Posts Tagged ‘Jon Avnet’

HEAT, Righteous Kill, Pacino & De Niro, the DEVIL(s), Balanzone il trombone e i porn actor(s).


24 Mar

0:01, incipit da vero bello e ribelle. 0:49, I love Bob De Niro. Un altro libro su Robert, eh già. Ahuaha à la Al Pacino! 3:35, un libro pornografico? Sì, (lo) avete letto, no, sentito bene. 4:58, diamoci alle s… he, a ogni saga. Ah ah. 10:12, le ragazz(in)e sono attratte dalle tope, se lson esbiche, no, dal topo, no, tipo alla Bello FiGo (con la o minuscola). Uomo erotico o sol esotico? Oh oh. 12:09, quando è partito tutto questo? Forse con un uomo di nome Charles Randall (cit.), no! 13:24, Jep Gambardella/Toni Servillo. 14:10, anche nella cosiddetta pazzia, mi distinguo. 14:51, la genesi di questo film (mis)conosciuto con Bob & Al. 18:29, Al Pacino doppiato da Giancarlo Giannini o Massimo Corvo? Cmq, al compianto Brian Dennehy, preferisco ogni Brianna. Bitch o Beach? Entrambe, eh eh. 24:25, Rocco Siffredi. Ih ih. Hot D’Or od Hot Dog? 25:37, un famoso, insomma, video-recensore del web e amico di Fedez. 26:36, ha vinto Emma Stone. Ovviamente. E io che avevo detto? Non sono Annalisa Minetti, cari cretinetti.

(Left to right.) Robert De Niro and Al Pacino star in Overture FilmsÕ RIGHTEOUS KILL.

(Left to right.) Robert De Niro and Al Pacino star in Overture FilmsÕ RIGHTEOUS KILL.

Socmel! 4:49, precisazione, Non è l’inferno di Emma Marrone o la vita infernale di Balanzone? Eh eh. Miniatura con Kim Basinger di L.A. Confidential! Stavolta, nessun altra indicazione nel e del minutaggio. Ah, soltanto una piccola annotazione: Roger Van Zant, interpretato da William Fichtner, da non confondere con Little Steven, cioè il Falotico? No, Steven Van Zandt, celeberrimo chitarrista della E Street Band e cantante in The Irishman. Ah ah.

Solo questo, scusa(te): 14:07.

Buon 2023 a tutti – Fantasia da Lenny Nero, da Ralph Fiennes di Spider o, giustappunto, di STRANGE DAYS?


01 Jan

Bigelow Fiennes Strange Days

Cari pupazzi, non di neve, siete sempre nervosi e io son nevoso, cioè mi sciolgo al Sole come una donna quando, non più fredda in quella zona erogena, va in ebollizione se assiste a una virile ed eccitante erezione, cazzo. Cari pupazzi, non sono pazzo a recitare ‘sta roba e non amo le finte suore. Se m’incazzo, so’ cazzi, Cristo santo!

Tanti anni fa, il famoso Gianni Rodari, specializzato nel “rimario”, sì, esperto d’infantili rime baciate e poco, a mio avviso, baciante e scopante donne arrapanti, dunque un frustrato della madonna, per stemperare la tensione della sua vita incolore e poco in calore, a mo’ di ecumenica consolazione utile, al massimo, per elevarlo, no, levarsi il medico di torno, scrisse una gnocca, no, una nota filastrocca, ovvero la seguente, miei dementi. Edita, col titolo Filastrocca di Capodanno, contenutisticamente banale, no, contenuta nella silloge poetica, no, collana coi diamanti, no, raccolta Filastrocche in cielo e in terra. Voglio ivi leggervela e subito asserire testé e tostamente che trattasi di bambinata abissale adatta forse ai boomer da Coro dell’Antognano sui generis e su demenza senile galoppante che, delusi da una vita ricolma di amarezze ed immani scontentezze, scevra di metaforiche amarene, si trastullano in forma buonista a godere dei pensierini della buonanotte più simpatici e carini, miei bambini e uomini col cervello, anche qualcos’altro, decisamente piccolino:

Fammi gli auguri per tutto l’anno.

Voglio un gennaio col sole d’aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente.

