiozia frivola.

Grida loro la pena!

Un tormento assillante. Contattano, su lenti a contatto spaccate, qualche “asilo nido” per coprire le “urla”. Ma il rumore, “di fondo” ragionevole, persiste, rincara la “dose” per sedazioni alle loro sfacciate violenze psicologiche. Un’ugola che si dimena, ingoia cornetti alla crema, quindi dà di pancia alle loro abbuffate. Con (ig)nobile creanza scatologica, a triviale irriderli di stessa volgarità.

A trovarli! A trivellarvi, troioni!

Ne ho visti. Ragazzi indotti al suicidio perché “timidi”, dunque da intimidazioni e ricatti.
Insegnanti con la “logorrea”, frustrate croniche perché non soddisfatte da un marito “saltimbanco” fra una segretaria da “fotocopiare” e il copulare con la “stampante” in calce della sua vita in bianco e nero. Come “colora” l’esistenza, con “resistente” permearle, come preme e “opprime”… Veste d’impermeabile, soprattutto nell’anima, scarnifica chiunque con la prosopopea di chi vessa il prossimo da “domatore” degli “elefanti”. Smorfie, provocazioni, risatine “permalose” che “avvertono” per metterti in “allarme”. Per accerchiarti in gabbia! Per sbarrarti le “sbarre”.

Su loro “barra” di “cioccolato” da (boc)cuccia!

Alla prima avvisaglia di ribellione, avvisano appunto le “istituzioni” da raggirare dietro il “potere” delle formalità da sbrogliare. Sempre “indaffarati”, presi dai loro “impegni”, per cuori prostituiti a un sistema da “paese” gioioso dei balocchi, nel “Pinocchio”, e da pidocchi, allungare nello sconfinar dietro “lecite” bugie bianche “a fin di bene”. Lucignolo è un “presidente” del “cazzo!”. Quell’aria bonaria, quei denti “emananti” bontà, invero maneschi, generati “salivari” da tradizioni alla borghesia manichea, che ha sempre il coltello dalla parte del manico. E infierisce sui vulnerabili con l’inquisitoria “autorevolezza” dell’arroganza a cui dovremmo solo chinar la testa e sgattaiolare con la coda fra le gambe.
“Rispettare” le file indiane, il “dare precedenza”, il lor orrendo procedere che non cederà a riconoscere i torti, anzi t’infil(z)a l’arma a doppio taglio ché, se parli, potrebbe ritorcersi contro.

– Ti conviene star “muto”, e seppellire gli affari sporchi, le facce(nde) di merda.
(Siamo noi e ne andiam “fiere”, senza se e senza ma-iali).

Sì, li combattiamo e, stavolta, non contrattiamo, in cambio avran solo noi a sbatterli d’equi cambi di marcia. Di chi adesso controbatterà! Facinorosi, c’affacciamo dinanzi, e “dietro”, ai loro usci, ai loro “cuscinetti”, ai loro circoli pettegoli da capitani Uncino. E incidiamo. Sarà un frontal “sinistro?”. Incidente di “percorso?”.

No, uno schiantarli di fronte alle loro immonde vigliaccherie.

Alzarsi in piedi, di voce tonante, sfondare questi muri di gomma, e d’omertà, nel murarli dirimpetto alle loro responsabilità. Camminiamo alti, impettiti!

I criminali devono pagare. Qualcuno abbia la forza di confessare!

Come fanno a guardarsi allo specchio? Quel vetro non s’arroventa e avventa alle giugulari delle loro innocenze ferite? Arrovellati, criminale! Dove scappi? Chi pensi di scoparti?

Se no, lo specchio deve avere il senno d’insinuarsi dentro i loro incubi peggiori, di tormentarli, di non dar tregua.

Guerra speculare fra due concezioni opposte della vita. C’è chi si guarda orgoglioso, giusto e tosto, e chi osserva di sbieco, recidivo e acido nell’uccidere per museruole a “becco” chiuso”. Da becchini insensibili. Da assassini che poi nascondono il cadavere e descrivono l’incisione ad “agiografia” del loro “commemorarli” nella misura congeniale a genetiche distorte.

Quest’Occidente, ammalato da gare, da tappe, va tappato.

Ordino un “locale” e, nella locanda, vi sbatto al fresco!

Ammirerete il Sol Levante di chi v’ha tolto dai “guai”.

Sfreccio “muralmente cinese” come il terzo Superman, in quanto superbo nel mantello (s)lanciato.

Angelina è figlia di Voight Jon, ella, che “ancella”, fu amata dal Pitt Brad. Ora non più, in quanto ho “tastato con mano” la veridicità del loro “accoppiamento” proprio “bello” da un tranquillo weekend di paura. Sì, Reynolds sono io, non ho però frecce all’arco!

