Archive for May, 2013

Questa nostra società


28 May

Voglio fare l’amore con una psichiatra telepatica, con mosse da bell’anatroccolo, entrarle di “monologhi alla vagina” nelle coccole fin su i cu(cuzzol)i della montagna e, nei dossi, farmela addosso

Si sa, la balena balla e non va sui viali mentre tu la dai non per quattro soldi.
Ai soldatini l’affranchi, e mogia mogia ne sei naia.
Io, invece, ti canto la ninna nanna in quanto onanismo ai gargarismi su toupet d’alopecico topo e poche tope sebben lo “rattoppai”. Ah, che topaie malfamate, mie affamate, pien di zoccole son i tuguri e qui è putiferio delle vostre pestifere codine coi “riporti”. Scopate gentaglia di porto, senza darla a vedere asciugata, e macchiate il pavimento, “lucidandolo” con dovizia fra tanti “arzilli” ammainati e a salparlo di slurp.
Stantuffan anche i vecchietti e il tappetino acciuffa il pelo irto pure degli eserciti della Marina.

Poi, assieme, preparate il purè, patate stufate e ben mescolate. Sbucciandovi nell’arrivar alla frutta per un desiderio da dessert del sarto, cioè “Cuci la bocca e beccati la crema pasticciera delle cerniere dopo cena”.
Consolandovi con acide insalate posticce, digerenti al “limone”, andate al cinema nell’innamorarvi de La grande bellezza.

Servillo è amaro-chiacchericcio, tu buttati nella Fontana e guadagnerai qualche monetina senza qualcuno che nella tua “acqua” si tuffi da turista!

Splash, una sirena a Manhattan. Basta con Woody Allen, la sua Rome non è love ma un with or without you alla Bono Vox, uno che copre la testolina pelata con del rock di pessima annata. Anche prima faceva cagare, mieloso è diventato pelato.

Andiamo a raccattare Mick Jagger, vero ratto di Nature scimmiesca. Egli balla come King Kong nel fisico da patito di Auschwitz. Erotico quanto Hilter col parrucchino. Ma lo voglio così, a incitare e tutti incinta a eccitare! Evvica Cheeta! Tarzan la sprona e snocciola la prugna! Basta col prurito! Dai, aziona di dita.

Guarda come dondola con il twist, con le gambe ad angolo, sbilenco, t’entra strisciante… di cocaina.

Insomma, preferirò sempre una merda secca ai finti eleganti e una stampante colorata al tuo teschio in bianconero.

Fine, con la cartuccia di te che ciucci le cannucce e sei un ebetuccio come il fico d’India ché t’inalbero a mio “abete” Arbre Magique. Il deodorante, pendente dalle tue labbra, ti stacca l’orecchino se non t’arricci ove “tutto” è aggrovigliato e (non) profumato.

Chiamano un centro di salute mentale per lo “schizzo” troppo su di giri del mio “pneumatico”:

– Pronto? La ricovero?
– Ci sto. E Lei?
– Anch’io!
– Quanto mi dai?
– La cura infermieristica è gratuita, e le misuriamo anche la “pressione sanguigna”.
– E se non pompa?
– Come merendina può avere i pompelmi della cameriera che fa le pulizie…
– E se è acidula?
– La uccida.
– Eh, ma poi mi trasferiscono dalla clinica al manicomio.
– Almeno, lì potrà vivere fra gente normale.
– Sono “soddisfatto”.
Però, prima possiam darci delle botte?
– Mi ha anticipato.
– Stava pensando (a) quello?
– No, a quella troia di mio marito, è un picchiatore.
– Un amante manesco. Ha chiesto il divorzio?
– No.
– Come mai?
– Amo le sue “mani”.

La telepatia è qua. E questo ti entra ove non si sa. Leggimi nel pensiero e andrà per il verso giusto. (In)castrato a dover.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Arancia meccanica (1971)
  2. Cuore matto… matto da legare (1967)
  3. Gianni e Pinotto in società (1944)

Perché sono un fan dei muscles from Bruxelles?


