Posts Tagged ‘John Turturro’

A Mia madre di Moretti preferisco mandarti a tua sorella per un vero Cinema italiano


16 Apr

mia madre morettiNon so se questa mi(n)a abbia a che vedere col film già discusso e celebrato del Nanno, ma voglio dirla spassionatamente, sganciata dal cont(est)o.

Oggi, pensavo questo. Una donna, che lavora come psicologa, ha affermato che è spossata ma al contempo rinvigorita dopo una giornata passata a consolare i carcerati, gente che mangia pane, insalata e pene.

Ecco, io le ho replicato così:

basta con questa società edonista, sono un uomo che ama i ruscelli, rivendico la (mia) Natura!

Non so come tu faccia, devi avere una forte faccia, a sostener un lavor non di feccia in mezzo al fecciume.
Sei dura e tosta(ta) fra le cape toste e i cap(r)i espiatori.
In fondo, la verità è una sola, non vedo il Sole.
Io me la farei sotto, cagandomi addosso, me la farei anche sopra, posizione kamasutra, io non ce la farei, no, sì, può darsi e darmela, sono il detenuto dei miei malesseri, figurarsi se riuscirei a non detenere i detenuti.

Fine della riflessione.
Guardiamoci ora allo specchio, riflettendoci.

Buonanotte. Buona mater a tutti e un pater noster a tua sorella, ché ha peccato.

 

 

di Stefano Falotico

John Turturro rimpiazza De Niro per Criminal Justice della HBO


22 Apr

Ebbene, anche stavolta, come volevasi dimostrare, De Niro abbandona uno dei pochi progetti interessanti per cui aveva firmato.
Oramai, è una abitudine consolidata. Appena arriva un progetto degno del suo nome, ecco che, poco prima delle riprese, De Niro abbandona tutto.

There is a casting change on HBO‘s miniseries Criminal Justice, the passion project of the late James Gandolfini. John Turturro has stepped in to play the role of Jack Stone, originally played by Gandolfini in the pilot. Turturro replaces Robert De Niro who committed to succeeding the beloved Sopranos star last fall but has pulled out because of scheduling reasons. Gandolfini is getting a posthumous executive credit on the seven-hour miniseries, based on the BBC series created by Peter Moffat. Richard Price wrote the adaptation with Steven Zaillian directing.  On the mini, produced by HBO in association with BBC Worldwide Prods. and Film Rites and Tribeca Films, Turturro joins originally cast Riz Ahmed, Bill Camp, Payman Maadi and Poorna Jagannathan.

The New York crime story centers on Jack Stone, an ambulance-chasing New York City attorney who gets in over-his-head when he takes on the case of a Pakistani (Ahmed) accused of murdering a girl on the Upper West Side. While the Jack Stone part is central to the overall story, in the pilot the character only appears in the final scene, which led to discussions between HBO and Zaillian about possibly recasting the role and carrying on with the project that had been so important to Gandolfini. Criminal Justice is executive produced by Gandolfini, Zaillian, Price, Moffat, BBC Worldwide’s Jane Tranter, with Film Rites’ Garrett Basch and Attaboy’s Mark Armstrong and Nancy Sanders serving as co-executive producers. Gandolfini toplined the 2005 film Romance & Cigarettes, which was written and directed by Turturro. The two co-starred together in the 2009 The Taking Of Pelham 1 2 3.  Turturro, repped by ICM Partners and attorney George Sheanshang, is currently seen in Fading Gigolo.

 

Notizia di oggi è che John Turturro rimpiazzerà De Niro nella serie televisiva della HBO, Criminal Justice, il cui episodio pilota, diretto da Steven Zaillian, era stato interpretato da James Gandolfini, ma la cui morte aveva rischiato di bloccare la produzione. Essendo considerato un progetto validissimo, la HBO ha insistito strenuamente affinché si trovasse un degno erede in grado, dall’alto della sua levatura, di poter prendere il posto del deceduto e compianto James, e assumere decorosamente la parte rimasta vacante. Rimpiazzo che era stato trovato in De Niro, ben lieto di poter così omaggiare il suo amico James.

