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Clint Eastwood, Jamie Cullum e (la) “Gran Torino”…


13 Jun

 

Vecchiaia, giovinezza intrecciata, maturità “scorticata”, scorze del Cuore e il suo raggrinzito, arrugginito “arrotarla”, rodarsi ancora, arrotolarsi nel fango delle disillusioni e nell’incanto poetico, nuove esperienze, volti “ostili” che “tremano” di tenerezza affettuosa, amicizie da lucidare, rinnovati patti “di sangue”, affratellata Bellezza delle virili lune ancora “sporche” di fulgidità e saggezza

 

Jamie Cullum, prima Eastwood, nei titoli di coda, poi Lui, dunque loro, assieme, mnemonicamente mischiati, stretti, alleati, (im)pavidamente nudi e maschi, “collateralmente” adiacenti, seducenti, giovane uno, “vecchietto” l’altro, melodia e jazz autunnale, ballata malinconica, eppur gioiosa, in una vita che muore e una che scatta, che agguanta il manubrio della propria strada, lungo le vie dei sogni, di quelli persi, di quelli da inseguire, “agguerrire”, “ammantare” nel manto dell’asfalto, “sfrecciandoli” o, poi, cautamente, un po’ “canuti” o caduchi, (ri)spolverare per un’altra speranza.

 

il cuore è rinchiuso in una Gran Torino

batte un ritmo solitario per tutta la notte

 

Grow heart locked

In a Gran Torino

It beats

A lonely rhythm

All night long

It beats

A lonely rhythm

All night long

It beats

A lonely rhythm

All night long

 

(Stefano Falotico)

 

Walt Kowalski contro i teppisti, “rivalità” anacronistiche


12 Jun

 

Sarà ora che quella marmaglia di “bevitori”, diffamatori, “stupratori”, “picchiatori”, viscidi “violentissimi”, bambinetti un po’ troppo “cresciuti” di fetore, “infervorati” e animalissimi, ricevano la lezione che si meritano. Menateli! Animiamo, un po’, ravviviamo la Notte!

E dire che Walt li avvertì in ogni modo, di non “sconfinare”, di non varcare la soglia della “proprietà privata”, di rispettare chi se ne vuol stare per i fatti suoi, perché di musi, smorfie, ochette, “malocchi”, streghe, “signorone”, insegnantucole, delinquentelli, festicciole, bullismi, “ragazzate”, pugni in faccia presi e dati, “soldatini”, caporali, “generalizzazioni”, equivoci, “vicoletti” e pestaggi, macellazioni, vacue frivolezze, cretinetti, adulti “benpensanti”, psichiatrucci da prendere a sberle e ficcarvi in bocca una sedazione da ammutolirli, mutilarli, “multarli” e “ammutinarli, ne aveva già… di vista lunga.

Ma l’ottusità è il peggior reato dello stolto, dell’asinaccio che, solo quando avrà messo a soqquadro la sua idiozia (l’hai inquadrata, ci sei arrivato, finalmente, tardissimo?), comprenderà le ragioni profonde di quel che “lui” chiama, con tanta sfacciataggine e “coraggio”, “darsela a gambe” e non affrontare.

Allora, babbeo, chiariamoci molto bene su chi è Walt. Perché, della sua vita, hai sempre “cazzeggiato” di deduzioni da ebete.
Perché, stavolta, è incazzato e non lo terrai fermo con la tua “squadriglia” di “buttafuori”.

Tu, in quel blog stupido quanto la tua “presentazione nobilissima”, ti sei dato l’appellativo di “Faccia di bronzo“, ma ti potrei perdonare perché sai esser “autoironico” sul tuo “valore”, “firmando” il tuo nome, in “calcestruzzo-truzzissimo”, che sei un estimatore di bassezza. Questo ti rende “stimabile”, quanto quelle che te “la” danno, e poi si vanno a lavare.
Complimenti, però ci tieni a “sbandierare” che sei giornalista. Sì, della carta igienica, e del resoconto giornaliero della vergogna umana che sei. Il migliore articolo che scriverai sarà l’anticipazione del tuo memoriale-epitaffio, dal titolo: “Domani, dopo che non posso più mentire allo specchio, ho deciso di costituirmi, con questa lettera d’addio, breve e sintetica quanto il mio cervello”…

Ho passato tutta la vita a prendere per il culo perfino mia madre, che comunque mi ha “educato” sempre a spaccarlo a tutti, e, oggi, che sono un po’ “maturo”, ho capito che l’unica mia ragione di vita è un salto giù da un grattacielo, nel cui volo sarò “schizofrenicissimo”, ma davvero (in)felice, come tutta la mia nullità.

Un bambinetto che si crede un genio, e sciorina frasi fatte, puttanate da sempliciotto che “figheggia” con qualche immaginucola platinata.

Tu, dico a te, verme lerdoso, che coi tuoi “bigliettini da visita” circuisci qualche gallina pronta a “spennartelo”. E darti il “sorrisetto” molto “al dentifricio” su “videogioco” d’una tua faccina che canzonerò delle stesse musichette che “infili” fra una palpatina e l’altra mano da “baro” e barattolo di Coca-Cola.

Tu, e la tua famigliola di cafoni piccolo borghesi, che dan del “pazzo” alle persone libere, le intimano a “incattivirsi” per tirar fuori le “palle”, e poi, quando vi sbraitano addosso le vostre porcate, ruggite e fate irruzione nelle loro case e abitazioni, perfino nell’abitacolo della macchina, e soprattutto dell’anima, con “perquisizioni”, “segnalazioni”, stalking, “depistaggi”.

Be’, stavolta, potrai anche “spararmi” e ammazzarmi di nuovo, ma ti arresto sul serio, ti piace il “grilletto”, vero, maiale?
E, allora, “smuovilo”.

“Provocami” e ti riduco a fare il giornalista fra i bidoni della spazzatura. Vediamo se, fra le mutande sporchissime e gli stracci, porco, imparerai come si sta al Mondo.
Vediamo se imparerai, davvero, a “smerdare” e pisciar fuori dal vaso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Mystic River (2003)
    Quell’imbecille sciroccato di Sean Penn.
    Sì, ridi, ridi.
    Che bella “marcia”, caro marcio.
  2.  Gli spietati (1992)
    Si è esagerato, e ora vi faccio capire io che significa esagerare…
    Vediamo, come “ballerete”, questa sera…
  3.  Gran Torino (2008)
    Avanti, forza, non avrete mica paura di un “rincoglionito?”.

 

Genius-Pop

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