Archive for November, 2014

La morte


13 Nov

Ieri, ho scoperto ancora una triste verità. La gente, parenti, amici, persone che ti eri illuso potessero comprendere il tuo animo, è mentitrice. Tutti mentitori, tutti (non) sono, e se parli di qualcosa di vero, di tuo profondo, che rattristarli può, scappano dietro scuse, non voglion star(ti) a sentire. Basta che si par(l)i di scopare. Tu non a terra.
Così, se riveli che vuoi ammazzarti, semmai pur ridacchia(no), pensando che tu stia scherzando. Sapendo, e questo è grave, che non stai mentendo. Che davvero ti ammazz(era)i, forse già morto sei una presenza apparentemente presente, in verità non esisti, fingo(no) di (r)esistere, e tutto va (di)dietro risate di facciate, superficialità e il consueto gelo ipocrita del non far il bambino o non esser il solito, (s)garbato (cap)riccio. In questa non essenza di voi, tutti senza aver capito nulla, quanto mi rattrista il vostro frivolo velluto, che lutto, in quanto niente è, (in)esistente son(n)o. Giammai vissi né (ri)vivrò. Per sempre morto.
Così, i mor(t)i, i moti perpetui dello show must go on, Perpetua(ti), il perbenino, i ricatti, le ricotte, pen(s)a a quelli che muoiono di fame, a quelli che non hanno una fede, che non stan pene in salute, che non hanno una femmina. E questo sarebbe bene? Negar la sofferenza del (non) vivere per accettar un meschino maschio(ne) delle (s)fortune? Se questa è vita, io (non) vivo. Io dormo, perché dormir (non) mi fa pen(s)are. Pensando, peno di meno, pene (s)tolto, addormentato e diurno anche se già nella mia ur(i)na, buongiorno notte. Non (s)tiro, non troia come te che (li) ripulisci, non dirò di più. Non fammela dire, ma che vuoi darmela?
E soprattutto vaffanculo!

Al che, ti contatta uno psicoterapeuta e ti dice che una terapia, appunto, sarebbe di aiuto. Sostiene che sarebbe un sostegno. Ma io sostengo che non ho più un so(g)no.
Ma (non) sono un genio e Freud mi sta sul cazzo del suo pen(s)ar che si risolvan le anime con questo ruotar solo attorno al sesso.
La vita non è questo sol(d)o, corpi soli(di) sempre bisognosi di liquidi, non è sol(ar)e, per me è sempre stato buio.
E, da cieco, (non) vedendo meglio, sento un aldilà che non può più star qua.

E bene mi/vi st(i)a, che fottuta borghesia. Non s(t)o, che dico, che do, che diedi, che darò e non voglio dare, non voglio dame né danari, sarebbero solo altri da(nn)i.
Questo è il mio smacco, ecco lo smalto, puttana, smack.
Ammazzami. E vedi di farla (s)finita, così posso godermela prima.

Adesso, levat(ev)i.

La vita è mia. E, sotto la vita, il mio cazzo fa quel che gli pare e non mi piace.

Ma che pace!

Ti amo, pece!

 

Firmato Stefano Falotico

Il grande David O. Russell dirige ancora Robert De Niro, Jennifer Lawrence e Bradley Cooper in “Joy”


