Archive for May, 2013

Sabrina Ferilli spinge a Cannes!


21 May

Le tette reggono ancora, vero Sabrinona?

Sean Penn (im)mutabile


21 May

Fratelli della congrega e amanti del Cinema, base nostra solida in questo Mondo oramai corrotto e deperito assai, ah sì, noto con qual squallore adocchiate le ragazze e le corteggiate a man bassa, figurativamente (s)parlando fra una canna e un credervi adulti causa troppe bor(i)e malsane da salvarvi.

Io, il metallaro-carpenteriano Federico Videodrome Frusciante e il grande Davide Stanzione, da mesi portiam avanti con dedizione (la rima ci sta) un blog che un baffo vi fa (ah ah ah).

Mentre la gentucola si danna per amoretti banali dietro spettegolare al tutto affannarsi, noi eleviamo la coscienza per entrar sottopelle ove Io sono Io e tu non saprai mai chi sei, ragionando come la massa, e avviluppandoti nel pantano, smarrirai la strada e, una volta (intra)presa quella sbagliata, sbanderai. Fidati, abbi Fede.

Stai attento ché, a lungo raccontarle lunghe sul millantarla, militare-soldatino diverrai e non so se la tua compagna verrà a()rmata. Baci solo da piccioncino, miei piccini.

Non farmi la fine del picciotto! Almeno, dalle un pizzicotto. Scatena il man in men che poi ti picchierà in accoppiamenti sdruciti, mai leccati, di platinato sol piantarvi a Natura.

Va bene, perdonate la prefazione, e passiamo ora a Sean Penn.

Di cui, ieri pomeriggio, ispirato da miei intercostali pentimenti a non perdonare chi sbagliò sul mio conto, poiché conta male le pecore prima di prender sonno, ho vergato, di mio pugno e sudore tale omaggio di gran clamore.

Amore, vieni a me e donami quel che sei o sai?

Entrambe vanno lisce ed entra senza recar fastidio.
Tu, Donna, conosci chi vi è in me fra le tue cosce. Al bando le costolette, arrostiscimi da rusticana e facciamo anche baccano in quanto Bacco è (di)vino.

Applauso!

Sean Penn. Cosa posso dirvi? Testa calda, non la domi con una fiaschetta di buon vino allaBukowski.
Tanto poi è più incazzato di prima e non ti conviene dargli due sberle per svegliarlo. Ti rifilerà una serie di ribellioni marchiate a sua pelle “indiana”.
Be’, indiano lo è… sempre stato, instabile di un’altra epoca, forse di una Terra Promessastraniera.
Uno springsteeniano dentro, e nella sua anima appunto risuona e scandisce una melodia tragica-amara con picchi pazzeschi, esorbitanti di poesia pura. Melodia!

Basta osservarlo negli occhi, non scorticarli con visioni “a prima vista”, frettolose, che non sanno un beneamato cazzo di chi li “abita”. E si muove nella sua sfrontatezza a Cuore introiettato dentro la via vera. Fatta di casini, gelosie, amici stronzoni, tradimenti, corna, pestaggi e risse. Perché no? Il carisma di Penn è un capire subito ch’è un lupo solitario…
Se non fosse figlio comunque d’Arte ma uno “qualsiasi” della provincia medio-bassa americana, eccolo… in un bar scalcinato a vomitare la merda del troppo tener dentro e poi scoppiare, dar di botto perché uno così non è un ipocrita e lo rifarà. Non ci provare!
Sì, un Bukowski magro con più fortuna hollywoodiana. Almeno, ha incanalato il suo “duro” di chi delle regole se ne frega. Anche del sistema “burocratico” della Mecca.
Sposa una Donna, Robin Wright, poi se ne scopa un’altra fra una “pausa” e l’altra, “schizzato” Sean, di brutto.
Divorzio? Aspetta prima di concedere a Robin le carte della pratica “inconciliabile”. Intanto, anche Lei non gli è “coniugale”. Una Madonna con scheletrini nell’armadio. Ah sì, Giulio Cesare avrebbe diffidato di una “magrezza” tanto “figa”. Non me “la” racconta questa figliuola…
E che gli puoi fare? Chiamare la stupida “assistenza sociale” di qualche regista “bravo” a raddrizzarlo?
Più “dritto” di così si muore. Non ci son cazzi, appunto.
Litiga con Woody Allen per un personaggio a modo suo, e manda in quel posto Oliver Stone perché semmai ha tagliato il suo “ciuffo” durante l’amplesso “boschifero” con la migliore Jennifer Lopez. Per una volta “seria” in quanto proprio puttana “sfruttata” a dovere. Piazzata sotto le frasche delle sue seduzioni a sedarla d’uno “Stai bonina nel culone e recita come Dio comanda”. La recitazione viene. Alla grande. Coppia che scopa ai pochi flash d’un film sbagliato, completamente.
Sean… io adoro i “pazzi”. Lui lo è, quasi meglio di me. Per il resto, c’è la cassiera dallo “scontrino” alla fiscalità vostra del vederla “eleganti”.
Sean è rozzo, animal-“rospo”, ed è per questo che sente il Mondo e combatte per una morale anche attoriale.
Principe e un po’ gigolò.
Se avete qualcosa in contrario, nulla da fare. Ve lo ficcherà nel popò. “Stai zitto papà!”.
Vi manderà sempre a cagare. Bene o male che Sean sia.

