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Nella vita, qualche volta bisogna essere come il grande Mickey Rourke de L’anno del dragone


10 Apr

rourke dragone

 

Sì, siamo invasi da boss malavitosi. Sono in ogni dove. Persone infide, malevole, annidate in club solitari in cui di cuori malvagi gozzovigliano, drogandosi d’idiozie.

Sono dappertutto. Vestono eleganti, quasi da Armani come John Lone. Anche se in questo capolavoro ciminiano, gli abiti sono firmati dalla nostra conterranea Marietta Ciriello.

Questi Lone non sono mai lonely. No, son perennemente attorniati da ruffiani e da donnette da quattro soldi, più viziose di loro.

Le quali amano viziarsi e vezzeggiarsi coi gioielli regalati loro da questi furbi papponi. L’oro, non Loro di Sorrentino.

Sì, ci vuole una lotta senza esclusione di colpi contro questi farabutti. Un vero bloodsport da Van Damme.

Che apre gli occhi anche se, obnubilato da troppe velenose botte, deve far affidamento soltanto al suo innato talento. Ai suoi allenamenti dopo aver appreso molti saggi insegnamenti. Alla filosofia orientale per starci dentro e darle di brutto. A questi bruti.

Sì, un uomo che spacca di spaccate contro le regole ipocrite di questi dannati.

Un uomo falotico, stravagante e d’annata. Anche d’antan, in passato daltonico in quanto la sua vista era stata distorta per colpa di troppe delusioni, torte in faccia e torti da parte di finti tori, di uomini fingitori e untori, con un cugino che si chiama Antonio e ha il pizzo calabro-lucano di D’Artagnan.

È giunto il momento della resa dei conti.

Sì, Mickey Rourke è il più grande attore della storia.

Diciamocelo. Prima che si rovinasse da solo.

Un uomo dal carisma stratosferico, purezza recitativa meravigliosa e pregiato sex appeal oltremisura.

Un bianco qui coi capelli brizzolati di cognome White. Stanley White.

Che soffre come un cane per colpa delle sue scelte sbagliate, per aver abbandonato sua moglie in quella casa che pare un triste scantinato.

Poi, quando le prevaricazioni diventano esagerate, diviene scatenato contro i cani arrabbiati.

Una furia vulcanica che non fermi neppure con le cannonate.

Che filmone. Che figone, Mickey.

Mica un topo come Mickey Mouse, mica un tipo da fantozziana trattoria Gigi il Troione.

Un vero omaccione, miei furbacchioni.

Sì, nella mia vita ho avuto una sfiga colossale. Anche un f… a monumentale.

È successo.

Di mio, comunque, sono un po’ Drugo Big Lebowski e un po’ Rourke che fuma come un turco.

Chissà, forse come John Lennon sposerò una con gli occhi a mandorla.

Una statunitense mezza giapponese di origini olandesi come Ariane Koizumi.

Perché non sono un ariano ma mangio il pane semplice, quello di Lariano. Mi do delle arie. Sì.

E ora, dopo il pezzo scoppiettante, voglio esservi sincero.

Sì, è tutto vero quello che ho scritto. Son stato con una che non era affatto male.

Ma forse, per colpa di troppo miele, ci ricascai. Dove? Ma come dove?

Nei miei stati alienanti, ai confini della notte più sognante.

Perché, a esservi proprio schietti, la realtà non mi piace affatto.

V’è troppa ipocrisia in giro, tanta indifferenza. E, se ti lamenti, arriveranno soltanto altri martellamenti.

Devi farcela da solo. Non vi sono alibi che tengano.

Perché, se sei crollato come Chris Walken de Il cacciatore, puoi star pur tranquillo, amico, che nessuno ti darà una mano. Anzi, ti porgerà la pistola per incitarti al suicidio. Prendendoti per la fondina, no, per i fondelli finché il tuo cervello esploderà e addio cose belle.

Tempo fa, dissi a un medico che doveva fidarsi di me.

È stato l’unico a credere alle mie parole.

E, come nello stupendo Verso il sole, sono oggi un miracol(at)o vivente.

Sono anche però, come tutti vuoi, preoccupato per il futuro che potrà attendermi.

I miei genitori invecchiano, mia madre è sempre più malata. Tanti non stanno bene.

Altri non ci sono più. Qua va tutto a puttane.

È in questo momento che devi tirar fuori la grinta del vincente.

Oltre a Year of the Dragon, l’eye of the tiger…

Rispolverando tutto il grigiore. E non parlo, in tal caso, di questo Mickey Rourke coi suoi cinerini capelli.

Insomma, non fatemi incazzare, sennò genialmente incenerisco ogni altra corbelleria sul fatto che io poltrisca.

 

di Stefano Falotico

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