12 Nov

di Stefano Falotico

De Niro Lawrence

Torna la coppia di scopa De Niro-Lawrence, dopo il meritato, strepitoso successo de Il lato positivo, per David O. Russell, un regista che a me piace tantissimo, checché ne dican gli ostinati detrattori, i quali, superficialmente, l’accusano, a “tortissimo”, prendendolo a “torte in faccia”, d’esser “retorico” e “buonista”, troppo “(ir)ragionevole”, che assurdità immonda… questa (s)vi(s)ta tremenda del fraintendere il suo Cinema dolce-amaro alla Frank Capra del nuovo millennio per banale “qualunquismo” registico, quand’invero, appunto, O. Russell “cucina”, da “buongustaio”, film sapientemente miscelati d’ingredienti “piccanti”, pungenti, cau(s)ti(ci), “al vetriolo” nel far intelligentemente a fette l’American Dream, questo sì furbo e lezioso, “disgustoso”, falso e “vanaglorioso”, promettente faville, raccontante favole da “fumo negli occhi”, stuzzicando quindi quell’Hollywood purtroppo odiernamente proprio tristissima delle patetiche “reiterazioni” a presa in giro dei suoi spettatori creduloni. O. Russell, di “contraltare”, ci regala film deliziosi, tanto spesso col lieto fine quanto realistici, poeticamente obiettivi, ove i “cattivi” perdono ma i buoni, appunto, vincono a metà. Della serie… e (non) vissero tutti felici, un po’ cont(ent)i e un po’ (non) scontati col conto dei rimpianti, con l’orlo argenteo delle nuvole, in silver linings playbook ove ogni apparenza inganna e l’hustle è la faccia della m(ed)aglia sociale imbrogliona, “ridicola-tragica” di states che combatterono in guerra e si ritrovarono, melodrammaticamente (di)strutti, nei three kings del non sai se ridere del destino beffardo, sogghignar sotto i baffi, pensando che la vita è un bellissimo, stupendo scherzaccio, oppure se ber una birra in compagnia, consapevoli che (non) tutto cambierà, che la vita va e ognuno di noi è “seg(n)ato” (in)evitabilmente da un percorso (s)fatto, (r)esistente, (s)composto, “a posteriori”… di tanti eventi scombussolanti, che il tormentante passato tutt’or “duro” t’incula, quel pas(sa)to che c’eravamo (dis)illusi d’aver abbandonato alle (s)palle, veemente, rattristante veramente e anche però inducendoci-indurendoci a riflessioni importanti sul chi fummo, su come sfumò ma ce la “(s)fumiamo” da tener(on)i, sul chi siamo, su cosa saremo, torna “violento” a bussar(ci), “picchiettando” ancor le ansie che credemmo fossero non più angosciate ma asciugate… (t)erse in effimera frivolezza “canterina” da “Ma sì, è andata così, non tutto il male è venuto per nuocere, spacchiam le (g)nocche, altre patate e soprattutto palate, siam (s)venuti, abbiam goduto se ci ripen(s)iamo, pigliamola a cu(cu)lo per quel poco che ci mancò, che ancora manca tanto, mica tantissimo, minchia, cazzi amari, andiam di manico, da (o)nani(smi) ché è tutta, in fondo(schiena), una costruzione mentale, ma quali giganti, i Giants, pizzi e fichi, tanta (s)figa, sempre (di)speriamo per un colpo di (s)fortuna che ci par(l)i nei momenti no, su e giù, scopiamo, sgobbiamo, da ingobbiti ci rialzammo, in piedi rialziamoci, applaudiamola, e vai, vai, non va per niente, forse sì, forse poteva essere, ma ove andò, tu dove andrai, balliamo assieme, eddai, spinge… suvvia, su con la vita(mina)”.

Questo è il magnifico Cinema di O. Russell e chi non l’ha capito, chi non vuol capirlo/a, be’, si tenga i botti, gli spari, le bottane e la botte piena con la moglie ubriaca. Da cui Jennifer Lawrence, sempre “pazza”, isterica, adorabile, un po’ troia e un po’ bambina, un po’ a leccarti il culetto d’ammiccamenti a (non) dartela, con quella faccia da sberlona nel (su)darti un ca(l)cio e a non cagarti, poi subito a frignare, “sfrigolare” da fregnona per (s)tirarti il “cravattino” del tuo farti… il “pisolino”, una “topa” in “forma”, va infornata, è ignorante e non s’informa, fornicarla bisogna al (bi)sogno, lei ti serve la “serva” d’un suo gran sedere che a noi maschietti alza i pisellini, dunque severa a fartelo se non le servi il “dolce” ma comunque (non) è nella “crema”, è proletaria verissima, e su “questa” non ci (s)piove perché ti fa pen(ar)e, non darti pena ma mangia la “pasti(ccio)na”. Che casino, che (pastr)occhietti…

Che “gioia”, che Mangano Joy. Mannaggia! Non te la mangiavi così, vero? Che lupa mannara! Che fig(li)a di puttana, che stronza della “malora”, per la Madonna che tettone! E tu rimani un babb(i)o(n)e alla De Niro Bob, presenza oramai “cameo” come la tortina dell’omonima “sweet home” aziendale (s)fondata dal farmacista August Oetker…

Sì, un De Niro “dolcissimo” come padre di Pat Solitano, un (im)prevedibile Victor Tellegio e ora capo “familias” dei Mangano e di questa figlia Jennifer… “scop(pi)ante”.

