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HALLOWEEN: anziché essere MICHAEL MYERS, voglio cantare coi Modà e in THE RIVER di Springsteen


28 Oct

halloween myers

Non mi benderete più gli occhi.

Avete visto che goal che ha fatto Palacio contro la Sampdoria? Questo qui ha quasi quarant’anni e corre più di uno che ne ha quindici.

Insomma, Palacio è come me. Un uomo senza età. Un genius. Io leggo Marcel Proust ma lui va veloce quanto l’ex pilota Prost.

Molti della nostra età già si curano alla prostata. Quelli invece in salute sono divenuti mielosi. Stanno assieme a una più sdolcinata di Goldie Hawn e hanno perduto il sapore verace e irruentemente sexy del Kurt Russell che fu, preparando le crostate. Ah ah.

Altri alzano la cresta e ti scrostano, no, volevo dire ti scostano. Emarginando a più non posso. Poi, le ferite subite, raramente rimarginano e molte persone, ingiustamente offese e stigmatizzate, non si riprendono più. Non possedendo l’indole del Falotico che resuscita puntualmente. E, come un’araba fenice, s’eleva. Cantando sul palcoscenico con voce roca. Le groupie gli saltano addosso ma lui è un uomo di pudore. Non vuole dare scandalo.

Infatti, fa sesso con loro soltanto, lontano da sguardi indiscreti, in un’umida grotta. Quindi, dopo gli amplessi bollenti, esce dalla spelonca e si trucca come Joker, prendendo in giro Batman, uomo cavernicolo e troglodita, un esaltato bifronte che, sfrontatamente, va preso solo a testate, frontalmente.

Senza se e senza ma. Ah ah.

La notte m’adocchia, la luna mi fa le smorfie, la strega con le scarpe tutte rotte prova a concupirmi ma questa ha rotto e io dirompo nella lotta.

Il folle incita la folla, la folla inneggia, la gente si reca sulla tomba di Che Guevara e l’argentino risorge.

Quindi, il Che fuma il sigaro e, come Benicio Del Toro, la fronte aggrotta, porgendo l’occhiolino a Valeria Golino. Sua ex amante e una delle protagoniste di Fuga da Los Angeles.

Come attrice, Valeria è pessima. Ma Riccardo Scamarcio lo sa. Grazie a una botta, poteva inserirlo. Ah ah.

Comunque, nonostante tutte le raccomandazioni, Riccardo a me fa schifo. I suoi occhi glauchi sono belli ma io non sono omosessuale. E in John Wick 2 avrebbe recitato meglio mio cugino Leonardo. Ragazzo lucano e semi-calabrese che, a quanto pare, spinge. S’è sposato da poco e ha già due figli. Fra trent’anni, quanti figli avrà? Ma, soprattutto, sua moglie ce la farà?

Insomma, sono un clown ma me ne vanto. Brucio in tutti i venti e accaloro anche le donne più vanitose che accalappio col mio carismatico sguardo a ventosa. Le porto a leccare il Calippo. Ah ah. Sono un uomo che si volatizza, volubile da solo si stizza, quindi s’incazza e, tutto rizzo, ama le donne cavallerizze.

Per la notte del 31, una tizia vorrebbe che c’incontrassimo. Le ho detto di no. Perché devo incontrare sua sorella. Per questo mio lurido affronto, lei proverà ad accoltellarmi ma alla fine, dopo aver spalmato sua sorella, mi preparerà il dolcetto.

Son un uomo che fa gli scherzetti in quanto oggi bimbetto, domani ometto ma non indosso mai il fascistico elmetto.

Bene, ora donna dove vuole che glielo metta?

 

di Stefano Falotico

Voglio farvi una rivelazione sconvolgente sul sesso, soprattutto il mio


07 Aug

Fuga da Los Angeles Jena

 

Voglio farvi una rivelazione sconvolgente, non scopo dal 2008, ma sono sempre molto bello

Sì, oramai son trascorsi più di dieci anni dall’ultima volta. Il sesso per me, come per tutti, doveva essere una svolta, mi si doveva accendere la lampadina alla Alessandro Volta, inventore della pila, mentre quell’altro, Thomas Edison, inventò l’incandescenza, sì, cazzo, avete capito, eppur la luce del mio animo, infiacchito da tanto ardore, da clemente ch’era, incandescente e pura, man mano si spense, logorata dalla sua puzza dei piedi. E rimasi in cucina, a bere il latte, meditando sulla mia innocenza perduta mentre in tv passava una puntata di Beautiful. Così come William Burroughs comprese la condizione nuda e cruda dell’uomo dinanzi a una forchetta, io dopo tutta quella “porchetta” mi preparai un panino, perché troppa mortadella mi aveva reso un topo da formaggio. Sì, infatti di lì a poco impazzii completamente e mi ricoverarono. Sedato che fui, ritornai pimpante, sessualmente integro e ancor ritto. Totalmente fritto. Eppur lo scompenso fu tale che da quei giorni infausti rimasi afflosciato. Ma son qui e penso, soprattutto pen(o). C’è pero il Cinema, in compenso e, se mi annoierò troppo, comprerò del legno compensato. Per allestire una biblioteca di Blu-ray, comoda e spaziosa, elegante e ben spolverata. Immergendomi in una celluloide calda, liscia e accogliente come Moana Pozzi. Che, detta fra noi, a me è sempre parsa un cesso. Sì, una faccia da gabinetto, da servizio igienico. E dire che non era molto “igienica”.