Sì, una poesiola falsa a cui replico robustamente con un componimento invece onesto, eh già, mia gente maldestra e poco desta…

Fammi un bonifico da mille Euro ogni dì, voglio un gennaio freddo emotivamente per gli altri e caldo sessualmente sotto le coperte per me, un luglio di me ubriaco, sì, “bresco” come dicono a Bulåggna, patria della lasagna, un marzo già primaverile, voglio almeno un giorno in cui non far una sega o farmele tutte, no, farmene mille senza moralismi da mezze seghe, voglio un mare di Rimini senza più megere, voglio un pene sempre croccante, bollente, frizzante e caliente quando cala la sera e lei calerà le mutande scioltamente, voglio il pane senza far niente, leccando sol il tuo seno di pesca (ah ah, dove le pesco, miei pesci?);

che siano amici il gatto e il cane, anche il topo da biblioteca e una bella topa da bacheca, che diano latte i lor capezzoli per la fontana spumeggiante della mia suzione con tanto di eia… one e meraviglioso “spumante”, sì, la voglio, dammela o non riceverai da me nu’ cazz’, dammi una fica allegra solamente senza che me la trombi, no, a meno che poi le palle mi rompa perché vuole una porca, no, la Porsche e, dopo il fenomenale coito, pure un esoso conto in banca, altrimenti la darò in pasto al branco sporco.

Per questa mia poesia non riceverò le lodi dei professori di Harvard ma assomiglio a Charles Randall, sì, quello di Righteous Kill con De Niro e Pacino, il quale, esausto ed esasperato dall’ingiustizia subita, disse ai detective bastardi incarnati dai succitati mostri sacri:

le viole sono viola, le rose sono rosse, voglio ficcarvi il mio c… o nel c… o.

Sì, un uomo vero in questo mondo infetto.

E parafrasando personalmente Pacino nel finale di questo film di Jon Avnet:

davanti a me s’erge un uomo retto in questo mondo imperfetto, un uomo senza peli sulla lingua che non racconta falsità per leccare quelle pelose, no, il prossimo con ruffiana ambiguità odiosa, un uomo ignudo in mezzo a un paludare bosco pieno di lupi, un uomo sincero forse dalla brutta cera eppur non ancora pronto all’unzione con tanto di cerini, un uomo rinato che ha appena urinato e dagli stronzi non è stato mangiato, un uomo che mangia a sbafo alla faccia dei fessi e di chi pensa che sia sbagliato il vivere non omologato e normalmente stipendiato, sì, un uomo salariato, no, esaltato o solo salato, poi dolce e adorante del pen’ bagnato in un mondo che non l’ha inculato.

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di Stefano Falotico

 

 

Richard Gere ne i Tre Cristi


09 May

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Giunge direttamente dal mercato dei film di Cannes la notizia secondo cui, dopo L’angolo rosso, Jon Avent e Richard Gere torneranno, rispettivamente come regista e attore, a lavorare assieme per il film Three Christs. Trama “semplice semplice”, cristologica, appunto: basato sulla novella autobiografica di Milton Rokeach, il film seguirà le “strambe” vicende psichiatriche di un dottore (Gere) dell’Ypsilanti State Hospital in Michigan, che dovette “risolvere” la vita di tre pazienti, ognuno dei quali si credeva e affermava di essere (un povero) Cristo.

Ora, Gere ha il suo fascino buddista che potrebbe giovare a tale operazione… in lui, ex sex symbol“decaduto”, son ravvisabili i tratti fascinosi di colui che per molto tempo scopò Cindy Crawford e interpretò svariati film romantici in stile Pretty Woman. Sì, Gere, nonostante i capelli ingrigiti, anzi “imbiancati”, possiede a tutt’oggi il carisma del “redentore”, di colui che può salvare i matti dai loro deliri onnipotenti con la “potenza” dei suoi occhi al sapor “Ti faccio passare io la voglia di crederti Dio, mi basta lo sguardo da cazzone col sessappiglio magnetico e ipnotizzatore delle mass(ai)e”.

Ma la questione potrebbe risultare anche un’emerita stronzata. Il problema è alla radice. Credo, in veritas, che molte persone, in questa società, si credano al di sopra delle parti e pensano davvero che la loro vita sia una missione “salvatrice”. Al che, ecco pullulare i predicatori, i fanatici religiosi che tanti scempi terroristici hanno compiuto, ma non “da meno” sono quei dementi che si credono, al contrario, incolpevoli e non porgono mai la loro guancia al prossimo perché ciò costituirebbe un segno di “troppa umiltà” e quindi, a detta loro, un’offesa alla loro dignità.

