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Love My Life by ROBBIE WILLIAMS, I’m Still Standing/Elton John & SULTANS Of SWING: Falò cover-s


17 Apr

Robin Williams Love My Life0:01, incipit “incendiario”, ironico e goliardico. Non confondete il defunto attore Robin con Robbie.

00:22, chi è Balanzone, il panzone trombone assai vecchione appartenente al sozzume e lurido vecchiume?

1:36, Love My Life di Robbie Williams, 4:16, bis!

Tether your soul to me
I will never let go completely
One day your hands will be
Strong enough to hold me

I might not be there for all your battles
But you’ll win them eventually
I pray that I’m giving you all that matters
So one day you’ll say to me

I love my life
I am powerful
I am beautiful
I am free

I love my life
I am wonderful
I am magical
I am me
I love my life

I am not my mistakes
And God knows, I’ve made a few
I started to question the angels
And the answer they gave was you

I cannot promise there won’t be sadness
I wish I could take it from you
But you’ll find the courage to face the madness
And sing it because it’s true

7:58, I’m Still Standing di Elton John!

9:39, Sultans of Swing by dire Straits.

di Stefano Falotico.

Il testo della canzone di Williams? No, questo post, a posto?!

 

magical Stefano Falotico love life

THE LION KING: il Falò canta Can You Feel the Love Tonight del grande Elton John!


25 Sep

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Sì, non andrò a vedere questo remake live action del Favreau.

Perché l’originale, sebbene molto infantile, non si batte.

Disney purissimo, favola meravigliosa. Sostenuta, oserei dire issata in gloria da un Elton John epocale, monumentale, sesquipedale con la sua canzone indimenticabile.

Ovviamente bambinesca ma dolcissima. Capace di distruggere ogni duro crucco-nazista soltanto col potere deliziosamente armonico delle sue corde vocali. Superbamente intonate alla mia anima a volte allegra, poi malinconica. Falotica!

Sì, l’entusiasmo è a mille.

Nel 2006 vincemmo i mondiali. E la semifinale Germania-Italia fu qualcosa di straordinario.

Mancavano pochissimi minuti. L’Italia partì all’arrembaggio. Pirlo sfoderò un gran tiro ma gli venne parato in maniera miracolosa.

Calcio d’angolo. Ancora la palla finì a Pirlo che, spiazzando tutta la retroguardia germanica, passò magicamente la sfera a Grosso che, con un balistico colpo di genio, trafisse la Germania intera.

Annichilita, stesa, distrutta.

Che tentò disperatamente di pareggiare.

Ma Cannavaro spuntò dal nulla, con una velocissima serpentina s’intrufolò sino a centrocampo, quindi Girlardino in stato di grazia, con stile, fintò e consegnò il pallone ad Alex Del Piero.

Che, con freddezza degna d’un campione vero, indovinò una palombella devastante.

E la Germania definitivamente inculò.

Insomma, un uomo alla Falò.

Quando gli altri pensano una cosa di lui, credendo di pararlo e soprattutto paralizzarlo, lui meravigliosamente, inaspettatamente li stupisce.

Lasciandoli a bocca aperta.

La palla è finita sotto l’incrocio dei vostri “peli” mentre altre sfere anche stasera finiranno, graffianti, dentro una bellissima pantera.

Poiché ricordate:

quando cala la sera, è allora che si vede l’uomo vero, mica tanto ma sicuramente di m… ia tanta, che accarezza i capelli femminili, morbidi come una folta criniera e soffici antiteticamente a qualcosa che rende la donna un soprano stupendamente. Un uomo fiero, ferino per ogni fiera.

Che grinta, che carisma. Mi spiace per gli altri animali della giungla, riesco a essere sia Tarzan che Il re leone anche quando mi viene voglia… del richiamo della foresta. Ma lascio stare le tribali carnalità dei festini. Sono un uomo festivaliero, sono un condottiero. No, ma quale Re! Mi accontento di essere un Principe. E, comodamente, con la gamba accavallata, al ristorante ordino un altro piatto d’insalata. Non dando nell’occhio, anzi, dandolo eccome. Oggi son Dondolo, domani Biancaneve lascerà i nani e manderà a quel paese il suo uomo, Brontolo, miei tonti.

Giammai me la racconto, son forse pure Dracula, il conte.