Sì, una che divenne famosa, da disoccupata affamata, inventando la magica scopa…

Solo in America, poteva diventar una “grande”. Da noi, una così avrebbe continuato a far la casalinga di Voghera, cantando, come Claudia Pandolfi di Quando la notte, Gianna Nannini a tutta “frustrata” in “permanente” per una vita da nel “bludipinto di buuuhhh, che schifo” un po’ Modugno e “meraviglioso/a” alla (Negr)amaro.

A sgobbar, “scopando”, come una negretta e aspettando il “cocktail” dei Negroni, freddissimo, “(s)calda(to) con ghiaccio” del sabato sera “allegro-vivo/a” con altre “mani(ache)” delle “pulizie” su sbirciar il “tronista” del tavolo di f(r)onte “ecceziunale”. Che capelli, indossa il pellicciotto, non mi son tagliata le unghie ma, “volendo(lo)”, alla mia vogliona servirà la “penicillina”. Sì, dovrò curarmi da un’altra mia “inculata” perché ho scoperto che quel “piacione” è pure ricchione.

Torniamo a casa, prepariamo le orecchiette con cime di “capra”, di rapa e scopa magica…

Sì, la “classica” donnetta a cui tutti porgon la “gentilezza” del “Ti voglio bene, cara, non sei affatto bella ma come fai tu la besciamella neanche io che faccio (li)evitar le la(sa)gne di quelle più bo(mbo)n(ier)e, regalando loro i (miei) gioielli e ciucciandomele mentre tu fai la cann(ell)a”.

Miracle Pop(pe)! Evviva la pappa col pomodoro, è morto il Papa?! Papà! Questa Mangano non è Silvana ma come Rita Pavone. A me non sta(va) simpatica.

Gian Burrasca!

Sì, questa vita è un “cannolo”, salato/a di “dolcezze” e allora scalda i cann(ell)oni, son tutti incazzati, nel sen(s)o che c’attacchiamo tutti al “cazzo”, volevamo una vita migliore ma ci rimane il “mascarpone”, quella racchia col mascara, le maschere, e le (s)penn(at)e all’arrabbiatissima (ri)cotta “al sangue”.

Questa è “pura” Joy!

E ricordate: come vi (s)fotto io, neanche David O. Russell.

Ve la siete meritata!

La società di oggi è il (rit)ratto di quel che siete.

Un tempo, la gente si faceva il culo per tirar a campare, oggi invece si fan tutti i “culoni”, “tirandosele” a Campari.

I professori professan di esser stati dei fessi, che Stato è, e i meridionali, senza lavoro, ammetton che volevan solo la “fessa”.

Ci siete rimasti?!

Ora, scop(i)a(mo)!

Da cui Eyes Wide Shut.

Cioè, preferisco O. Russell a quel falso di Kubrick. So che mi lincerete ma ho ancora molti sogni, sempre meglio degl’ipocriti da “Doppio sogno”.

Sono Hitler? No, sono un sognatore alla Schnitzler.

Robert De Niro In Talks to Reteam With Jennifer Lawrence for Miracle Mop Movie (Exclusive)


12 Nov

The move would also bring him back to work with David O. Russell

Robert De Niro is in talks to reteam with Jennifer Lawrence and David O. Russell for Joy, Fox 2000’s story of Joy Mangano, the inventor the Miracle Mop.

De Niro worked with the duo on 2012’s Silver Linings Playbook, which netted the actor an Oscar nomination for best supporting actor. He also made a cameo appearance in American Hustle.

The movie’s casting is heating up at it’s gearing up for a shooting start in early February. De Niro’s involvement is contingent on Lawrence’s deal closing.

Russell is rewriting the script by Bridesmaids writer Annie Mumolo to tell the story of Mangano’s transformation from a single mother in Long Island to a QVC star.

Mangano (being portrayed by Lawrence) is a fixture on the Home Shopping Network with her many inventions, though the mop was her ticket to fame and fortune. She began her inventing as a teen and kept on dreaming and tinkering while still a single mom raising three kids.