Amen, siategli cortesi. Per (dis)piacere.

Firmato il Genius, nel blog troverete la mia nomea.
E acquistate il libro. Vale la pena in un Paese ove Fabio Volo vende tanto e non leggete come si deve.

  1. The Tree of Life (2011)
  2. La promessa (2001)
  3. La sottile linea rossa (1998)

Benicio Del Toro è schizofrenico, eccone spiegate le “cause”, anche legali


19 May

Benicio. Questo nome non mi è nuovo, eh no.

Rassegnatevi, centellina interpretazioni col contagocce ma è dotato di una sensibilità da “gozzo” alla base del suo carisma in quelle “gole” iniettato. Genialoide, saltella grassoccio di pellicola delirante a birbantissimi camei, cammello stanco di palpebre altisonanti e sonnecchiando ad abbagliarci. Occhiolin che (si) duole mai più sarà un nuovo Bobby Mitchum ma talentuoso egual forse gl’è anche superiore per discendenza “calma” da portoricano “triste”, dunque l’emblema del persuaderci che non è mai “sincero”, in quanto Del Toro in uno Sean Penn e dollari vostri scoperti di traffic solo grazie alla Natura fisionomica della sua mimica nello spargerci “ematomi” sui dubbiosi tanti toc toc di “testate” pertanto camaleontistiche fra il deniriano e lo “scorbutico” stronzo da cuoio nelle iridi intrecciate in folta capigliatura roboante! Non so dove cazzo sia nato Mitchum, un americano comunque. Benicio è superiore in faccia interplanetaria da culo come poche.

Egli va da una Donna e le strappa con ardor la “seta”, penetrandola colla dolcezza 21 grams. Poi, dopo l’amplesso di gran “levatura”, si veste “di strisce”, gira la “chiave”, romba nel motore del suo fegato e s’eclissa nel buietto a farvi la bua, imprendibile e ballonzolando, se gli va, se gli “tira”, in pigiamino alle macchioline di fragola e un sorriso al pistacchio che depista i poliziotti bastardi, rispettando solo la semaforica del suo Cuore pompato a mille. Ci può scappare un pompino allietante, Valeria Golino gli fu più “dentro” in mutande. E anche tutte le “altre”. Benicio punisce, Benicio gua(r)isce, Benicio “spinge”.

Basta con le frottole. Tu, moscio, ficcati nel deretano una “frittella” se di rivoltelle non vuoi esser per Benicio un “involtino”. Sgomita pure per chieder perdono, Del Toro non te lo donerà.

Guarda questi suoi film, e stai zitto, riga dritto e fai sparir, altrimenti ti sparerà, le righe di cocaina.
Secco, senza pensarci due volte, pensando alla terza “volta” dopo il due senza un terzetto di figone.

Son of a bitch, ecco il big cock a te, mio interdetto. Spaccati le nocche, lascia stare “quella”, buona d’albicocche e da coccolare nel Del Toro torridissimo come l’Estate (tra)montante d’Agosto in te “caduca” e delle fottute calure. Benicio è tenero col gentil sesso e fratturante se tu, “uomo” dei suoi stivali da cowboy, non rispetterai i segnali. Osserva come Benicio si pettina, come asciuga il ciuffo di frangetta a Cannes e come, 5 minutes later, è di nuovo “sbuffandoselo” di “gel” nello Sguardo “Woman, vieni qua, stacca… la croce del mio petto abbronzato su pantaloni longevi del fregartela nei pantacollanti”.