Pitt, invero, m’incontrò l’altra sera per discutere d’un problema che lo tormenta.
Da mesi, non gli va. Che cosa? La cerniera.
Pare che abbia recapitato a Joe Pesci un “ritorno in grande stile”, affinché possa “tirarglielo” da unico, vero comico, ora che a Hollywood non fa ridere più nessuno.
Steve Martin s’è “ritirato”, Jim Carrey “rincoglioneggia” a Miami, servendo il caffè a Rita Rusic, “spupazzando” le onde del successo, che fu(ma), fra sceme e più sceme. Al posto del Billy Crystal, adesso han ficcato quel Seth agli Oscar. Che disastro! E anch’io non sto tanto bene, per citare Woody Allen. Diciamocela, Woody ha finito la scorta di battute per salvarsi dal suo chiodo fisso, latente: il sesso. Le salviette!
Adesso che la vecchiaia dà gli acciacchi, la mente fa brutti scherzi e non aiuta, di certo, a “star su”.
L’umorismo diventa prevedibile e scontato, la senilità un fattore del “Non c’è più niente da fa’, né gli uccelli del tramonto mi allieteranno l’orizzonte marino di quando rivoluzionai da Cristoforo Colombo, nella scoperta di nuovi linguaggi”.

La vita è solo una questione di (male)lingue: da giovane, se non “limoni”, ti pescano, d’anziano devi buttarti giù dal ponte, ché il fiume conserverà le ceneri per un acquedotto da “Addio e ora spurghiamo”. Insomma, prima “provocano”, poi devi “invocarle”.

Tanto, i ricordi servono solo alla Total Recall di chi l’ha vissuti. Una volta morto, cancellano.

Sì, la vita è come Jack Nicholson. Egli impazzì presto perché aveva già capito che il Mondo è un casino totale. Quindi, fra culi e cuculo, fu precoce Shining del Peter Pan bimbo che, col triciclo, incula. Egli raffredda nel labirinto!

Sì, la vita è come Sharon Stone. Un Tempo apriva al sorriso, divaricando le cosce, adesso ha le vene varicose. Non è una gran cosa.

Sì, la vita è il “Darti una scossa”. Ecco, se mi dessero delle percosse, starei “meglio”. Non sento nulla, giusto il mio cazzo, ma non so dov’è andato. Forse, a pisciare in testa agli stronzi.
Non sono i “miei”. Cosa? I testicoli? No, le coliti.

Al che, tornando al Pitt, prendo in prestito il suo “pitone” e divento King Kong con Naomi Watts a urlare, “meravigliata” della bestia. Un Falotico castano su pelo biondo, di rinnovata erezione “coriacea”.
Sì, “di tutto Cuore”, me “lo” decora” e le scimmie, tutte in coro, accorrono a guardare lo spettacolo.

Ce la vogliamo dire?

Andate a farvelo dare!

Dove?

Da qualche parte “entrerà”. Ora, ci son tre buchi nelle donne e due nei maschi? No, è un “luogo comune”. Sono cinque per le donne, e quattro per i maschi. Sì, bisogna “calcolare” anche il naso.
Se ti scaccoli troppo, potrebbe dimezzarsi d’uno solo, perché scomparirà la cartilagine.
Se invece ti compare un altro buco, sei un drogato.

Non so. Ho ragione?

Bisogna “rifarla?”.

No, non si rifarà…

Angelina Jolie è una puttana!

Come dice Yul Brinner ne I dieci comandamenti: “Così sia scritto, così sia fatto”.

Cosa? Il faraone che si “cucina” la faraona? No, l’ano senz’ormone.

Arrivederci.

Detta tutta, sei fottuto!

Mi ricordo di quando le scrissi la letterina d’amore:

se sono il tuo amante, allora in frigorifero non c’è nulla! Perché vuoi mangiarmi? Ti consiglio di far la spesa per una colazione più nutriente.

Dialogo innescato di “mic(c)ia”:

– Non vuoi più far la doccia con me?
– No, preferisco “lavarmi” nel fai da te. Dopo, avrei bisogno del bidet.
– Perché? Dopo la masturbazione, non lo detergi?
– Ma che hai capito?
– Una sega.
– Non voglio mica farmelo a pezzi.
– Sei pazzo?
– No, non ti spupazzo. Addio, zoccolazza! Beviti un Lavazza!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Seven (1995)
  2. Robin Hood – Un uomo in calzamaglia (1993)
  3. No grazie, il caffè mi rende nervoso (1982)
  4. Genius – Genio incompreso ma non troppo (1999)
  5. Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972)
  6. Bugiardo bugiardo (1997)
  7. Qualcosa è cambiato (1997)

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