26 May

E dunque di Camille François Van Varenberg, in arte Jean-Claude Van Damme? 

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I motivi sono questi: faccio la spaccata di “balletto coreografico” nelle fighe altrui

Su una chat thailandese d’incontri “clandestini”, lotto con la mia Scott Thomas, vengo spellato da pollo come un “freddo” Ryan Gosling scottato m’arrossito da una che non perdona e non (dà) botte. Dio, oh my Goddess!
Mi sbatte al tappeto, poi indosso uno smoking e calco il tappetino rosso del mio pelo.

Ciao, voglio esser dileggiato anche perché tu, lo intuisco, dietro lo schermo immagini una proiezione virtuale del proibito soffrire. Oh, soffri a pari grado della tua intelligenza e chissà qual riflesso di sembianti, fascinosi e anche “inquietanti”, affibbi alla mia figura “folle”. Astratta o così “incisa” dalla severità di quella poseur prosopopea del tuo intuitivo scibile.

Sì, in alcuni “tratti” di mio sangue, hai azzeccato il bersaglio. Orgoglioso, “malato” di superbia o di facile vulnerabilità? Se ti narrassi la mia storia, tanto incredibile t’apparirebbe da scambiarmi davvero per un pazzo con manie di grandezza insostenibili. E del mio egocentrismo intaccheresti ogni mia “smania”, avvilendola in lapidario giudizio, di freddura-frittura di pesce secca (sei  sciupato) e da teschio sgretolato nelle tue mani neuronali.
A plagio d’un verdetto “sincero”, la franchezza del tuo sguardo.

Mi credi un esaltato? Lo so. Un ambizioso bel ragazzo tanto corteggiato e anche tanto a lustrarmi d’apparenza “forte”. Indistruttibile…certo, come no.

Questo vedi, vero? No, non vedi affatto niente di tutto ciò. Lo vuoi, però.

Ma, secondo te, io davvero pretendo il tuo seno per attorcigliarmi nel calore, oh non sai quanto provocante ne sei sospiri infiammanti allusivi, ammicchi “immobile” nella dolce e maliziosa maturità sacrilega e desiderata allo stremo, per ambire a notti d’alcove furenti?

Hai 47 anni, e l’esperienza tua macellerebbe anche un singhiozzo mio erotico ad ardirti per tanto avvolgermene?! Perché mentire? Possiedo gli anni di Cristo e, come il Gesù di Scorsese, permettimi di bramarti all’ultima tentazione d’una Maddalena da scopare. Chi se ne frega delle diocesi. La cristianità è solo un’inculata.

Ti turbo? Questo induci, lo sai e vuoi giocare. Baciami pure sulla fronte. Ormai, mi son abituato alla diversità profonda che tu hai colto. Questo hai visto. Un diverso quale sono.
Il mio visino, pagliaccesco e poi serio, malinconico è già tua indagine aderente e addentrata negli occhi che mi stan mangiando.

Sì, te lo racconto perché mi va. Ho conosciuto la mia prima ragazza qui. Anni or sono. E tu pensi che sia un tombeur? Eh eh, il mio madornale errore d’acerbo “volerlo” rinascere alla Tom Berenger di Platoon.
Ed eclissarmi, sepolto, nella tomba. Meglio l’urna al diurno, come dico io. Meglio il notturno che sciacquar i panni in Arno. Prediligo il mystic river alla Eastwood. La Notte del “lupetto” che, una volta riaperti gli “occhiolini”, sbranato dai “giochi d’adulti”, spacc(i)ato, vien anche assassinato dal miglior compare, uno che ora tira… a campare e ha dimenticato l’alto mar dell’adolescenza vitale. Sì, più ti sommergi e più nuoti, una volta che galleggi, ecco…  lo “alzi” da gallo, e son cazzi miei. Comunque la giri, la Donna me lo strappa. Soprattutto se è un omosessuale, il quale crede io sia invidioso della “sua”. A me non pare una gran vita da puttaniere quella di “quello”. Mah. Vai là.