De Niro would play Mangano’s father.

John Davis and John Fox are producing via Fox-based Davis Entertainment. Ken Mok is also producing.

De Niro is due to shoot Dirty Grandpa in January then will segue to Joy. He is repped by CAA.

Luca Pacilio e i videoclips in questa era di YouTube. Peccato che la pronuncia dei suoi miti non sia musicalmente perfetta


10 Nov

Pacilio, va detto, emana un fascino misterioso da ambiguo tuttologo non so se veritiero o coerente, oppure furbo di classe ma, ammettiamolo, acchiappa. Quindi, comprate questo libro ed entrate nella mente di Luca, man che (non) sa.
Notiamo però che anche l’impeccabile Luca… si è avvalso del montaggio perché, rimane il dubbio, si sarà incartato nel suo eloquio fluido. Il montaggio taglia-delinea, fa scorrere, aggiusta, uniforma e il videoclip così diventa (non) perfect.
Comunque, il Pacilio che si sforza di emulare i divetti musicali odierni, tipo Bieber, lascia esterrefatti. E, qui, comprendiamo che le faccette servono sempre, oggigiorno, per promuoversi. Emoticon formato simpatia on video-promoter ammiccante? Poi, no a quella domanda retorica finale. Che sbaglia in modo devastante. Non si chiede mai, se si promuove appunto un libro della stessa casa editrice che realizza la promozione, quale libro bisognerebbe acquistare. Mi sembra oscenamente ovvio più di MTV. Inoltre, David Bowie non si pronuncia BAUI, ma boui.

Questo è essere spietati!
E la E di Vimeo siam sicuri che si pronunci chiusa, Pacilio?

Ora, il Pacilio, disturbato da queste mie annotazioni, andrà su tutte le furie e mi urlerà che io non sono nessuno per provocarlo in questo modo.

Chi ti credi di essere? Come ti permetti?

Io sono William Munny. Lei, Pacilio, invece, vada a dar da mangiare ai porcellini nel recinto. E stia recintato senza fare il gagà.

Lo avevo detto che avrei spaccato il culo a tutti. Ma non mi credeste.

Pacino & De Palma, la Retribution


08 Nov

Carlito's Way (1993)

Dopo che il progetto Happy Valley sembra esser naufragato, perché la HBO ha momentaneamente sospeso la produzione, De Palma e Pacino non si arrendono e hanno trovato un altro progetto a cui collaborare presto.

Si tratta di un remake. Ben vengano i remake, se saremo ai livelli di Scarface, remakiamo eccome.

Matthew McConaughey e la sua faccia interstellar(e)


08 Nov

Matthew+McConaughey Tonight Show

Matthew McConaughey: il successo deve avergli dato alla testa, gli enormi attestati di stima, che gli son piovuti addosso negli ultimi mesi, sia chiaro, meritati, perché le sue interpretazioni in Mud, Dallas Buyers Club e True Detective sono fenomenali e dunque ampiamente da grandi plausi e onori, ecco, sì, si è talmente montato che ora ha assunto, e lo si nota nelle interviste, una chiara, incontrovertibile espressione da asceta, quasi da idiota dostoevskijano, come dire, sono arrivato e vivo di una così enorme estasi da aver superato ogni problema terreno, sono così Interstellar e una delle stelle più brillanti del firmamento hollywoodiano da potermi permettere questa netta, indubbia espressione da pirla spaziale.

 

Firmato Stefano Falotico, un uomo ancora troppo incasinato per poter  (non) essere così (in)espressivo come il nostro Matthew.

Italia. La tagliamo? Sei al Verdone?


08 Nov

Verdone

Italia, paese di stolti, di moralisti bigotti, di tediosi innamorati delle stelle, sempre a predicar amori che poi non sentono neppure, ove tutti, vigliacchi, parlan “nobilmente”, sai che elevatezza possan (non) esser le chiacchiere, si riempion la bocca di grandi temi e poi si spaventano se un “uccello” entra nei loro nidi. I (lo)culi parati del parlare, sono i primi a spar(l)are, a nascondersi, bravi sempre ad applaudire le forze virili e invero son vili, villici, voglion sol la villa e si definiscon fini. Son finti. Vedi ragazzi che prendono in giro i lor coetanei da lor reputati deboli e poi si fan fotografare come dei pallosi scemotti assieme a cretinette, belle e b(r)ave quando son le loro, sceme e o(r)che appunto se son del prossimo. E sono stufo di questa schifosa ipocrisia. Orchi, ecco il mio Pollicino giù a voi che siete “brillanti” a raccontar panz(an)e, a far di fe(li)ci questa (s)contentezza così (in)visibile.