Sì, io mi sono sverginato tardi. Si dice meglio tardi che mai. Io, amici, non spifferate la voce in giro, anche perché carta canta e questo scritto rimarrà pubblico e anche pubico, avrei preferito mai. Da allora, i miei occhi, che prima vedevano la realtà in maniera limpidamente ascetica, nonostante onanismi a gogo, si persero nella bramosia carnale e il mio fegato si sventrò in maniera sesquipedale. A tutte volevo sventolarlo e innalzarlo, irrigidirlo e incunearlo eppur mi accorsi che mai avrei potuto soddisfare milioni di donne belle sparse per il mondo.

Tutto accadde verso il 2004/2005, pensate quanto me ne fregasse… Di solito, qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia, ricorda con esattezza la data del suo sverginamento perché ritenuta, nel bene o nel male, importantissima e imprescindibile. Io… ricordo un cazzo. Sì, un cazzo. Uno ne ebbi e uno ancor ne ho. In quello sono normalissimo, anzi, molte dicono iperdotato. È sul resto che si può discutere e intavolare discussioni amabili. E addivenire che sono meglio di te.

Sì, lei m’invitò a Porretta Terme, e cenammo a un tavolo. Dove dovevamo cenare? Sì, ci sono quelli che fanno il bagno e altri la doccia, ma tutti cenano attorno a un tavolo. A meno che non mangino un panino, brioche, patate fritte e affini o siano barboni e che dunque non mangino proprio. Perché dalla società sono stati mangiati.

Mangiato che avemmo, gironzolammo per la città e ancora mi ricordo un vecchio saggio sulla panchina che mi mise in guardia.

– Ragazzo, attento, stasera ti fotterà. Sarai per sempre fottuto!

 

Lei mi disse di lasciar perdere perché era solo un vecchio pazzo.

Quindi, entrammo in macchina e io misi in moto. Per riportarla a casa.

 

– Spegni il motore. Accendimi! Bruciami tutta!

– Non sono un piromane – le risposi, e mi accesi una sigaretta.

 

Lei la spense con le dita e poi condusse le mie verso qualcosa di rovente.

– Affumicamela! So che hai voglia, lo sento. E presto lo sentirò tutto… Che calore! Colorami!

 

Sì, io ero impallidito, lei invece mi apparve come il Diavolo nero in fiamme.

Insomma, mi fotté in maniera ardente, con dei preliminari “al dente, cioè fellatio con tanto di fogliettine d’insalata della sua cena rimaste appiccicate sugli incisivi. E io mi bruciai, completamente lordato. Spappolato, eiaculato, schizzato!

Fra aceti balsamici e sue manie da sessantottina fuori tempo massimo, fra 69 e kamasutra lerci, compresi che oramai la frittata era stata fatta.

Sì, per me il sesso è stata la rovina. La perdizione totale. L’apoteosi!

Eppure ho una faccia da culo ottima.

So che, come già successe, posso fare centro al primo colpo. Quindi, aspetto quella giusta. Per sbagliare il bersaglio, e riprovarci. E riprovando vado sempre comunque ficcando.

No, sono un mentitore di proporzioni abissali qui. Il sesso non mi è mai appartenuto, perlomeno quello condiviso. È stata la ragione principale, e ora lo sapete, per cui anni or sono mi allontanai dai miei coetanei.

Che invece n’erano e ne sono, sempre ne saranno, “facinorosi”, gossipari, spettegolanti, indaffarati appunto a farsi i cazzi degli altri, a rosicare, a farsi belli per piacere e trombare. Sostanzialmente, non è che trombassero molto, ma alcuni a scuola venivano trombati fra l’essere una chiappa, no, schiappa e una mezzasega.

Sì, sono un essere anomalo. Ma non mi si può definire né santo né pazzo. Molti psichiatri hanno tentato di appiopparmi la patente di matto. Non sono una macchina, non mi si possono affibbiare patenti. Di mio, ho solo la patente B e una Punto. Col tempo, questi strizzacervelli si sono tutti ricreduti. Perché un pazzo vero non ha coscienza della realtà, è spesso realmente pericoloso, sovente sovversivo, nichilista, violento, aggressivo, perfino incolto e talmente ripiegato sulle proprie sofferenze psichiche da perdere di vista il prossimo e la vita, soprattutto la sua.