Quale immane scempio commisi a voler assomigliare appunto a un cazzone uguale come gli altri. Di tutti.
Effettivamente, me lo tagliarono. Sottilmente, lo “temperarono”.

Ci conoscemmo e Lei era morbosamente ipnotizzata da un ragazzo vergine alla “suonata” età di 24 anni. Verissimo, roba da rotocalco omonimo, anche da “borotalco”. Meglio il tabacco. Fumando, tappi il buco del “bocchino”. Una ragazza, comunque, aizzante. Tanto da concupirmi perché era questo che la eccitava da morire: l’uccello non tanto in volo da innalzare nel “Concorde” della sua testa fra le nuvole. Così, mi te(r)se un tranello (secondo me, se mi sbatteva sul tinello, avrei almeno sfogliato un pasticcino) e mi ha fottuto in una città termale dal “parcheggio” porchettina. Illusa che, “svezzato”, sarei cambiato. Dopo qualche mese, la mia apatia metafisica, di carne risvegliata in un “falò” onanista arso, mi seppellì di nuovo nel buio della “malattia oscura”.

Sai perché mi lascia? Non sono un lascivo. Una sera, come sempre, si spoglia, inizia a strofinarsi su di me, ma mi alzo stizzito e le urlo che preferisco masturbarmi.

I verbi. Passato remoto, participio, imperfetto e (non) presente. Sempre nella figa assente, anche se “trascorre”.

Orale? Meglio gli scritti.
Sono un diverso. Ogni tentativo ero-t-ico m’ha reso ancor più rafforzato e altrove.

In quale luogo non so. Ma ho scoperto che i becchini mi dan da mangiare del becchime.

Già, quando cala il Sole, ballano sul mio loculo.

Vedi? Il “cuculo”, i culatoni, “Ti faccio il culetto”, tre etti di pastasciutta ed è all’asciutto di olio piccante.
Mettiti in “forma”. No, non lo “inforno”. Sulle lasagne manca la besciamella.

Fidati, la mia “cottura”, più che a 90 gradi, è da condimento mio bollito.
E sappi che la patata bollente non sarà mai un “tiramisù” semi-Algida, marca del “pollo fritto” agrodolce come il gelatino del “mandorlato”.

Diciamocela. Sei una gran figa.

Adesso, vedi di usare con “candela” il Condom. Al microonde.

L’Italia è sempre stata un paese di piccoli borghesi e ragionierini con lo “Sky” di Fiorello. Almeno, prima era simpatico

Gli anni ’90 son stati “tormentati” dal tormentone di Rosario con  le sue “Spiagge” tamarre e abbronzato nella pineta aspra.

Secondo me, detta come va detta, andassero a prenderlo tutti quanti.

E, se tua madre provoca, lo prenderà pure lei.

Poi, la butteremo fra gli squali.

Kristin Scott Thomas, fatale in “Only God Forgives”


26 May

Indubbiamente bellissima.

 

 

 

     

 

    

La Mecca del Peccato


25 May

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Rita Rusic, la culinaria cool del culturale a suo Ercolino in pareo


25 May

In una società balorda, son l’eccelsa stravaganza canzonatoria col mio piumaggio altero e altamente menefreghista, in tutto (s)prezzo del mio colorito a te non annuito ma, annerito, annebbierai

Che io viva oramai sui monti eccentrici del genio inconsueto, è verità conclamata, e aderisco a ispida vostra invidia di prosapie mendaci con per di più mie smorfie da giullari “evasioni” in mezzo a questo casino di “vaselline”.

