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Discorso di Santo Stefano, dovremmo conservare la festa del Natale ma abolire tutti i falsi sacramenti, aborrire i battesimi, i matrimoni e anche i funerali…


26 Dec

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Sì, ieri son stato da mio cugino, a Prato. Quest’amena, buffa città dell’entroterra toscano, poco distante da Firenze. Che ha combattuto per tantissimo tempo al fine di diventare provincia e soltanto nel 1992 è diventata un capoluogo.

Sì, credo di avere imparato ciò da poco. E da altre parti, in tempi assai recenti, ho scritto che non è affatto provincia. Sì, sono sbadato, è la mia caratteristica. Ero rimasto indietro. Io sono del ’79 e, quando da piccolo spesso me ne recavo, Prato non era provincia di niente. Da bambino ci vivevo perfino. Mia madre, laureatasi in Biologia a Firenze, aveva trovato lavoro, non ancora di ruolo, da quelle parti e girava da un paesino all’altro ove insegnava alle scuole medie. Che vita eccezionale… di continui viaggi spossanti e quasi mai un attimo di riposo. E manco scopava molto perché, appunto, mio padre non c’era. E, semmai, mio padre nel frattempo si rallegrava da solo, guardando le vallette di qualche varietà in tv. Sì, credo che gli piacesse Milly Carlucci. E ho detto tutto.

Molti miei parenti materni stavano e stanno tutt’ora a Prato. In prima linea, i genitori di mia madre, ovvero i miei nonni. Mio nonno è morto una decina d’anni fa, mia madre due anni or sono. Forse tre. Non ha molta importanza. Dopo che l’hanno malcurata al cuore. Poteva vivere ancora ma i medici, omertosi e bugiardi, la operarono scelleratamente e, sbrigativamente, ricucendo tutto alla buona come il chirurgo Totò di Totò Diabolicus, quando mia nonna schiattò dopo giorni di sofferenza estrema, preferirono oscenamente glissare, sussurrando… abbiamo fatto il possibile ma comunque era già molto anziana, è morta oggi ma, anche se fossimo stati meticolosamente scrupolosi, non le restava molto da vivere.

Bello schifo. Inutile tentare cause in questi casi. I medici hanno sempre il cosiddetto coltello, anzi, bisturi dalla parte del manico.

Ecco, mia nonna, quando io neppure frequentavo le elementari, mi teneva a casa sua perché mia madre era al lavoro. E mio padre a sua volta lavorava intanto a Bologna. Ma questo l’ho già detto o accennato.

Così ho fatto l’asilo a Prato. E, ogni volta che mio nonno tornava dal lavoro nella pausa pranzo per poi riprendere nel pomeriggio a far la guardia in banca, io, già tornato dall’asilo, gli urlavo dal balcone… hai portato i soldi e da mangiare? Ah ah.

A Prato vivono anche alcuni parenti di mio padre.

Sì, i miei genitori, come i miei parenti, sono del meridione ma quasi tutti sono emigrati al nord in cerca di maggiore fortuna. E quest’emigrazione, questa specie di esodo biblico si è spaccato in due tronconi. Fra quelli che si son stabiliti e stabilizzati a Prato e altri, non tantissimi invero, che son venuti a Bologna, ove io sono nato. All’ospedale Sant’Orsola.

Di tanto in tanto, quasi mai a essere sinceri, torno appunto a Prato, soprattutto nei giorni delle festività comandate, come Natale o Pasqua, date pressoché inderogabili. Che palle…

Ma torno solo da mia zia e mio cugino. Mio zio, il padre di mio cugino, è morto assai prematuramente dopo che si era già separato ufficiosamente da mia zia, sebbene divorziati a livello legale non lo siano mai stati.

E mio cugino ora abita dalle parti di Siena assieme alla sua compagna con la quale convive.

Ma, ovviamente, nel giorno di Natale, va a far visita a sua madre e pure io, a mia volta, faccio visita a loro.

Quando sono a Prato, mi sembra di essere precipitato in una realtà da Frittole, sì, l’immaginaria cittadina medioevale di Non ci resta che piangere.

– Ma veramente siamo nel 1400?

– Eh, quasi mille e 5.

Non che Prato, al di là delle sue costruzioni appunto medievali, non si sia modernizzata. Anzi, tutt’altro. È ora una delle città dalla cultura più fiorentina, no, fiorente. Culla di menti geniali, di fumettisti creativi, di artisti sopraffini.

Ma basterebbe il suo duomo, la sua cattedrale, ad attestare che Prato è figlia di un’altra epoca.

La cattedrale di Prato è stata eretta secoli fa ed è una delle costruzioni più antiche d’Italia. Pieve di Santo Stefano…

E la gente, nonostante oggi si sia globalizzata e internettizzata, ha conservato quel ruspante modo di fare schietto, alle volte anche fastidioso e troppo invadente, da amiconi, sì, un po’ alla Amici miei.

E tutti, a Natale, si abbracciano come fossero amanti, si salutano calorosamente, bevono e si ubriacano da compagnoni.

Una realtà ben diversa da quella bolognese. A Bologna, la gente è molto fredda. Forse più raffinata o forse solo più ipocrita. Non lo so…

Mio zio defunto, il padre di mio cugino, si chiamava Piero. Io avrei dovuto chiamarmi Pietro. Sapete bene che un’usanza tipica del meridione è quella di affibbiare lo stesso nome del nonno paterno al primo nipote maschio.

