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La morte di Luke Perry, Il nome della rosa con John Turturro e il mio carisma imbattibile da Sean Connery


05 Mar

nr30

Siete rimasti tutti stupefatti e pietrificati dalla morte di Luke Perry, bello per antonomasia delle vostre fantasie pre-adolescenziali.

Quando voi, ragazzine con la fighella sulla rampa di lancio, trepidavate sia per Luke che per quell’altro viso spigoloso di Ronn Moss di Beautiful.

Poi sarebbe venuto il peggio. Crisi anoressiche, competizioni, semmai un fidanzatino che amava le gambe della tennista Monica Seles e, pensando al momento della limonata schifosa con tanto di foglie d’insalata fra i denti del suo sboccato ritardato e della sua sciocca da Fool’s Garden-Lemon Tree, perdevate ogni faith no more, amando Tarantino solo perché di Tarantino avevate capito soltanto la volgarità “cool”, ché fa tanto trasgressione da quattro soldi.

E, ascoltando quella povera pazza “istruita” di vostra madre, vi siete laureati/e alla facoltà istituita da quel trombone di Umberto Eco. Arrivando, col pezzo di carta, a voler fare il bello e il cattivo tempo su tutti.

Ma, improvvisamente, nel bel mezzo del cammino di vostra arroganza, il cielo vi ha flagellato con un “ictus” o qualche altra malattia debilitante.

E tutte le vostre certezze sono andate in frantumi in un nanosecondo. Tutta quella boria, quell’alterigia stronza, ops, è stata vanificata, distrutta da una botta, ho detto cazzo che botta…

E invece, ogni giorno che passa, io divento sempre più bello, più veloce, più grande come il leggendario, saggio Sean Connery.

Perché mai mettersi contro uno così.

E la bellezza non si può rovinare con le porcate, le invidie e le scemenze delle fattucchiere frustrate e frigide.

Ieri è morto anche Keith Flint, cantante dei Prodigy…

Cara la mia deficiente saputella, rimetti su, nei momenti di forte lutto, Smack My Bitch Up.

E non ci pensare. Su.

E questa è cultura! Anche una tua fregatura! Lo so, ora è molto dura.

Devastante!

Si chiama presa per il culo alla demente schizofrenica gelosona di merda. Oh, carissima, se ti senti gravemente depressa, all’assistenza sociale ti daranno un sostegno e qualche pillolina.

Ahuahuaha! Eh già. Coi criminali bisogna essere più stronzi di loro.

Sì, detto ciò, gli eventi occorsi ancor m’inquietano quando, all’alba, alle prime intonazioni del gallo e al suono angelico delle campane che odo provenire dalla limitrofa mia parrocchia San Martino, mi sveglio e la vita m’accorgo ch’è sempre un perenne combattimento, un travaglio perpetuo, un’infinita ricerca del vero e del Verbo. In tale società d’intrighi di corte e di sotterfugi biechi ove, se hai l’ardire e l’illuminazione, di scoprire le atroci verità nascoste degli ipocriti, ti fan passare per malato di mente, adducendoti psicopatologie figlie solamente dell’ignoranza più oscurantistica e bugiarda. E semmai, nonostante mille, superflue, evitabilissime indagini lerce alla tua anima, qualcuno, dinanzi alla verità tanto così cristallinamente rivelatasi, possiede ancora la malvagità, figlia delle sue mai curate ansie e cattive usanze, di dirti che soffri di manie di complotto quando, invero, è stato tutto soltanto un maligno, esecrabile e realmente ordito imbroglio per farti credere d’esser storpio e orbo, un grottesco, interminabile fraintendimento dettato dalla più lestofante superbia e dalla più sciocca, medioevalistica, arbitraria superficialità vanesia e vana.

Io perdono ogni strega che nelle persone superiori han voluto maliziosamente vederci qualcosa di sbagliato e non uniforme alla porcellesca gioventù ribalda fatta e sfatta di frivolezza marcia e non invece balda giovinezza non solo sana ma forse anche santa.

Sono triste e addolorato per quanto è successo, e piango ogni giorno l’idiozia di tale miserabile assurdità.

E le tragedie accadute.

Ora, a vossignoria, a voi dell’Inquisizione e a ogni altro bastardo mentitore, così come io confessai i miei sbagli, inauditi e ammetto giganteschi, chiedo altrettanto di riflettere sull’imbecillità della vostra fallacità e riconoscere, purtroppo, che avevo ragione io.

Adesso, con estrema clemenza, concedo per l’ennesima volta il perdono e spero finalmente di poter vivere libero, vivaddio, come ogni uomo dovrebbe, senza più perquisizioni, deportazioni e altre amene mostruosità idiote.

La mia e la vostra è stata una reciproca, importantissima lezione di vita indimenticabile.

E, nel procedere dei miei dì sin al giorno della mia fatale morte, serberò nell’anima mia eternamente la perfidia animosa del vostro distorto affronto, benedicendo le mie colpe e anche le vostre fino alla pace e alla giustizia infinita del Giudizio Universale.

 

Firmato

Gugliemo da Baskerville,

cioè il Genius.

E sul fatto che sia un Genius credo che non ci sia oramai più il benché minimo dubbio.
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Firmato

Gugliemo da Baskerville

Genius-Pop

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