Lo so, sputatemi ma domani sarete spaccati in faccia, osannatevi in gonnelline castigate a vostro prostrarvi ché io mi gusterò la crostata, tenendo rizza la cresta di marmellata e domani montata.

Sono un montato ma non mi vedo sposato, né tu sarai mai mia. Già t’ho adocchiato, mentecatta da strapazzo. Ai galli tu aneli, ma io inanello altri deliri, spennacchiando le galline, ché farneticar m’è lietezza in vostre sconcezze con tanto di chicchirichì.

Vivo per volontà ai mar(gin)i e invoco l’oceano al fin che siate “imboccati” fra le sue piovre nascoste nei “cespugli” della Notte lorda, mentre poi volo nella tundra e sgambetto in tuta, suonando il liuto per le vostre bocche aperte, sottilmente provocate, dolcemente in(o)culate. Allocchi, come vi sfotto io neanche tua madre a (s)premerti d’Edipo, tuo padre è alla sua serva di tutti i servigi, scopando solo a terra.

Annoto un’argentina e le piazzo un calcio secco nel tanga, altro che Tango, sono il Cash a fracassarla,  recapitandola sulla Luna, ove vivanderà i panni sporchi intergalattici a dispetto del mio santo di cartine tornasole.

I conti non mi tornano, il tornio non mi plasma nell’argilla e non argino il mio gigantismo, incapsulato in una nave spaziale per orbitare su una Venere ed esserle “marziano”, alienandola con tocchi essenziali di fanciullezza oggi e domani ficcarla nell’immondizia da “buco nero”. Che cesso, devo solo incassarlo! Altrimenti, sono cazzi. Di altri. Il mio merita Saturno.

In vita mia, ho letto tanti di quei libri che tua sorella non ne ha presi altrettanti, e gioisco di manne dal Cielo per essermi liberato dagli stronzi e ora poter galleggiare, con fra l’altro anche il diritto di galera a tali teste di svuotati testicoli se ancor vorranno imprigionare la mia libertà e volerla appallottolare per quattro biglie del comunque non imbrigliarmi.

Tu sei un bignè, io ti mescolo sul capo il caffè e ti lavo con tanto di ano nei miei vulcanici schizzi di “lava” nel buco tappato.

Insomma, se m’incontri, sai che non riceverai sconti e lo scontro sarà attrito a sbatterti negli antri ove gemerai, mio anatroccolo.

Sono colui che ti scaccola e disincrosta le tue “benedette” ostie, in quanto ostello del mio bianco cavallo in te “divaricato” e non aperto di mente. Mio religioso di acque sante, ecco il santone nel tuo culino. Demente sì, e io ti punii senza neanche accoltellarti di pugnali.

Mi piaccio così ché matto te lo metto lì. Sempre, in quanto prendo la tua donna e la spingo in manicomio, con te a urlare perché vuoi che impazzisca di più.
Lei o la maionese? Prediligi il ketchup? Ok, basta che ci siano le patate e ogni “salsa” è carne arrosto o al “fuoco” ardente in quanto bocconcini ai denti?

No, gli eschimesi scopano solo un tre quarti al mese perché lo tengono al freddo.

Quindi, freddati e frena il tuo pelo. Ricorda che la tua donna ha bisogno di coccole in quel loculo. Oblò.

Ecco chi sei. E hai incocciato la tua zucca.

Di terzo nome faccio Gustavo, di “soprammobile” mangio il mascarpone con la scarpetta e tu precipiti dalla scarpinata con la mia forchetta e un bavaglio “a col(l)o”.

Sì, son questo.

Piglio il pigiartela anche in pigiamino e caccio peti a innaffiare l’aria dell’intimo sapore “vernacolare”, in quanto dialettica “gargarismo” dei germi vostri intestinali a mio girino e orgoglio fra questi gergali volghi.

A proposito, alle vongole preferisco il goloso.