Benicio, Viva il Che!


 

Wolfman

Il film è pessimo, una delle peggiori anzi “traduzioni” o trasposizioni, per dirla come si voglia, ah, la voglia… del tuo seno ribaldo a me destriero, nella foresta del lupo sull’“incappucciata” mia rossiccia Cappuccettina, forse meglio un cappuccino di prima mattina della tua primula scopatina…

Bando alle ciance, immergiamoci nel mito del licantropo, colui che da Uomo… anche se sarebbero d’appurare le ragioni del suo bieco cannibalismo insito d’antropofagia prim’ancor che… e adesso ve lo spiegherò, siate pacati, non agitatevi, fratelli della congrega, il Predicatore ha bisogno di silenzio per esplicar la parabol(ic)a…, cazzo, altrimenti mi saltano le antenne e poi non potrete, quando a fanculo m’avrete “mangiato” e mandato, accendere il “rosso”, appunto, del canale “onirico” d’autoerotismi cronenberghiani nel trasformarvi golosi a “virtù” dell’“innalzamento” peloso e dell’arbusto “smanioso” come eXistenZialisti maniaci del sesso “incarnato” o “incanalato”, a gradimento anche se vi suggerisco di cambiar canale “dentro” una realtà meno subliminale ma più d’inguine carnosa… ah, i corpi cavernosi, le caverne, erectus!

Dio vi maledica, screanzati porcellini sempre “indaffarati” di manine a “pittare” di fresco le pareti domestiche, refugium peccatorum delle “cosmesi intime”, più selvagge dei primitivi che almeno “venivan alle mani” con pudore “manifesto”. Ripigliate Ezechiele! Anche il Profeta!

Mel Brooks! La laguna blu di Shields Brooke!

Cosa ne sapete voi della schizofrenia? Tal termine, vetusto a (de)finire, stigmatizzare  i vegetali anal… izzanti (non tanto “rizzante”) di depressione inculante, è orsù scomparso per indicare i pazienti senza più pazienza tanto che non allettan neanche più la loro panza ed è tutto un pinzimonio di compensative manie al fegatino scacciar via. Lo “scolo” che si scoppiettò di malessere e  picchiatello dallo strizza con la pip(p)a. Ah, un tiramisù addolcirà “trombante” il velociraptus (uccello di grosse dimensioni “volatili” appunto, “aleatorio” ed estinto-oscurità senza più vestiti dunque “nudi” e non “in umido”, detto anche cervello da “gallina” per il brodino… non tanto “carnivoro” ma “fringuello” essiccato sul rosolarselo e perder il cap-riccio della bella “sudarsela”). Bestiaccia ghiacciatissima!

Il licantropo, invece, se ne fotte delle teorie “freudiane” e fredda la Donna di canini “incisivi”, intagliandola nella pietra della “pizza al taglio” a sue mascelle, mandibole e malleolo su “O me la dai o ti lecco la noce del capocollo!”. Sempre perde il pelo e anche il vizio quando da sé “ozia”. Almeno si sforza.

In tale schifezza di Joe Johnston… (vedete che comunque la teoria darwiniana torna) fu regista di Jurassic Park 3, segnata è la fine di un’era spielberghiana e l’inizio “digitale” della virtualità, sessualmente anche “a bocca aperta” come  da corollario del nostro degrado morale, dicevamo… in questo Benicio interpreta l’homo lupus (in fabula?) per ficcare la fava “potenziata” di desiderio in quella fragolona, appunto, di Emily Blunt, una che non si denuda mai (inutile “noleggiarlo” per “quello”, vi garantisco che, oltre a non “vederle il boschetto”, non c’è neanche la suspense...) ma è comunque un bel vedere a prescindere dal panorama circostante, anzi cancelliamo proprio il “contorno” e incorniciamo solo la “patata”. Per il resto, è una patacca. Per due ore, Benicio vorrebbe “appicccicarglielo” ma finisce col diventare Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti. Sì, riscoprirà le ragioni femminili della giustizia sociale, causa castrazione da Buffalo Bill, uccidendo il cattivo Hopkins a manhunter. Secondo me, un’Escort di Manhattan costa più di “biglietto” ma almeno non andrete nei “gabinetti”. Una cagata! Dai, non val una sega!

Blunt, la donna che neanche un bisonte eccitatissimo da plenilunio incandescente riuscì a “entrarle”.