 

di Stefano Falotico

Il JOKER con Joaquin Phoenix sarà un filmetto dinanzi al mio ROCKY vivente, incarnato nella celluloide della mia anima sognante


05 Jul

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Be’, quando si entra in contatto col Genius-Pop, certamente sia gli uomini che le donne di questo pianeta, esseri indubbiamente primitivi rispetto a cotanto feto galleggiante di 2001: Odissea nello spazio, si sentono inferiori.

Sì, sono Starman/Jeff Bridges, uomo alieno ma soprattutto alienato dalla società, amato però dall’intellighenzia degli alto borghesi come Anthony Hopkins di The Elephant Man. Sono un uomo bello sia dentro che fuori ma sto spesso poco in giro. In quanto inferiormente, no, interiormente mi sento male e provo un forte disagio in mezzo a voi, matti in libertà da internare. È tutta colpa della mia sensibilità pazzesca. Sull’aggettivo pazzesca ci sarebbe da soffermarsi e riflettere con estrema oculatezza. Sviscerando ogni potenziale inespresso dei vostri limiti da trogloditi. Che volete farci? Utilizziamo tutti Instagram ma i più vi scaricano foto di loro semi-ignudi da ominidi di Neanderthal, mentre io scarico le foto delle modelle più fighe.

Ah ah. No, parafrasando lo psicanalista di Fantozzi alla riscossa…

– Allora, dopo tutto quello che le ho confessato, si può concludere?

… non sono io, sono gli altri che…

– Lei non li ascolti.

– Allora, io accetto il suo consiglio e quando esco di qui li mando tutti a quel paese.

– No, no, no. Questa è l’ultima cosa che lei deve fare. Lei non deve cercare rivalse. Lei si deve accontentare di quello che ha. E accettarsi per quello che è.

– Mi scusi, eh, ma in questo modo non riuscirò mai a guarire dal mio complesso d’inferiorità.

– Ma lei non ha nessun complesso d’inferiorità.

– Davvero?

– Lei è inferiore!

 

Ora, uno dei maggiori quesiti calcistici della storia è il seguente: il più grande calciatore del mondo è stato Pelé, Maradona o Messi?

 

Be’, io sono un primate, no, uno da primati in ogni campo. Ovviamente, la più veloce ala destra della storia, anche da pollo, è stato ed è il Genius-Pop. Sono più acculturato di centomila luminari messi assieme ma devo cambiare il lampadario della sala e a stento sono riuscito a pagare, tre giorni fa, la bolletta della luce. Mi pare che il mondo non è che vada benissimo. Come si suol dire. O no? Insomma, sono molto autoironico in puro stile Falotico. Voi invece siete sempre più seriosi, palestrati e nel cervello annacquati. Io sono del ’79 ma tre anni prima uscirono due capolavori assoluti. Uno è Taxi Driver, la storia della mia vita, l’altro è il nome della crema solare che state utilizzando sui bagnasciuga della riviera romagnola in questi giorni cocenti e ficcanti? Il Bilboa di Cadey? Ah, come siete decadenti.

Stallone ci dava di pesi, sì, anche lui era e rimane un fanatico della palestra. Voleva che in spiaggia tutte le orche, no, le oche ammirassero la sua tartaruga. Infatti, in Rocky ha una tartaruga a cui vuole benissimo, che ve lo dico a fare?

Era un uomo incarnatosi nell’ordine animalesco denominato Testudines Linnaeus. Sì, un bel testone lo Stallone.

Un caprone. Non ha mai voluto recitare Shakespeare, in compenso nel finale di Rambo dà sfoggio a un monologo che fa un baffo ad Amleto. Come no?

A parte gli scherzi e il quarto Rocky da denuncia, avendo il finale più ridicolo della storia e forse della perestrojka, con tanto infatti di Gorbaciov fake e voglia sul capone, Sly rimane un mito.

L’eroe proletario che l’ha sempre preso in culo anche dai più imbecilli. E s’incazza, spinge e colpisce.

Ma che cuore. Anche voi ce l’avete, altresì l’avete dimenticato alla maternità quando la cardiologa-pediatra vi ha misurato il battito cardiaco. Andava bene, sì, ma è durato appunto un battito, però di ciglia.

La scena finale di Rocky è sempre da brividi. Ma anche quella della vigilia. Quando Sly, in piena notte, si reca da solo davanti al ring e trema… perché comprende la sua umanità.

