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Nella vita accetto la mediocrità, nel Cinema no


01 Dec

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THE DESCENDANTS, George Clooney, 2011. ph: Merie Weismiller Wallace/TM and copyright ©Fox Searchlight Pictures. All rights reserved

THE DESCENDANTS, George Clooney, 2011. ph: Merie Weismiller Wallace/TM and copyright ©Fox Searchlight Pictures. All rights reserved

James Franco

James Franco

 

Aprirei con due frasi celebri, rispettivamente di Al Pacino e di Robert De Niro che, in questo primo di Dicembre, si trovano a New York a girare The Irishman. Rendendomi grato di essere un loro estimatore.

Io credo che si reciti solo nella vita, mentre nell’arte si persegue solo la verità.
Basta una birra a colazione e le ragnatele se ne vanno, la voce ti si alza di due ottave e ti sorge un bel sole dentro.

 

Eh sì…

Poi, inizi la giornata e ti affacci allo splendido orrore dell’aurea mediocritas. Sì, la media condizione umana ove l’uomo comune si contenta di vivere alla giornata, avendo oramai soggiaciuto ai propri limiti e non pretendendo di ambire ad alcunché. Così, le persone vanno a fare colazione al bar, discutendo di Calcio e battagliando furiosamente per prevalere sull’altro da opinionisti che vogliono, esigono di avere ragione. E sragionano, sbraitando con la schiuma del cappuccino che fa la “barba” non al palo ma alle loro barbette incolte. Così, accecati dall’odio, vanno a sbattere sulla “traversa” di una cliente appena entrata le cui tette sono particolarmente sporgenti. E in questa “procacità” vivono di dolce mediocrità. Sognando notti d’amore che allevino, in ogni sen(s)o, pene… che possan “innalzare”… il loro essersi ingrigiti ed adattati a un “normale” porcile di massa ove bisogna lavorare “duro” per portar a casa la mignotta, no scusate, la pagnotta.

Ma io non mi stupisco della mediocrità, uomo medio(cre) son perfino io e mediocri lo sono tutti. Ad esempio, sempre al bar leggevo un articolo su George Clooney. Uomo liberale, fascinoso anche ora che si avvicina alla sessantina, discreto, pacato, sexy senza dar troppo nell’occhio ma “dandolo” a volontà-voluttà, elegantissimo, in una parola piacente. Ma a me non è che piaccia poi chissà quanto e non vorrei aver la sua vita. Vita che gira film classicamente apprezzabili, ma privi di quei guizzi anche rudi e istintivi che li renderebbero più veraci. Sì, Clooney non è un uomo ruspante sebbene stappi molti spumanti. Sì, è invece spumeggiante, quello sempre belloccio nonostante il passar del tempo e nonostante sia stato usurato da mille passere. E brinda sempre felicemente il suo non essere David Lynch. Contento lui, contenti quelli che lo ammirano e vorrebbero somigliargli.

Poi, leggo un altro articolo, stavolta su James Franco, uno che in vent’anni di carriera è apparso in 150 film! Insomma, questo Franco, siamo franchi, è più attivo di un pornoattore. Monta… film su film e non si tiene più il conto di quante se ne sia fatte, no scusate, di quanti ne abbia fatti. È un bravo figliuolo che sta assieme a un’ottima figliola, tale Isabel Pakzad, una che se la guardi attentamente ha eccome il suo perché. Fresca, prelibata, con faccia virginale da illibata, invero è molto dotata…

Di me, guardandomi allo specchio, posso dire che sono un uomo che alle volte crede di non essere un uomo e passeggia malinconico, borbottando con classe inaudita da poète maudit.

Ipse dixit, e se lo dico io (non) fidatevi.

Non sono un ometto ma forse son fritto come un’omelette.

Voi pensate a farvele nel lett’.!

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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