Bile!

Italia, paese di mafiosi. I mafiosi migliori son quelli che almeno hanno il coraggio di esserlo. Come diceva Carmelo Bene, questa nostra Italietta è piccola pure nel crimine. Non abbiamo neanche criminali rispettabili. Pure questi son impauriti dalle lor stesse timidezze “(in)dotte”, da una “dottrina” figlia della Chiesa cattolica più vetusta, son imprigionati, ancor prima del carcere, da delle assurde, grottesche, beffarde paure generate da anni e anni di valori falsi come la fottuta dignità, il rispetto, la “devozione”, la “credenza” e la cazzo di reputazione. Sì, perfino i criminali, anzi, soprattutto loro per primi, cascan nella trappola delle apparenze, del sentirsi giudicati da una mentalità che li ha resi criminali ma a cui abdicano, confessando spudoratamente, in modo disgustoso, ingiusto appunto, di esser stati… schiavi d’un sistema che li ha resi ridicolmente n questo “Stato” di cos(c)e.

(S)battuti da un’Italia che (se ne) sbatte, che urla sempre alla lotta in piazza, che poi pen(s)a sol alle pazze “gioie” del vivi e lascia vivere, del “stai tranquillo”, di un’Italia che non può cambiare. Ove le coscienze più lucide saranno annerite e (ar)rese… spente dai “fioretti”, dalle roselline, dal “Com’è buono il pane e sei un pezzo dolce di figa e, di pene, mi fai penar’, vorrei fornicarti, infornartelo ma (li)evito di voler la tua capricciosa, altrimenti mi darai una pizza in faccia, andiam a ballar’ di pizzi e fichi, guarda che merl(ett)o”.

Ove tutti gridan al prossimo “Sei una merda!” e poi non puliscono non solo il loro water quando cagano ma nemmeno la putrescenza degli escrementi fatta come ca(r)ne in scatola catodica della tvNevvero? Alla Rai, danno il Carosello, dai, cara, “carezzami” ché su La7 quella giornalista, sullo sgabello, mi sta “spronando” al “comunismo”. Sì, usa la tua “penna” e rendiamo questa serata noiosa un “tailleur” su labbra (ri)fatte. Un(g)iamoci di martellino. Voglio falciarti.

Prendi il (tele)comando dello “zapping”, cambiamo canale di “scolo”, avanti-dietro, non danno nulla, dammela, preferisci prima far “zip”, o guardiamo i “preliminari” di Champions League? La Juventus gioca con i te(de)schi, gli Agnelli son leoni e buona visione in bianco e nero da zebre. Senza sfumature, Messi ha fatto un goal facile, stavolta non è stato “fantasista”. Ancora a lui il Pallone d’oro? Che palle! E Ronaldo scopò la Fico prima o dopo che quel “negro” le desse un mulatto? Crescerà benissimo il bimbo, con una che allatta così. Sì, pelle, Balotelli, Pelé e beccati questo calcio in culo.

Spagna o Francia, aspetterete sempre il “mondiale”.

Di gran (tri)co(lo)ri.

Di mio, preferisco Bianco, rosso e Verdone.

In che senso?

Nel senso che sono un genio e, “caro” tonto, ti posso piglia’ pel cu(cu)lo quando e come voglio.

Te possino!

 

di Stefano Falotico

 

 

Bona… “vita” con Totò, egli sa(peva) ove (am)mirare…, “cari ammiragli”, egli era “mirabile”


07 Nov

imperatore di Capri Totò

Povero “soldatino”, guarda Omar quant’è bell’…

Be(l)a di più la somara in Totò che guarda questi “faraglioni”, che bella “faraona” e va condita di altre patate e “salsiccia” da cui Il ratto delle Sabine, con tanto di Sabrina e Pampanini

Tu, invece, beccati una fig(urin)a Panini, e stai impanato da “paninaro”.

