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Venezia 74. Le nostre anime di notte, la vecchiaia che vi aspetta…


01 Sep
Our Souls At Night

Our Souls At Night

Dopo una vita di sacrifici, “interstizi” e dolori, gioie estemporanee, alzate di testa e soprattutto un lavoro che avete sempre detestato ma vi dava da mangiare, arriverete al bivio come i protagonisti di questo “dark universe”, Le due mummie, film in cui Tom Cruise invecchiato recita nella parte del “vivace” Redford in cerca di consolazione con la Fonda. Invero, non scherziamo sui volti rugosi dei due divi d’antan, sono ancora capaci di “illuminare” la senilità senza sfoggi machi da Sfida senza regole. La Fonda è rifatta e a niente servì il lifting naturale della ginnastica, Redford si porta male i suoi 80 anni con la classe del suo “Leone moscio alla cerniera”. Sì, una volta Robert “spingeva” e oggi invece, tolto il Sundance Festival, prepara manicaretti nelle nights di queste solitudini culinarie, in cui si prende la vita, guardandola con distanza, un po’ a cul(atell)o.

Eppur il Mereghetti, anch’egli oramai andato e in terza età abbondante, lo ha incensato, e ho letto anche questo su un altro sito:

il film riesce a catturare perfettamente quella vena malinconica e nostalgica che caratterizza la vita e la quotidianità dei due protagonisti, senza mai sprofondare nel rancido o nel greve, ma al contrario costruendo momenti di rara eleganza e raffinatezza, in cui i sentimenti non vengono mai ostentati, ma filtrati piuttosto attraverso un gesto, uno sguardo, una domanda posta quasi sottovoce.

Le Nostre Anime di Notte è un film genuino nella forma e nei contenuti, estremamente dolce nel messaggio che intende veicolare con assoluta purezza, mostrando tutta la bellezza e la semplicità di due vite ad un punto di svolta. È anche però la celebrazione di due autentici fuoriclasse che, nonostante gli anni, riescono ancora ad esprimere tutta la complicità e l’empatia che li hanno resi una delle coppie di attori più amate del mondo del cinema.

 

Sarà vero o questi amorfi vecchietti hanno sinceramente rotto appunto anche i coglioni dei rincoglioniti?

Un film che invero non ha molto da dire ma, si sa, Renato Zero aveva ragione…

vecchio sì, con quello che hai da dire…

Il Professore sancisce ancora Sergio Leone


10 Oct

C’era un volta un Uomo, oggi è ingigantito nei suoi mille volti. Egli, l’arcano e supremo, voltò dagli avvoltoi, li avvolse di nastro (isolante) e poi non sparò loro che pensarono fosse scomparso, dopo averlo “cosparso”, ma ricomparve tutto appariscente fra chi vive solo d’apparenza fra quattro pareti del suo piccolo cervello

Una brezza “scoscesa”, arcuata si terge in me e, nel frattempo, l’umanità è “indaffarata” nelle solite corse all’oro, da bidoni che si celan dietro maschere dorate ma son solo bidelli d’una vita non spesa, solo a far le spese e “pesarsi”, stressarsi e (s)tirarsi. Bighelloni coi “righelli” ad alterare le loro stesse prospettive, malsane ottiche da miopi o da “preti” presbiti.
Sentenziano di plebiscito con la “proboscide”, scudisciano e se “lo” dormono fra i cuscini.
Il loro mo(t)to di vita, di “gravità” alle caste, è “Il fico”, ma io mi copro solo di nudo passeggiar fra la gente, traviata da troppa “carne al fuoco”, “stufata” che sbuffa e annoiata che s'”annoda”.

Falotico, in mezzo a quest’orticaria, lancia le rose e si slancia lanceolato, “allacciato” solo alle cinture di sicurezza del suo (manu)brio che scorazza a Tempo libero, fottendo chi sfotte e picchiando chi pensa solo alla “botta(na)”.
Botte piena e moglie ubriaca?
E allora “ingroppiamola”, di glup alla “scaloppina” con del buon vino nello “scantinato”, ove “scarpineremo” di “mascarpone” nella cena del nostro Piacere.
Da gustare issando i calici e sollevandole la gonna, per levarci dalle palle gli ignobili e, di nobiltà, “appallottolarla” nelle “nevi” che si sciolgono di forti, sto(r)iche, mitiche ed erotiche imprese leggendarie da prodi delle leve.
Da mastini nel martirio, nel Martini che brinda con Lisa e, appunto, dallo “Snow” la “riscalda” da Don. Era un po’ “down” e ora sta (tirami)su…

Così, il Falotico, narra della sua “risalita” appunto.
Da rain man a Jerry Maguire il passo (non) è stato breve. Ma ora è lunghissimo… Non è coperto di soldi, ma scopre tutte sotto le coperte.
Voi, (scopa)tori, soverchiaste le regole del genio “vergine”.
E il genio vi punì, soprattutto lì.

Perché Falotico è come Noodles, un “bambino” cresciuto che tratta malissimo il vecchissimo Max, ex amico corrotto, a cui porge un “Vaffanculo!” di enorme gentilezza, inducendolo al suicidio, poi si avvia lungo la sua strada, nella sua enorme immensità, come Sergio Leone su musica di Morricone.

Applauso!

Per chi (non) l’ha o avesse visto, eccolo qua, ancora.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. Gran Torino (2008)
  3. C’era una volta in America (1984)


Genius-Pop

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