Dunque, mio nonno paterno, chiamandosi Pietro, anche lui morto oramai da un pezzo, ci rimase malissimo quando mia madre decise di chiamarmi Stefano. Distruggendo le tradizioni di famiglia… Pietro proprio non le piaceva. Ma, per dare il contentino a mio nonno, come secondo nome all’anagrafe mi diede Piero, sì, come il mio ex zio. Doppia presa per il culo, ah ah.

Sì, la Toscana si è sempre professata portavoce e detentrice della Lingua italiana, è stata la patria del Dolce Stil Novo.

Quindi, Piero, come Piero della Francesca, facevamo molto Santo Stefano rinascimentale. Ah ah.

Mah, la Lingua italiana è una balla che sia stata inventata dai toscani e dal Petrarca. Noi abbiamo origini latine, greco-romane, arabe, sicule, la dovreste finire con questi (capo)luoghi comuni.

Ché poi avrei da dirvene anche sul Petrarca. Sì, non il celeberrimo poeta del cazzo, bensì uno psichiatra da cui andavo, che aveva appunto lo studio a Firenze. Di me, come tutti, non capì una minchia e mi prescriveva farmaci totalmente sbagliati.

Mah, devo esservi sincero. Ho un’amica su Facebook, con la quale vorrei stringere qualcosa che vada oltre la semplice amicizia, con cui curarmi, ah ah, che si chiama M… a Petracca. Sì, Petracca, non Petrarca. E nemmeno patriarca! Secondo me, è molto più brava del Petrarca, ma soprattutto più bona… Che figa la Petracca, sono anni che cerco di scoparmela. Diciamocela! Ah ah.

Lei mi riempie di apprezzamenti ma ancora non si sente in grado, aggradata diciamo, di essere da me riempita di un duro appezzamento… Ah ah.

Sì, con questa salirei… di molti gradi ma devo procedere gradualmente. Ah ah.

Fatto sta che, nei giorni di festa, mi sento sempre infelice. E mi son pure riguardato Changeling, uno dei film più cupi del mondo. Vi è John Malkovich. Non so se lo sapete. Malkovich, che ha aperto vari atelier di moda, si è comprato una casa a Prato, davanti al Duomo. Sì, Prato è famosa anche per essere all’avanguardia nelle industrie tessili. E, tra un film e l’altro, John va a Prato. Adesso, pare che sia a Roma a girare The New Pope del Sorrentino. Sì, vorrei essere John Cusack di Essere John Malkovich, per sapere che cazzo c’è nella testa di uno che, come il Cusack, fa John di nome e Malkovich di viso anomalo…

Malkovich ha sempre avuto la faccia dello psicopatico pedofilo. E gli hanno dato spesso parti da cattivo maniaco come Nel centro del mirino…

Invece, in Changeling, fa la parte di un prete che salva la Jolie dal manicomio e assieme a lei combatte affinché venga punito in maniera esemplare un pedofilo assassino.

Quindi, l’altro luogo comune secondo il quale dalla faccia di una persona capisci tutto… è una stronzata monumentale. Andate a dirlo a quel morto di fame del Lombroso. Secondo le sue teorie psichiatriche di merda, se uno aveva una faccia da lupo, era socialmente pericoloso… Per fortuna è crepato questo porco.

Insomma, dobbiamo evolverci. Perciò, facciamola finita pure coi battesimi e tutto il resto.

Un bambino non ha coscienza e invece i genitori lo battezzano, obbligandolo sin dapprincipio a diventare un cristiano. Lo portano a catechismo e lo indottrinano.

I musulmani, d’altro canto e di contraltare, ah ah, credono a quell’Allah e poi si radicalizzano, divengono fondamentalisti e abbiamo il terrorismo.

I buddisti sono poi quelli peggiori. Visto che, avendo creduto a Cristo, l’hanno preso in quel posto per essere stati troppo buoni, disconoscono il cristianesimo e si danno alla contemplazione. Ma andassero a dar via il culo.

Io abolirei pure il matrimonio. Ché poi, appunto, come mia zia e mio zio, si litiga e il divorzio costa un occhio della testa. E a rimetterci sono i figli.

E finiamola anche coi funerali. Il dolore è qualcosa di pudicamente privato.

Sono orribili i funerali. Muore un tuo caro, la persona a te proprio più cara e, anziché potertene star tranquillo a soffrire in silenzio, devi svolgere i preparativi per la messa, comprare la bara, contattate le pompe funebri e persino sorbirti parenti e amici falsissimi nel giorno dell’ultimo addio.

Sì, i parenti non si scelgono. Gli amici, sì. Le donne, anche. Sì, sono terrificanti i funerali.

Arrivano a farti le condoglianze delle persone a te apparentate solo per albero genealogico con le quali non hai mai avuto niente da spartire.

Che ne so, tu sei un prete come Malkovich e invece un tuo parente è un troione che fa turismo sessuale.

Ecco, vediamo di finirla con questi rituali, con queste falsità.

Di mio, ho appena ordinato l’unica copia rimasta in Blu-ray di Changeling. Edizione inglese con audio in italiano perché in Italia, un Paese d’idioti, il Blu-ray non esiste.

Qui da noi esistono e hanno successo soltanto le idiozie, le banalità, le festicciole, le scemenze.

E ho detto tutto… Ecco, dopo tutte le batoste che ho ricevuto, abiuro?

Io non abiuro manco per la Petracca. Grande figa, la Petracca. Ah ah.

jolie

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