Posts Tagged ‘La vita è bella’

PINOCCHIO, recitato in maniera flamboyant dal Falotico, uomo bizzarro ed eccezionale veramente, author del Commissario Falò!


17 Sep

Et voilà! Ah ah.Sandra Majani profumo Yvonneperfume yvonne majani

falotico_commissario-ebookIl commissario Maigret Depardieu poster italiano Alessandra Martines Pinocchio Walt Disney

Cosa ne sarà del Cinema?


05 Apr
SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures' and Village Roadshow Pictures' drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne. PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

SEAN PENN stars in Warner Bros. Pictures’ and Village Roadshow Pictures’ drama Mystic River, a Malpaso Production also starring Tim Robbins, Kevin Bacon and Laurence Fishburne.
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

 

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

STATE OF GRACE, Sean Penn, Gary Oldman, 1990, (c)Orion Pictures Corporation

Non lo so ma mi par inutile indagare sul futuro dato che siamo, pressoché dappertutto, salvo poche eccezioni, in zona rossa.

Augurandoci che i cinema riaprano, al momento devo però esservi sincero. Non è la mia massima preoccupazione la riapertura delle sale.

Sì, ho altre preoccupazioni che mi allertano maggiormente, molto di più rispetto alle fake news che impazzano per terrorizzarci oltremodo. Premure mie prioritarie e imprescindibili, assolutamente da non dimenticare.

Se ripenso al mio ultimo anno di vita, penso questo. Anzi, già lo pensai. Credo altresì che, con le dovute precauzioni, no, correzioni, il seguente testo entrerà a far pare del mio libro prossimo, ovvero Bologna HARD BOILED & L’amore ai tempi del Covid, seguito del mio libro Bologna insanguinata.

Se quest’ultimo verté su una disamina amarcordiana della mia adolescenza da me sanamente rinnegata poiché non volli infettarmi non della malattia derivante dalla pandemia attuale, bensì della vicinanza ammorbante coi miei coetanei immaturi e ignoranti, Bologna HARD BOILED sarà un libro tristissimo, cioè bellissimo.

Sì, reputo la “tristizia” qualcosa di stupendo. Tutto ciò che è baldoria, mondanità, feste e donne di qua e di là, mi annoia. Preferisco la mestizia della mia metafisica ancestrale e sfiziarmi (neologismo verbale e me ne vanto), oserei dire letiziarmi, in maniera armonica, col mio animo innatamente dannato.

Comunque sia, è trascorsa un’altra annata. E ciò vergai nelle scorse ore. Ripeto, il pezzo a seguire sarà inglobato nel libro succitato…

FINE DEL Cap. 16:

Comunque, mentre scrissi queste ultime righe, dal primo e dal 3 Aprile siamo arrivati alla vigilia di Pasquetta di tale anno tremendo datato 2021, cioè manca circa un’ora alla mezzanotte del Cinque maggio manzoniano, no, del 5 Aprile odierno.

Il 5 Maggio è il compleanno della mia lei, peraltro…

La mia vita è stata, fin a questo momento, una Divina Commedia. Sono l’incarnazione, in effetti, della celeberrima battuta pronunciata da Arthur Fleck nel film Joker con Joaquin Phoenix.

Invece, ah, strana coincidenza imprevista, Dante Alighieri compose il Primo Canto del suo Inferno fra la notte di giovedì 7 Aprile del 1300 e l’immediato, susseguente Venerdì Santo dello stesso anno. Cioè due giorni prima di Pasqua che si rifesteggia oggi, cioè esattamente nell’anno del settecentenario della morte del Poeta Sommo.

Alighieri infatti morì nel 1321 e siamo o non siamo nel 2021 dato che, per colpa del Covid-19, pare che invece siamo precipitati in una dimensione onirica o solo ridicola, una dimensione lisergica e drammatica sganciata dal tempo, cioè sembra che siamo giunti all’immaginaria Frittole del quasi 1500 del film Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni?

Quest’ultimo, inoltre, amante non plus ultra di Dante stesso Il cui figlio, nella finzione del suo film La vita è bella, si chiamò nientepopodimeno che Dante? Ricordo male? Necessito di errata corrige?

Sì, effettivamente ricordo malissimo, merito il Purgatorio, ah ah. Suo figlio, interpretato da Giorgio Cantarini nel film succitato e oscarizzato, si chiamò invero Giosuè Carducci. No, Giosuè Orefice.