Su YouTube, un tale Vodani (guardate sotto i suoi video) continua a calunniarmi. Dicendo che sono matto e vado curato. Mi fate un piacere? Per piacere? Chiamategli l’ambulanza, per cortesia.

Devono misurargli, più che la sanità mentale, la pressione. Sì, questo è uno che fa pressioni al prossimo ma è un neonato.

Pensa che la vita sia fare a pugni col prossimo, anche soltanto dietro a un pc.

Mi diffama, urlando che sono solo e (s)perduto. M’immagino i suoi amici. Con molta probabilità più ritardati di lui per leccargli il culo.

A questi ci vuole un bel gancio sinistro. Altroché.

Adesso, scusate, devo andare in bagno.

A volte succede.

 

di Stefano Falotico

 

Sfoderate il ROCKET MAN in ognuno di voi


18 May

Elton+John+Rocketman+Cannes+Gala+Party+Arrivals+cxMXU5L_4i1l

Sì, ha avuto davvero grande successo questo biopic di Dexter Fletcher al Festival di Cannes.

Dedicato a uno degli uomini che più stimo sulla faccia della terra. Questo clown stupendo di nome Elton John.

Io sono eterosessuale e lui, come voi tutti sapete, è omosex. Ma che volete che me ne freghi dei suoi gusti sessuali?

Elton è a mio avviso un genio. Uno degli artisti più poliedrici, camaleontici, divertenti e romantici della storia.

Uno che per la sua diversità, appunto, deve aver sofferto come un animale. Emarginato da tutti, preso per il culo (non in quel senso, eh eh) a morte dai suoi compagni di scuola. Ripudiato perfino dai suoi genitori. Bistrattato, etichettato, stigmatizzato, marchiato.

Ma che cuore, che forza di volontà! E lui si è magicamente ribellato!

Un uomo distrutto che poi, come un pavone, rinacque coloratamente malinconico e pindarico. Tutto il suo dolore, tutte le sue gioie represse, tutta la sua vitalità da segregato vivo, vulcanicamente esplosero e, in un battibaleno, divenne Rocket Man o Rocketman tutto attaccato come il titolo originale di questa pellicola fantasiosamente, mi dite, voi da Cannes che in anteprima l’avete vista, magnifica. Fantasmagorica.

Elton è uno dei più grandi. Da tanto tempo, sinceramente, non fa più canzoni come una volta.

Ma che uomo!

And I think it’s gonna be a long long time

Till touch down brings me round again to find

I’m not the man they think I am at home

Oh no no no I’m a rocket man

Rocket man burning out his fuse up here alone

 

Detto ciò, dopo questi doverosi complimenti a John, ammazza che figa questa qui che ho adocchiato ieri pomeriggio mentre viaggiavo in macchina.

Ah sì, era una giornata piovosa, uggiosa. Che ho cercato di rendere subito solare e calorosa.
Eh sì, mi son fermato e abbiamo, diciamo, confabulato.

Si parte dai convenevoli, tira forte il vento e non solo quello, lei è da svenimento, che portamento.

E, svenevolmente, sentendo la mia voce lei è impazzita. Mi ha detto che la mia voce è da manicomio, in senso positivo, è rimasta incantata.

Sapete, da cosa nasce coscia. Come dico io.

Al Pacino di Scent of a Woman, ben conscio degli errori da lui commessi in gioventù, disse a Chris O’Donnell, O’Donnell, un bel ragazzo che doveva solo divertirsi con tante belle donne, ah ah, prima di diventare non cieco come il suo colonnello, bensì come gli adulti ipocriti, più che altro miopi e col paraocchi, ecco, disse che una volta che lo studente Chris si fosse sistemato, avesse trovato un lavoro e avesse campato, tirando a campare, la sua vita non sarebbe stata affatto migliore. Forse economicamente ma avrebbe perso la sua soul, la sua anima. Disse proprio… sarà bella che finita.

Mentre Pier Paolo Pasolini, in un suo scritto memorabile, rivelò un’altra atroce verità, cioè questa:

In realtà lo schema delle crisi giovanili è sempre identico: si ricostruisce a ogni generazione. I ragazzi e i giovani sono in generale degli esseri adorabili, pieni di quella sostanza vergine dell’uomo che è la speranza, la buona volontà: mentre gli adulti sono in generale degli imbecilli, resi vili e ipocriti (alienati) dalle istituzioni sociali in cui, crescendo, sono venuti a poco a poco incastrandosi.

