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Il problema delle serie televisive


06 Mar

no05

“Getto” un post su Facebook e si scatena l’inferno: ma a voi guardare serie televisive dalla mattina alla sera e non amare la vita vera, piace così tanto?

F. Romeo: – I giorni sono o possono essere lunghi. Le serie tv sono spesso opere d’arte e da O. Wilde ad Arancia meccanica sappiamo o dovremmo sapere che la vita vera (che per Nabokov è una espressione che andrebbe messa in corsivo) è più vera dopo che l’hai vista superbamente rappresentata. Ma poi amare così mi sembra come un lavoro serale. Da mattina a sera però… ok magari no, ma chi farebbe questo? Mi sa che saranno molto pochi. Fermo restando che qualche giorno si può anche impiegare tutto così e non si fa male a nessuno (nemmeno a sé stessi) e la grana del giorno seguente sarà più vibrante che mai, magari.

Stefano Falotico: – Concordo, io sono il principe delle virtualità, mi riferivo non a noi, immaginifici, ma alla gente annoiata e frustrata.

A. Onofri: – Ma noi abbiamo un problema serio con gente che per vedere le serie non legge più un libro, non va a visitare le mostre né i musei, né percepisce il cinema con il senso narrativo congruo del cinema, ma modificato dalla cadenza della narrazione seriale interrotta da intervalli pubblicitari. Insomma: avevamo trovato, prima durante e dopo l’evoluzione della televisione, un prodotto che ancora resisteva e resiste tutt’ora nel tempo senza mai ‘scadere’, come è un FILM, e dobbiamo nuovamente tornare a dare retta a un qualcos’altro che già un anno dopo sa di preistorico? Andiamo!

F. Romeo: – Anton Giulio, messa nei termini in cui l’hai messa, sono d’accordo con te. Ma la fenomenologia della fruizione televisiva (per essere pomposi) è varia. E sappiamo che tu hai scartato capricciosamente (non è affatto un verbo che uso in senso critico) o strategicamente (sulla gestione del tempo personale non discuto) una forma d’arte (per me è lampante che nei casi migliori lo sia) che per altri, anche se vuoi a causa della sua “novità”, è entusiasmante o comunque assai gradita.

Stefano Falotico: – Analisi perfetta, per serie televisive non intendo Twin Peaks, il miglior film, sì lo è, dell’anno scorso, ma le robacce insulse e per deficienti, che pare molti invece apprezzino, non avendo più memoria di cosa sia la bellezza.

A. Onofri: – Come può essere una forma d’arte qualcosa di regolato da ferree regole commerciali? Qualcosa che dipende dal gradimento di un pubblico che, qualora venisse a mancare, verrebbe interrotto all’istante? Insomma, sai bene a cosa mi riferisco. L’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica NON PUÒ avere lo stesso valore di quella prodotta prima. E se il PASSATO viene trascurato nel nome di questa cosa qui, che per carità dà da lavorare a un sacco di gente, parliamo però d’altro, e NON di arte, come invece potremmo sempre fare anche nel caso del più brutto, scarso e squallido prodotto cinematografico. Perché di arte brutta ne è sempre esistita e sempre ne esisterà. Il resto è ATTUALITÀ.

F. Romeo: – No, grande e bella arte. Quello di cui parli tu è un fattore esterno. La perdita dell’aura è una cosa, il mantenimento (per me lampante, lampante) dell’elevato rango artistico è un’altra cosa, intatta (o irrilevantemente scalfita).

A. Onofri: – Dimenticavo la stima, certo. Ma già True Detective stagione 1, che non vedrà più nessuno se non per studio, è roba scaduta.

Stefano Falotico: – Ha ragione Anton Ago. True Detective ha un effetto anche potente la prima volta che lo vedi, poi svanisce l’effetto sorpresa e termina la magia. Ora, le poche serie televisive da menzionare degli scorsi mesi sono The Night Of, da rivedere, soprattutto la prima puntata, tutta notturna e con echi scorsesiani, Twin Peaks, ma non in ordine cronologico, a frammenti visivi, e qualche exploit di The Punisher con Bernthal, che tocca in certi momenti attimi di violenza catartica da lasciarti senza fiato. Ma non parlatemi di roba fredda e robotica come Westworld e altre cazzate del genere. Per carità, se uno non ha meglio da fare, se le guarda anche volentieri, ma non è arte, non è Cinema, non è un bel niente, se non intrattenimento che dopo neanche un anno è superato, datato. Se poi, Francesco Romeo, tu ti riguardi queste serie mille volte, non sono fatti che mi riguardano. Anch’io spolvero casa più volte, ma sono ripassatine e basta.

A. Onofri: – Anche Hugo Pratt è più geniale di un pittore della domenica. Ma sarà sempre Fumetto.

F. Romeo: – Stefano, evidentemente non mi spiego. Perché sembri proprio non afferrare. Io riguardo opere d’arte, che studio, su cui scrivo, che porto a lezione. Se tu non sei in grado di capirle, problemi tuoi. Le ripassatine dalle a casa tua e non nel mio castello. Non sai né di cosa stai parlando né con chi…

Stefano Falotico: – No, sei tu che non capisci. E poi stai scadendo nelle offese. Il mio era un banale esempio, ci mancherebbe che voglia spolverare il tuo “castello”. Ora, escludendo le serie tv che ti ho citato io, dimmi quale sarebbero queste opere d’arte degli ultimi anni da portare addirittura a lezione.

 

F. Romeo: – Le ho citate. Tu evidentemente non ti accorgi quando scadi (nelle offese e nel resto). Questa è un’attenuante. Io ovviamente me ne accorgo. Mi accorgo di tutto. Mi accorgo della eccellenza intellettuale e artistica di quello che guardo. Perché ho degli strumenti e delle doti che me lo consentono. Del resto, scrittori formidabili, che dubito che tu legga, sono rimasti estasiati da alcune delle serie che ho citato, paragonandole, per valore, ai romanzi più strabilianti della seconda metà del secolo. Poi arrivi tu a dare ragioni e tori e a voler spiegare a me, che studio e insegno i principali filosofi di estetica, che sarebbero ripassatine? Io scherzo spesso volentieri, ma seguiamo qui D. F. Wallace e introduciamo un nucleo di serietà.

Stefano Falotico: – Guarda, definendo inadeguati e incompetenti chi non conosci, mi sembra mancare di rispetto e precludersi uno scambio di opinioni democratico. Se vuoi che ti chiami MAESTRO IN CATTEDRA, non sono il tipo, te lo dico con affetto. Quindi, a mio avviso, la discussione può terminare qui. Liberissimo di vedere e osannare tutte le serie che vuoi, non voglio sindacare sulla tua concezione di estetica e di arte. Buona giornata.

F. Romeo, credo tu abbia frainteso, ripeto, l’assunto di partenza. Io non parlo di serie televisive alte, che tu citi e che in effetti meritano seria considerazione, mi riferivo alla tendenza modaiola, squallidissima, di molta gente di passare ore a vedere schifezze.

 

E ora, come diceva Santi Licheri a Forum, la seduta è tolta.

 

E se, comunque la merda vi piace, tornate a sedervi e a spararvela.

sop31

 

 

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