Per aver il sedere di Emily, la sciocca gnocca, bisogna possedere uno yacht da 100 milioni sceicchi più prometterle la fama, anche la fame (Richar Burton lo sa…) di Liz Taylor. Elizabeth coi suoi occhi viola, Emily ove mai “volerà”.

Verde “speranza” da faccia d’angelina… nemmeno Benicio il “pienotto” la “riempì”.

Questa è la licantropia, “malattia mentale” del Benicio non Toro nonostante la “dote” sviluppata da “ululato”.

Gli altri (non) ve li citerò, guardateli e sappiatemi dire se Benicio non è un “matto”.

Secondo me no, voleva solo fottersi a vita Scarlett Johansson ma ripiegò su Catherine Keener.

Infatti, Scarlett l’ha usato per “arrossarsela” e Catherine l’ha spompato, rendendolo un intellettuale del cazzo, appunto.

Da cui il film Jimmy P., la versione seria di Scemo e più scemo.

Insomma, uno ha vissuto un trauma e contatta lo psichiatra per “tirarglielo” da villoso, ma lo psichiatra è una pecorella smarrita e, oltre a non avere una villetta, ascolta Claudio Villa. Da cui la malinconia di Masini…, il cantante più “cambiato” in modo poc’allupato. Vaffanculo sfigato!

Chiamate John Landis, pretendiamo il “teso” mannaro a Londra. Paranoia! La luna. Lupo ulula, castello ululì! Sì, tutti i mostri, anche il Frankenstein! Riguardare sopra!

Denunciate chi lo sfrutta solo come fruttivendolo! Benicio è molto più valido di diagnosi registiche a buon mercato!

Benicio, ti ordino di azzannarli. O azzanni o ne andrà del tuo mezzo!

Ho detto tutto!
Anzi no. Sono come Benicio. Pensai malissimo che, se perdi la verginità, diventi un duro coi peli sullo stomaco.

Mi sbagliavo. Le donne mi stressano, e qualcosa è glabro.  Direi un fisico asciuttissimo.

JIMMY P. (Psychothérapie d’un Indien des Plaines) – Bande annonce


19 May

Vlad the Impaler


19 May

Mortuario enigma dei miei ludici santuari a stigmate lucide

Stefano Falotico, il poeta per eccellenza, da regista si filma nel recitare il suo splendido componimento, di prossima pubblicazione, decadente nella sopraffina ironia a lingua forbita.

Opera a opera di sue (gira)volte, coperta da un copyright oltre la SIAE.

Volteggiai in epoche remote entro endovene traspiranti di solforiche nitidezze, ad arzigogolo anch’anestetico delle siringhe pensatrici inalate dal mio fumarvela con nostalgie meditabonde nel tenermi saldo in questo Mondo.
M’adorai e mi doro ancora, non dormo quasi mai e, sebben chiuda gli occhi, udii nel tempo già trapassato del Futuro prossimo un’avventura in prossimità del mio sbandare sollazzante in gradevole “lestofante”.
Con qual cortesia, vi rinfaccio la mia eutanasia!
Ah, cavalcai tanti fantini e li montai in sella per “assolarmi” nelle vertebre d’una Notte mai terminata, in quanto terminale del mio tremendo raggelarvi. Fratture composte a bloccarvi, miei impostori.
Lo so, nutrite esagerata sfrontatezza nei riguardi di ciò che concerne il mio sciolto cervo, fresco in serali boschi nei cui meandri m’accheto per assopirvi a satirico inculcarvi quel che (non) sono e giammai sarò, in quanto camaleonte d’aspetto leonino oggi e domani ad aspettarti come una tigre per sbranarmi indomito. Sì, me stesso, ché non si dolga ai vagiti dei vaghi vostri umori volubili ma sia volere del mio e solo Piacere p(i)uma.

Mie scimmie!
Per quanto resisterete, prima di crollare macerati di fronte alle vostre ignobili danze? Sì, danza, sempre si perpetua e ti sfianca quando credi di credere alla “creta” del tuo corpo “piacente” o forse solo un criceto. Come un topino, scappi via, car bambino coi tuoi barboncini.
Ah, ti spiai per anni, ed espierai proprio nel respirar tuo “piaciuto”.
Cornuto, il Diavolo sono Io, quando provasti a provarmi?, Ah, incornato ne sei coronarie. Le mie corone di spine sono immani corridori delle emozioni, fra ossa, sangue ed entrarti, mia Donna frantumante.