Con me ogni tipo di “etichetta” ha fallito miseramente. Io passo il tempo ad ammirare gli attori. Ma, a differenza dei comuni mortali, che anche se sono disoccupati vanno in brodo di giuggiole per Clooney, sognando la sua villa a Como, per me il Cinema ha una funzione rilassante. Più film guardo e meno matto sono. Gli altri invece meno film guardano e più diventano scemi. Dicono che hanno una “vita loro”. Sai che roba. Un lavoro da quattro soldi, le bollette e una moglie che si masturba, guardando Brad Pitt di Vento di passioni. E un figlio che farà la fine del bambino de La ruota delle meraviglie di Allen.

Quello sì che avrebbe saputo, una volta diventato adulto, come “svezzarsi”, infuocando letteralmente una. Adesso però starebbe in una cella di un ospedale psichiatrico. Ma robe da matti, cazzo!

Perfetto! Una vita, per dirla alla Abatantuono, ecceziunale veramente!

Onestamente, non sono un uomo da monastero perché i frati non mi permetterebbero di guardare The Irishman con De Niro, non sono un tipo da stadio perché il Calcio, sì, mi diverte ma a lungo andare mi annoia sapere che persone in mutande guadagnano miliardi, non sono insomma proprio fatto per la cultura occidentale. Il traffico di mattina mi dà fastidio, con la gente che strombazza i clacson, la gente al supermercato che si accalca, uh, che deficienti, i ragazzi il sabato sera che fanno baldoria mi danno il voltastomaco. Infatti, sono andato in vita mia solo a un concerto di spontanea volontà. Quello di Springsteen a Firenze una quindicina di anni fa, un’altra volta andai a vedere i Faith No More. Ma pressoché mi costrinsero. Tutti pogavano e ballavano, allora lo feci pure io. Cazzeggiando un po’ tra la folla. Ma fu una palla tremenda con tutte quelle sciocchine che urlavano indemoniate. Roba da spedirle al primo manicomio e dar loro da vedere un film di Jane Campion.

Da molti anni a questa parte leggo molta filosofia orientale. Mishima e via dicendo. Sì, dopo queste letture, il mio animo rabbioso si placa. Contemplo la natura come San Francesco. Parlando agli uccelli, tranne al mio. Che diventa sempre più moscio.

Adesso, scusate, devo mangiare il gelato alla panna cotta. Manco il gelato si può mangiare, per la Madonna!

“Squilla” Instagram:

– Ciao, caro, ti ricordi di me? Una volta mi avevi detto che ti piacevo. Ecco, stasera sono in vena di dimostrarti che mi piacevi anche tu. Vieni, vieni da me. Su, dai, dai, dai. Sudiamo!

 

Il giorno dopo, codesta ragazza ha trovato nella sua cassetta della posta un porno col mio nome come mittente. E mi ha telefonato:

– Perché mi hai regalato un porno? Non ho bisogno di porno, io. Ficcatelo nel culo!

– Ecco, appunto, vaffanculo!

 

Ora, su Facebook (potete controllare) ho scritto appunto che non faccio sesso dal 2008.

Trovo il solito “simpaticone” che mi scrive: ok, all’epoca quanto spendesti?

E anche la donna delle “pulizie” che mi chiede il perché.

– La mia vita sessuale è privata. Non la sbandiero ai quattro venti.

– Uno che considera la sua vita sessuale una cosa privata, ecco, non scrive che non fa sesso dal 2008.

– Perché no? Non ho infatti mica parlato della mia vita sessuale. Non c’è nessuna vita sessuale.

– Allora, non c’è nessuna vita.

– No, infatti stai parlando con un morto. Vatti a far vedere da qualcuno. Ciao, pazza.

 

Come se non bastasse, allertato dal mio scritto, mi contatta un mio amico:

– Stefano, è vero quello che hai scritto o è uno scherzo?

– Non è uno scherzo. Adesso devo lasciarti, sto editando il libro su Carpenter che devo pubblicare assai presto.

– Stefano, tu hai proprio la benda sugli occhi.

 

Spingo? Eccome se mi spingo…

 

di Stefano Falotico

Il terremoto scala 883 sta devastando il mondo


22 Jul

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Ogni giorno, notizie di nuovi terremoti ci allarmano e mettono in dissesto e zona tettonica la nostra visione godereccia della vita, improntata al farsi piacere solo le tette basculanti.

Sì, gli 883 avevano visto giusto.

 

Lasciati andare e vedrai 
Che anche se non cambia niente è lo stesso 
Tu ti divertirai 
Nella notte 
Un ritmo che ti prende 
Nella notte 
Ti sembra di volare 
Nella notte 
Che batte, batte, batte 
E che ti porta via lontano

 

Questa è una stronzata, ma sappiatelo: godiamoci la vita finché le nostre certezze non tremano.

di Stefano Falotico01050606 tr15

 

 

di Stefano Falotico

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