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VENEZIA 76: tifo da stadio per JOKER, sapete perché? Andate a lavorare, barboni e sguatteri. Il Principe non lavorerà mai!


07 Sep

jokerSì, vado di sproloqui. Basta con la storia che bisogna parlare in modo lineare di probo eloquio.

Depauperiamo! Siamo paperini, miei topolini.

Ah ah.

Sì, come saprete, se preferite… sapete, sarà presto diramata la lista completa dei vincitori della 76.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Trasmessa in diretta sulla Rai, Venezia 76 si concluderà col plateale, doveroso trionfo del film più bello dell’ultima decade?

Un capolavoro bellissimo e nerissimo, un pugno allo stomaco devastante rifilato alle panze del pubblico di massa e ficcato in bocca a ogni ipocrita stolto e ottuso di questo sistema marcio.

Ove, se non più ottemperi, sottomesso, remissivo e sussiegoso, castigato e nanizzato, regredito all’infanzia, agli ordini imperiosi d’un mondo tetramente allineato allo squallore perbenistico, al conformismo politicamente corretto invero assai fascista, se con pazza gioia non ti doni all’impazzimento collettivo in cui il motto è mai lamentarsi, giammai piagnucolare, bensì esibire vanagloriosi la fierezza del proprio altezzoso portamento superbo e molto alterato, dagli umori sempre stabilissimi e mai alterati, altrimenti ti dicono che sei socialmente pericoloso, quindi un mondo nella sua originaria purezza adulterato in cui impazza la ferale brutalità cinica scagliata in viso agli invisi, (de)strutturata in comportamenti sottilmente violenti fatti d’ammiccamenti smorfiosi e false maschere perennemente allusive riguardo il fatto che, per l’appunto, se non ti attieni alle prescritte, dure regole imposte e impostate, in modo assolutamente non elusivo, sarai escluso e semmai, se azzarderai a far sentire la tua voce fuori dal cor(p)o, verrai pure sbattuto a dovere in prigione o in manicomio recluso, un mondo abusivo tremendamente cattivo nei confronti di chi, volente o nolente, probabilmente indolente, ancor oppone resistenza e, nella sua stoica resilienza, non vuole arrendersi, un mondo facinoroso proprio contro chi non è violento, un mondo che ti sfratta se non t’adatti agli abiti di chi abita dentro le sovrastrutture classiste, costruite secondo il piano regolatore del cemento armato allestito nelle menti prefabbricate dal potere che sta alla base del vertice piramidale.

Un mondo ove, per far buon viso a cattiva sorte, chi più chi meno tutti s’adattano, vivendo così così.

Tra attimi assai fugaci di euforia, buonismi auto-ingannevoli e magre consolazioni di finte stime reciproche, di sorrisi di plastica esposti affinché l’altro, vedendoti apparentemente contento, possa benvolerti, accoglierti nel suo gruppo ridanciano, spensierato, carnascialesco, frivolo e mondano di balli e can(t)i.

Di superficialità carnale offerta a disprezzo, paradossalmente, di chi non ha saputo vendere la sua merce per non prostituirsi al porcile e mettersi alla mercé di che?!

A quanto vieni? Ah, quella donna non ha prezzo. Per forza, è una troia che pochi si possono permettere.

Ah ah.

Non siamo alla merceria, siamo fra le calze delle porcherie, delle edonistiche corbellerie ove siamo stufi della retorica della ruffianeria!

Ha fatto bene il Joker a infilarvelo. Stanco dal non essere calzante a questa società di mezze calzette stronze.

Sì, come quella dell’allenatore del Bologna, Mijajlovic. Quando era al Torino, quando un giornalista gli pose la domanda se fosse dispiaciuto del momento d’impasse d’un suo giocatore, replicò con la classica, insopportabile frase di circostanza da facile applauso, la cosiddetta frase giusta ed “epica”.

Del tipo… non ha niente di cui disperarsi, cosa dovrebbe dire allora la gente comune che si alza alle 4 del mattino e lavora durissimamente sino a tarda sera, riuscendo a stento ad arrivare a fine mese?

Lui è un viziato, noi che facciamo questo lavoro, eh sì, siamo dei privilegiati. Dunque, non accetto da parte dei miei giocatori alcun tipo di alibi, aborrisco le depressioni e gli attimi loro tristi.

Sì, panem et circenses, intanto Mihajlovic nel suo ambiente sguazza e il pubblico di lavoratori è talmente ottuso da volere che queste disparità non solo si cementino, bensì aumentino.

Che MAIALOVIC che siete! Ancora a sfottere Ugo Fantozzi e sua moglie, la Vukotic!

Ah ah!

Poiché, dinanzi a falsità immani del genere, pure la gente applaude!

Quindi, caro Sinisa, la predica populistica vada a farla a sua sorella.

Lei ora soffre di leucemia. Me ne dispiaccio. Ma perché mai io dovrei impietosirmi nei suoi riguardi in modo maggiore rispetto alla solidarietà da me riservata, appunto, a un comune mortale ammalatosi dello stesso suo male?

Eh no, i divi, gli allenatori calcistici, i VIP vengono pure biasimati e compassionevolmente compresi.

Agli altri solo le compresse!

Anzi, con tutti i pochi soldi che rifilano a questi nababbi, i poveretti, abboccando ai loro giochetti, non hanno più un Euro nemmeno per pagarsi il caffè del distributore automatico dell’ospedale ove, tra una flebo e un riso in bianco, hanno trovato la forza di alzarsi da lettino e di recarsi alla macchinetta in pigiamino. Almeno, per bere qualcosa di caldo che possa brevissimamente alleviare i loro dolori intercostali assolutamente impietosi.

Sì, consapevoli che assai presto moriranno, non hanno più un soldo per cure mediche migliori poiché i loro risparmi li sputtanarono per pagare gli abbonamenti a Sky o per dilapidare il compenso delle loro lavorative settimane al fine di poter guardare in curva il centravanti di sfondamento Ronaldo!

Cazzo, hai visto che GOAL?

E vai di autorete!

Il Joker invece vi cacciò una punizione a palombella da Mariolino Corso.

Sotto l’incrocio dei peli delle vostre vite fake e traverse.

Anzi, volevo dire traviate.

Andate a lavorare, barboni!

I geni devono fare i principi.

 

 

di Stefano Falotico

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