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Venezia 74, i peccati di Suburbicon e questo Clooney padre dei Coen e dei gemelli


02 Sep

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Clooney è visibilmente dimagrito, bene deve avergli fatto la “cura” con la moglie avvocatessa Amal (si chiama così? Son cazzi loro, ma lei lo ama, insomma Amal è una buona amante?) che gli ha regalato la coppia di pargoletti tanto cari, carissimi, infatti pare che stia perdendo un occhio della testa, anzi di due “testoni” piagnucoloni, per “educarli” già alla sua visione liberal ove ci sarà poco spazio per le patatine di Mc Donald’s e già pero problemi bulimici da infanzia con la pancetta. Due bac(h)i, che bacon. Camerette, giocattoli, biberon e trenini. Insomma, Clooney, dopo la sfilza “millenaria” e milionaria con tante donne di varia estrazione sociale, fra cui la nostra cafonissima Elisabetta Canalis, è convolato a nozze, si è dato una regolata e ha messo l’uccellino al solito posto, cioè in “quella” della consorte. Ma Clooney, che non è un fraterello, ama anche i fratelli Coen. Epocali oramai le sue collaborazioni coi due maledetti geniali, tant’è che questo film è stato scritto da loro, un noir sui generis con “puntate” nella commedia sofisticata, forse screwball, forse solo un po’ stronzetta, che anticipa gli USA di Donald Trump, rivelando gli scheletri nell’armadio di un’America falsamente perbenista, impeccabile solo di facciata, invero al solito appunto peccaminosa e bugiarda, cattiva e “oscura”. Al Mereghetti, fanatico di Clooney, in cui ha sempre proiettato le sue voglie di essere come LUI in deliri “orgasmici” da ammiratore che fa sorgere in noi qualche dubbio sulla sua eterosessualità “pelata”, è piaciuto abbastanza e ne parla come di un ottimo film che non sfigura affatto in Concorso. Più caustico e severo The Guardian, accompagnato da The Hollywood Reporter. Entrambe le testate lo stroncano senza pietà, riconoscendo a Clooney la professionalità ma dicendoci anche che essere grandi registi, di film che davvero lascino il segno, ce ne vuole.

Ma Clooney, in fondo, chi è? Proprietario di una semi-reggia sul Lago di Como, ove spesso invita De Niro e compagnia bella, anche brutta, è stato un idolo delle donne di mezza età, “accalappiando” le fantasie proibite di molte casalinghe di Voghera, attratte dal suo fascino emancipato, cortese ed elegante, incuriosite dal suo sex appeal mai volgare e sempre posato. Vinse l’Oscar come non protagonista per Syriana e in alcuni film, va detto, è stato effettivamente notevole, vedi Michael Clayton e Paradiso amaro. Eppur si continua a parlare di lui in termini, sì, decorosi, ma mai grandiosi, come dire che, nonostante il Cecil B. De Mille Award alla carriera (?) non è ancora fra i giganti della Settima Arte. George fa il bello… e cattivo tempo, sorride, è gioviale, compassato, si attornia di star appetibili e si concede ai fotografi con grazia “deliziosa”. Insomma, un signore.

Lo inviterei a prender un caffè con me questa sera, prima di Spagna-Italia, ben accorto però a non farmelo mettere in “rete”. I maligni infatti ancor sostengono, nonostante i due figlioletti, che George sia dell’altra sponda, non “lo” dà a vedere, eppur tutti incula.

 

di Stefano Falotico

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

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