Siate clementi affinché la pace regni in questo mondo. Guardatevi in faccia e pensate a guarire prima negli animi vostri corrotti al fine che le coscienze di tutti possano ascendere al cielo.

 

Parola di Gesù, e chi crede al Nirvana è un idiota.

 

– Che la Madonna v’accumpagni… cari fessi che, come diceva Totò, davvero pensate che la Madonna abbia tutto questo tempo per accumpagnarvi.

Ah ah, e qui sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Colui che (spoiler) in Sfida senza regole si credette Dio.

In buona sostanza, vivete la vostra (r)esistenza senza troppi “Cristi santi!” nella testa. E non smadonnate se la cantante Veronica Ciccone la diede quasi a tutti ma non a voi.

 

di Stefano Falotico

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

“Sfida senza regole” (Righteous Kill) – Recensione


04 Oct

 

Kill virtuoso di rette vie “senili” spezzate
Prima (re)visione…

Risulta abbastanza scandaloso che FilmTv.it abbassi i voti ai film dopo che scartapella quelli degli utenti. Dov’è finita l’autorevolezza della redazione?
Addirittura declassato a “una stelletta”. Pessimo, insomma.
Ora, chiariamoci, il film di Avnet non è niente di memorabile e la reunion De Niro-Pacino non sortisce gli effetti magici di Heat.
Ma non è certo colpa loro, e poi stupisce la sfrontatezza con cui si affrontano certe critiche, critiche distratte e buttate lì tanto per riempire la carta e la pagina online.
I protagonisti sono “anziani” come esige il copione, che c’è di strano?
Non si può raccontare una storia di poliziotti che abbiano superato i sessant’anni?
Cose da matti, e poi ci si accanisce contro il Cinema giovanilistico.
Un po’ di coerenza, per la miseria.
Il film si avvale di una forte sceneggiatura di Russell Gewirtz e si affida alla fotografia di Denis Lenoir, già due cose non trascurabili che eleverebbero il film da un normale bmovie come invece viene classificato.
La produzione è “alta” insomma, e anche il budget.
Film senza “aperture diegetiche”, be’, roba da stropicciarsi i capelli, quasi non si potesse girare un film senza orpelli ornamentali e “stile”.
Avnet sa di essere un medio professionista, il suo è un film come tanti sui serial killer, né più né meno, con l’originalità del plot, un assassino che colpisce la “feccia” lasciando una poesiola in rima sul corpo delle vittime.
Due sbirri che non si conoscono, ognuno coi suoi guai, la tristezza e la malinconia delle loro palpebre, un solido e taurino De Niro, e un “arzillo” Pacino, con la solita chioma scarmigliata e senile, impreziosiscono di recitazione asciutta, funzionale un film che non entrerà nella Storia, ma che è stato volgarmente e ingiustamente linciato da chi s’aspettava un capodopera.
Peccato mortale del cinefilo con la bava alla bocca, che certo rimase deluso.
Cosa pretendete? Vedete di pulirvi le mutande prima di starnazzare mentre guardate un film.

Firmato il Genius, che con tale “recensione” si farà altri nemici, i quali con spietato rigore “etico” glielo adopereranno come carta igienica.

P.S.: che coraggio mostrarsi invecchiati, con le rughe e un po’ di pancetta, come essere miti nonostante il Tempo.
Grandi Bob e Al.
Non meritano questi attacchi. Vergogna.
E si fanno anche chiamare giornalisti.
Il Bar dello Sport vi aspetta, ve lo dico io…

Ecco, così “cesellavo” la mia rabbia alcuni anni fa.

L’ho rivisto… e righteously recensito.


Molti rispettano il distintivo. Tutti rispettano la pistola

Sfida “eterna”, (s)tirata fra gli zigomi raggrinziti d’un grigio Pacino, in giubbotto di pelle nel consueto cappuccino che gli “smalta” le labbra d’ieratica saggezza roca, e un De Niro “sovrappeso”, stanco, disilluso com’esige la tradizione del “genere di appartenenza”, il poliziesco americano dei segugi a caccia dell’assassino seriale che semina il panico. I carnefici indiziati hanno volti coperti dietro le movenze indecifrabili e “feline” di tracce di rosso che “dipingono” le pareti delle case, “rallegrando” le Lune licantropiche d’una scia che non lascia… apparentemente, traccia.