Rebel di (ba)tosta alla Chiesa, alla borghesia, a chicchessia ed evviva passar col g(i)allo di chicchirichì, mangiando arachidi da scimmia e seminando il panico fra gli scemi…

Questa è una giungla, la maggior parte delle donne so’ sceme e si smaltan le unghie. Io, da ungulato, mi “affilo” e me lo “affinano”, in quanto è tanto, lis(ci)o, e preferisco leccar l’alluce femminile alle leccatine ai duci. Duca dica!

Ché sopra la panca, la capra campa e sotto crep(it)a.

Trentatré trentini andaron a Trento, trotterellando, e il professor Zichichi è un amante di Iva Zanicchi, ché il cuore è uno zingaro e va… a cagar’? Cristo morì come Gesù, i poveri cristi crepan’ impal(l)ati, per emissione di sentenze… solo pen(os)e avrai, ebete!

Se ti ribelli, “bello” mio “trascurato”, quelli di danari ti daran del patetico. Saranno av(ar)i. Bastone di lor scopa a te bastonato. Meglio pigliarla a culo, pensa a divertirti, non ti curar di chi volle curarti, scurirti, lasciar che l’oscurità nel tuo animo puro t’annerisse al lor voler così “accertarti”, in una diagnosi accerchiarti e illividir la tua cera perché sei un “disturbato” e nessun lor cena oscena devi turbar’.

Loro vogliono sol di matte… voglie tubare, son esibizionisti da YouTube e ti ficcheranno in “preso per direttissima” nel canal… di scoli se non vorrai, come loro, usar la (mas)c(h)era e scollartela di dosso. Scop(pi)a a più non posso, (im)potente, o sarai abusato dal “potere”. Una scrollatina e, mi raccomando, stai ai comand(ant)i, non pisciar fuori dal vaso, altrimenti perderai il viso e avverrà il crollo da spacc(i)ato.

Guarda quella mignotta come se “li tira” e fa pur la spaccona oltre che la spaccata…

Ne ho visti a Bologna, di tromboni panzoni che, al Bazar Affari, bighellonarono dal lavoro, poi “comprando” un ragazzo che marinò la s(c)uola di questa scarpa(ta) di nome società, già sapendo che non poteva (s)calzarla. E che quel troion’ del Balanzone di Bologna, la grassa, di “grasso” e “lungo” avrebbe bruciato l’appena sbocc(i)ante lingua della violata giovinezza come un falò di vecchione arso vivo in mezzo a scop(piett)anti “fuochi” dell’umanità artificiale. Convenzionata alla mutua delle omertà più ammutolenti. La società che cerca subito, senza prove in mano, il suo “nano”, a onanismi sbrigativi del capro espiatorio per far felici i cap(oral)i. (E)mule! Scaricatela! Sfogo!

Ipocrisia nelle cappelle, scappellati dinanzi al cap(pi)o o impiccato sarai se non ti piegherai al conformismo deformante che rende gli uomini guidanti col cappello. Felice, (come) stai? Queste son le palle di Natale, un uomo addobbato e conciato a festa del suo Cristo. Così, Benicio Del Toro de La promessa vien immediatamente accusato solo perché è “tonto” e muto. Gioco facile, preda-vittima del solito sba(di)glio di massa anima(lizza)ta, ammazzante le coscienze indifese e “fesse” con un’altra (im)perdonabile offesa, tanto è un’altra fedina e pen(al)e della pratica “stringi stringi” s’arriva al “fallo” (in)compiuto d’archiviare un trombato, ché c’aspetta sol darsela di sì Do a gambe nel farci il “culo” del re(ato) pratico nel mangiarcela…, brindando, (ir)ridendo, condannando, (s)fottendo e finché la barca va… fai sì che in vacca sia tutta salute e farina del tuo sacco di merda a pel’ della scrotal sacca d’altri s(c)emi partoriti dalla madre dello stronzo è sempre incinta sul (t)rombar in macchine che siete, tutti “a novanta” se il capo vuole… un’altra (foto)copia delle (sotto)messe zuccherose. Vai, tutti in selle! Accavallate, cavalcatelo, non provar a scavalcarlo. Un caffettino e una nuova zoccola piena di altre zepp(ol)e, “dolce” con le zolle.