La trama di questa nuova serie, a sua volta ispirata ma mutuata dall’omonima della BBC di qualche anno fa, i cui interpreti furono Ben Whishaw e Pete Postlethwaite, è incentrata su un duro avvocato (Jack Stone) che si fa carico e prende a cuore il caso di un giovane palestinese accusato di aver ammazzato una donna. Tutte le prove sono contro di lui ma Jack Stone, “sbirciando” negli occhi dell’uomo, intravede soltanto la sua innocenza e vorrà sfidare questa sua intuizione “fenomenale”, rischiando di bruciarsi la carriera, nello scommettere proprio sulle ragioni dell’uomo già condannato “a morte”. Avrà ragione il sesto senso di Jack, disposto a tutto pur di prendere le difese dell’uomo, o invece l’uomo è semplicemente quel lurido assassino che i “fatti probatori” hanno già “inequivocabilmente” spedito al “rogo?”.

Ecco, De Niro ha abbandonato e la HBO ha cercato immediatamente un altro sostituto, John Turturro appunto. De Niro rimarrà però uno dei produttori, assieme alla sua Tribeca.

Ma, secondo me, la sua è una scelta sbagliata. La serie, così leggendola dalle premesse, e tenendo conto degli alti risultati ottenuti dalla HBO negli ultimi anni, ha tutte le carte in regola per essere un prodotto (av)vincente.

De Niro ha addotto come motivazione le cosiddette ragioni di conflitto con altri progetti per cui aveva firmato prima e dai quali non può e non vuole rompere i contratti che lo legano. Pensava di poter trovare uno spazio per girare anche Criminal Justice ma i problemi insorti coi suoi continui rimandi lo hanno “costretto” a cedere il ruolo a Turturro.

Secondo me, è soltanto l’ennesima scusa. Quello di Jack Stone è un ruolo molto impegnativo. E De Niro credo non abbia più voglia di “perderci” dei mesi a lavorarvi.

Brevemente elencherò tutti i ruoli per cui aveva già firmato e dai quali, similmente a questo “caso”, eh eh, il caso proprio di dirlo, all’ultimo momento si ritirò.

Penso a Lombardibiopic sul celebre coach di Football, a Honeymoon with Harry di Jonathan Demme e, sempre per la HBO, al movie su Bernie Madoff.

Bob, ti abbiamo perso.

“The Good Shepherd” – Recensione


15 Oct

Un plumbeo capodopera “inarcato” nelle “formazioni” della formalità rattrappita alle forme scultoree delle rapite giovinezze

Mastodontici echi “acquosi” di malinconia troppo savia per non destare l’indagine, “sciolta” in 25 anni di Storia americana, dalla seconda guerra mondiale all’“esodo” fallimentare dell’anticastrismo, “castratissimo”, della Baia dei porci.
Narrato come un racconto di formazione di tragedia dell’anima in agguato, “salingeriano” nell’analessi che, “dislessica”, frastaglierà nei “lineari” doppiopetti della CIA, strumento di controllo del Mondo e delle menti non solo “assoldate”.
Intelligence” offuscata nei riti “carbonari”, società segreta “medioevale”, tenebrosa di Skull and Bones, e tanti scheletri “aleggeranno” nel viaggio “dorato”, d’orgia di tradimenti, complotti, registrazioni, intercettazioni, corna, carni e cadaveri scoperti “disossati” o da “affogare”, metafisiche lealtà tradite, stoico eroe dell’impossibile quietezza del vivere quando “non vivi”, dunque vedi di più.
“Sepolto” nello spettro d’un Matt Damon laconico, “freddissimo”, impassibile e “inespressivo”, lacerato da dubbi, da “inetta” attitudine all’“adattamento” della selezione “naturale” dei “forti” a protezione della Nazione, delle bandiere, ombra e martirio, “mattino” d’albe “marine”, ardore suo placato da una compostezza d’incognite ad “aggrovigliare” il sorriso, a “sbiancarlo” troppo di “macchia” come tutti i “servi” prodigati alla prostituzione d’ideali troppo teorici, segnati dalla “levigatezza” ingannevole, “finti” di gioco (ir)reale e crudelmente (auto)indagatorio a raggi x per non osservare il lento esacerbarsi, inasprirsi o imbalsamarsi… proprio di sé (com)punti… ni sulle i…

Produce la Zoetrope di Coppola, non è un caso.
Dirige De Niro ereditando Frankenheimer e le sue spie. Non è una coincidenza, uno scambio di favori “postumo”.