Chi si sta macchiando di questi “divertenti”, macabri omicidi e perché, sul corpo dei cadaveri, “sbiancati” di buchi in testa “cerulei”.Compare sempre accanto una “filastrocca” che “giustifica” il reato?

Questo killer sembra un “punitore“, e si accanisce soprattutto sulla “feccia”, ripeto, sulle sgualdrine che battono, sui pusher (eh già), su chi “contratta” la carne nelle prostituzioni, sugli stupratori, quasi un “angelo” dalla vendetta “suprema” e “intoccabile”.
Che imbroglia un po’ le carte e “mischia” le pericolose indagini, in un gioco d’equivoci, pedinamenti, sospetti come una scacchiera ove lo “scacco matto” è proprio la mossa d’un pazzo, fino ad ora “geniale”.
Che non ha sbagliato un “colpo”.

Turk, un “cagnaccio” che ha le fattezze “sfattissime” d’un Bob “grassoccio”, di solita linguetta che asciuga l’aridità del suo fiuto “salivare”, quasi a sputar, di “fumo” corroso nelle palpebre da Mitchum “bastardo”, la bava delle putredini d’un laido “teatrino” ingiusto.
Tenendo tutto dentro, misurato fin alle esplosioni arrabbiate, incontenibili d’umori “balzan(t)i” da un'”ombra” a un’altra lucida intuizione.
Ancora una volta “attardata” e appannata dal velo (in)visibile di chi seppellisce scrupolosamente le prove e nasconde la “faccia”.
“Avvinghiato” alle gambe “decollanti” della solita fighissima Carla Gugino, troppo “giovane” per uno stronzo marcissimo come Lui. O “innamorata” di “tradimenti” compiacenti e ammiccanti?

Turk, “viscido”, “porco”, magrissimo e cadaverico che forse fu, e ora è pinguissimo, più di quei vermi che combatte ogni “santo” Giorno maledetto ove neanche la Domenica si può stare in pace d’un Signore che ha tradito il patto di “lealtà” col suo Inferno in Terra.

Rooster, che mastica amaro… che sentenzia un “You will regret it“, sì, le scelte affrettate si rimpiangono “caro” Brian Dennehy, tenente e già sceriffo “losco” d’un Rambo che ti torse il braccio, ritorcendoti la tua violenza “sbrigativa”, indisponente e crudele di troppo (pre)giudizio a un “pregiudicato”, appunto.

Tutto torna, vedi? Eppure i conti… quasi mai, se non fai “mente locale” subito, prestissimo. Qui, il mostro se la sta sghignazzando parecchio, e la città, di Notte, è sotto assedio. Fa paura, chi lo fermerà?

Il “discotecaro” 50 Cent, “puttaniere” dei suoi balli da cocaina?

Perez? Un altro che, “freddissimo”, ammazzò i sogni di Carlito da Benny Blanco senza Paradiso dell’anima sognatrice? Ti sei venduto. A chi, merda?

In questo dedalo ingarbugliato, a quale prezzo si arriverà alla verità?
Chi è il tuo amico, “in fondo”… alla detection? Con questo qui legate, andate d’accordo, vi confrontate e vi “stressate” a vicenda, annotate sul taccuino le “psichiatrie” d’emozioni che voglion appiattirmi, perché siete esageratamente “piedipiatti” e non sopportate le “piattole”. Quindi, agite di testa vostra, scavalcando anche la legalità, la burocrazia che sarebbe lentissima a frenare un’altra schifezza.
Dovete salvare questa giungla da un leone inferocito e proteggere la sua innocenza prima che s’imbestialiscano tutti.
Voi, “animali” lo siete già. Forse per DNA, forse diventati. Forse sventrati a contatto quotidiano con questa società, tutta fottutamente sbagliata. Chi la ripulirà? Ne ha il “permesso? Il “mandato” di “perquisirla” senz’autorizzazione’

Vi leggete negli occhi, vi spiate, siete “guardia e ladro” di voi stessi, ma poi vi stringete la mano in un altro drink “scacciapensieri”.

Eh sì…

Qui… si erge un Uomo retto… in questo Mondo infetto…

(Stefano Falotico)

 

 

 

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