Benigni fu Johnny Stecchino nel film omonimo in cui interpretò il sosia di Stecchino stesso, di nome Dante…

Ah, ricordo invero benissimo. Soprattutto quanto a me accadde in quest’ultimo mio anno e mezzo da girone infernale di ascendenza dantesca.

Un anno di transizione, un anno a suo modo davvero paradisiaco.

Anzi, del tutto idilliaco. O forse demoniaco…

Ma ora voglio andare a letto e festeggiare, nei miei sogni più allegri, non l’ascensione e la resurrezione di Cristo, bensì la mia discesa illuminante fra le mie memorie contorte, avvenuta in questi giorni tetri eppur profetici in cui pare che, dalle cripte delle nostre vite incarnatesi in una catacomba vivente, non vi sia via di fuga alcuna.

La luce ancora non vediamo chiaramente. Sono solo sprazzi di speranza, solo utopie da disperati.

Eppur io credo… nel ministro della Salute che di cognome fa per l’appunto Speranza ma a me pare solo uomo di poca sostanza.

Credo invece fermamente che nella mia vita passai molti traumi e penso di adorare a dismisura Mystic River. Al che chiunque s’aspetterebbe che il mio film preferito del mio regista, fra l’altro prediletto, sia quello appena nominato e a molte nominations candidato. Molto bello, certo, ma lo trovo imperfetto e retorico. Sì, ho detto retorico. Il capolavoro imbattibile di Eastwood è Gran Torino. Perché è quello, in tutta sincerità, più personale.  Walt Kowalski, l’unico boomer che ha le palle, dinanzi a un’ingiustizia immonda, di stupire tutti. Non ha più niente da perdere.

Mystic River è bello ma troppo studiato per piacere.

Comunque, tanto di cappello a Clint per la direzione degli attori, soprattutto per il casting impeccabile.

Tim Robbins, premiato con l’Oscar come miglior attore non protagonista, nella parte dell’uomo divenuto Lupo solitario, prima regia di Sean Penn nel suo titolo italiano. Che coincidenza assurda!

Robbins, regista di Dead Man Walking ove Sean Penn interpretò la parte di uno stupratore.

In Mystic River, il personaggio della figlia di Jimmy Marcum, eh sì, venne violentata alla pari del character interpretato non da Robbins, bensì dallo stesso suo personaggio incarnato da un bambino nel cuore scarnificato… Questo bambino infatti non fu ucciso fisicamente, nell’anima invece sì.

Mentre la ragazza che interpretò Katie Markum, ovvero la ninfetta oggi donna di nome Emmy Rossum, ammiccò a Penn non poco velatamente. Sean Penn è l’esemplificazione dell’uomo che fa veramente schifo da quanto è falso.

Un tempo, credetti che fosse un grande attore. Mi sono ricreduto.

Penso che sia una merda sia come attore che come uomo. Piace molto alle donne. Avevate dei dubbi? Vi fu un tempo in cui non ebbi alcun dubbio invece riguardo chi fosse il più grande attore di Cinema del mondo, cioè Robert De Niro. Un tempo in cui pensai, per l’appunto, che Sean Penn fosse molto più bravo di Gary Oldman, suo collega in Stato di grazia. Penso che Gary Oldman sia uguale a me. Essendo io amante di me stesso, fate voi… Sì, mi spiace risultare antipatico.

di Stefano Falotico

Festa del Cinema di Roma: s’inaugura col grande Ed Norton di MOTHERLESS BROOKLYN


16 Oct

edward norton motherless brooklyn

I segreti di una città…

Vai, Eddie.

Eh sì, Ed Norton, laureato a Yale, questo pezzo grosso di Hollywood dal viso spesso corrucciato, arrogantemente presuntuoso, questo bellimbusto alto quasi un metro e novanta che pare non invecchiare mai poiché forse è dotato d’una genetica cromosomica per la quale a cinquant’anni suonati, talvolta, sembra lo stesso ragazzo spaurito e fuori di zucca di Schegge di paura, presenterà a Roma, fra pochissime ore, la sua seconda prova registica dopo Tentazioni d’amore di circa un ventennio or sono.