Non affrangerai l’Altezza delle grandezze addolorate! Piangendo, svelai il mio visibilio dell’invisibilissimo, prim’inviso tuo, sorriso vanesio. Ah ah!
Tu, invece, povere ceneri di chimera, sempre a riempirti la bocca della parola “amore”, alla quale riconosco solo uno “sterzarla” nello sterile fotterla d’eternissima vederla in sé nostro insinuandoci. Indemoniati noi siamo nel vostro mai sarete.
Mai salendo, ascenderete!
La Donna, per me, è un tutt’uno col “forbito” essermi liberato dalle gelosie che vi perseguitano, e n’accovaccio il seno sventolante a suggerlo in sfregi miei dilettevoli con Lei come io desidero e “osceno” voglio, voglio senz’ossequi e mendace corteggiar solo l’autentica levigatezza della sua figa assoluta e morsicante in catarsi del nostro oltre incarnato.
Le catene dei puri son veli(eri) di com’ero ieri e, anni or sono, sarò di nuovo valoroso.

Ella che asperse i colori della noia a mie baldorie, coriandoli d’orgasmi e irriderci costanti, aitante io Dracula il vampiro fra le mannaie ammainate e tu, Mina, dai denti a leccarci supini.
Suderai a mio disprezzo (ri)volto in tragico eliderli all’eclissi dell’anima mia nell’aprirci incantati di frenesia.
“Ebefrenia” in te ferina e ormoni di mio ferro fortificato negli amplessi dalla lieta litania.
Scopati in me, sì Mina, e dondola quando, legato nella camera da letto della mia dimora, morissima accenderai il bruno liquore del mio strapparti il Cuore.

L’armata è qui, e ora battaglierà a distruttiva spietatezza di fuoco.
Deponete le armi, Dracula non placaste e, vincendovi, v’è sempre più vicino.
Bacini a “vossignoria” e inchiostri neri a vostro incubo sereno.

Firmato Dracula,
il Signore del veleno

 

 

“La grande bellezza”, teaser e trailer italiano


19 May

“Pacific Rim”, Main Trailer


18 May

Filosofia nerd


18 May

 

Stimabilissima, a prescindere da come la si pensi. Dunque emerita.

Duran Duran e l’Unstaged pessimo di David Lynch


17 May

Stimo Lynch all’eccesso ma la deve finire con questi videoclip, che stuprano la sua grandezza.

Adesso, presenterà a Cannes questa pseudoregia sui Duran Duran. Come dicono a Bologna, Bon (a) con questo Simon.

Meglio  S1m0ne di Andrew Niccol.

Sette donne che scopai come il cagnolino Scooby-Doo!


17 May

 

Punisco, senza pudore, le famiglie di matti pudici con punisher sessualità pungente e di “pugnale” strafottente!


Sette attrici e donne capitali che “capitombolarono” dinanzi al mio “capitone”: tanto le volli che, volenti o nolenti, si volsero a me, “voltandomi” nel letto a prepuzio dei miei precipizi e a ozio dell’olio!

“Lunga” e “inappagabile” è la lista del Dottore qui a voi in totale sfacciataggine nel suo verecondo “suonarvele”.
A rubin’ calzante e “innalzandolo” nell’infilzare, pigliandole senza pinze ma “rimpinzandolo” a rizzarle-arrrcciandola!

Dopo anni di miserabili che attanagliarono, “pervicaci”, la mia sensualità intraprendente, lo presero e presi pure tutto tutto… il loro “liquido”, riscuotendo con gli interessi lo stress che provocarono e “ribaltando” ogni donna provocante a me oggi allettantissima…

La mia leggenda erotica nasce ancestrale in un “uccello” che tali vili spennacchiarono e ora se le spupazza, “appioppandole” sul suo pellicciotto liscio di ruvidezza nei rimbombi d’echi orgasmici “ad acqua” nel “saltarle su” con un euforico “Eccolo!”. Io ho i bernoccoli in testa, genio cervellotico m’ancor più coccola per la Donna chocolate.

Sono un “gavettone” formato “esplosivo” e fortunato Gastonepapero per le topoline, a ogni scoscio di gambe io (imm)ergo il “marsupiale” insaccare, custodendone una nella slacciata cerniera scrotal’-scrutante “a guaina” e agguantando altre pantere su pantaloni che, “vellutati”, fluidificano il “liuto” del mio allupato a “piantarlo”. Che figa(ta), come efficace a tutte lo ficco!