Mi esprimo un po’ coloritamente, lo so: ma purtroppo il giudizio che si può dare di una società come la nostra, è più o meno coloritamente, questo. Voi giovani avete un unico dovere: quello di razionalizzare il senso di imbecillità che vi danno i grandi, con le loro solenni Ipocrisie, le loro decrepite e faziose istituzioni.

Purtroppo invece l’enorme maggioranza di voi finisce col capitolare appena l’ingranaggio delle necessità economiche l’incastra, lo fa suo, l’aliena. A tutto ciò si sfugge solo attraverso una esercitazione puntigliosa e implacabile dell’intelligenza, dello spirito critico. Altro non saprei consigliare ai giovani. E sarebbe una ben noiosa litania, la mia.

Sì, la vita non è lavorare e fingere buonismi per farsi accettare dal mondo cosiddetto adulto. Questa non è maturità.

Io amo gli artisti, i folli, i visionari, i creativi, non gli pseudo-adulti con le loro mentalità fasciste, razziste, sessiste e soprattutto cretine.

Sì, come il leggendario Elton, io sono Rocketman.

E stavolta non verrà più nessuno a casa mia a darmi ordini.

Come dice Al Pacino, sono io che do ordini a voi.

Questa è la teoria del fancazzismo?

No, è la vita migliore.

Quella allegra, vogliosa, capricciosa, inquieta, colorata.

Come quella di Elton, un’aquila reale, un pavoncello, uno stronzetto, un’araba fenice.

Mica come voi, infelici. E merde.

 

di Stefano Falotico

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E, dopo Bohemian Rhapsody, ora aspettiamo Rocketman


14 Feb
Taron Egerton as Elton John in Rocketman from Paramount Pictures.

Taron Egerton as Elton John in Rocketman from Paramount Pictures.

Oh, a me comunque è piaciuto Bohemian Rhapsody, dite quello che volete. Ho spiegato tutto nella mia recensione.

Mi ha trascinato indietro con la memoria quando avevo dodici tredici anni e Freddie Mercury tirava parecchio.

Ora Dexter Fletcher, dopo essere stato co-regista, sebbene non accreditato di Bohemian Rhapsody, tornerà presto con un altro mito. Anche lui, come Freddie, omosessuale.

Io non lo sono ma non c’entra niente. Enorme Elton. Sì, secondo me Elton John è un mito! Non si discute.

Questa è una delle canzoni più belle di sempre.

 

E questa, sebbene Il re leone sia un film per bambini, mi commuove ancora.

 

Mitico Elton!

Un genio!

L’Oscar fu meritato. E ripeto anche l’Oscar a Malek, se lo vincerà come credo, lo sarà.

Il Frusciante dice che Malek è stato una macchietta!

Ah sì? Ne è proprio sicuro?

Non è che davanti al Falotico di oggi mi fate ora la faccia di Mike Myers?

Non va bene, eh.

 

di Stefano Falotico

Festival di Venezia 2015: meglio un giorno (d)a pecora che questo Leone


08 Sep

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Sta terminando la grassoccia, pasciuta “grancassa” di questa patetica carovana di mor(t)i in vacanza, di cervelli vacanti, “bravi” sol a plaudire le sfog(gi)anti passer(ell)e.

Di “mio”, preferisco sorvolarvi, così come i gabbiani del Lido planano sopra le testoline dei “bagnanti”, in quanto caga(n)ti.

Molta gente, per vi(st)a della mia imperturbabile “ipocondria”, mi dà del matto, altri del “tonno”, qualcuno del puro, cioè definisce il mio dest(in)o un delfino. Son orafo del mio buio, un b(r)uco nero, care “(far)falle”. Un po’ di panna! Di tal frivoli non mi foro, nel mio “vuoto” mi defloro e talune me “lo” succhiano, in quanto lor asine di “ano” perforato e io “ciuccio” che me le cucco. Son di cocc(i)o, e poco me n’importa di De Palma quando posso “godermele” sotto le palme, per il vostro di nas(in)o palmo. Ipocriti, bugiardi, io son il Principe che spaparanzato ben se ne sta, (non) vi sta “pene”.

Abbiam “avvistato” il “piroscafo” di Depp, ingrassato di panza con doppio mento e forse qui lo “(ri)porto”.

Danish Girl, mediocre calligrafia, se non c’hai ammaliato, “abdicheremo” per un Discorso del re.

Stai bene te!

 

di Stefano Falotico

 

 

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