Volatili per diabetici

17 Sep

Lo scorso Venerdì 13 fu il mio compleanno. L’ho festeggiato al cimitero… ecco perché sto dimagrendo a vista d’occhio. Il mio teschio si butterà, sa anche il balcone di quella botta(na) là!

Giovedì sera ebbi una delle mie crisi sesquipedali. Colpa del fatto che ho dedicato tutta l’Estate a curare minuziosamente l’editing della mia nuova opera letteraria, “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne” (di cui siete obbligati a un acquisto cadauno, recandovi su ibs.it, previo colli sgozzati, non ci saranno sconti nonostante il 15% del “risparmio”) ma, dopo tal fatica improba, ancor poca figa. Anzi, molte gatte morte ma la mia mano si sta rattrappendo, tremolante, sulla tastiera “ergonomica”. D’un comfort da far invidia a Jack Torrance di Shining, compreso l’assideramento ormonale del mio attuale stato da Nicholson “ritiratosi”, soprattutto nella zona erogena calda, per labirintiche disamine trascendenti alla 2001. Sì, per risalire alla mia malinconia esistenziale, mi affido spesso a Kubrick. Gli esiti son nefasti e la neve cala impietosa, comprese le torrenziali piogge bolognesi che si “sposano” al mio umoral meteorologo da psicopatologia della mutua.
Quasi muto, per lo shock e il “freddo”.
Sì, ironizzo, sono oramai “benigno” alla Benigni sul mio “inguaribile tumore” maligno per una vita che ricomincia da tre come Troisi ma, realisticamente, non mi resta che piangere.
A meno che Leonardo Da Vinci non copi la mia “Gioconda” e gli chiederò un risarcimento per plagio. Ah ah! Preferisco la mia statuetta di Mosè alla Michelangelo piuttosto che le nature di Sanzio. Ora, silenzio, vi annuncio questa sciagura. Avremo Elio Germano nei panni del nuovo Giacomo Leopardi per Mario Martone, quasi quasi è meglio una matrona che allieti il mio “Infinito” su note del Verdi… pascoli lagrimanti da va’ pensiero sull’ali dorate. Sì,ok, ma il pene non va su quelle da dorare. Non è un bene, è una pena. “Forzata” da Oscar Wilde. Germano conosce suor Germana. Sì, uno da suocere.
Smentiamo le voci diffamatorie su Wilde. Pacino Al n’è fan, sa che Jessica Chastain voleva il suo “Erode” di salame. Ma quale Salomè. Quella è una bionda che fa salir’ molto zero dark thirty. Ti tira di trenta ma scende la temperatura “al gelo” come il bambin Gesù se Jessica non alza la gonna su. Ma quali Torri Gemelle e conflitti in Siria.
Qua è peggio che nella transiberiana. Sai quanto me ne frega delle guerre mondiali. Almeno, vedremo qualche speranza svolazzare dal terrazzo. Finirò nella steppa col mio pollo di “stoffa”. Stopposo quanto il petto di Jessica con uno di maggior “troppa carne al fuoco”.
E, di saliva, Al recita il suo monologo della vagina. Cucinandoselo “addosso”, arrosto e da rustico sguardo versione Dog Day Afternoon.
Sì, sono arrabbiato. Ma che cazzo di comportamento è mai questo?
Mi son fatto un culo come la villa di Arcore, ove però, al contrar mio, Berlusconi di leccaculi protesse la “profilassi” delle sue pute finché potette, perché ricevessi in cambio sospetti, inculate e schiaffi? Sai che “ricevimento”…
Telefono a un mio amico, alla vigilia.
Mi risponde che preferisce alla mia torta la “Serie B”, ove disputeranno un incontro “storico” fra una cadetta telepromozionata su cotoletta milanese e una squadra terrona con tifose “iperdotate” sugli spalti inquadrati di “moviola”. Stoica, ai limiti del porno 8mm più da voyeur.
Con mossa “bugiarda”, gli rispondo che, se così è, la “Pasticceria Delle Rose” di Casara Lina, ubicata vicino al passaggio a livello di Via Zanardì, limitrofa a mia Ca’Bianca su CAP 40131, preparerà per lui un bignè ripieno di merda ma al sapor “cioccolato”.
Dalla diarrea, capirà d’aver mangiato uno stronzo migliore di lui.
Anche perché, di solito, è anche stitico.
Affettivamente, vale un cesso.