C’è la Jolie in “tenuta” triste, ed è una scelta che gela.

Eric Roth ribalta Forrest Gump in una sceneggiatura che, qui, non è ammansita nel buonismo conciliante.
Gli scemi pagano, i “grandi” ancora di più perché sanno troppe “cose”…

Richardson “scheggia” fotografica, “impermeabilizzata” in un’altra tragedia (non) annunciata, vibrante, “impiccata” nello strazio d’un Damon dal vagito d’“inchiostri neri” del Cuore, anche nella sua felicità “toccata in volo”.

(Stefano Falotico)

Disastro a Hollywood – Recensione di “Nanni Moretti”


03 Aug

 

Nanni, il malefico “critico” di Henry…, di Strange Days e Heat, casca su What Just Happened di Barry Levinson, con De Niro e uno “spaesato” Sean Penn in balia di se stesso.

Ma Nanni è ossessionato da un Uomo che lo turba, lo attrae quanto ne è fascinosamente “impaurito”: Stefano Falotico.

(Id)entità rinata di cui rimane “scettico”.

 

Stasera, recensirò per voi Disastro a Hollywood di Barry Levinson.
Costui, autore premio Oscar, non so se meritato, per Rain Man, ha girato quasi solo stronzate, eccezion fatta per un altro paio, forse una decina di grandi film, forse sopravvalutati o forse no, il cui podio e l’apice è stato raggiunto col Dottor Morte con un Pacino spettrale, “invecchiato”, kevorkianano, l'”eutanasia” di tutte le sue rabbie attoriali.

Ecco, concentriamoci, non perdiamoci (di vista), su questo What Just Happened.
Sono dubbioso in merito, che voto merita?
Un capolavoro inaudito, un dito medio da “pollice” nel “sufficiente”, nel Sofficino Findus, oppure un’emerita cagatona? Ops, scusate il linguaggio volgare. E che si fa ora? Ne va del mio “morettismo” di Sachertorte e Trinca con tanto di Laura Morante che mi ama “a dispetto” di mia moglie, che non sa quando m'”insinuo” nel suo seno.
Latteo, materno, materico, sono un mammone, sono un bamboccione con la Nutella nelle “maternità” di Bianca…

Il film è la storia d’un produttore fallito, a cui non va neanche il “fallo”, sebbene Robin Wright, una bionda di stucco da “lavarti” a secco, ne voglia ancora dal “suo”.

Tutto ruota, anche di riprese accelerate, sui problemi di questo nevrotico, distrutto, sopravvissuto nella fauna delle faine di Hollywood, delle “fighine”, d’uno Sean che recita per quattro penny, di Michael Wincott drogato, spacciato, fottuto, che se ne frega, che urla “Vaffanculo!”.

C’è anche Kristen Stewart, una ragazzina all’epoca “acqua e sapone”, oggi “cerone” su Robert Pattinson, e Bruce Willis sovrappeso col barbone.

Questo De Niro “stanco”, appesantito dalle inculate, che fa di tutto per rimanere a galla e resistere fra tanti attori che sembrano degli avanzi di galera.

Il suo personaggio è Ben, e qui recita molto bene.
Sotto le righe, misurato, con la “sordina” ma il solito ghignetto, anche autoironico.

Sì, lo promuovo questo Levinson, al di là dei difetti d’una sceneggiatura un po’ traballante e che gira a vuoto, perde delle battute, “allude” di giochini verbali che non sempre divertono.

Sì, gli do un 8 pieno.

Ma c’è un Uomo che mi sta ossessionando: Stefano Falotico.
Che cosa è successo alla sua vita, al suo “trampolino” che fu tranciato, reciso e quasi amputato nell'”ammutolito”, che ora è tornato a “tormentarmi”?
Sì, Stefano perse il suo smalto, non amava le ragazzine che si “smaltavano”, aveva rinunciato alla sua brillantezza per bere solo del tè senza esser in sé e se stesso.

E ora è meglio di me.
M’ha fregato un’altra volta.

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