Al caramello, il mio uccello fra le Camel.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Point Break. Punto di rottura (1991)
  2. Acapulco, prima spiaggia… a sinistra (1983)
  3. Gilda (1946)

“Solo Dio perdona”, il Trailer italiano


25 May

“The Iceman”, un capolavoro “firmato” Michael Shannon


25 May

“Diverso Dagli Altri” alla Enrico Ruggeri


24 May

Page not found, nerd non pervenuto, server blocked, idiot arricciato nel lucchetto


24 May

Pace nella tormenta, pioggia settembrina col violino alla Toscanini in quel della Maremma sul nerd maialino di onanismo verginello.

La paranoia aumenta, “qualcos’altro” cresce-rimpicciolito in chat adescanti ma nulla da “fare” in quanto segaiolo “seduto” e non “lì” stante.

Così, il ricconcino viziatello inizia a impazzire come Douglas Michael, tanto “mascolino” di virtuale quanto ossessionato dall’omofobia d'”autoaffibbiarsi” la patente di “sfibrarselo”.

Non si preoccupi, le auguriamo buon complea(n)no perché lo scherzaccio deve, volente o nolente, accettare. Non se ne sbatte? Dai su, “tiratelo”.

 

“Killing Season” direttamente in Blu-ray?


23 May

Forse l’avevo già messa questa inquietante immagine d’un De Niro col fucile e d’un Travolta “incappucciato”.

Rimango negativamente “impressionato”.


Un film massacrato in modo “macigno” anche dalle non tanto convinte e convincenti controfigure. Non mi credete?

 

D’un “gatto col topo” annientato da un macigno assai “cri(p)tico”, anche dal sottoscritto

Oggi, viene data la conferma, cioè poi momentaneamente smentita dalla confusa Millennium Films, fra l’altro “genitrice” di veri “capidopera” da macero “in presa diretta”, che il suo pezzo da novanta di fine stagione, Killing Season appunto (un nome suicida di “programma”), uscirà straight to video.

A giudicare dalla locandina, che “ritrae” un De Niro “fucilante” su camicia selvatica a righe e bocca storta, nel sussurrarci un “Non sono credibile in quanto senil’ ma ancor ho qualche cartuccia da sparare d’ultimo ghigno con tanto di baionetta e soprattutto bavetta da vecchietto”, e un Travolta a coprire di “papalina scacciamosche” la calvizie del pingue “soldatone” rintronato dai troppi “bombardamenti” inflittigli, “intercostali”, dalla moglie Kelly Preston, una “bona” per  il Grizzly John sciupato nella grinta “ballerina” del suo Grease, oso, sì oso dire, bando alle querele che intenterà a mio “danno” il produttore Avi Lerner, che questo film, più che un’avventura da tranquillo weekend di paura, mi par una boiata spaventosa, da gettar nelle ortiche e aggrovigliare nelle piante rampicanti dei Monti Appalachi per evitar che il regista venga ferito nella sua residua salute psichica, assai Daredevil, cioè un mestierante che rovinò il miglior cinefumetto, “accecandoci” col pessimo e storpio-stolto Ben Affleck sfigato-piacione-tonto nel suo bramar la figona Garner (infatti l’ha sposata, e vide giusto…, salvo “a salve” rincoglionirsi ora da “cineasta impegnato” quanto palloso), imbattuto anche dal Colin Farrell con “pettinatura” rasata così come compare nel suo “love” movie leggermente pornografico “affibbiato” alla ex negrona concubina, Nicole Narain. Un sex tape brucia-carriera e anche “cerniera” arsa, a giudicare da come il Farrell si muove Miami Vice nella micia Nicolina, tra un blowjob “occhiolino” strabuzzato e pancetta da birra sul “bersela” in modo “Alexander”. Sì, un cesso attoriale col “carisma” del sessappiglio da Ronaldo dribblante il “gel” delle sue isteriche fan… cazziste.