Poi, vedo se una delle mie ultime squinzie, molto “virtuali”, è libera per un “lasciapassare” da passerina del Venerdì festeggiante.
Lei replica così:

“Stefano, se mi regali un anello, per te un bacetto Perugina.
Se mi doni un residence, una toccatina e non oltre.
Se ti azzardi a darmi il tuo uccello, lo darò da mangiare agli uccelli.
Ciao. Adesso, non disturbarmi. Sto guardando la fiction Amore e ibridi cazzi tuoi, storia di peste e corna ambientata in Scandinavia, ove il biondino attizza anche se è un eunuco che scopa un’eschimese lentigginosa, oriunda profuga sopravvissuta al Titanic da emigrata dopo la Sicilia con furore per colpa del marito mafioso”.

Come ci devo rimanere?
Poi, dicono che hai gli “schizzi”.

Lo schizzo almeno consola.

Adesso, capisco perché Woody Allen ha sempre preferito le seghe alle donne.
Dal genio elettrico, spunta l’idea dalla lampada.

Basta che non sia della Beghelli. Per quello spot, De Niro paga ancora la reputazione.
Insomma, quella pubblicità poi passò a Giletti.
Onestamente, con tutto il rincoglionimento del Bob di oggi, Massimo è uno che stava con la Clerici. Non scordiamolo.
Al che, spuntata la Mezzanotte fra il 12 e il 13, mi recai alla Certosa.
Era ancora aperta. Il becchino stava facendo il beccamorto con una turista anoressica di “mortadelle” in bocca, su una lapide in cui dilapidò la depilata appena visibile.
Roba che neanche Tim Burton avrebbe immaginato.

In quell’attimo, accesi un cero e compresi che non c’era più nulla da fare.

Sono spento.
Per risollevarmi, Sabato seguente arrivò la bolletta dell’ENEL.
Il suicidio è imminente. Soprattutto dello psichiatra che, quando avevo sedici anni, “dedusse” che andavo curato.
Lunedì gli spedii il mio libro con questo “pacco” regalo incorporato:

“Ecco la diagnosi: abita in via San Donato, probabilmente dall’attico, se si lancia giù, potrebbe non finire con le rotelle…, dicasi bipolarismo depressivo simplex senza paracadute, ci ricascherà e addio materassini salvavita Eminflex”.

Che posso farci? Un cazzo, proprio un cazzo fritto.
Alla rosticceria cinese, puoi ordinare solo gli agrodolci.
A lungo masticarselo, fan male alle pa(pi)lle.
Meglio il riso col curry. Digerente. Da tubo di cagata evacuante.

“Saporito” come la Cina. Quelli lavorano 24h su 24 e trovan Tempo per metter su famiglie di cento figli.
Saranno dei Toshiba. Famoso uragano disumano formato USB con tanto di “chiavetta”.
Attento alla scossa.

Ce la vogliamo dire?

Come si fa a non ammettere che sono un genio?

Solo i pazzi vogliono ancora confutarlo.
Però sono pazzi tutti, tranne me.

(Stefano Falotico)

  1. Il seme della follia (1994)
  2. Cimitero vivente (1989)
  3. Dellamorte Dellamore (1993)
  4. Ombre e nebbia (1992)
  5. Orizzonti di gloria (1957)
  6. Mishima (1985)
  7. All’ultimo pugno (2013)

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