Edward Norton è sempre stato uno dei miei attori preferiti. Sin dall’inizio o quasi. Credo che il primo film che vidi con lui protagonista fu American History X. Per la cui prova magnetica e magistrale fu giustamente candidato all’Oscar come migliore attore protagonista nell’anno in cui, a prescindere dal nostro tifo campanilistico per il piccolo diavolo nazional-popolare, fu per l’appunto battuto in maniera ingiusta da Roberto Benigni!

Un’ingiustizia. Poiché, con tutta la simpatia e la stima possibili da noi riserbate eternamente a Roberto, menestrello saltimbanco geniale e corrosivo, folle demonio ammantato d’infantile candidezza e innatamente, dannatamente dotato di gran cuore, quell’anno non avrebbe dovuto vincere lui l’Academy Award.

Bensì, Nick Nolte di Affliction. Ah ah. Sì, manco Norton.

Ora che, parafrasando l’incipit de Il nome della rosa di Umberto Eco, Nick Nolte è vegliardo e canuto, forse spesso solo in casa con una bianchissima canottiera macchiata solo da qualche goccia di caffè, bussate a tarda notte alla sua porta.

Nick è celebre per essere un misantropo. Quindi, può sicuramente darsi che, anche se busserete al suo uscio di casa con la stessa dolcezza d’un bambino nella notte di Halloween, lui non lo prenderà come uno scherzetto. E chiamerà la polizia, dopo avervi preso a sprangate ed essersi slacciato la cintura per frustarvi.

Ecco, dicevo… se riuscite a entrare nel suo ricco e lussuoso appartamento poiché, a prescindere dal fatto che Nick ami Kurt Vonnegut, profeta beat dell’antisistema, da tempo immemorabile è benissimo sistemato. Con tanto di pantofole vellutate e un variopinto, liscio foulard da Hugh Hefner.

Dicevo, se Nick vi farà accomodare, semmai servendovi pure un tè, abbiate il coraggio screanzato di fare il Michael Pitt di turno di Funny Games. Chiedendogli, proprio mentre Nick sta sorseggiando la calda bevanda, leccandosi i baffi e la barba incoltissima da uomo colto, quale sia l’uomo che odia di più sulla faccia del nostro pianeta.

Sì, è Benigni.

Nick, in modo poco benigno, se negli Stati Uniti danno in tv la replica di Daunbailò, urla inacidito e indiavolato come Giuliano Ferrara, augurando a Roberto la galera! Ah ah.

Vuole riempirlo di botte poiché da quella notte delle stelle, cazzo, Nick canta con Eduardo De Crescenzo:

perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te.

Il te è rivolto all’Oscar rubatogli.

No, non voglio dire che da allora Nick non scopi, ci mancherebbe. Però, quando tromba sua moglie, finito l’atto sessuale, così come accade a molti uomini malinconici con forti rimpianti, estrae una sigaretta dal cassetto del comodino e, nel silenzio del buio profondo, bestemmia.

La stessa cosa che, con ogni probabilità, fa Edward Norton dopo aver amoreggiato caldamente con la sua attuale consorte, ovvero Shauna Robertson. In quanto Ed lo prese tre volte in culo agli Oscar.

Sì, fu candidato per i già succitati Schegge di paura e American History X. Entrambe le volte perse.

E, come dice il detto, non c’è due senza tre. Infatti, venne sconfitto anche per Birdman.

Comunque, non ha molto da lamentarsi il signor Ed. Prima di Shauna, un mezzo cesso, diciamocela, trascorse non solo un Dal tramonto all’alba con Salma Hayek, alias Satanico Pandemonium.

Corre voce anche che sia stato con Cameron Diaz, Drew Barrymore, Courtney Love ed Evan Rachel Bell.

Qui ci sta proprio l’espressione alla faccia dù caz’. Ah ah.

A differenza del suo personaggio in Motherless Brooklyn, non sono affatto affetto dalla sindrome di Tourette.

Sebbene debba ammettere che durante l’adolescenza soffrii di fobia sociale, di disturbo ossessivo compulsivo, di semi-schizofrenia con auto-idolatria e auto-inculata incorporata, soffrii di nevrosi, nevralgia, ipocondria e può anche essere di letargia con un sovrappiù d’afasica bulimia mista a pessima anoressia su stress che può distruggere ogni uomo sano di chiesa e chicchessia.

Qui qualcuno ha fatto lo stronzo.

Io so chi è ma me ne fotto.

Insomma…

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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