Ora, signor  De Niro Bob, sa che io la stimo ed eccelso è sempre, nonostante, fra i primi posti delle mie classifiche, ma sta esagerando. S’è improvvisato addirittura emulo di John Rambo a quasi settant’anni con prominente addome “slaccia”-bottoncini dei pantaloni large, e sfida uno ancor più bollito, Travolta dongiovanni di quando spingeva atletico e non di grasso che cola.
Per questa “serpentina” di mitragliate con poche frecce al vostro arco.

Datemi retta, John e Robert. Noleggiatevi rispettivamente C’era una volta in America e Pulp Fiction, e vedete di non cazzeggiare, bensì rimpiangete le interpretazioni epocali che furono. Purtroppo… non siete più. Segnati sì.

Comunque, potreste essere ancora e potrebbe starci il filmone. Inteso in senso largo del termine della vostra Notte.

Chissà. A prescindere…, cagatona rimarrà. Da “an(n)ali”. Con tanto di “botte”.

Sì, le scoregge dello spettatore “turbato” dalla schifezza “rilassante” del Blu-ray dei suoi soldi freganti…

Però, ci son sempre chiavi di lettura che non sottovaluterei…, eh no

Questo testardissimo e caprone Travolta, mi ricorda un antico “amico” di battaglie, un rivale acerrimo che proprio, disturbatore (inde)fesso, non amò i “dormiglioni” eremiti…
“Cariatide” delle sue ripicche infantili, guardone e “spionissima” per una mission con tanto di “medaglie al valore”.
Una sorta di inquisitore un po’ “pederasta” e anche pedestre, sì da boy scout delle corse campestri.

Lestofante criminale in abiti “guerriglieri” ma gran vigliaccone a romper le finestre e poi scappar col malloppo nel suo, invero, groppo in gola da “stallone” scopatore ridicolo da me “spalleggiato” fin quando le uova nel paniere, dalla rottura di pall(ottol)e, piangerà ininterrottamente. Visto? Ti ho ringalluzzitto, galletto di un bamboccio. E anche spennato.

Fiotti… di sangue e sventrante vendetta, da sua stessa “eminenza” proprio “fottutamente geniale” (s)cagionata, per una subitanea forca, leggasi impiccagione. Voleva esser cantante di complesso e successi con le groupie, invece lì sta (s)contando la sua pecorina smarrita e il suo solito gruppettino a leccargli il piselletto dei pistolotti. Che pistola!

Come glielo/a estrassi, neanche sua madre da un utero altero, in quanto scimmia e poco femmina da maschio generato nel muschio e raschia. Il suo barile è un barilotto, il padre, di pienotti alle prostitute, lo impennò tanto da raddrizzare solo la zucca vuota. Quale bazooka!

Tanto “cacciò” la “strega” ch’ella, demoniaca, rinacque in salvifica abluzione al suo capo(rale) ora corrotto e “vessato” dai risarcimenti penali con più di “verga” a mia deniriana “verruca”.

Il verme al mio “solitario” lupo attentò di “bianco” assassinio ma fu scoperto con le mani nel sacco.

Ché perse il vizio ma, evirandolo, non avrà altri orifizi.

Sol(e) sacrificale, “conficcato” gl’è entrato e addolorato patì il duellante affronto.

Millantò talenti a vanvera, essendo vano e vuoto, capovolse le verità ma in casuccia è rintanato.

Ha paura della sua ombra e tremar adesso si caga sotto.

Chi ride, babb(e)o?

Ora ha(i) capito come si vive. Ora sta morendo. Ora, lo psicopatico balbuziente sta patendo. Si sta suicidando.

E, perendo, il suo pen dite che è funambolo o pende da una fune pedante? Lui lo sa. E lassù sarà quanto prima lo farà. Per il suo bene.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rambo (1982)
  2. Killing Season (2013)
  3. Fuga da Alcatraz (1979)

Genius-Pop

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