Nella tetraggine di Bologna, in mezzo all’incantato stupore, si eleva un uomo di estremo candore che il baffo fa a De Niro e, sbeffeggiante, sanamente vive nel suo ne(r)o poeticamente solfeggiante

16 Dec

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Sì, De Niro ha il neo sulla guancia opposta alla mia, come si evince da questa foto che può rivaleggiare di carisma con l’interprete di War with Grandpa.

Molti uomini vivono da mentecatti, io la stima altrui non accatto e spesso in angoli riflessivi mi accantono e abbandono, forse dignitosamente mi abbottono, e in quei cantucci canto da uomo candido. Eppur spesso m’accascio… Sì, mentre la putrescenza avanza, e la putredine è quasi un sinonimo di schifezze, il Falotico viaggia nella sconfinata poesia della sua anima ridente in mezzo agli irredenti. Egli sa come irridere l’uomo medio che mal lo sopporta e, fra una cattiva parola e l’altra che inopinatamente gli vien rivolta in modo rivoltante, singhiozzando borbotta. Con nessuno fa a botte e non va a bottane, eppur è uomo mirabile quanto un bersaglio “facile” in mezzo a maligne cerbottane. Si districa nella realtà con indubbia sfacciataggine e lascia che i vili deprecabilmente lo angarino per rinascere sempre più giovane di loro e, al chiasso di massa, non s’ammassa. E chi lo ammazza? Il suo volto, scolpito e levigato nella roccia, è di bellezza sopraffina, impietrente le donne che lo concupiscono vogliosamente, ed egli, pur ringraziando le loro gentili “offerte”, non se ne svende e fuorvia i corteggiamenti di malaffare, essendo amante impertinente, uomo un po’ di calvizie incipiente eppur ero(t)icamente molto ardente. Forse è uno spaghetto che va gustato al dente, e i suoi sogni ardimentosamente il Falotico addenta. Nella psiche malata di molte gente egli, irriverente, si addentra e, nel bagliore del suo esser giocondamente “invadente”, nell’avventura intrepida della vita non si arrende. Scrittore i cui libri sono in vendita nelle maggiori catene librarie, è delle emozioni un puro libraio e anche un libro aperto. Perché non parla come la carta stampata e sa denudar la sua anima con classe inusitata. Uomo astratto, non certo un comune ratto, alle volte si arrabatta e cammina in ciabatte, eppur schiaccia te, infame blatta, che di olezzi ripugnanti il suo combattivo spirito vorresti inquinare con illazioni di sporca iniquità d’accatto. Il Falotico è amico anche dei suoi nemici, in quanto uomo sanguigno di caliente onestà ed è un bene nazionale di patria potestà. Conosce, nonostante tutto, la verità e, se qualcuno oserà nel volerlo corrompere, il Falotico con sfrontatezza lo sfiderà e poi lo umilierà, al bastardo, sì, ben solo gli sta. Forse ci stava “gli starà” ma non faceva rima, ah ah. In quanto Falotico è uomo testardo che ha alle sue frecce molti dardi e di solarità, anche giustamente cupa, nell’oscurità dardeggia poiché uomo che talvolta anche cazzeggia. Se lo può permettere in quanto splendido joker dallo sguardo vero come il miglior De Niro poliedrico. Fra beffatori e malfattori, il suo baffo alleva ed è indubbio che, come Bob, sia uomo di mastodontica bravura, contro ogni cattura, iattura e falsa, bugiarda congettura. Il Falotico non ama gli amori alla marmellata di mielosa confettura ma è romantico di gran statura. Alle volte soffre e abbisogna che alle sue ferite vengano “elargiti” punti di “sutura”, eppur è uomo che va nella vita come gli “tira” e, nonostante qualche capello in meno e qualche chilo in più, è sempre piacente di ottima acconciatura. Il Falotico non ha bisogno nella sua anima di alcuna accomodatura ed essendo intellettuale si pone molte domande e con le banalità non è accomodante. Non voglio il De Niro scomodare ma il paragone è alquanto allettante.

Adesso, dopo queste filastrocche, auguro buon sabato alle gnocche e faccio l’occhiolino agli allocchi. Poi mangerò gli gnocchi e, dopo aver digerito, scrocchierò le nocche.

D’altronde sono delle veraci emozioni un nocchiere, ah ah, e ricordate: il genio va di notte in mezzo ai cretini col cervello rotto.

Ah, battiamo le mani e suoniamo le nacchere, dai, bella sgnacchera!

 

di Stefano Falotico

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