Che bel “pantano”, come sguazzo nel “lago”.

Offro il mio Sguardo simpatico, “inchiostro” d’occhi neri “impressionanti” su ogni Lei da “pressare” nello sbiancamento “affrescante” delle freschezze mie schizzanti. Pennellai “parabole” cristologiche nella castrazione (in)dotta, m’addussi poi ch’è meglio saltarle addosso senza poetico sofismo ma soffiandole ove sc(i)occa di scisma tellurico per “luride” elettricità vibranti al mio volante. Mangiandola prima con gli occhi ardenti e quindi “bruciarla” su far impertinente a non “contenerlo”. Il vulcano esonda e di lava “sporca”. Ah, come mi “svuoto” e poi un’altra vien riempita, pompata per inumidirlo nell’indurir’ che dura tutta la Notte “nera”.

Elenco qui le attrici che ebbi nel “crescerlo” a farmele “mature”. Come crebbe! Come Dio le creò! Come io, scriteriato, esplorai i lor crateri! Ho un caratterino!

E, maturando, andò “schiumante”.

Luisa Ranieri: “Anto’ fa caldo”, eccitata ribolliva nello spot del , e mi logorai alla vista di quel “balcone” torridamente sudato nel “frustrato” da me a fai da te. Che bastarda bestiona e mai ti bastò il bastone!

La corteggiai con infinite poesie alla “Leopardi”…

Luisa, rimembri sempre il mio malinconico membro e smembrata ti sogno in alcove ove (s)covarti mia gatta che metti “lardo” allo zampino dei miei lagrimosi “zampilli”.
Erto a monito di “Stai mia bella all’erta e innaffierò il tuo lacustre deserto, ché tuo marito Montalbano non ti montò come un alano”.

Investigherò nello svestir’ la tua losca “zona” e “dipanerò” il pen’ per far Luce… al “buio”.

Abbaierai in calor’, mia cagna che fosti chiatta ma ora smagrita come Cagnotto Tania. In te mi tuffai, stantuffata ti ho fottuto!

Sappi che la mia canottiera è ancora strappata per “sfoderartelo” da condottiero prodigo al tuo nettare appunto Ranieri…
Amante di Giacomo come te, napoletana a teatrante omonimo Massimo del perdere l’amore quando si fa sera…

Claudia Gerinial tuo marmoreo culo di Carrara non v’è confine che possa “confinarmelo” per non calibrarlo come oro “colato”, erculeo e cara(to). Sbracami, abbarbicatelo, mia quarantenne Barbie, sì, quando tu mi guardi, “lui” ti gira attorno, diviene… in questo dì “svenevole”, un lasciarsi andare come spermatozoi a permeartela dei “giretti” sparati fra le tue grida calde di “grilletto”. Ma quale Verdone, ero bianco cadaverico e, dopo averti scoperto, “strano” si fa rosso nel tricolore.

Claudia, il mio Sesso spunta come fungo tricologico, come trivella nel coito.

Che scopata m’hai accollato. Tutto in gola l’hai ingoiato.

Adesso, devo rispondere al tuo fidanzato, e sono inguaiato. Ah, che ricordo però… come la sponda dell’andar “a fondo”.
Il tuo fetente ragazzo mi caccerà un fendente, ma conserva il nostro abbraccio quando non di “brace” me lo ricorderai fondente da cacciatore!

Susanna Messaggio: per te solo un messaggino, SMS, acronimo di Susina micina salsiccia, cioè quanto “carina” pubblicizzasti la mia pubertà nello spo(r)degli intimi detergenti a te “accavallati” nel Permaflex…

Ne mancano quattro all’appello della “cappella”.

Giunsi a esse di capezzale sessual, e i loro capezzoli furon scremati come i “cappuccini”.

I nomi non posso svelarvi, identico mistero da Il nome della rosa…

Furono vittime del mio indistinguibile “marchiare”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Babe. Maialino coraggioso (1995)
  2. Thor: Il mondo delle tenebre (2013)
  3. La spada nella roccia (1963)
  4. Un sacco bello (1980)
  5. Fernandel scopa e pennel (1959)
  6. Pomi d’ottone e manici di scopa (1971)
  7. 8 donne e 1/2 (1999)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)