Che zuppa!

Sì, il si(ste)ma non cambia. Non agitarti, non voglion terremoti. Vogliono con fermezza che tu stia (in)fermo con le mani!

Sì, è un Inferno ma non far il 47 morto che parla. Gioca al 69. Se no, appunto, appuntatelo altrimenti l’appuntato te lo (s)punterà e, dopo tanti pugni, ti rimarrà solo una pugnetta di mosche(e). Getta la spugna e mangiati la “prugna”. Il comandante sta a prua e pure a “poppa”. Spolpando… Sì, tagliandotelo, finirai buddista, meglio comunque che musulmano con la sua moschea del cazzo.

Evviva San Francesco, ché parlava agli uccelli liberi!

(E)levati!

Stampini…, un nuovo festino, ecco Festen eppur io infesto.

In quanto mi piace esservi infausto, ché ai fasti “normali” ho sempre preferito zio Fester e ogni famiglia Addams che (non) si rispetti.

Petto in fuori, un altro crematorio for(n)o, ecco come (s)cremo.

Ecco lo scemo ed ecco il mio seme.

Meglio la serpe delle capre…

Ché la serpe ha i piedi caprini e come Klaus Kinski fotte la Caprioglio con tante capriole.

Aprendogliela anche con dell’olio.

Egli, di “codino”, alla massa non s’accoda.

Gliela… acconcia ed è tutto… che cola.

Come va? Obiettivamente… mal di (tua) pancia.

Ne hai “preso” un altro al fe(ga)to, stava nascendo e l’hai (in)castrato.

L’hai (s)fatto a polpette nel farlo “venir” come ogni pet(t)o di pol(l)o da nazista “bruciante”.

Ma io preferisco esser “mor(t)o” piuttosto che viver come te, porco e, quando sarò davvero morto…, tu lo sarai da un pezzo di salame in mio salmo. Salato, salito in uccello.

(E)saliamo?

Oh Dio “altissimo” del Cielo! Alé, è andata/o a puttane!

Ecco il salumiere che ha rubato la tua “carne”, cane, nella stessa macelleria ove appendesti la tua mortadella.

Ecco la “marmellata”.

E sopra la panca, la capra “campa”.

Meglio Capri, ove il Principe-Imperatore Totò fece bene a prendervi tutti per il popò. Che fe(l)ci azzurre, lavatevi!

Fate infatti tutti cagare, fall(it)i!

 

 

 

di Stefano Falotico

Un fottio di me ne fotto


04 Nov

Molta gente pensa che io menta. Quando dico che ripudio il sesso reale, pensano che scherzi. Poi, mostro loro un video in cui si evince, da colei al mio fianco che mi frequentava an(n)i fa, di come me ne fottei e (si) fotta, e non vorrei spingermi oltre su come la mandai a farselo dare. Da allora, anno 2007, non esistono più video che mi ritraggono a fianco, non solo di una donna, ma di alcuno. Questo chiarisce molto bene che io sono un esibizionista ma non pratico alcun rapporto sessuale dal 2007. E sono trascorsi sette anni in Tibet. Quindi, dovreste capire che non mento quando affermo di essere ascetico. Dunque, altresì, la finissero queste troie di contattarmi, dicendomi che, vedendo le mie foto di me che non so che cazzo fare, vorrebbero leccarmelo e farmi cambiar idea. Se lo prendessero in culo e stessero zitte, altrimenti solo la mia montagna saggia in lor teste da s(c)eme. Si facessero ingravidare da qualche porchettaro di questo mondo di froci. E si (s)fottessero nello shopping di qualche puttaniere col vibratore. La devono finire di tormentare il mio uccello libero. Andassero da qualche falco notturno dei lor cu(cu)li. Povera società di zoccole, in senso (a)lato e di maschi rompiballe.

Sapete qual è il bello? La gente legge cose mie come questa e ride. Pensando che scherzi.

Invece, è tutto vero, cari merli.

Im-pazienza


03 Nov

Io, nella vita?

Come direbbe Totò. Voglio star bene subito. Invece, la vita è sofferenza e un continuo oscillare fra benessere e malesseri.

Sono un paziente che non ha pazienza!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)